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Autore: ImperialPair    11/09/2016    0 recensioni
Aveva deciso anche di non approfittare del suo stato di salute per far aumentare la popolarità del suo gruppo, gli “Shinigami” di cui era il vocalist e fondatore. Non lo trovava giusto, avvantaggiare le vendite dei singoli e degli album a discapito degli altri gruppi, soprattutto per, Grimmjow Jeagerjaques, un cantante da sempre loro rivale. Probabilmente non gli avrebbe perdonato mai una cosa simile.
[GrimmjowXIchigo][RenjiXByakuya]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Byakuya Kuchiki, Jaggerjack Grimmjow, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Renji Abarai
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Audio track 10 

 

Lunedì 15 Novembre, Clinica Kurokawa ore 08:00 

I ricordi dell’incidente erano troppo vividi nella mente di Ichigo e per tutta la notte il giovane non era riuscito a riprendere sonno tormentato da quelle immagini atroci. 

Perché dopo tutti quegli anni n’era ancora perseguitato? Cercava di darsi una spiegazione ma era inutile, per quanto tempo passasse mai era riuscito a dimenticarsi di quel lontano e tragico giorno. Suo padre e le sue sorelle gli erano stati vicini aiutandolo a superare quei momenti in cui credeva di sprofondate una disperazione senza fondo, ma  lui non era mai stato il tipo da condividere il proprio dolore con gli altri e mai prima di all’ora era riuscito ad aprirsi completamente con loro. Non voleva assolutamente che i tre notassero quei momenti di debolezza, non voleva ferirli più di quanto non avesse già fatto fino a quell’istante, per questo motivo preferiva tenere tutte le sue angosce dentro di sé anche se alla lunga andare avrebbero finito con il devastarlo sempre di più. 

«Ichigo-kun è permesso?»  

Il vocalist quasi sussultò: in quell’istante era troppo perso in quei ricordi che continuavano a straziare la sua mente e il suo debole cuore. 

«Kurosawa-sensei entri pure» 

«Ti senti meglio oggi?» 

Ichigo riusciva a vedere la preoccupazione negli occhi del suo medico, non era la prima volte che si mostrava così allarmato per lui, si conoscevano da così tanti anni  che erano finiti con l’affezionarsi l'uno all'altro. 

«Mi sento molto meglio Sensei Non è che non si sentisse bene, in effetti da quand’era stato ricoverato sentiva un netto miglioramento fisico, ma era la sua psiche a non essere nella forma migliore e non se la sentiva di parlarne con il medico, non voleva farlo agitare di più di quanto già non fosse.  

Se non vuoi parlare me ne vado… ma ricorda non si può sopravvivere da soli” 

Perché quelle parole dovevano ancora ritornargli in mente? La voce di Grimmjow gli risuonava in testa come una delle orribili canzoni che rimangano impresse risuonando all’infinito nella testa. 

In fondo sapeva che le parole di Jaegerjaques avessero un fondo di verità: non poteva andare avanti senza fidarsi di più delle persone che lo circondavano e doveva incominciare proprio dal chi gli era stato più vicine in quegli anni, compreso l’uomo che gli si trovava di fronte che aveva fatto davvero tanto per lui. 

 

Lunedì 15 novembre, Casa Kurosaki ore 16:00 

Era la prima volta in vita loro che le due adolescenti andavano a trovare il fratello senza che il padre potesse loro accompagnarle, non era che non volessero farlo ma il genitore era sempre stato un po’ troppo apprensivo trattandole ancora come se fossero belle bambine indifese, ma era arrivato il tempo  di mostrargli quanto fossero diventate mature e responsabili. 

Dovevano ammettere che non vedevano l’ora di rivedere loro fratello: la loro presenza  avrebbe fatto bene ad Ichigo che sarebbe rimasto chiuso per troppo giorni e sicuramente delle facce familiari avrebbe fatto bene al maggiore. 

Le due sapevano che il fratello sarebbe rimasto chiuso per troppi giorni in quella clinica, proprio per questo motivo stavano portando al ragazzo un po’ di vestiti di ricambio che gli sarebbero stati indispensabili, oltre al fatto che avessero intenzione di recapitargli anche la sua vecchia amica, la sua prima chitarra che aveva comprato con i soldi del suo par-time. 

«Papà noi andiamo!»     

«Fate attenzione agli conosciuti» 

Perché quel vecchio doveva preoccuparsi così tanto? Erano quelli i pensieri che giravano nella mente di Karin che irritata guardò l’uomo con un’occhiataccia, di quelle che sembravano voler fulminare le persone con gli occhi. 

«Non siamo più bambine: abbiamo sedici anni non cinque!» 

Non avrebbe mai capito quell’uomo, sì erano loro figlie ma ormai quel comportamento  iperprotettivo sembrava agli occhi della ragazza una cosa totalmente ridicola.  

Era vero che avevano perso loro madre e che le condizioni di Ichigo fossero troppo gravi, ma incominciava seriamente ad esagerare. 

«Voi resterete per sempre le mie bambine!» 

Quel bambine era di troppo, la mora proprio non riusciva a sopportare quel lato del genitore e prese la mano della gemella andando via prima che fosse troppo tardi. 

«Ciao papà » 

«Ci vediamo vecchio!» 

«Non date retta agli sconosciuti e guardate prima di attraversare» 

 

Karin e Yuzu mai sarebbero state in grado di capire quanto temesse per loro, gli erano rimaste solo loro assieme al primogenito che si trovava in una situazione talmente critica da fargli temere che da un giorno all’altro sarebbe potuto morire. 

Isshin sapeva benissimo che Karin e Yuzu mai sarebbero state in grado di capire quanto si preoccupasse per loro due, alla fine erano le uniche donne della famiglia che gli fossero rimaste e non avrebbe mai voluto che succedesse qualcosa alle sue adorate gemelle. Era vero che forse stava esagerando, ma temeva sul serio  per la loro sorte, almeno non dopo tutto quello che era successo a sua moglie e Ichigo, che sarebbe potuto morire da un giorno all'altro. 

Grazie alle sue conoscenze, era riuscito a trovare il miglior cardiochirurgo dell’intera asia e aveva addirittura perso il conto di quanti soldi avesse speso per la salute del figlio, ma erano stati l'unico compromesso per permettergli di vivere il più a lungo possibile, ma ormai la situazione era sempre più cripta da fargli temere che potesse non farcela a superare quell'anno. Il solo pensiero di perderlo gli procurava delle ferite che nessuno avrebbe potuto capire se non Masaki che da lassù vegliava sul suo bambino. 

«I nostri figli stanno diventando davvero grandi» Come sempre non riusciva a distogliere gli occhi dall’enorme poster che irradiava quella cucina rendendo quel luogo uno dei più caldi e accoglienti di tutta l'abitazione «Scommetto che sei fiera di loro.» 

Era orgoglioso di Karin e Yuzu che si prendevano cura di lui e del fratello nonostante la loro giovane età, e soprattutto lo era dello stesso Ichigo che aveva lottato duramente per lunghi anni arrivando fino a quel giorno e sperava che avrebbe continuato a lottare contro la sua patologia «Ti prego Masaki veglia su di loro» 

Isshin non riuscì a trattenere le lacrime in quell’istante, tutto era così duro aveva già perso la moglie provando un dolore straziante e non voleva perdere anche il figlio che avrebbe finito per lacerare ancora più a fondo quella ferita che mai si era rimarginata. 

 

NOTE 

Dopo anni finalmente sono riuscita a correggere la prima parte del decimo capitolo che ho decido di dividere a metà come sempre, era l’ultimo che mi mancava e non l’ho più continuata per definire alcuni dettagli. 

Spero vi piaccia.


   
 
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