Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: chuxie    23/08/2016    3 recensioni
Lily Evans e Severus Piton sono amici sin da bambini.
Lei ha visto il buono che c'era in lui e lui ha incoraggiato la magia che lei ha scoperto in se stessa. Hanno condiviso le marechelle, i compiti e le delusioni.
Si sono amati. Sempre. In modi diversi e a tratti contorti. Sono stati indivisibili e poi distanti.
Questa è la loro storia.
Dal capitolo 21:
"Io la amo.
Io, Severus Piton, amo lei, Lily Evans.
Ed è uno schiaffo in faccia capirlo dopo tutto questo tempo passato con quest’enigma in tasca e la paura di risolverlo. La soluzione era così semplice e lo stesso mi sono ostinato a fingere di non vederla.
La amo visceralmente e idealmente.
La amo col broncio e con gli occhi luccicanti per qualche idea diabolica.
La amavo ieri, la amo oggi e la amerò domani.
La amo così tanto da aver provato un terrore dei miei stessi sentimenti talmente folle da essere riuscito a negarmeli sino ad ora. Eppure la amo così tanto che ora mi sembra di non riuscire a pensare a null’altro, mi sembra che non esista nient’altro"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, James Potter, Regulus Black, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5.8
 
- Bentornato.
A quel richiamo sussulto, come fossi un ladro, sorpreso durante uno scasso proprio dal proprietario di casa. La voce di Regulus è calma e ben misurata. Mi osserva impassibile dalla sua solita poltrona verde, accanto al camino nella nostra Sala Comune. Tiene una sigaretta in mano e un grosso volume posato sulle gambe. I capelli gli ricadono scomposti sul viso pallido. Mentre tira una boccata dalla sua sigaretta il fumo sembra addensarsi intorno alle sue occhiaie, dandogli, insieme alla vestaglia argentea, un’aria ancor più fosca.
- Regulus. – cerco di mantenere un tono naturale – Non mi aspettavo di trovarti ancora sveglio.
- Infatti. Sono andato a dormire tre ore fa e mi sono risvegliato da poco. Ero certo dormissi anche tu, non mi aspettavo certo di vederti rientrare alle…- si guarda intorno con gesti lenti e studiati, al solo fine di alzare la tensione tra noi. Studia l’orologio in ottone posto su una mensola, prima di parlare con tono piatto: - …alle due e quarantasei del mattino.
Lo guardo con ostentata indifferenza. L’unica cosa che vorrei fare è fuggire dalla pioggia di domande che mi attende e andare a letto a sognare da capo la serata con Lily appena trascorsa. So, però, che se me ne andassi desterei ulteriori sospetti. Percorro lentamente i pochi metri che ci separano.
- Pensi di dirmi che sta succedendo?
Prendo posto accanto a lui, sulla mia solita poltrona, scacciando con la mano il fumo della sua sigaretta, come se questa fosse solo una delle tante sere in cui i medesimi incubi ci hanno uniti a leggere davanti al camino.
- Nulla di cui tu debba preoccuparti, Regulus.
- Sai che potrei manipolare i tuoi ricordi per indurti a dirmelo, vero?
Lo guardo, divertito.
- So che non lo faresti mai.
- Tu credi? – Regulus si irrigidisce notando la mia espressione di scherno – E cosa ti rende tanto sicuro?
- Se lo facessi, la nostra amicizia non sarebbe diversa da quel sentimento vacuo e vanesio che lega la Nott a te. Contamineresti il nostro rapporto.
- E perché questo dovrebbe essere un problema per me? – gli occhi di Rab rilucono alle fiamme del camino. Qualsiasi cosa sia successa a casa sua durante queste vacanze, l’ha ulteriormente intossicato e spinto verso le arti oscure. Sono seriamente preoccupato per lui. Contrariamente all’ideale della sua famiglia, Regulus non è fatto per questo tipo di magia. Il suo animo è gentile e le arti dell’Oscuro Signore sembrano succhiargli ogni forma di vita dal corpo. Quando stava con Lily in lui brillava una vitalità che ora sembra essersi spenta.
Sospiro: - Come se non lo sapessi…- mi sistemo meglio sulla poltrona, prima di tornare a parlare con voce sommessa, senza guardarlo negli occhi - Tu ed io, Regulus, abbiamo avuto ben poco di autentico nella nostra vita.
- Non vedo cosa c’entri tutto questo… - lui sembra davvero infastidito, ma io lo ignoro e proseguo.
- Le nostre famiglie ci hanno chiesto di conformarci ad un ideale perfetto e assoluto, mettendo da parte i nostri sogni e desideri. Tutto quello che ci è stato chiesto da coloro che avrebbero dovuto amarci per quelli che eravamo è stato di percorrere una strada già scritta.
Faccio una pausa e lo osservo. Malgrado tenti di mostrarsi indifferente è chiaro che questo discorso non gli piace. È decisamente troppo intimo per i nostri standard.
- Tutto ciò che abbiamo amato e desiderato nella nostra esistenza che esulasse da quella via, ci è stato sottratto. O siamo stati costretti ad abbandonarlo per poter essere “perfetti”. Eppure, nonostante tutto, ci siamo conosciuti e rivelati l’uno all’altro con sincerità – la mia voce trema per l’imbarazzo e mi impongo di osservare con attenzione i toni assunti dal velluto della poltrona al passaggio della mia mano - Una delle poche cose buone che non ci è ancora stata preclusa è la nostra amicizia. Il sapere che l’altro ci sarà in ogni occasione, che ci sosterremmo reciprocamente nelle difficoltà per via dell’affetto che ci lega e non di un qualche reciproco interesse, sapere che ci sarò perché tu sei tu e non il parto di una distorsione magica, è qualcosa cui difficilmente rinunceresti di tua spontanea volontà. Perché comporterebbe perdere l’affetto autentico che mi lega a te e ottenere in cambio un controllo assoluto e sterile sulla mia vita.
Rab mi osserva sorpreso. Le dichiarazioni d’affetto sono una cosa che non ha mai fatto parte della nostra amicizia. Sospetto che la lunga boccata che sta tirando dalla sua sigaretta, serva solo a nascondere col fumo l’imbarazzo sul suo volto. Mi auguro che quel fumo possa in qualche modo celare anche il rossore delle mie guance.
- Ecco – dico tornando al mio solito tono strascicato e alzandomi in piedi– ora che hai avuto la tua dichiarazione d’amore, pensi che di potermi lasciar andare a letto? Sto crollando dal sonno e vorrei andare a dormire…
Mi alzo, ma lui scrolla il capo e con esso l’imbarazzo e, tirando un’ultima boccata dalla sua sigaretta, mi fa intuire che non abbiamo concluso. Spegne la sua sigaretta nel suo nuovo posacenere tascabile e mi fa segno di accomodarmi.
- Speravo in uno spassionato “ti voglio bene, sei come un fratello per me, non so che farei senza di te”. Sinceramente non mi sento del tutto soddisfatto – dice con la sua solita smorfia sorriso, mentre io torno ad abbandonarmi sulla poltrona – Quindi temo di non poter far finta di non averti visto sgattaiolare da quella porta a quest’ora.
- Se aggiungessi ora il “ti voglio bene” credi che potrei almeno rimandare a domani l’interrogatorio?
Lui assume un’aria pensierosa, poi estrae il porta sigarette e si sistema sulla poltrona: - No.
- Rab…- dico con tono lagnoso alzando gli occhi al cielo.
- Con chi sei stato fino a quest’ora, Principe? – sorride con la sua miglior espressione da serpe.
- Cosa ti fa pensare che io sia stato con qualcuno?
- Il fatto che non eri nel tuo laboratorio. Se avessi avuto voglia di preparare pozioni saresti andato là, se avessi avuto voglia di leggere ti avrei trovato qui, invece sembra che tu abbia preferito scorrazzare in giro per il castello, dove, è risaputo da tutti, c’è ben poco da fare da soli…
- Elementare deduzione, Watson!
Regulus aggrotta la fronte non cogliendo la citazione babbana. Poi sembra avere un’illuminazione, che trasforma la sua espressione divertita e rilassata in una carica di disappunto. Si irrigidisce sulla poltrona, passandosi una mano sui capelli.
- Stavo per chiederti se fossi stato con qualche ragazza. Sarebbe stata la cosa più ovvia da pensare, se non avessi saputo che nella tua testa bacata c’è spazio per una sola femmina…
- Regulus…
- Ed è così, vero? – i suoi occhi sono carichi di disapprovazione – Non so perché non ci avessi pensato prima… Probabilmente davo per scontato che tu la amassi abbastanza per starle lontano…
- Non è…
- Stai vedendo Lily, Severus? – Rab accavalla le gambe e mi guarda in attesa, con la sigaretta tra le dita e lo sguardo inquisitore incatenato al mio.
Abbasso gli occhi, rassegnato, prendendomi la testa tra le mani.
- Sì.
Rab emette un sonoro sbuffo.
- Perché, Severus, perché dovete continuare a farvi del male in questa maniera?!
- Noi non ci facciamo del male!
- No?! – Rab quasi lo urla, scandalizzato. Prende un lungo respiro e stringe le labbra, per riprendere il controllo prima di riprendere a parlare con voce vellutata – Hai intenzione di trasferirti nella foresta tropicale a mia insaputa?
- Perché dovrem…
- Tu e Lily godete della protezione di un qualche talismano magico che assicura pace e prosperità anche in tempo di guerra?
- Non esiste nient…
- Pensi che Lily sia improvvisamente diventata cieca, sorda e muta? – mi interrompe nuovamente lui - O stupida?
- No, io… - ma prima che io possa proseguire, Regulus torna ad incalzarmi con il suo tono controllato.
- Allora altrimenti non mi spiego come tu possa credere di riuscire a stare con lei, a proteggerla, ad esserle amico o qualsiasi altra cosa stiate facendo questa volta, e contemporaneamente a continuare a servire il Signore Oscuro. Ti rendi conto che siete su schieramenti opposti? Comprendi quanto sia imminente la guerra? Una guerra che darà la caccia a quelli come lei?
- Certo che sì! – borbotto, facendogli emettere un suono strozzato e canzonatorio.
- E allora come puoi metterla in pericolo? – parla con voce sommessa e misurata. Contiene la rabbia, ma i suoi occhi fiammeggiano - Se tradirai l’Oscuro Signore verrai punito e perseguitato. E con te verrà colpita anche lei. Ed entrambe le vostre famiglie. Credi davvero di potertene andare senza conseguenze? Dopo essere arrivato a questo punto?
- No! E non ho certo intenzione di rinunciare al favore del nostro Signore! Non dopo tutto quello che abbiamo fatto per arrivare sin qui! – nostro malgrado non possiamo trattenere un brivido al pensiero di Mary MacDonald.
- Per l’appunto, Severus! Credi che lei ti perdonerebbe tutto quello di cui ti sei macchiato per arrivare sin qui?
- No…
- E allora cosa? Credi che Lily passerà dalla nostra parte?! E anche se fosse, come credi che la tratterebbero una con le sue origini? Li hai sentiti Mulciber e Avery o eri troppo preso a fantasticare di un mondo impossibile? Lei è una mezzosangue. – le parole misurate di Regulus sono taglienti come lame. Fatico a tenere a freno il panico e a trovare parole con cui ribattere. Tutto quello che dice è vero. Non c’è futuro per me. Non esiste un mondo in cui io possa pensare di veder realizzati tutti i miei desideri – Quello che le hanno fatto sinora è solo un assaggio di quello che le faranno poi se ne avranno occasione! Se lei continuerà ad esporsi come ha fatto fino ad adesso, se il suo nome continuerà a saltar fuori nei resoconti su di te, su di me o sulla scuola, sarà una delle prime ad essere presa di mira non appena i pieni del nostro Signore avranno successo. E potrebbero chiedere proprio a te di farle ciò che Avery e Mulciber hanno voluto fare alla MacDonald. O potrebbero costringerti ad assistere mentre qualcuno di più esperto e spietato le fa di peggio.
- Credi che non lo sappia? – realizzo troppo tardi di star urlando – Credi che non sappia quanto faccia schifo questa situazione? Lo so benissimo! Per questo ci ignoriamo nei corridoi, per questo non sto sbandierando ai quattro venti che io e lei siamo tornati amici, per questo nessuno deve saperlo! E lei è d’accordo! Non le accadrà nulla! Non lo permetterò! Quindi vedi di farti i cazzi tuoi!
Lui resta in silenzio a fissarmi, tirando un’ultima boccata dalla sigaretta consunta, prima di spegnerla con stizza facendo scattare il suo posacenere blasonato.
- Severus, guardati. È bastato nominarla, parlare di questa situazione, accennare al futuro che vi aspetta e hai perso il controllo di te stesso. Non sei in grado di nascondere i tuoi sentimenti per lei. Non è pensabile che voi abbiate un rapporto lontano dagli occhi di tutti a Hogwarts. Prima o poi verrete beccati da qualcuno…
- Basterà fare attenzione, noi… - ma lui ignora la mia puerile protesta e prosegue inclemente.
- In ogni caso, se anche per qualche assurdo scherzo del caso riusciste a tenere ancora tutto segreto, a lei ad un certo punto non basterà più tutto questo mistero! E tu la ferirai e abbandonerai di nuovo, perché questa è l’unica vera alternativa che hai per non metterla ulteriormente in pericolo – si protende verso di me, con sguardo seriamente preoccupato – Davvero vuoi questo per Lily?
- No! – strepito – Certo che no! Ma…- sono confuso. Ogni parola di Rab è giusta, sensata, misurata. Sono valutazioni che avevo fatto anche io, ero arrivato alla stessa soluzione del problema. Eppure qualcosa è cambiato. Lily piangeva sotto la pioggia, sola. – Lily aveva bisogno di me.
- No, Severus. No. – il suo tono di voce si indurisce, mentre lui stringe i braccioli della sua poltrona cercando di mantenere la calma – Lei non ha bisogno di te. Lei è perfettamente in grado di stare sola. O di circondarsi di persone più adatte di noi ad aiutarla. Ma malgrado questa evidenza, a voi due idioti piace credere di avere bisogno gli uni degli altri per poter essere felici – faccio per ribattere, ma lui mi lancia uno sguardo furibondo – E non è così. Decisamente. Soprattutto visto che riuscite solamente a ferirvi.
Restiamo in silenzio, col solo rumore del tormento al callo di Regulus ad accompagnarci.
- So che hai ragione – dico alla fine, passandomi entrambe le mani sui capelli per portarmeli indietro - So che quello che mi continua a spingere verso di lei è fuori da qualunque logica, ma con lei sono felice. E so che lei è felice con me – Rab mi rivolge uno sguardo di pura compassione – E so anche che questa situazione non potrà durare per sempre e che finirò col ferirla di nuovo. Forse non oggi, non quest’anno magari. Ma quando Hogwarts finirà non potremo certo continuare così. Dovrò abbandonarla ancora – il pensiero di vederla nuovamente in lacrime come a gennaio mi stringe il petto in una morsa. Ma il pensiero di chiudere tutto ora, è ancor più straziante. Lancio uno sguardo a Rab e so che lui potrà leggervi tutta la mia disperazione – Ma davvero, come posso rinunciare a questi brevi sprazzi, a questi momenti di gioia? Perché non posso restare con lei finchè mi è possibile? Insieme siamo felici. Alla fine tutto quello che chiedo è di poter trascorrere questi due ultimi, miseri anni al suo fianco. A scuola terminata sparirò per sempre, farò in modo di non incontrarla mai più. Non ci sarà più occasione di cedere alla tentazione di starle vicino. Se servisse potrei anche cancellare la sua memoria. Non ha importanza. Ma fino ad allora come posso ignorarla nei corridoi, in aula, nei chiostri? Averla accanto è l’unica cosa che mi permette di dormire la notte, di sentirmi un essere umano decente. Quando sono con lei è come se tornassi a respirare.
- Lo capisco, Severus, ma…
- Ma anche se non ci fosse tutto questo nel presente, la nostra storia passata è così ricca e importante. Le devo così tanto. Come posso passare oltre a tutto quello che abbiamo condiviso?
Smetto di parlare non appena realizzo il tono patetico che ha assunto la mia voce. Regulus scuote la testa, con compassione.
- Non lo so, Severus. Posso capire quello che provi con lei. Anche per me era così. Ma lo stesso non mi pare una buona idea… Perché devi, anzi dovete, distruggervi completamente prima di poter smettere di schiantarvi contro lo stesso identico, dolorosissimo muro? Tutto quello che è successo sinora non è stato sufficiente?
Scrollo il capo, prima di abbandonare la testa contro lo schienale della poltrona, gli occhi serrati. So che è come dice lui. Eppure non riesco a togliermi il sorriso di Lily dalla testa. La sua risata. Le rughe attorno ai suoi occhi quando mi sorride. Il suo sguardo limpido. Il suo profumo. E quel senso di leggerezza che mi avvolge in sua compagnia. Come se tutto il mondo fosse un posto migliore.  
- No. Non credo che, sinchè l’avrò vicina, sotto gli occhi ogni giorno, sarò mai capace di rinunciare a essere io a farla sorridere.
Regulus mi guarda triste. So che capisce cosa provo: - Allora temo, mio caro Principe, che tu abbia scelto il fronte sbagliato su cui combattere questa guerra…
 
*
 
La cosa peggiore dello studiare con Lily è che fatico davvero a concentrarmi. Non perché lei sia particolarmente incline a chiacchierare per evitare lo studio, quanto piuttosto perché con lei c’è sempre un qualche dettaglio che mi distragga.
Il modo in cui la luce si riflette sui suoi capelli, dandovi una sfumatura sempre diversa.
La lunga incurvatura delle sue ciglia.
La disposizione casuale delle sue lentiggini, che sembra invitarmi sempre a cercare una logica, una figura, un percorso.
La leziosa apertura della sua camicetta leggermente sbottonata.
La forma delle sue labbra, gonfie, che lei sembra addentare col solo scopo di provocarmi.
La gentilezza con cui carezza le pagine dei libri, studiandoli.
La cura con cui evita di starmi troppo vicina, aprendo interrogativi e dubbi.
E poi il verde dei suoi occhi, soprattutto quando è posato su di me.
La cosa migliore dello studiare con Lily, invece, è l’avere una così ampia e dolce scelta di dettagli con cui distrarmi. O semplicemente, la cosa migliore dello studiare con lei è l’averla qui.
Oggi sono particolarmente concentrato nello studio delle sue caviglie sottili. Malgrado Lily sia diventata una ragazza formosa, ha sempre avuto polsi minuti e caviglie sottili. Sottili e affusolate. Bianche. Da baciare. Da carezzare. Da afferrare con malizia.
 Il pensiero di come sarebbe portarmi una delle deliziose caviglie di Lily sopra la spalla, mentre le mie mani percorrerebbero l’interno morbido delle sue cosce bianche, mi costringe ad agitarmi sulla sedia.
- Principe?
Alzo di scatto gli occhi su di lei, imbarazzato come se mi avesse colto a masturbarmi.
- Sì? – la mia voce esce, mio malgrado, arrochita dal desiderio.
- E’ tutto ok? Continui ad agitarti…
- E’ tutto ok – ripeto in automatico, senza essere in alcun modo credibile.
Lei chiude di scatto il suo libro e sospira. Si sistema meglio tra i cuscini della vecchia aula di pozioni, mentre io raddrizzo la schiena. Pochi metri ci separano e non impiegherei che pochi secondi a sdraiarmi su di lei e a far aderire i nostri corpi. E le nostre labbra. Mi costringo a posare il mio sguardo lontano da lei, timoroso di quello che il desiderio potrebbe indurmi a compiere.
- Immagino tu sia nervoso perché ti è già arrivata qualche voce, anche se non vedo come sia possibile… - borbotta tra sé prima di posare nuovamente lo sguardo su di me – Tanto vale parlarne, comunque non riesco a concentrarmi. Questo weekend Janus mi ha invitata ad andare con lui a Hogsmeade e io ho accettato. Preferivo essere io a dirtelo, così da evitarci brutte sorprese.
- Di che tipo?
- Del tipo per cui Janus si trova schiantato a sorpresa dalla tua bacchetta mentre siamo ai Tre Manici di Scopa.
- Capisco… In questo caso gli manderò un gufo per avvisarlo – ghigno – Magari con una settimana di preavviso riuscirà a prepararsi a schermarsi adeguatamente…
Lily trattiene a stento un sorriso divertito, prima di assumere un’espressione esageratamente scandalizzata: - Principe! Non esagerare!
- Dici che una settimana non è sufficiente?
Questa volta emette un singulto nel trattenere la risata.
- Scemo! – borbotta. Poi alza lo sguardo, portandosi i capelli dietro l’orecchio – Sul serio, posso non aspettarmi brutte sorprese?
- Assolutamente no! Per fortuna, hai ben una settimana di preavviso per disdire questo insulso appuntamento e assicurarti di non avere brutte sorprese. Non vorrei che finissi con l’addormentarti di noia nella tua burrobirra. E se lui si mettesse a blaterare della sua collezione di bambole? Quella sì che sarebbe una brutta sorpresa!
- Severus! – ora ridacchia. Mi piace quando riesco a farla ridere. Mi piaccio.
Proprio in quel momento sentiamo un rumore alla porta dell’aula. Il mio cuore manca un battito; in teoria nessuno dovrebbe sapere di questo posto. Nessuno dovrebbe venire qui. È un’aula in disuso. Nessuno conosce gli incantesimi per sbloccare le serrature. Tutti credono sia semidistrutta. Sono le dieci di sera. E ogni bravo studente dovrebbe essere a dormire nel proprio letto. Se fosse Gazza, saremmo entrambi in guai seri e la segretezza della nostra relazione sarebbe distrutta.
I miei occhi dardeggiano verso Lily.
- Non possiamo farci trovare qui...
Ma lei è scattata in piedi, lo sguardo preoccupato. Ha fatto alcuni passi e si è posta tra me e la porta. Noto con orrore che ha estratto la bacchetta e mi muovo rapido per prendere anche la mia. Dall’ingresso provengono alcune risatine. La voce sembra femminile. Suona familiare.
Lily l’ha sicuramente riconosciuta perché ha ulteriormente perso colore. Che sia la McGranitt?
Mi lancia uno sguardo di sbieco, non abbandonando la sua posizione di difesa.
- Devi andartene. Subito – sibila.
- No, Lily, non ti lascio nei guai da sola…
In quel momento la proprietaria della voce entra nella stanza, con un’ennesima risata che le muore improvvisamente in gola e io la riconosco finalmente come Alice Sand.
Nonostante sia ancora arruffata dal petting che stava facendo fino a pochi secondi prima, non impiega meno di due secondi per abbandonare il nodo di braccia e gambe con il quale si era avvinghiata al suo, in teoria, ex ragazzo Frank Paciock. Sul suo volto, ancora tinto dal rossore del desiderio, compare un’espressione dura e furente. I suoi occhi saettano tra me, seminascosto dal corpo minuto di Lily e la sua amica. Frank, con la camicia mezza sbottonata, sembra cogliere immediatamente la situazione e posa una delle sue grosse manone sulla spalla della Sand. Ma lei se la scrolla di dosso con stizza. Poco dopo, estrae la bacchetta. Lily deglutisce e allarga leggermente le gambe, quasi volesse radicarsi nel terreno per essere sicura di non venire spazzata via dalla furia dell’amica.
- Non posso credere che tu lo abbia portato qui…- la voce di Alice è innaturalmente calma. Con un brivido, stringo la bacchetta con maggior vigore. 
- Alice, lascia che Severus se ne vada e che io ti spieghi – dice Lily nel suo miglior tono convincente. La Sand sembra non sentirla, mentre avanza di un passo verso di noi.
- Non posso credere che tu gli parli ancora…
Lily si volta verso di me e scorgo la preoccupazione sul suo volto pallido.
- Severus, devi andartene. Subito – dice imperativa. Torna a voltarsi verso Alice e si sposta di alcuni centimetri per coprirmi. Realizzo solo ora che sin dall’inizio si è posizionata per farmi scudo col suo corpo. Ancora una volta è pronta a difendermi con il coraggio che l’ha sempre contraddistinta. Mentre io, vigliaccamente, mi ostino a trovare riparo tra le sue braccia – Ali, per favore, dammi modo di spiegarti.
- Non posso credere nemmeno che respiri la nostra stessa aria a scuola – dice la Sand con la voce ora sepolcrale e la bacchetta levata. Stringo la mia, sperando di trovare coraggio – Dopo tutto quello che ha fatto, dopo tutte le ferite che ti ha inflitto, dopo le bassezze, le meschinità, le minacce, le cattiverie che ti ha rivolto…
- Alice, forse… - Frank sembra essere indeciso su come comportarsi.
Lily fa un gesto nervoso con la bacchetta e tutte le mie cose si infilano disordinatamente nella mia borsa.
- Sev, devi andartene ora. Non farmi incazzare.
- Dopo quello che ha fatto a Mary…- la Sand sembra sul punto di esplodere.
- Severus – dice Lily senza muoversi di un millimetro. Un leggero tremito le percorre il braccio. La osservo lanciare un’occhiata rapida e supplice a Paciock – Se resti qui ancora per qualche istante a schiantarti non sarà lei, ma io. Fai come ti dico. Ora!
- Non ti lascio sola. Non questa volta.
Alice Sand emette una risata sinistra e denigratoria, avanzando di quei pochi passi che ancora la separavano da Lily. Scatto in piedi.
- Fatti da parte, Lils – dice la Sand con un’espressione davvero pericolosa.
- Parliamone, Ali.
Mi alzo in piedi e avanzo di un passo. Poso entrambe le mani sulle spalle di Lily. La sento irrigidirsi a contatto con me. Forse le fa schifo che io la tocchi, malgrado tutto.
- Che problemi hai, Sand?
- Tu. Tu sei il mio problema. Ma sono certa che smetterai di esserlo non appena ti avrò schiantato fuori da quella finestra – non sta esagerando. Sembra davvero pronta a uccidermi.
- Devi solo provarci!
- Severus, levati dai piedi e lasciaci parlare! – Lily si scrolla dal mio tocco e mi lancia uno sguardo furente.
- Non c’è nulla di cui parlare, Lily. Ora levati e lascia che io faccia volare via questo imbecille, come avevi promesso di fare tu stessa, meno di un mese fa! – per la prima volta Alice lancia uno sguardo fiammeggiante a Lily.
- Quando tu hai giurato che non avresti mai più visto Frank?
Paciock, ancora sulla porta, stringe la mascella e si avvicina a noi.
- Cosa?! Alice, che significa? – chiede evidentemente scocciato. Ma la Sand lo ignora, continuando a spostare il suo sguardo tra me e Lily.
- Non è la stessa cosa, lo sai! Frank non ha stuprato nessuna…
Dentro di me tremo. Sono settimane che mi tormento al pensiero che Lily possa aver creduto alle parole i Mary e che mi stia evitando fisicamente perché crede che io sia uno stupratore.
- Nemmeno lui! – Lily ha rapidamente ripreso colore in viso, furiosa.
- Ti prego! Come puoi essere così ingenua, da credere che abbia tentato di avvertirti? Come puoi davvero permettergli di avvicinarsi a te?! Non hai un minimo di amor proprio?
- Alice, il fatto che tu abbia intenzionalmente scelto di rinunciare alla felicità e all’amore, non significa che io debba fare altrettanto e che se non lo faccio allora non mi amo abbastanza!
La Sand arretra di un passo, colpita da quelle parole. Frank la osserva affranto.
- Tu sei libera di fare le scelte che ritieni più opportune per la tua vita e di illuderti di poter controllare i tuoi sentimenti, ma non azzardarti mai più a impormi le tue decisioni – continua Lily inclemente.  
- Non è quello che sto facendo! Ti chiedo solo di essere coerente! Pensavo…
- Forse prima di venire a fare prediche sulla coerenza a me, dovresti imparare a farlo tu per prima. Io almeno sono coerente con i miei sentimenti!
- A me sembra che tu sia coerente solo con il tuo desiderio di fare una brutta fine! Non lascerò che lui ti faccia del male!
I toni ormai sono alti. Incontro lo sguardo preoccupato di Paciock e per un solo istante ho l’impressione di essere sulla sua stessa barca.
- Non ho bisogno di essere difesa da te! Non ho bisogno di un’altra madre. Né di una sorella maggiore! – quelle parole sembrano ferire Alice più di ogni altra cosa, facendola arretrare di un altro passo. Lily, notandolo, addolcisce la sua voce – Ali, io non sono tua sorella, non finirò come lei, non serve che tu…
Frank al nominare della sorella di Alice, le si è fatto vicino, come se temesse di vederla crollare in un istante, ma la Sand sembra solo furibonda.
- A me sembra proprio di sì, visto che continuo a trovarti con lui – dice puntandomi contro l’indice – Direi proprio di sì, visto che sono io a raccogliere ciò che resta di te, quando lui ti abbandona – la sua voce è un sibilo gelido. In lei è davvero difficile riconoscere alcuna traccia di tenera Tassarosso – Sono certa che non manchi molto a quando non sarà solo il tuo cuore che dovrò rimettere insieme, ma anche il tuo corpo. Mi chiedo solo se ti fermerai dopo che ti avrà stuprata come ha fatto con Mary o se anche in quel caso continuerai a trovargli giustificazioni.
Lily diventa ancor più rossa in viso. So che presto esploderà con parole rabbiose di cui non potrà che pentirsi. La scosto e mi faccio avanti.
- Non farei mai del male a Lily.
Alice ride sarcastica e amara. Si fa avanti con furia, imponente grazie alle gambe slanciate.
- Credo che tu abbia già provato ampiamente quanto sei capace di farle del male. Si tratta solo di capire quanto nero sia il tuo cuore e quanto in là sei intenzionato a spingerti pur di scopartela!
- Alice! – Frank sembra davvero preoccupato per lei.
- Questo è troppo! – dico estraendo la bacchetta.
- Che vuoi fare, Mocciosus? Vuoi batterti? O continuerai a nasconderti dietro una ragazza? – la Sand si passa una mano tra i capelli, guardandomi cattiva.
- Non impiegherei più di pochi secondi a ridurti in un guscio vuoto per sempre – le punto la bacchetta contro senza esitare – Io, di certo, non sono frenato dai ridicoli scrupoli con i quali vi ha condizionato Prewett!
Lily dietro di me sussulta, mentre Alice si apre in un’espressione di rabbia vittoriosa. Sembra non aspetti altro che poter mostrare al mondo il mostro che si cela dentro di me. La osservo stringere la sua bacchetta tra le dita con maggior forza e mi preparo a controbattere lo schiantesimo che sicuramente sta per lanciarmi.
Sto calcolando se sarei abbastanza rapido da stenderla prima ancora di venir attaccato, quando sento la punta di una bacchetta bucarmi il fianco.
- Azzardati anche solo a toccarla, o sfiorarla con un dito, Mocciosus e non resterà di te più che un ammasso unto e maleodorante di ossa e carne – Frank Paciock non mi è mai apparso tanto pericoloso, enorme e imponente come in questo momento. Del ragazzo bonaccione e gentile, che ho sempre deriso, non resta che la divisa Grifondoro stropicciata d’amore. La sua non è una vuota minaccia e il coraggio che mostra è frutto di un sentimento simile a quello che mi lega a Lily –Ascolta, per una volta, quello che ti ha consigliato di fare la tua amica e lascia che loro parlino. Prendi le tue cose e vattene. Hai già causato sin troppa discordia.
Guardo Lily indeciso. Da solo contro due bacchette puntate contro di me a così poca distanza non potrei mai farcela, ma se lei si schierasse dalla mia parte non ci potrebbe fermare nulla. Se noi stessimo insieme, saremmo inarrestabili.
Lily raccoglie la mia borsa e me la porge. Non si schiererà dalla mia parte. Non questa volta e probabilmente mai. Sono stato un illuso anche solo a sperarlo.
- E’ meglio che tu vada, Sev. Andrà tutto bene. Non preoccuparti – mi rivolge un sorriso incerto. Abbasso la bacchetta e prendo i miei libri. Frank abbassa anche la sua, pur non rimettendola via. Alice continua a guardarmi con furia.
- Bravo Mocciosus, vattene! Falle vedere chi sei, continua a permetterle di combattere le vostre battaglie, così che lei possa vedere quanto sei vigliacco.
La guardo negli occhi per un lungo istante, furente. Nessuno può permettersi di chiamarmi vigliacco e di passarla liscia. Ma se rispondessi alla sua provocazione adesso, l’avrebbe vinta lei. E sono certo che ci siano tanti modi per fargliela pagare. Magari scoprendo il nome di questa sorella e facendole recapitare un oggetto imbevuto con qualche goccia di vaiolo di drago.
- Non ho bisogno di mostrarle nulla. Lily sa perfettamente chi sono – le dico con tono strascicato e un sorriso indolente. Alzo un braccio e saluto Lily. Al polso porto il nastro che abbiamo incantato insieme, quello grazie al quale ci incontriamo – Ci sentiamo presto.
Lei alza il suo braccio in segno di saluto, mostrandomi il suo nastro dello stesso colore del mio. Mi rivolge un piccolo sorriso.
- A presto, Principe.
 
Non ci incontrammo presto. Lily mi evitò per alcuni giorni, ma si premurò di farmi ricevere via gufo una lettera in cui mi spiegava brevemente che per alcuni giorni era preferibile non incontrarci per far calmare le acque.
Io dedicai quel tempo a cercare informazioni sulla sorella della Sand, sperando così di vendicarmi. Tuttavia di lei non trovai traccia né informazioni. Solo molto più avanti, scoprii da Lily stessa che quella cui avevano fatto riferimento non era la sorellina della Sand, ma bensì la sorella maggiore, perita tragicamente molto prima del nostro ingresso a Hogwarts.
Se ci ripenso mi sembra evidente come ognuno di noi in quegli anni portasse sgraziatamente le ferite del proprio passato e i nodi delle proprie famiglie senza riuscire realmente a scioglierli.
Alice Sand ed io, così come i fratelli Black, eravamo legati tutti ugualmente dalle stesse spire di un destino scritto per noi da qualcun altro; ciascuno di noi non faceva altro che tentare di sottrarsi a quella sensazione di soffocante claustrofobia. Alice lo faceva rinunciando all’amore e immolandosi a protettrice di Lily e così fece Rab, seppure con uno stile diverso. Io portai avanti per quanto mi fu possibile la mia natura ambivalente, tentando di avere cura di esaudire i desideri contrastanti delle due donne che amavo e che mi avevano cresciuto.
Sirius Black, invece, che più di tutti aveva tentato di riabilitare il proprio nome e di allontanarsi dalle proprie tradizioni famigliari, si era ritrovato a sentirsi in qualche modo responsabile di ciò che era successo alla sua fidanzata, Mary MacDonald. Questo è qualcosa su cui mi sono trovato a riflettere solo in seguito, comprendendo il suo punto di vista soltanto molti anni dopo queste vicende. Lui che, probabilmente, desiderava atteggiarsi a protettore dei nati babbani, per ribellione alle proprie tradizioni famigliari o per fedeltà ad una propria indole, aveva lasciato che, complice la sua assenza, la sua ragazza, una nata babbana cui malgrado tutto era affezionato, venisse stuprata e fatta oggetto di violenze da dei fanatici non diversi da quelli che popolavano la propria famiglia. Forse proprio quell’episodio aveva segnato per lui la fine dei giochi e l’inizio di un suo sincero impegno per cambiare le cose, per combattere un certo tipo di mentalità. Era dunque passato da scanzonato buffone, la cui aria tormentata usciva unicamente per far colpo sulle ragazze, all’essere uno scanzonato combattente per i diritti dei nati babbani. Si era quindi molto avvicinato a Prewett, che l’anno seguente lo avrebbe ammesso insieme a James e agli altri Malandrini al Club dei Duellanti, e aveva in qualche modo fatto pace con Lily. Lui e Mary avevano, però, rotto. Oggi credo che non riuscisse a guardarla senza sentirsi un completo fallito, ma ai tempi pensai che semplicemente volesse sbarazzarsi di quell’inutile fardello che era l’avere una ragazza terrorizzata da tutto.
Tuttavia era chiaro che fosse intenzionato a farle avere giustizia e aveva scelto di farlo rendendo la mia vita un inferno. Gli abituali scherzi cui ero abituato, divennero sempre più frequenti e pesanti. Giravo per i corridoi con la bacchetta spianata, ma venivo ugualmente colto alle spalle dai loro attacchi. Più di una volta mi ritrovai contuso o pesantemente umiliato in pubblico.
Tuttavia se in passato avevo preso sul personale ciascuno di quegli attacchi, in quell’ultimo periodo mi ero convinto che il modo migliore (e infinitamente più meschino, oggi lo riconosco) per replicare, fosse prendere di mira tutti coloro che erano troppo deboli per difendersi, così che la responsabilità della sofferenza di quegli “innocenti” pesasse anche sulle spalle di quei bulli che si atteggiavano a difensori del popolo. C’era quindi sempre qualche ragazzino o nato babbano che finiva in infermiera per via di qualche pustola dolorosa, della scomparsa di un paio d’ossa, o perché, improvvisamente, si ritrovava ad essere follemente innamorato di Mrs. Purr.
Ovviamente tra i soggetti preferiti di queste mie ripicche c’era sempre Janus McKinnon, cui crebbe sul naso un brufolo grande come un terzo occhio, pochi giorni dopo il suo appuntamento a Hogsmeade con Lily. Ricordo con orgoglio che riuscii anche a far cantare a quel brufolo qualcosa che somigliava all’inno babbano del Regno Unito. Non dovetti attendere a lungo una reazione da parte di Lily.
 
La fiumana di studenti che affolla i corridoi diretta alla successiva lezione, mi permette di ritrovarmi a camminare gomito a gomito con Lily senza venir notati. Abbandoniamo l’aula di Pozioni diretti verso la foresta per la lezione di Cura delle Creature Magiche. Lily cammina impettita un passo avanti a me, coi capelli corti spettinati e la camicetta sbottonata nella calura quasi estiva. Deglutisco cercando di ignorare la familiare eccitazione che mi sale ogni volta che mi trovo a poter osservare da vicino una porzione scoperta del corpo di Lily.
- Pensavo si fosse detto niente brutte sorprese – dice senza guardarmi, portandosi i capelli dietro l’orecchio.
Mi trovo a sorridere tra la folla, mio malgrado: - Io ti avevo avvisata che ad uscire con quella piattola ti saresti annoiata mortalmente. Che ha combinato? Ti ha raccontato della divisione cromatica dei capi nel suo armadio? O della sua collezione di bambole?
- Ah-ah. Molto divertente. Parlo di un brufolo canterino comparso improvvisamente sul suo naso.
- Oh. Questa non mi sembra una brutta sorpresa. Magari ha ravvivato la vostra uscita.
- E’ successo dopo. E tu sai benissimo a cosa mi riferisco – la scorgo trattenersi dallo scoppiare a ridere.
- Sfortunatamente non sono mai stato benedetto da brufoli canterini sul mio naso, anche perché credo che sarebbero molto grossi vista l’abbondanza di spazio, ma se questo può impedirti di uscire di nuovo con lui e di incorrere in altre spiacevoli sorprese, posso scoprire con quale pozione rimediarne uno.
La folla di studenti si è ormai diradata e siamo rimasti soli davanti al portone d’ingresso. Senza esitare prendiamo un sentiero meno battuto che ci condurrà a lezione, lontani da sguardi indiscreti. Lily affretta il passo per evitare di arrivare in ritardo vista la deviazione e io la seguo, mantenendo sempre un passo di distanza tra noi. E’ una bella giornata, limpida e azzurra. Gran parte delle siepi e degli alberi che incontriamo sul nostro cammino sono in fiore e un manto erboso copre la distanza tra il castello e la foresta proibita.
- Oppure potresti riservarmi una bella sorpresa e scoprire come far sparire quell’enorme brufolo dal naso di Janus.
- Temi che se avessi anche io un brufolo canterino, il suo non sarebbe in grado di reggere la concorrenza?
Lily questa volta si abbandona ad una breve risata.
- Possibile. Però se entrambi non aveste sporgenze sonore sui vostri nasi, potrei definirmi la donna più felice del mondo…
- Vedrò che posso fare… - intravedo un sorriso sul suo volto e mi appunto di trovare qualche altro sistema per tormentare piattola McKinnon – Come stai?
- Bene, dai. Abbastanza bene.
- Merito del brufolo canterino? – lei ride.
- No. Alice ha accettato di riprendere a parlarmi, quindi direi bene.
- Oh… Posso sapere che è successo tra voi quella volta, dopo che me ne sono andato?
Lily si stringe nelle spalle.
- Abbiamo avuto un acceso confronto sulle nostre scelte di vita. Lei si preoccupa troppo per me, solo perché sa che l’anno prossimo non avrà modo di controllarmi e teme che possa accadermi qualcosa di male.
- Non dovrebbe mettere il naso in quello che non la riguarda…- dico con stizza. Lei si volta brevemente a guardarmi infastidita.
- Sono sua amica. Non vuole che io soffra per niente. Crede che io non sia in grado di difendermi… - fa una breve pausa dubbiosa – Come se non sapesse che sarei perfettamente in grado di prenderti a calci in culo, se solo lo volessi…
- A-ah – dico sarcastico.
- Tu sfotti pure, Severus, ma è risaputo da tutti che quella più brava a duellare sono io. Ed è per questo che ti conviene continuare a non fare stronzate. Sappiamo entrambi che potrei fartela pagare duramente. – mi lancia un breve sguardo di sfida. Ma io la conosco e so quanto dietro queste sue parole si nasconda il suo bisogno di essere rassicurata. Mi trattengo dall’azzerare la distanza tra noi e stringerla a me. Non è il caso di invischiarmi in ulteriori complicazioni con un’improvvisa dichiarazione.
- Farò in modo di non dover scoprire mai chi sia più abile tra noi – dico in un tono che spero possa essere rassicurante. Lily rilassa finalmente le spalle e rallenta il passo. In lontananza possiamo scorgere la classe intorno al professore.
- Domani studiamo insieme? – chiedo a Lily.
- Non possiamo tornare nella vecchia aula di pozioni, temo.
- Non pensavo a quello. Con queste belle giornate è un peccato stare nel castello… - lei è talmente sorpresa di sentirmi parlare così che si volta a guardarmi.
- Sev, pensavo avessimo detto che non fosse il caso di…
- No, certo. E non ho cambiato idea, ma potremmo disilluderci e se andassimo sotto il nostro vecchio albero, magari…
- Quello del chiostro?
- Pensavo piuttosto a quello sulle rive del Lago Nero…
Lei mi guarda titubante. È chiaro che vorrebbe accettare, ma qualcosa la frena. Probabilmente il fatto che la disillusione non ci renderebbe completamente invisibili e che saremmo davvero molto esposti.
- I GUFO sono dietro l’angolo e sono certo che se studieremo insieme non avremo di che preoccuparci! - le rivolgo un piccolo sorriso. Ho davvero voglia di stare con lei. Lily lancia un’occhiata alla classe che si sta radunando attorno ad un recinto pieno di animali pelosi, segno che la lezione stia per iniziare. Per non destare sospetti, uno di noi sarà costretto a restare indietro e ad arrivare in ritardo. Torna a guardarmi: - Ok, porta Storia della Magia. Però, per penitenza, oggi sarai tu a fare tardi a lezione – dice col suo miglior ghigno, poco prima di correre verso la lezione.
Resto ad osservarla imbambolato, le gambe nude, la borsa a tracolla mentre corre ignara della gonna svolazzante. Ho un sorriso ebete sul viso e la sensazione di aver vinto una grande battaglia.
 
*
 
- Severus…- mi volto a guardarla.
Lily tiene il libro di incantesimi adagiato sulle gambe incrociate. Intorno a lei sono sparpagliate pergamene piene di appunti e schemi. Con un gesto della mano si porta i corti capelli dietro l’orecchio. Il mio cuore perde un battito nel sentirle pronunciare il mio nome. Osservo la lunga linea bianca del suo collo nudo e deglutisco, cercando di calmarmi
- Sì? – siedo di fronte a lei, la schiena poggiata contro il tronco del nostro solito albero, la cui ombra ci ripara dalla calura tardo primaverile. Il Lago Nero brilla sotto i riflessi del sole, che tramonterà presto. Tra una settimana avremo gli esami per i nostri GUFO.
- Ricordi il nostro primo Natale a Hogwarts? – il suo sguardo limpido cerca ostinatamente il mio.  
- E questo cosa c’entra? Tra poco avremo i GUFO! Non distrarti e ripetimi tutti i rimedi conosciuti contro la pietrificazione…- ributto il mio sguardo sui miei appunti e sfoglio alcune pergamene. So a memoria ognuno degli incantesimi appresi quest’anno e so svolgerli tutti alla perfezione, ma temo di fallire. E ancor di più temo la serietà del suo sguardo.
Lei sospira. Il vento mi porta il profumo di margherite che la caratterizza facendomi palpitare il cuore. I suoi capelli si spettinano e lei con un gesto deciso li riporta dietro l'orecchio. E' così bella. Scaccio quel pensiero con insistenza e le lancio un'occhiata furtiva, ben riparato dalla mia cortina di capelli scuri.
- Sev, è inutile che mi spii da dietro quella coltre nera! - ridacchia, allunga un braccio verso di me e mi dà una leggera spintarella. Il punto che entra in contatto con lei irradia calore e mi mozza il respiro - Smetti di fare il secchione e facciamoci una pausa…- sposta il libro dalle sue gambe e si avvicina al tronco dell’albero, poggiandovi la schiena e facendo sfiorare la pelle delle nostre braccia. È così strano sentirla di nuovo così vicina
- Ma Lily… Gli esami…
- Siamo gli studenti più brillanti del nostro anno, non credo avremo problemi. – mi sorride rassicurante.
- Io ho bisogno di ripetere ancora tutta storia della magia e…- lei ridacchia.
- Ieri mi hai snocciolato tutte le date della quinta battaglia dei Goblin, che è programma del terzo anno, cosa vuoi ripetere ancora? – inclina il capo guardandomi e io non posso che deglutire la voglia che ho di baciarla. Le rivolgo un’espressione rassegnata – Allora, te lo ricordi o no, il primo natale a Hogwarts? -sospiro e mi arrendo. Cerco di ignorare il contatto tra le nostre braccia. Vorrei intrecciare le mie dita alle sue.
- Sì, mi ricordo. – alzo gli occhi al cielo – Tornasti prima perché tua zia Mary Jane si era rotta una gamba sciando e i tuoi erano andati ad assisterla. Sei comparsa, non so come, alle mie spalle, in biblioteca e mi hai fatto morire di paura…- Lily ride spensierata, piego leggermente il volto verso di lei per guardarla meglio. Siamo così vicini. Non accadeva da così tanto tempo che fatico a mantenere il controllo. Non riesco a impedirmi di sperare che questo sia un gesto di fiducia da parte sua e che questo sia il primo passo per tornare quelli che eravamo.
- Merlino! E’ vero! Mi ero completamente scordata di questo dettaglio! Lanciasti anche un gridolino da donnicciola!
- Non è vero!
- Invece sì! Mi sorprende che tu non mi abbia anche lanciato una qualche fattura, visto quanto ti eri spaventato!
- Non potrei mai farti del male, lo sai… - lei si volta verso di me e mi guarda intensamente, come a voler controllare la veridicità delle mie parole scavandomi nell'animo. Siamo troppo vicini. Se mi avvicinassi solo un altro po’ potrei baciarla e farla finalmente mia. È così bella. Desidero così tanto poterla amare con tutto me stesso, senza veli e senza inganni.
Vorrei abbandonare questa maschera e urlare al mondo con chiarezza la profondità del mio sentire. Nonostante tutto quello che mi sono ripromesso, ritrovarmi di nuovo ad averla così vicina, ad essere così felice con lei, mi fa sperare che forse un giorno lei potrà essere mia.
Eppure non sono neanche lontanamente degno di lei. Dopo tutto quello che ho fatto, quello in cui mi sono immanicato e il modo in cui l’ho abbandonata a gennaio, non posso certo credere che i miei sentimenti per lei meritino un futuro.
Distolgo lo sguardo, rivolgendolo ai riflessi del lago nero. Lily senza aggiungere altro, inclina il capo, poggiandolo sulla mia spalla. Arrossisco. Il mio mondo si ferma. Ogni mia fibra vive in funzione di quel contatto.
- Non era vero, sai?
- Cosa? – la voce mi esce arrochita. Devo controllarmi!
- Mia zia non aveva avuto nessun incidente. Avevo fatto un casino sin dal mio arrivo per convincere i miei a riportarmi a Hogwarts prima. All’inizio si erano opposti e così ne avevo combinate di tutti i colori. Sai come sono quando voglio ottenere qualcosa… Avevo accidentalmente tinto la stanza di Tunia di viola, tanto ero arrabbiata e intestardita nel voler tornare qui prima. Era persino venuto un mago del Ministero ad ammonirmi per quella Magia fuori dalla scuola. I miei genitori si erano così arrabbiati! Non hai idea! Ma alla fine avevano dovuto cedere – rido, pensando alla faccia di Petunia davanti alla stanza tinta di viola, ma mi sento impacciato da quell’insolito contatto tra noi. Sono mesi che Lily non si concede un gesto affettuoso come quello.
- Perché non me l’hai mai detto?
- Mi vergognavo- resta in silenzio, capisco che sta cercando di rielaborare meglio un pensiero importante, intuisco che dietro quella storia buffa c'è un discorso profondo e aspetto in tensione – Mi rendo conto ora di quanto fosse evidente agli occhi del mondo, ma ai tempi mi piaceva illudermi che i miei sentimenti non fossero così esposti… Così raccontavo queste piccole bugie per starti accanto e proteggermi, credendo che così non avresti capito...- la sento sorridere sulla mia spalla. Non capisco di cosa stia parlando.
- Proteggerti? Da cosa? – ride.
- A quanto sembra sei l’unico che non si era proprio accorto di niente. E pensare che io e Regulus siamo sempre stati convinti che tu fingessi di non capire per non ferirmi…- c'è una punta di amarezza nella sua voce.
- Di che stai parlando?- il mio tono è irritato e brusco. Quella situazione di vicinanza e confessioni mi spaventa e confonde terribilmente. E soprattutto sento che mi sta sfuggendo qualcosa di importante.
- Merlino! Davvero non lo sai? Non riesco a credere che tu non l'abbia mai capito! O forse l’hai sempre saputo e hai preferito essere discreto. Non devi preoccuparti di continuare a fingere, lo capisco anche io quanto fossero palesi i miei sentimenti – fa una pausa e la vedo arrossire vistosamente - Ero innamorata di te, Sev… - il mio cuore si gonfia di gioia.
Se lei mi ama come io la amo, se lei mi desidera anche solo la metà di quanto io la desidero, se questi sentimenti in lei esistono ancor da prima che io li scovassi dentro di me nel verde, allora non c’è peccato, non c’è vergogna, non c’è errore nel volerla per me. Allora potremo stare insieme. Allora anche io potrò essere felice e completo. Allora tutto il resto non ha importanza. E potrò smettere di fingere, di trattenermi e ogni mia ombra verrà purificata da lei e dal suo amore. Al diavolo tutto il resto! Staremo insieme! Lei è innamorata di me!
– Sono stata innamorata di te così a lungo, che quasi non ricordo i giorni in cui la nostra amicizia è stata priva di questo desiderio mal celato – mi volto ad osservarla, pieno di vita, di energia. Felice. Potrò toccarla. E baciarla. E farla mia. Potrò accarezzarle il viso, le labbra, gli occhi, i fianchi, i seni. Potrò stringere le sue caviglie.  Potrò chiedere che lei tocchi me. Potrò tenerla per mano e stringerla forte ogni volta che qualcuno vorrà farle del male. Potrò proteggerla e infuriarmi con chiunque posi i propri occhi su di lei con troppa malizia. Tutto il resto non ha importanza. Mia madre non ha importanza. Colui-che-non-deve-essere-nominato non ha importanza. Regulus, la Sand, i nostri amici non hanno importanza. Non più. Ci amiamo. E' solo questo che conta. Sono così felice che non riesco a controllare l’enorme sorriso che mi si apre in volto. Il suo sguardo verde guizza verso di me per alcuni istanti e prima che torni a posarsi sul prato vi leggo una punta di tristezza – Per questo per me è stato così difficile passar oltre questo sentimento e vederti finalmente come l’ottimo amico che sei. Mi sono tagliata i capelli anche per questo, per chiudere con il modo in cui eravamo, con quel mio disperato continuare a rincorrerti malgrado i tuoi goffi tentativi di respingermi. Ho impiegato così tanto per dimenticarti, ferendo così tante persone per farlo che ora mi sembra quasi impensabile averti amato così tanto. Penso che anche tutta la mia storia con Rab non sia stato altro che un goffo tentativo di attirare la tua attenzione o provare a dimenticarti. Probabilmente anche per questo tra noi è finita. Ho rovinato anche la nostra amicizia approfittando di lui per dimenticare te. Questo gennaio, quando sei sparito e sono stata così male, ho pensato di aver avuto indietro quello che meritavo…– la voce le trema – Eppure. il modo in cui ti sei comportato era probabilmente tutto quello di cui avevo bisogno per poter andare avanti. E ora, che sento di avercela finalmente fatta, desideravo comunicartelo, per fare quest’ultimo dono alla me stessa ragazzina. Ero innamorata di te, Severus. Grazie di essere stato una parte così importante della mia vita. Grazie di essere stato il mio primo amore. E grazie di essere mio amico, oggi.
Precipito.
Un baratro nero mi accoglie.
La solitudine.
Mia madre che ride.
Mio padre.
Bellatrix Black.
Lucius Malfoy.
Il mio futuro.
Le mie ambizioni.
Lei non è innamorata di me. Lei era innamorata di me. Non lo è più. Ho perso la mia occasione di essere felice, ho perso la mia possibilità. Questo mio sentimento che è sbocciato così faticosamente dentro di me, non vedrà mai la luce. Il nostro tempo è finito prima ancora di iniziare.
Scatto in piedi con malagrazia, urtandola e lasciandola stupita.
- Devo andare – mi allontano senza nemmeno premurarmi di raccogliere i miei appunti. Non mi importa più di nulla.
Lei per tutto questo tempo non ha fatto altro che desiderarmi e io ho continuato a sprecare occasioni. Mi passano davanti agli occhi tutti i momenti ambigui trascorsi insieme. La nostra prima uscita a Hogsmeade, quella notte nel suo letto durante la sua convalescenza, tutti i rossori e gli imbarazzi. Capisco finalmente gli sguardi assassini di Regulus, la sua gelosia, la sua fatica nel farsi avanti. Sono sempre stato io. Il ragazzo di cui era innamorata ero io. E io ho sprecato tutto questo tempo, di nuovo, a convincermi che lei non avrebbe mai potuto volermi.
E ora l’ho perduta.
- Severus, aspetta! – la voce di Lily ha una nota di panico – Lo so che è difficile, ma non sto cercando di stare con te. Non devi preoccuparti…
Mi volto a guardarla. Ritta in piedi, pronta a scattare verso di me. Si torce le mani, gli occhi dilatati dalla paura. Sarebbe potuta essere mia e invece ho buttato via così tante possibilità sino a perderla per sempre. Non sono destinato alla felicità. Io nella vita non posso far altro che continuare a osservare immobile come serenità e gioia mi vengano strappate via. Ho lasciato che la mia famiglia andasse in pezzi, ho sprecato le occasioni che mi sono state concesse da Prewett, ho rinnegato le mie origini, ho lasciato che i Peb si sfilacciassero e disperdessero come mine vaganti e infine ho buttato nel cesso l’unico, vero, grande amore della mia vita. L’unica cosa che so fare è assistere alla distruzione di tutto ciò che desidero e amo. E preparare pozioni che permettono alle ragazze di venire stuprate senza averne memoria.
- E’ tutto ok – dico, senza suonare in nessun modo convincente. Continuo a camminare a ritroso, mentre appello i miei appunti. Ho bisogno di mettere quanta più distanza possibile tra noi, prima che l’orrore che mi trema dentro le esploda in faccia. – Lasciami digerire tutte queste informazioni. Ci sentiamo presto.
Mi volto e senza badare oltre al pallore del suo viso e alla delusione che ho letto nei suoi occhi, mi metto a correre verso il castello.
 
*
 
Il dormitorio di Regulus è immerso in un fitto chiacchiericcio. Da quando ha scoperto il suo talento nella manipolazione dei ricordi, ha deciso di impiantare in tutti i suoi compagni di stanza qualche momento felice e complice trascorso in sua compagnia sin dal primo anno. Questo ha permesso alla sua popolarità di aumentare notevolmente e di inserirlo nel gruppo. Non credo che a Rab importi di nessuno di loro, ma è evidente che ama poter godere di prestigio e affetto senza alcuna fatica. Lo trovo seduto tra i suoi compagni che li osserva oziosamente con un mezzo sorriso sulle labbra, mentre discutono di cose per le quali chiaramente non nutre alcun interesse. Credo di cogliere la parola “gobbiglie” prima che la mia presenza venga notata e faccia scendere un silenzio teso. Capisco di avere un’espressione stravolta, quando persino Regulus mi rivolge uno sguardo allarmato e si tira in piedi in pochi secondi.
- Ragazzi, credete che potreste lasciarci un poco di privacy per parlare? – Rab rivolge loro un’espressione cortese e i suoi ridicoli amichetti escono dalla stanza senza farselo ripetere ancora. Io mi dirigo verso di lui, stringendo la bacchetta tra le mani, senza sapere bene quando l’ho estratta. Avanzando, intravedo il mio riflesso nello specchio di Warren e per un secondo ho paura di me stesso. I miei occhi sono iniettati di sangue e il mio pallore è di una sfumatura grigiastra e cadaverica. I capelli sono incollati alla fronte sudata. Il petto si alza e abbassa rumorosamente, affaticato dalla corsa e dalla disperazione.
- Tu lo hai sempre saputo. – la mia voce sembra provenire da un altro mondo. La punta della mia bacchetta si posa sul mento di Regulus.
Lui mi guarda con compassione. Nei suoi occhi scorgo tutta la pena che nutre per me.
- Lily te lo ha detto?
- Tu! Tu… - la voce mi esce strozzata. Cerco inutilmente di non urlare. – Tu lo hai sempre saputo! Hai sempre saputo che lei mi amava!
Rab posa le sue mani sulle mie, serio in volto.
- Severus, adesso devi calmarti.
- Calmarmi?! Come posso calmarmi? Tutto questo tempo lei non ha fatto che amarmi e desiderarmi esattamente come io desideravo lei. Entrambi abbiamo creduto di non avere speranze. E tu hai lasciato che ci consumassimo con questo pensiero! Non mi hai detto nulla! – mi scrollo di dosso le sue mani e lo afferro per il bavero della camicia scuotendolo violentemente – Pensavo fossimo amici! Credevo ci tenessi a me! E invece tu mi hai nascosto una cosa così importante! Che razza di amico si comporta così?
- Severus, devi capire…
- Sarei potuto essere felice! – lo spintono via, mentre la mia voce si incrina. Lui ricade malamente sul suo letto. Lo stesso dove noi tre abbiamo trascorso così tante serate a ridere, spensierati, cullati da un’amicizia che credevamo non potesse finire – Come hai potuto?!
- Ho solo cercato di proteggerti! – Rab mi guarda infuriato puntellandosi sui gomiti, ancora mezzo sdraiato sul letto – Ti rendi conto di quanto sarà difficile e doloroso respingerla e allontanarla ora che sai che lei prova lo stesso?
- Respingerla?! – rido, di una risata folle e disperata. Vorrei piangere – Lei non mi vuole più! Ho mancato il treno! Ho perso la mia occasione! Lei non mi ama più!
Urlo quest’ultima frase quasi sperando che, gettandola fuori da me, smetta di corrodermi dentro. Regulus resta spiazzato per alcuni istanti, sorpreso e confuso. Si tira su a sedere, cercando di riprendere il controllo di sè.
- Cosa ti ha detto?
- Cosa ti importa?
- Sto cercando di capire, Severus. Cerca di riprendere il controllo!
Mi esce nuovamente una risata strozzata e mi allontano da lui prima di strozzarlo.
- Proprio tu mi parli di controllo? Io almeno non ho distrutto nessun dormitorio!
- Non ancora – lo fulmino con lo sguardo, camminando avanti e indietro davanti al suo baldacchino, con davanti agli occhi tutte le occasioni perse con lei. Quella volta sotto l’albero quando era sdraiata su di me e ho detto “Bè”. Come posso essere stato così stupido?
- Cosa è successo?
- Non è successo nulla! Ha detto che mi ha amato da sempre e che ha passato praticamente tutto l’ultimo anno a cercare di dimenticarmi e ora che finalmente c’è riuscita ci teneva a farmelo sapere!
Regulus si accende una sigaretta, facendo una smorfia.
- Quante cazzate, come se fosse possibile.
- Cosa? – il mio tormento non è altro che una cazzata per lui?
- E’ ancora innamorata di te, poco ma sicuro. Ti amerà fino al suo ultimo respiro, solo che ancora non lo sa. E se giocheremo bene le nostre carte, il suo ultimo respiro avverrà tra molti anni.
Mi fermo davanti a lui, ridendo rumorosamente: - Non è quello che ha detto lei. Era decisamente risoluta nel dirmi come ora io fossi solo un buon amico per lei. E io ho buttato via così tante occasioni, mentre tu mi guardavi perdere l’amore della mia vita senza alzare un dito!
- Adesso è l’amore della tua vita? Perché mi pare che tu abbia passato gli ultimi cinque anni a chiamarla “amica”. E solo quando ti faceva comodo.
- Se io avessi saputo prima dei suoi sentimenti… Se tu me lo avessi detto prima, di sicuro io…!
- Tu cosa?! Ti rendi conto che stai per diventare un Mangiamorte? Lo capisci che i Mangiamorte cacciano e uccidono i mezzosangue come lei?! Sei consapevole di essere responsabile dello stupro di una ragazza o credi forse di averla aiutata e salvata dandole il rohypnosis?
- Se Lily fosse stata al mio fianco non avrebbe avuto importanza!
Questa volta è Regulus a ridere amaramente.
- Stiamo parlando della stessa persona? – butta fuori il fumo con derisione – Lily non te lo avrebbe mai perdonato. Non dopo aver subito lei stessa un trattamento simile.
Gli strappo la sigaretta di bocca e la getto a terra, spegnendola col furia.
- Questo non potevi saperlo. E in ogni caso tu mi hai taciuto ogni cosa sapendo quanto avrebbe potuto fare la differenza per noi, da molto prima di quell’episodio. Hai fatto i tuoi comodi con lei, pensando solo al tuo tornaconto. Sia prima quando ti sei fatto avanti, suggerendole che io la stessi educatamente respingendo, sia dopo, quando hai deciso di non dirmi che lei ricambiava i miei sentimenti. Hai scelto tu per me e ora non mi resta che accettare la situazione che tu stesso hai creato.
Regulus scatta in piedi, silenzioso. L’espressione tesa in una parvenza di indifferenza.
- Se hai deciso di continuare a dare agli altri la colpa delle tue negligenze continua pure, ma io credo che solo un cieco non avrebbe capito quanto lei ti amava e solo un ingenuo potrebbe credere che davvero a lei sia passata. Se tu ora scegliessi anche di dare a me la colpa di questo finale cui ti hanno condotto le tue stesse scelte, allora oltre ad essere cieco e ingenuo, puoi tranquillamente ritenerti vigliacco.
Senza esitare oltre, lo schianto dall’altra parte della stanza. Lo osservo sgranare gli occhi prima di sbattere malamente contro un armadio. Non provo nessun senso di colpa. Lui mi guarda con gli occhi sbarrati e l’espressione profondamente ferita.
- Ho creduto che fossimo come fratelli, che ci saresti stato sempre per me, perché io avrei fatto lo stesso per te – la voce mi trema – Credevo davvero che il nostro fosse un rapporto autentico, basato sulla sincerità. Evidentemente, fidarmi di te è l’unico vero errore che io abbia mai commesso. Per quello che mi riguarda tu ed io abbiamo chiuso. Addio, Regulus.
 
Le cose tra me e Rab dopo quell’episodio non furono più le stesse. Trascorremmo lontani il resto dell’anno scolastico. La perdita di quell’amicizia, il tradimento di cui, ridicolmente, sentivo di essere stato vittima e la fine di ogni speranza con Lily furono solo l’inizio della serie di eventi mi avrebbe condotto a diventare uno tra i più vicini sostenitori dell’Oscuro Signore.
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: chuxie