Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Tsu_Chan    15/05/2016    3 recensioni
"Qualsiasi cosa accada torneremo insieme. Dovessimo aspettare un'altra vita."
Nel tramestio di anni ruggenti, tra musiche e balli sfrenati e vite vissute di nascosto si svolge la storia di Ladybug e Black Cat sui tetti della frizzante Harlem anni 20. Questa è la loro storia, raccontata da chi ha vissuto fino all'ultima avventura con loro... Entrate con noi al Wheel of Fortune e preparatevi a rimanere ammaliati!
Genere: Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Plagg, Tikki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando Ladybug cantava era come ascoltare un uccellino salutare la mattina; c’era gioia ed euforia nel suo canto, dolcezza e bellezza, amore e allegria. Non importa in quale ruolo cantasse, se il palco fosse solo suo o se la sua voce servisse solo da sfondo a quella di un’altra. Riusciva sempre ad aggiungere quel qualcosa che emozionava l’ascoltatore.
Per questa ragione il padrone del Jade, il locale nel quale era stata assunta, la trattenne più del dovuto nel suo ufficio quella sera: voleva assicurarsi che nessun altro mettesse le mani sulla sua nuova cantante. Si sperticò in complimenti e le promise che, con un po’ di esperienza sulle spalle, non le sarebbe stato difficile raggiungere il ruolo di solista.
Quando lasciammo finalmente il locale la mezzanotte era passata da un pezzo e nel locale la band che si esibiva dopo la fine della performance di Ladybug e delle altre ragazze del coro, aveva già snocciolato buona parte del suo repertorio ai nottambuli che ancora si trattenevano al locale.
Sulle strade principali i fari delle automobili illuminavano le strade mentre gli instancabili del ballo si spostavano da un locale all'altro per strappare un ultimo giro di danze alla notte.
Ladybug decise di defilarsi dalle vie principali optando di proseguire il tragitto verso casa attraverso vie secondarie, meno frequentate ma più veloci.
Io le stavo appollaiata tra i capelli controllando che nessuno si avvicinasse troppo; non si è mai troppo caute quando si gira per la città da sole a quell'ora di notte, strade trafficate o meno.
Nonostante fossi pienamente concentrata sul mio compito non notai le due figure che, saltando da un tetto all'altro ci stavano seguendo. Viaggiavano l’una dietro all'altra a parecchi metri di distanza l’una dall'altra.
“Lo sai che tieni quel broncio così a lungo ti verranno le rughe?” mi domandò Ladybug punzecchiandomi una guancia con un unghia.
“Sono concentrata. Sono una sentinella, i miei occhi vedono tutto. Nulla mi sfugge.” recitai con enfasi imbronciandomi ancora più di prima.
“Meno male che ci sei tu a guardarmi le spalle, mia fidata sentinella. Con te so che nulla potrà mai avvicinarsi senza essere…”
“Buonasera, Uccellino.”
Presa alla sprovvista Ladybug si voltò di scatto e tirò uno schiaffo alla ceca in direzione della figura comparsa dal nulla dall'ombra di un palazzo. Io mi tuffai prontamente dentro al colletto del vestito e mi feci il più piccola possibile.
Quando Ladybug riuscì a rimettere a fuoco si ritrovò a fissare gli occhi sgranati di Black Cat che, con lo stampo rosso delle sue cinque dita ben evidenti sulla guancia sinistra, la fissava a metà tra lo spaventato e lo sconcertato.
“Non ti hanno insegnato che non si arriva alle spalle della gente? Soprattutto di notte?” lo riprese lei piantandosi le mani sui fianchi. “Ho pensato fossi un poco di buono.”
“Prometto di non farlo mai più.” promise lui sorridendole sornione “Volevo offrirmi di accompagnarvi a casa.”
Ladybug si strinse il soprabito e incrociò le braccia. “Posso cavarmela da sola.”
“Ne sono più che consapevole, Uccellino.” ridacchiò lui accarezzandosi la guancia che andava via via arrossandosi “Fatemi però questo favore. Ci terrei moltissimo a potervi accompagnare.”
Molto cortesemente si inchinò a Ladybug e le offrì il proprio braccio. Sentii Ladybug irrigidirsi e il suo cuore perdere di un colpo a quella vista. Quando incrociò il proprio braccio a quello di Black Cat e posò la mano sulla sua non poté reprimere un brivido di eccitazione.
“Solo per questa volta.” gli sorrise lei tentando di nascondere l’imbarazzo.
Non fecero in tempo a fare un paio di passi che Black Cat si chinò verso di lei e accostò le labbra al suo orecchio. “Chiedo perdono, so di avervi preso alla sprovvista e spero che quello che vi sto per dire non vi mandi nel panico.”
Ladybug voltò leggermente il capo per poter mandare un occhiata in tralice a Black Cat. Quando incrociò i suoi occhi rimase abbagliata dal guizzo che vide scuotere le profondità color dell’acqua marina che li turbò. Aveva un graffio profondo su una delle guance e un taglio all'angolo delle labbra, entrambi probabilmente procurati il giorno prima per poterci salvare.
“Qualcuno vi sta seguendo.” proseguì lui  tenendo sempre un tono basso e graffiante. “Qualcuno molto meno interessante del sottoscritto e molto più pericoloso. Si trova su un tetto alle nostre spalle.”
Il primo istinto di Ladybug fu quello di voltarsi per controllare ma un basso gorgoglio emesso da Black Cat la fermò.
“Non lo fare. Non sembra avere intenzione di attaccare ma, se si rende conto che lo avete notato, potrebbe cambiare atteggiamento.” Black Cat allungò il passo iniziando a condurre Ladybug attraverso i vicoli il più velocemente possibile. “Ho passato tutta la giornata a controllarlo. Si è avvicinato solo ora che siete da sola. Credo non voglia avere testimoni. Vi porterò in un luogo dove ci sono molte altre persone, dove so che sarete al sicuro mentre io mi occupo di lui.”
“Non sarete in pericolo? Forse posso aiutare.”
“Vi ringrazio per la preoccupazione, Uccellino, ma non vi dovete cruciare. Il mio partner starà già arrivando, se non ci sta già seguendo. Ci occuperemo noi di loro.”
Quando sbucarono di nuovo sulla strada Black Cat fece scivolare il proprio braccio via da quello di Ladybug. “Entra in quel locale.” le sussurrò indicandole con un lungo dito artigliato le porte accostate del Secret Garden ed iniziando ad allontanarsi nelle ombre “Un mio conoscente ti attende all'interno. Si prenderà cura di te.”
“Conosco quel locale…” rispose Ladybug voltandosi verso Black Cat ma facendo appena in tempo a vederlo sparire su un tetto.
“Bella coincidenza.” scherzai spuntando dalla borsa e voltandomi a guardare il locale illuminato pieno di gente.
“Non ti sfugge nulla, vero sentinella?” sospirò Ladybug storcendo il naso. “Chissà da quanto tempo mi seguiva quel gattaccio.”
“Non te la prendere con me, mi hai distratto.” cercai di scusarmi. “E non dovresti prendertela così. Ti ha seguita solo perché era preoccupato.”
“Non ho bisogno di un gatto che si preoccupi per me.” bofonchiò lei tornando sui suoi passi a andando a nascondersi nelle ombre di una porta lontana dalla via principale. “So cavarmela da sola.”
“Però ti ha fatto piacere.” la punzecchiai godendo nel vederla arrossire. “Guardati! Sei rossa come un pomodoro!”
“Tikki! Basta! Andiamo ad aiutarlo prima che si faccia del male.”
 
Seguimmo le tracce lasciate da Black Cat quasi fino all'altro capo di Harlem; per tutta la strada pali della corrente erano riversi in terra, interi quartieri barcollavano nell'oscurità e persone spaesate si erano riverse in strada con candele e torce per indagare le ragioni dei black out. Qualcuno tentava di risollevare i pali e ripristinare le connessioni mentre in parecchi si erano già messi in modo per contattare la polizia.
Arrivammo infine ad una strada attorniata da capannoni non molto lontani dal fiume dove, con sprazzi di luce e crepitare di fulmini, Black Cat era intendo a tenere a bada quello che a prima vista sembrava un normale operaio; a differenza di un normale operaio però ad ogni passo l’aria gli tremava intorno carica d’elettricità, le lampade e i cavi dell’alta tensione sfrigolavano ed esplodevano quando vi passava accanto e un piccolo volume azzurro gli sfarfallava intorno sprizzando scintille.
Quando Black Cat provò ad attaccare l’uomo venne rispedito lontano dallo schiocco violento di un fulmine che colpi il terreno di fronte ai suoi piedi. Ladybug lanciò il suo yo-yo, lo fece volare sopra una trave di metallo e lo fece ridiscendere afferrando le gambe di Black Cat e salvandolo da un doloroso schianto contro il muro di mattoni del capannone.
“Che piacere vederti.” scherzò Black Cat mentre ancora dondolava a testa in giù il fido bastone ben stretto in mano “Come hai fatto a trovarci?”
“Non sei uno che passa inosservato.”
“Vero, il mio fascino è così brillante che illumina la notte.”
Con un grugnito Ladybug ritirò lo yo-yo facendo volare verso terra Black Cat il quale, contorcendosi come solo i gatti possono fare, riuscì comunque ad atterrare in piedi. Si avvicinò a Ladybug un pugno ben piantato sul fianco e il bastone tenuto strafottentemente appoggiato su una spalla.
“Al posto di usare il fiato per darti delle arie fai rapporto.” lo redarguì Ladybug tornando a concentrarsi sull'avversario.
“Certo, mio capitano. A prima vista sembra meno pericoloso dell’altro tipo.” iniziò a spiegare lui prima che un fulmine si abbattesse a pochi centimetri da loro.
Riuscirono a schivare l’esplosione e a rifugiarsi in cima al capannone all'ultimo momento. Atterrarono accovacciati e si nascosero dietro la curva del tetto spiovente.
“Non sembra avere la stessa potenza distruttrice del nostro amico fiammifero.” Black Cat fece capolino da dietro al suo rifugio ma dovette subito ritrarsi quando una saetta gli passò poco sopra le orecchie. “Può creare correnti elettriche e scagliarle, forse si crede Zeus, ma sono semplici da evitare.”
Per controllare Ladybug si sporse dal nascondiglio e fece in tempo a vedere la mano dell’uomo puntare nella sua direzione prima che una scossa elettrica le volasse incontro.
“Indica il punto dove vuole colpire.” esclamò ritirandosi al riparo. “Sembra più in controllo del suo potere rispetto al fiammifero.”
“Osservazione acuta.” si complimentò Black Cat con un sorriso compiaciuto. “Se dovessimo preoccuparci solo dei fulmini sarebbe un lavoro semplice. Il vero problema è che sembra avere una barriera elevata tutt'intorno a sé. Ho provato a colpirla e sono stata  sbalzato via. Non è stato piacevole.”
“Dobbiamo trovare un modo per abbatterla così da poter arrivare al libro.” sentenziò Ladybug alzandosi di nuovo in piedi.
“Qual è il piano, allora?” domandò Black Cat alzandosi accanto a lei.
“Qualsiasi barriera ha un punto debole. Dobbiamo solo trovarlo.” Ladybug iniziò a far ruotare lo yo-yo di fronte ad entrambi creando uno scudo che defletté la saetta volò verso di loro. “Pronto?”
Con un cenno del capo Black Cat saltò giù dal tetto mentre Ladybug, dall'alto del tetto iniziò a bersagliare la barriera dell’uomo usando lo yo-yo come una frusta. Nessuno dei colpi però sembro scalfire la barriera che si limitava a frizzare e lanciare scintille quando respingeva le armi. Un fulmine volò verso Ladybug che fu costretta a rotolare a terra sullo stomaco e insozzarsi con tutta la polvere accumulata sulle lamiere.
Si ritirò in piedi appena in tempo per vedere Black Cat spinto lontano dall'energia repulsiva della barriera.
“Non sembra funzionare!” si lamentò quello usando il bastone come ancora per fermarsi.
“Proviamo ad attaccarlo insieme!” urlò Ladybug iniziando a caricare il colpo dello yo-yo facendolo ruotare al massimo della velocità.
Con un tacito segnale del capo si lanciarono entrambi all'attacco dell’uomo il quale, per niente preoccupato, lanciò una saetta che fece saltare in aria Black Cat e si scansò di lato per evitare lo yo-yo che gli fischio accanto al volto.
Gli occhi di Ladybug si illuminarono. Lanciò in aria lo yo-yo e riafferrò al volo il lungo cavo elettrico fornito di morsetti creato dal Lucky Charm. “Black vieni qui!”
Con un agile balzo Black Cat tornò a posarsi accanto a lei. Aveva il fiato corto ma si ritirò in piedi le spalle dritte e lo sguardo infiammato dall'eccitazione della lotta; in quel momento assomigliava più ad una grossa pantera a caccia che a un gatto.
“Ho un piano.” affermò Ladybug sicura di sé stessa “Mentre provava ad attaccarti ha dovuto schivare fisicamente il mio yo-yo.”
“Può usare un solo incantesimo alla volta.”
“Credo di sì.” annuì stringendo con forza lo yo-yo in mano. “Sei disposto a fare il lavoro sporco?”
“Sono sempre pronto quando hai bisogno di me.” rispose Black Cat appiattendo le orecchie contro la testa e sorridendo maligno. “Dimmi che hai in mente un’idea divertente…”
“Ho avuto un’idea illuminante!” scherzò lei porgendogli il cavo elettrico. “Ho bisogno che attacchi uno dei morsetti alla centralina elettrica di un palo della corrente poi, mentre è impegnato ad attaccarmi e la barriera è abbassata, attacchi l’altro morsetto al libro. Se riuscissi ad allontanare l’uomo da libro sarebbe perfetto.”
“In questo modo l’energia elettrica dovrebbe essere incanalata lontano dal libro.” sogghignò Black Cat passandosi i cavi intorno al petto. “Mi piace.”
“Non perdiamo tempo.”
Ladybug saltò giù dal tetto piroettando in aria per evitare una saetta che schioccò andando a colpire il muro del capannone.
Iniziò una danza veloce e aggraziata tra capovolte e salti per evitare gli attacchi e veloci frustate di yo-yo per tenere occupato l’uomo. Con ogni colpo la dimensione e la velocità delle saette aumentava mentre la loro precisione andava via via calando; il volto dell’uomo era distorto dalla rabbia e dal fastidio nei confronti di quella ragazzina che saltellava in giro come impazzita. Era così tanto preso da Ladybug che non si rese conto di Black Cat fino a quando, con uno schiocco, il morsetto non si chiuse intorno alle pagine del libro fluttuante.
“Ti ho preso.” cantilenò Black Cat, gli occhi che brillavano come tizzoni azzurri nel buio, prima di abbattere un pugno direttamente sui denti dell’uomo e farlo ruzzolare lontano.
“Dobbiamo tenerlo lontano dal libro mentre l’energia si esaurisce!” urlò Ladybug avviluppando l’uomo nel bozzolo indissolubile del filo dello yo-yo.
Black Cat gli saltò addosso e lo tenne impalato a terra con il bastone mentre l’uomo si agitava e urlava come impazzito. Il libro tentava inutilmente di far girare le pagine e di liberarsi del morsetto ma, con ogni movimento e ogni esplosione di scintille, il suo sfarfallare diventava sempre meno energico. Quando collassò a terra Black Cat lo afferrò prontamente, mentre Ladybug teneva ancora fermo l’uomo, e lo strappò in due senza troppa fatica.
L’uomo si mise ad urlare completamente fuori controllo. Si dimenava e non sembrava avere alcun intenzione di smettere, nemmeno quando Ladybug lo lasciò andare e poté correre lontano.
“Fai la tua magia?” domandò Black Cat porgendo il cavo a Ladybug che lo lanciò facendo tornare tutta la città alla normalità. “Siamo stati bravi.”
“Sì.” ammise lei sorridendo al ragazzo. “Anche se devo ammettere che questo nemico mette in dubbio la mia teoria sull'origine dei loro poteri.”
“Hai trovato qualcosa?”
“Sì, ho fatto delle ricerche e…” il BIP degli orecchini interruppe il discorso di Ladybug. “Devo parlarti ma prima devo sistemare questa cosa. Puoi aspettarmi?”
“Certamente.” Black Cat alzò le spalle e si sedette distrattamente su una pila di casse, la coda che gli ondeggiava in mezzo alle gambe pigramente. “Ti aspetto qui.”
“Farò il più in fretta possibile.”
 
Quando venni espulsa dagli orecchini Ladybug mi afferrò al volo.
“Una serata elettrizzante, non è vero?” scherzò porgendomi un dolcetto al marzapane che teneva avvolto in un fazzoletto nella borsetta, sempre pronto per ogni occasione.
“Ti prego, risparmiati questo tipo di battute.” la ripresi mordicchiando il dolcetto. “Cosa ne pensi?”
“La nostra teoria che i poteri derivino direttamente dagli akuma sembra essere saltata. Se così fosse anche quest’uomo ci avrebbe attaccato con fuoco e fiamme, non con fulmini e saette. Sono confusa.”
“La nostra indagine è appena iniziata. Magari esistono diversi tipi di akuma, magari possono prelevarne l’energia e usarla per qualunque tipo di incantesimo… forse gli akuma sono solo un simbolo. Non ti arrovellare.” le dissi masticando con gratitudine il dolcetto leggermente appiccicaticcio.
“Forse Black Cat sa qualcosa che  ci aiuterà a chiarire il quadro.” Sospirò Ladybug guardandosi in torno per assicurarsi che nessuno si stesse avvicinando. “Dai, Tikki. Mangia in fretta, dobbiamo tornare.”
 
Tornate sul luogo dell’attacco trovammo Black Cat intento a fissare a occhi sgranati la luna che viaggiava lenta nel cielo notturno.
“Hai visto qualcosa di bello?” scherzò Ladybug andando a sedersi accanto a lui, facendo ben attenzione a sistemare la gonna intorno a sé. “A parte la sottoscritta, sia chiaro.”
Black Cat si limitò a voltarsi verso la ragazza e mandarle un sorriso malandrino. “Oggi il tuo ego è particolarmente di buon umore vedo. Di cosa volevi parlare, bellissima coccinella.”
“Sono riuscita a scoprire qualcosa sulla mia metà del libro e mi sembrava corretto metterti al corrente.”
“Anche io ho scoperto qualcosina.” Black Cat si sfregò le lunghe unghie sul gillette compiaciuto di se stesso. “Qualcosina di insignificante come il locale che quei pazzi usano come base.”
“Oh…” sospirò Ladybug con finta ammirazione. “Intendi quel locale dove hai scatenato il finimondo ieri?”
“Come? Come fai a saperlo?!”
“Ero lì, no? Ho assistito a quasi tutta la tua allegra scazzottata e all'eroico salvataggio di quella ragazza.”
Il volto di Black Cat si illuminò di rosso intorno alla maschera, le punte delle orecchie così arrossate da sembrare scottate. “Se eri lì perché non mi hai aiutato?”
“Perché stavo indagando in incognito, in abiti civili. Non pensi sarebbe stato un problema se mi fossi trasformata lì in mezzo?”
“Giusto.” sibilò lui voltandosi nell'altra direzione. “Almeno ora sai con che incredibile eroe hai a che fare.”
“Scommetto che hai rubato il cuore della giovane fanciulla indifesa. Ti costruiranno una statua, eroe.”
“Non mi piace il tuo sarcasmo!” esclamò lui voltandosi verso Ladybug nuovamente in controllo di sé stesso. “In ogni caso, mentre ero lì, sono riuscito a comprendere come fanno a tenere sotto controllo i clienti. Li hai notati, vero? Come tutti gli avventori del locale sembrassero senza voglia di vivere?”
“Come se qualcuno gli avesse strappato l’anima. Sì, l’ho notato.” le immagini degli occhi senza fondo del cameriere e dei clienti passarono davanti a Ladybug come flash. “Come possono ridurli in quello stato?”
“Li drogano. Almeno credo sia droga.” iniziò a spiegare Black Cat “Sono stato nei loro magazzini e trovato scatole su scatole di strane polveri, intrugli e misture preoccupanti. Li ho visti metterle un po’ ovunque, dalle bevande alle sigarette delle donne che controllano il posto. Hanno usato quel fumo per prendere controllo della ragazza che ho salvato.”
“Cosa ne ottengono drogandoli? Vogliono renderli dipendenti?”
“Il mio parere è che stiano creando, o abbiano già creato, una specie di setta di fanatici e utilizzano gli avventori come soldati. Più li drogano più sanno che si comporteranno da docili cagnolini.”
“Avrebbe senso… Ho visto il mostro di fuoco della settimana scorsa mentre era lì. Sembrava essere pesantemente drogato, così tanto da non avere più coscienza.”
“Non è tutto…” da una tasca interna del gillette Black Cat estrae un mazzetto di fogli carta rettangolari pieni di strane scritte in una lingua straniera. “Ho trovato anche questi.”
“Cosa sono?” domandò Ladybug afferrandone un paio per studiarli da più vicino.
“Nella mia metà del libro ne ho trovato uno. Non so di preciso a cosa servano ma credo siano importanti.”
“Scommetto che la lingua in cui sono scritti è giapponese.”
“Corretto. Sono curioso di sapere come lo sai.”
“Nella mia metà di libro era disegnata la stessa maschera che il personale del locale usava come simbolo. Ho indagato e ho scoperto che si tratta della riproduzione di una maschera giapponese rappresentante un demone della tradizione giapponese. Un akuma, un demone di fiamme e distruzione. Tu invece, come fai a saperlo?”
“Ho delle conoscenze, che hanno delle conoscenze, le quali hanno delle conoscenze che sanno parecchie cose sulla cultura orientale.”
“Wow… sei un uomo dalle mille risorse.” ridacchiò Ladybug dando una spintarella giocosa a Black Cat. “Risolvi misteri mentre fai a pugni, salvi povere fanciulle indifese, sai fare le fusa…”
“Non faccio le fusa.” brontolò lui non riuscendo però a trattenere un basso gorgoglio compiaciuto quando Ladybug gli accarezzo i soffici capelli biondi dietro a una delle orecchie da gatto.
“Ovviamente, micio.” Ladybug si alzò in piedi con un grande sorriso “Posso portare uno di questi fogli con me?”
“Tutti quelli che vuoi.” rispose lui seguendo la mano della ragazza con il capo alla ricerca di più attenzioni quando questa la ritrasse.
“Bene, allora vado. Se io indago sull'origine dei fogli tu pensi di riuscire a rintracciare da dove provengono le droghe?”
“Consideralo già fatto.” annuì seriamente Black Cat.
“Perfetto. A presto, Black.”
“A presto, Coccinella!”
Saltando da un appiglio all'altro Ladybug si arrampicò sul tetto del capannone e si voltò a salutare Black Cat un’ultima volta, agitando una mano prima di volare velocemente verso casa. La notte era già agli sgoccioli e la stanchezza iniziava a farsi sentire; ora l’unica cosa che desiderava, per quanto i pezzi di carta ottenuti da Black Cat le bruciassero in tasca come fossero tizzoni ardenti stuzzicando la sua curiosità, era di potersi stendere a letto e riposare per essere pronta ad affrontare una nuova giornata.
 
Quando arrivammo di corsa al portone d’ingresso del palazzo dove abitavamo ero così stanca che mi stavo appisolando dentro alla borsetta di Ladybug, usando uno dei pezzettini di carta come coperta, per ciò non vidi quello che la fece congelare sul posto.
“Cosa ci fai qui?” le sue parole mi scossero e mi portarono a fare capolino dalla borsa.
Appoggiato contro il muro del palazzo, le braccia incrociate e l’aria imbronciata Black Cat stava fissando Ladybug.
“Sono passato al locale. Non ti ho trovata.” spiegò lui staccandosi dal muro e avvicinandosi le mani nelle tasche dei pantaloni “Ero preoccupato, ho temuto qualcuno ti avesse presa.”
“Nessuno ha provato a rapirmi, tranquillo.” mugugnò Ladybug infilando una mano nella borsetta alla ricerca delle chiavi. Le passai il mazzo visto che lei sembrava non riuscire a controllare le mani; le tremavano come se un terremoto le stesse attraversando.
“Per fortuna, mi sarei sentito mortalmente in colpa se fosse successo…”
“Sei ferito?” domandò d’un tratto lei irrigidendosi alla vista dell’ustione, superficiale ma comunque estesa, che arrossava l’avambraccio destro di Black Cat. “Quando è successo?!”
“Ho dato una lezione al tipo che ti seguiva.”
Ovviamente questo Ladybug già lo sapeva, ma non poteva di certo ammetterlo. Ciò che la preoccupava è il fatto di non averlo notato prima. Aveva passato tutto quel tempo seduta accanto a lui e non lo aveva notato. Era come se i suoi occhi da normale ragazza fossero più sensibili a Black Cat di quanto non lo fossero quelli da Ladybug; come se potesse spezzettare la figura del ragazzo, vederne singolarmente ogni più piccolo dettaglio, come pezzi di un puzzle per poi rimetterli insieme in una figura più chiara e definita mentre come Ladybug riusciva a vederlo solo come un quadro intero, bello e interessante ma i cuoi particolari a volte le sfuggivano.
“Posso aiutarti.” si propose sbrigandosi ad aprire il portone del palazzo. “Non ho tanto, ma ho dei medicinali di sopra. Posso medicarti.”
Black Cat sorrise guardandosi il braccio. “Vorrei rifiutare ma devo ammettere che ho bisogno di una rattoppata.”
“Vieni allora.” Lo invitò Ladybug facendogli strada per le scale fino alla porta d’ingresso.
Una volta all'interno del piccolo monolocale gli fece segno di sedersi sul letto e recuperò il kit di pronto soccorso che si era portata dietro dall'Europa: non conteneva molto ma era sempre meglio di nulla. Giusto qualche garza di cotone e delle pomate disinfettanti. Insieme al kit preparò una bacinella d’acqua fredda, usando una casseruola come contenitore, e uno straccio pulito per poter tamponare l’ustione.
Si sedette accanto a Black Cat ed iniziò, lentamente e dolcemente, a ripulire l’ustione dove iniziavano a spuntare piccole bolle. Ogni tanto il ragazzo digrignava i denti per il dolore ma lei continuava a ripulire risoluta a fare un buon lavoro.
“Non dovresti farti coinvolgere in situazioni così pericolose.” Lo riprese lei ben sapendo che era una cosa impossibile da chiedere.
“Sono un eroe, Uccellino. Questo è quello che fanno gli eroi!” ridacchiò lui stringendo gli occhi e appiattendo le orecchie contro la testa per reprimere il dolore. “Quanto ti manca?”
“Ho quasi finito.” Gli bendò il braccio con la garza pulita di cotone e la fermò con un piccolo pezzo di cerotto. “C’è altro che posso fare?”
“Ti ringrazio, è già più che sufficiente.” Mormorò lui chinandosi per baciarle una mano. “Devo andare ora. Mi promettete di rimanere al sicuro, Uccellino?”
“Farò del mio meglio.” Rispose Ladybug senza poter nascondere il rossore delle guance. “Però Black Cat, anche tu devi fare attenzione.”
“Nessuna preoccupazione.” Ridacchiò lui avvicinandosi alla finestra e socchiudendola. “Non lo sai, Uccellino? I gatti hanno nove vite!”
Saltò fuori senza voltarsi e atterrò sull'asfalto del marciapiede spaventando una coppia che stava passando per strada: le loro urla indignate continuarono a risuonare fino a che Ladybug non chiuse le imposte.



 
Buona sera a tutti!
Non so come ma sono riscita a produrre quasi 4000 parole in un solo pomeriggio. Sono orgogliosa di me stessa. Ho quasi rischiato di non farcela perché sono stata presa dall'Eurovision e beh... ho praticamente passato tre sere della settimana a fare nulla.
Lo so, lo so, dovrei impegnarmi di più se voglio continuare a pubblicare settimanalmente. Non succederà più.
Tra le altre cose ho iniziato ad alzare il ranking della storia da giallo ad arancio e, temo conoscendo come scrivo, in futuro si potrebbe arrivare al rosso: non era il mio abbiettivo all'inizio ma visto le idee che ho in mente meglio avvertire. Sappiate che anche se potrebbero esserci scene violente non mi soffermerò mai troppo sui dettagli, non voglio scrivere qualcosa che potrebbe darvi fastidio.
Ancora un grazie a tutti i nuovi e i vecchi lettori, a chi commenta e chi aggiunge la storia ai preferiti! Vi adoro!
Credo sia tutto per oggi.
Ci rileggiamo presto!


Bye bye,
Tsu-chan
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Tsu_Chan