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Autore: mikimac    30/07/2016    3 recensioni
Una voce nel buio. Un'ultima scena. E la luce si spegne.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ultima scena
Ultima scena

Svegliati!
Forza, John, apri gli occhi!
Possibile che il tuo istinto di soldato sia tanto assopito dalla vita da civile, da non percepire il pericolo in cui ti trovi? Come puoi non sentire le braccia e le gambe legate, tirate da corde, che si perdono nel buio di questa angusta stanza?
Un lamento.
Finalmente!
Apri gli occhi sul buio della tua prigione. La bocca è arida ed impastata. Hai sete. I muscoli sono intorpiditi. Sei disorientato. Confuso.
“Bentornato fra noi, dottor Watson.”
Non sai da dove giunga la voce, gentile e dolce. Non riesci a capire se sia di un uomo o di una donna né ha una fonte precisa, ma sembra arrivare da ogni angolo di questa prigione senza confini.
“Mi dispiace per la sgradevole situazione in cui si trova. – continua la voce, con un tono che sembra veramente e grottescamente addolorato – Deve capire che non è colpa mia, se lei è l’arma giusta per smascherare due esseri infidi e spregevoli, come Mary Morstan e Sherlock Holmes. Davvero, dottor Watson, lei è un brav’uomo e non si meriterebbe ciò che sta per accaderle, ma tutto ciò è inevitabile.”
Non lo vedi, ma sai che sta scuotendo la testa, assurdamente avvilito.
“Non doveva legarsi a due persone così ignobili. Con la sua presenza e la sua influenza, li fa sembrare umani ed amabili, ma entrambi sappiamo quanto siano freddi e spietati. La gente non deve credere che Sherlock Holmes e Mary Morstan siano degli eroi, che difendano e salvino coloro che siano in difficoltà. Tutti devono vedere cosa si celi dietro la maschera, che quei due mostri indossano, per essere degni del suo amore. Esiste un solo modo per mostrare al mondo la loro vera natura: privarli dell’unico essere umano, che entrambi amano e per cui farebbero qualsiasi cosa. Naturalmente, mi riferisco a lei, dottor Watson. Posso chiamarti John? Trascorreremo tanto tempo, insieme, che mi sembra inappropriato essere così formali. Tu sei la luce, che li ha guidati fuori dall’oscurità. Io ti spegnerò e loro torneranno ad essere ciechi. Soffrirai moltissimo, perché non posso semplicemente ucciderti. Per distruggere la facciata dietro cui quelle due belve si nascondono, dovrò farti a pezzi, lentamente, un poco alla volta. Voglio che Sherlock e Mary siano devastati, quando vedranno il tuo cadavere. Voglio istigare le bestie che vivono nel profondo delle loro anime, quelle tu plachi, con la tua rassicurante umanità ed il tuo profondo senso di giustizia. Ora riposa, John. Presto la fine avrà inizio e tu avrai bisogno di ogni energia, per non soccombere troppo in fretta.”
La voce è sparita. Il buio che ti avvolge è tornato ad essere silenzioso.
Sei incredulo, più che spaventato. Non sai come uscire da questa situazione.
Come proteggerai Mary e Sherlock dal dolore, che il tuo carceriere vuole loro infliggere? Cosa hai intenzione di fare, John, per impedire che due implacabili macchine da guerra si scatenino, distruggendo tutto ciò che attraversa loro la strada, per vendicare la tua morte?
Io vivrò.

Angolo dell’autrice

Questa “cosa” si potrebbe sottotitolare anche pensieri sconnessi sotto l’ombrellone. Nell’attesa della quarta stagione, senza sbirciare il setlock, la mente vaga e cerca di immaginare con quale perfido finale ci lascerà la premiata ditta Moffat e Gatiss. Io ho sadicamente pensato a questa ultima scena, proveniente da chissà dove e da chissà perché. Portate pazienza e prendete questo “racconto” come un augurio di buone vacanze.

Ciao!
   
 
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