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Autore: Willows    15/09/2016    2 recensioni
E Mackenzie convinta di essere tanto diversa dalla sorella non l'ha ancora capito che in realtà sono uguali.
No, non uguali, ma speculari ecco, sono due facce di una stessa medaglia, parecchio arrugginita e malconcia, se permetti. Sono entrambe altamente distruttive, ma in maniera opposta.
Mackenzie è esplosiva, come un'eruzione, un tornado, uno tsunami, distrugge tutto ciò che tocca, tutto che che incontra, che ama. Perché questo è l'unico modo che conosce per potere sopravvivere, per poter andare avanti: prendere tutto ciò che ha davanti e distruggerlo fino a ridurlo in briciole. Solo cenere e macerie.
Mentre Ffion, beh lei è implosiva, la distruzione il caos, le avviene tutto dentro. Paradossalmente l'unico modo che conosce di sopravvivere è quello di distruggere se stessa, di annientarsi e annullarsi completamente, fino a ridursi ad un inutile cumulo di pelle, ossa e sangue.
Sono uguali, ma opposte ed è difficile dire chi delle due sia messa peggio.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Happy Birthday

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Ffion si sveglia il giorno del suo diciottesimo compleanno a causa di un debole raggio di sole, che filtra tra le nuvole gonfie d’acqua e le illumina il volto, disturbando il sonno tranquillo in cui era assopita.
È il 12 Dicembre, finalmente Wellston si sveglia con il sole e lei con un sorriso sul volto.
Si stiracchia pigramente nel letto, godendosi il tepore del piumone e, dopo aver controllato l’ora sulla sveglia, decide di alzarsi. La casa è avvolta nel silenzio, mentre lei cammina in punta di piedi -un po’ per il freddo, un po’ perché non vuole rovinare quella quiete- fino alla cucina. I suoi genitori sono partiti verso le quattro di mattina, poco prima di uscire Clarice è entrata nella sua stanza stampandole un bacio fra i capelli e augurandole un meraviglioso compleanno. Piangeva, mentre lo ha detto e Ffion si è limitata ad abbracciarla, dicendole che sarebbe andato tutto bene e che capiva.
Una volta giunta in cucina, decide di mettere l’acqua a bollire per il tè e, proprio quando sta per salire a svegliare Kenny, sente la porta di casa che si apre e sua sorella che la chiama con voce affannata.
«Ffion! Stai ancora dormendo?»
«No K, sono in cucina!» risponde sorpresa dal fatto che sua sorella si sia svegliata così presto. Non è da Kenny alzarsi prima delle dieci di sabato mattina.
«Auguri sorellina!» urla abbracciandola stretta e stampandole un rumoroso bacio sulla guancia, mentre Ffion rabbrividisce al contatto. Mackenzie indossa ancora il parka, ai piedi porta gli stivaletti neri e ha fra le mani un sacchetto della spesa.
«Grazie, anche a te- replica Ffion con un po’ di allegria in meno- sei andata a fare la spesa? Guarda che mamma e papà staranno via solo un paio di giorni e abbiamo il frigorifero pieno.»
Mackenzie alza gli occhi al cielo e si accomoda su una delle sedie della cucina, poggiando i piedi su quella di fronte, con aria spavalda.
«Lo so stellina, ma questa è un spesa speciale- afferma come se fosse la cosa più ovvia del mondo- adesso vai a vestirti che voglio portarti in un posto speciale
Ffion rimane immobile, dubbiosa.
«Cosa stai aspettando?- le domanda nuovamente Kenny- abbiamo una giornata pienissima e io ho un posto che voglio farti vedere! Consideralo il mio regalo di compleanno per te!»
La bionda non sa cosa intenda Kenny per giornata pienissima, ma pensa che sia il caso di ascoltarla per una volta, e si precipita in camera sua per vestirsi e truccarsi. Un quarto d’ora dopo è pronta, indossa un paio di jeans chiari e il maglione rosso che un tempo apparteneva a sua mamma e che si sposa benissimo con la sua carnagione chiara. Sta per uscire di casa e raggiungere Kenny sul vialetto, ma prima afferra la borsa di cartone che i suoi genitori hanno lasciato sul tavolo del salotto, probabilmente contenente i loro regali di compleanno.
«Dove andiamo?» domanda stringendosi un poco nel suo cappotto, nonostante ci sia un pallido sole, soffia un vento freddo che le fa tremare le ossa.
«Ti porto in un posto speciale, me lo ha mostrato Liam e sono sicura che tu lo adorerai» risponde Kenny enigmatica, avvicinandosi  alla macchina di Clarice.
«Cosa stai facendo Kenny?» domanda immobile e allibita Ffion, mentre osserva la sorella aprire la portiera della macchina e sedersi al posto di guida.
«Ffion ti muovi a salire- ribatte lievemente scocciata- non ho tutto il giorno a disposizione.»
«Tu non sai guidare, non hai la patente! Scendi dalla macchina Kenny, ci andremo a piedi, non è un problema camminare.» Cerca di farla ragionare Ffion, terrorizzata dall’idea che sua sorella possa davvero guidare da sola fino a questo misterioso posto.
«Ffion sali- ripete sbuffando- è vero, non ho la patente, ma so guidare, chi vuoi che ci possa fermare di sabato alle nove di mattina? Hai mai visto in giro a Wellston una macchina della polizia?»
Ffion rimane a bocca a aperta per qualche secondo, incerta su come ribattere, Kenny è sempre stata brava con le parole e lei ha a mala pena la forza per ribatterei ai suoi attacchi.
«Non è questo il punto Kenny! Come sai di saper guidare? Chi ti ha insegnato?- ribatte dopo una manciata di secondi, infastidita dall’atteggiamento menefreghista della sorella- di certo non mamma e papà!»
«Liam e Zayn, va bene? Ho guidato un po’ con loro e poi la strada è tutto dritta, non correremo pericoli, te lo assicuro» cerca di persuaderla, fissandola dritta negli occhi, con lo sguardo determinato e sicuro di chi sa di aver già vinto.
Ffion rimane immobile per un minuto buono, pesa i pro e i contro, valuta tutti i rischi e i percoli che correrebbero, ma alla fine, con un sospiro pesante, si arrende.
«Se mamma e papà dovessero venirlo a sapere, dirò che mi hai costretta a venire con la forza, sappilo!» la avverte, mentre si sistema al posto del passeggero e prontamente si allaccia la cintura di sicurezza.
«Tranquilla stellina, ho tutto sotto controllo!» è l’esultanza di Kenny, che si sporge oltre il suo sedile per piantare un rumoroso e umido bacio a stampo sulla guancia della sorella.
Il viaggio fino al lago è turbolento.
Mackenzie non ha ancora capito bene come scalare le marce senza sentire sempre il contraccolpo e ogni rotonda è un terno al lotto, perché nemmeno la storia delle precedenze le è molto chiara, ma nonostante questi piccoli problemi arrivano a destinazione. Sane e salve.
«Potrei vomitare» esclama Ffion catapultandosi fuori dalla macchina, desiderosa di poggiare i piedi sul suolo e avere un minino di stabilità.
«Esagerata! Ho guidato benissimo» protesta Kenny, prendendo la borsa della spesa per poi incamminarsi in direzione del bosco. Non ricorda perfettamente la strada percorsa con Liam, ma è sicura che in un modo o nell’altra riuscirà ad arrivare al lago.
«Kenny un camion stava per prenderci in pieno alla prima rotonda!» esclama Ffion allibita, perché ha come l’impressione che la sorella non capisca la gravità di questo fatto.
«Sì, ma ho frenato in tempo e stiamo bene, no? Adesso basta fare la noiosa e goditi la sorpresa che ho preparato per noi.»
Ffion alza gli occhi al cielo, perché ovviamente Kenny deve sempre avere l’ultima parola.
Ci mettono più del previsto per arrivare al lago, ma una volta lì Ffion rimane senza parole perché è meraviglioso. Kenny aveva ragione: adora questo posto. È triste e malinconico, anche con il sole che illumina debolmente il grande specchio d’acqua. Ffion è così assorta nell’osservare il paesaggio che non si è nemmeno accorta che nel frattempo Kenny ha steso una tovaglia di plastica per terra, su cui ha iniziato a sistemare il contenuto della borsa della spesa che ha portato con sé.
«Colazione al lago?- domanda Ffion con un sorriso gigante sul volto, mentre l’aiuta a sistemare il cibo sulla tovaglia- chi sei tu e cosa hai fatto a mia sorella?»
«Per una volta faccio una cosa carina e questo è il ringraziamento?- ribatte scherzosamente Kenny- comunque non è niente di che, mi sembra il minimo visto che oggi facciamo diciotto anni, è un traguardo importante.»
«Di solito non sono i sedici anni quelli importanti? My super sweet sixteen e tutto il resto?»
Ffion studia attentamente il le leccornie sistemate sulla tovaglia, prima di optare per una brioches alla crema e un succo di frutta alla pesca.
«Si, ma ti ricordi come è andato il nostri sedicesimo compleanno? Dolce non è la parole che userei per descriverlo- replica Kenzie con la bocca piena di biscotti al cocco – ah c’è del tè nel termos se vuoi.»
Ffion annuisce, mentre ripensa al loro sedicesimo compleanno. Avevano organizzato una festa in un piccolo pub di Stockebridge, dove erano solite andare sempre con i loro amici. Niente di esagerato o sopra le righe, una dozzina di persone al massimo, alcool tassativamente vietato e sarebbero dovute tornare a casa per l’una di notte. Verso le sette di sera, un paio d’ore prima della festa, suo padre aveva fatto una scenata, tutto era nato per colpa dell’ennesimo brutto voto di Louis, poi la discussione era degenerata e per le otto di sera tutti e tre i figli erano in punizione: non sarebbero potuti uscire per due settimane. Max aveva sempre avuto questo vizio di prendersela con chiunque si trovasse sulla sua strada, quando era arrabbiato. Non importava se fosse per colpa del traffico, problemi sul lavoro o se semplicemente si fosse alzato con la luna storta, quando Max era incazzato tutti dovevano saperlo e tutti dovevano pagarne le conseguenze.
Si ricorda che Louis aveva provato a farlo ragionare, a dirgli che non era necessario che punisse anche Kennny e Ffion, che era il giorno del loro sedicesimo compleanno e meritavano di festeggiarlo insieme ai loro amici, come si deve. A queste parole Max si era solamente arrabbiato di più e Ffion e Kenny erano scappate a chiudersi nella loro stanza, arrabbiate e deluse dal comportamento irragionevole del padre. Ffion passò tutta la notte a piangere, mentre Kenzie uscì di nascosto con Louis verso mezzanotte. Tornò a casa alle tre del mattino ubriaca marcia, con Louis che la portava in braccio perché lei non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Quella fu la prima sbronza di Kenny.
«Sempre meglio del diciassettesimo» è l’unico commento che riesce a fare Ffion.
«Sempre meglio del diciassettesimo» concorda la gemella, con lo sguardo perso nel vuoto e la testa chissà dove.
«Te lo saresti mai immaginata così?» domanda Ffion dopo pesanti minuti di silenzio, in cui entrambe sono andate avanti a masticare con lo sguardo fisso sul lago davanti a loro.
«Che cosa?» risponde Ffion riscuotendosi dai propri pensieri, per poi voltarsi e guardare la sorella dritta negli occhi.
«Il nostro diciottesimo compleanno o il nostro diciassettesimo compleanno» ribatte a bassa voce, con gli occhi lucidi e il labbro inferiore che trema.
«No, ovviamente no- rimane in silenzio qualche secondo e poi continua- voglio dire, mi sarei anche potuta immaginare certe cose, ma non la sua assenza.»
«Ti manca?» Ffion lo chiede con un filo di voce, mentre le lacrime hanno già fatto capolino sul suo volto e il suo cuore batte all’impazzata.
«Ogni giorno» è la risposta strozzata di Kenny, che nel frattempo ha smesso di guardare negli occhi la sorella, preferendo giocare con il ciondolo che porta al collo, una delle poche cose che le è rimasta di lui.
Ffion sta per sporgersi verso di lei ed abbracciarla, quando Kenny si alza di scatto, negli occhi ha un mare in tempesta e si dirige con passo deciso verso il lago calmo. Va sempre così, ogni volta che si parla di lui Kenny scappa, come un animale ferito e spaventato alla visto di un uomo. È frustrante perché Ffion non vorrebbe far altro che parlare di lui, ricordarlo ad alta voce, nella speranza di sentire un po’ meno la sua mancanza. E invece non può, deve stare zitta, soffocare le proprie lacrime e ingoiare tutte le parole che vorrebbe dire.
Kenny torna indietro dopo dieci minuti, il trucco impeccabile e un sorriso tranquillo sul volto. Ffion al contrario ha il mascara tutto sbavato e trema ancora come una foglia al vento.
«Dai apriamo questi regali, che come ti ho detto prima abbiamo una giornata pienissima e nemmeno un momento da perdere» la incoraggia Kenny passandole un braccio intorno alle spalle e stringendola a sé per qualche secondo. Ffion annuisce e dopo aver fatto un profondo respiro rivolge un piccolo e timido sorriso alla sorella. Va tutto bene, continua a ripetersi Ffion nella proprio testa, mentre scarta il suo regalo e finge di non accorgersi del modo in cui le mano di Kenny tremino mentre stringono il ciondolo che la ragazza porta al collo come se fosse un’ancora di salvezza.
Tornano a casa per le due del pomeriggio, dopo essersi fermate in una tavola calda poco fuori città per pranzare, e trovano Harry Styles ad aspettarle davanti alla porta di casa. Il ranger rover è parcheggiato dove di solito si trova la macchina di Max, mentre il ragazzo appoggiato con la schiena alla porta, le gambe lunghe e snelle sono leggermente piegate e sta distrattamente guardando il cellulare. Indossa il cappotto verdone, i soliti jeand scuri e strappati e gli stivaletti marroni, ormai rovinati e usurati dal tempo.
«Ciao Harry, è tanto che aspetti?» domanda Kenny una volta scesa dalla macchina, mentre Ffion tiene lo sguardo basso e si limita ad un timido saluto con la mano.
«Ciao ragazze, buon compleanno!- le saluta aprendosi in sorriso enorme sul viso- da quando hai la patente Kenny? Comunque no, sono appena arrivato.»
«Ma perché sono tutti ossessionati con la mia patente?!» ribatte Kenny, mentre fruga nelle tasche del parka alla ricerca delle chiavi di casa e Harry la guarda allibito, chiedendosi cos’abbia detto di male.
Una volta dentro, si toglie scarpe e giubbino per poi precipitarsi di sopra urlando:
«Io vado a farmi una doccia che fra poco devo uscire, mi raccomando Ffion, intrattieni il nostro ospite!»
Ffion sbuffa scocciata, perché sapeva che Kenny non si sarebbe lasciata scappare l’occasione per metterla in imbarazzo davanti ad Harry.
«Mackenzie non ha la patente, vero?» domanda il riccio, ignorando le parole urlate da Kenny e guardando fisso negli occhi Ffion.
«No- è la risposta diretta di Ffion, perché non avrebbe senso mentire a questo punto- lo dirai ai nostri genitori?»
«Cosa?- ribatte Harry, preso evidentemente contro piede- No no, non sono qui per fare da spia o che altro, in realtà sono rimasto abbastanza stupito che tua madre mi abbia chiamato, considerando che avete diciotto anni.»
«Si beh, i miei genitori son abbastanza protettivi» per non dire diffidenti , cerca di spiegare Ffion, mentre si dirige in cucina con Harry al seguito, per sistemare  gli avanzi della loro colazione nel frigo.
Rimangono in silenzio per un po’. Harry appoggiato al tavolo di legno, con indosso ancora il cappotto verdone e i capelli mossi sciolti sulle spalle e lei che, a piedi nudi si aggira per la cucina e sistemando ogni cosa.
«Fate diciotto anni, vero?» È Harry a parlare e la sua voce roca, più vicina di quanto non si aspettasse, la fa spaventare. Infatti se prima era appoggiato al tavolo della cucina, adesso è in piedi a pochi centimetri da lei, con gli occhi verdi spalancati che fissano il suo viso e in mano due pacchi identici, uno avvolto in carta da regalo verde, l’altro grigia.
«Questo è per te» dice a bassa voce, porgendole il pacco verde.
«Harry, non dovevi- è la risposta immediata e strozzata di Ffion- grazie mille.»
Ha le lacrime agli occhi e la voce rotta da una sincera emozione, anche se fa del suo meglio per nasconderlo, mentre continua a fissare gli occhi di Harry. Sa che è stupido emozionarsi per queste cose, che è solo un regalo e che Harry l’avrà fatto più per cortesia che per sincero interesse. Eppure sono anni che non riceve un regalo da qualcuno che non siano i suoi genitori o Kenny, sono anni che festeggia il suo compleanno da sola, senza che nessuno le faccia gli auguri o la inviti ad uscire per festeggiare, sono anni che qualcuno non si interessa a lei nel modo in cui si sta interessando Harry. Non pensava che qualcuno lo avrebbe mai fatto e, a volte, è piacevole sbagliarsi.
Mackenzie fa la sua comparsa in cucina proprio in quel momento, ignara del piccolo istante di tensione che si era creato.
«Io adesso esco e penso che farò molto tardi, quindi non aspettatemi svegli» dice aprendo il frigo, da cui prende una bottiglia d’acqua che infila prontamente nello zainetto che ha sulle spalle.
«Dove vai?» domanda Ffion, rompendo il contatto visivo con Harry.
«Esco a festeggiare con Niall e Zayn, penso che andremo ad una festa, niente di che-  risponde Kenny evasiva facendo spallucce, poi si volta verso Harry- mi raccomando Harry, ti affido la mia stellina, vedi di farla divertire un po’.»
Harry ride sotto i baffi, mentre annuisce e porge l’altro regalo alla ragazza. Mackenzie lo ringrazia con un veloce bacio sulla guancia, promettendo che lo aprirà non appena avrà tempo, poi saluta Ffion e scappa fuori di casa.
«Di solito non ha il permesso di uscire, vero?» domanda Harry, rendendosi conto di essere appena stato fregato da una ragazzina di diciotto anni.
«Mmh..no» risponde Ffion, ridendo sotto i baffi, nemmeno un po’ stupita che Mackenzie sia riuscita ad uscire con questa facilità.
«Gesù, penso di essere il babysitter peggiore della storia» scoppia a ridere Harry e Ffion si unisce a lui, mentre pensa che, forse, questo compleanno non sarà così male.
 
 
 
 
Mackenzie è in piedi al centro di una stanza con le luci soffuse e l’aria pesante, Zayn è vicino a lei, con un braccio intorno alle sue spalle, che le sussurra qualcosa nell’orecchio, ma lei non riesce a sentirlo a causa del volume troppo altro della musica. Ragazzi e ragazze si muovono convulsamente intorno ai due amanti, mentre loro stanno fermi, abbracciati, avvolti nella loro bolla personale. Kenzie sa che si trova ad una festa, sa che è il suo compleanno , ma queste sono le uniche cose di cui è sicura. Non sa, per esempio, di chi sia la festa o forse lo sapeva prima, ma adesso non se lo ricorda più ed è decisamente tropo ubriaca, perché gliene freghi qualcosa. Subito dopo essere uscita di casa, Niall è passato a prenderla per portarla a casa di Zayn, dove hanno subito cominciato a bere. Hanno iniziato con un giro di shots di vodka alla menta, giusto per riscaldarsi, poi sono passati al vino, del prosecco bianco che sapeva d’aceto, che hanno bevuto direttamente dalla bottiglia. Zayn l’ha baciata con passione, in piedi contro il muro decorato della sua stanza, con una mano a scompigliarle i sottili capelli biondi e l’altra a stringerle con forza la vita. Durante i brevi attimi di pausa che si concedevano per riprendere fiato il ragazzo le sussurrava all’orecchio quanto si sarebbero divertiti quella sera, che sarebbe stata un compleanno speciale, indimenticabile. Kenny si limitava a ridere sommessamente, nascondendo il volto nel suo collo profumato, già ubriaca di lui. Sono usciti dalla stanza solo dopo che Niall li ha minacciati di andare da solo alla festa perché era stufo di aspettare che loro finissero di fare sesso.
«Non stavamo facendo sesso» ha replicato Kenny facendo una linguaccia, mentre lasciava la mano di Zayn per potersi mettere il giubbino pesante. Il bel tempo dura poco a Wellston e il cielo sereno del pomeriggio era stato invaso da nuvole che minacciavano pioggia.
«Hai ragione, com’è che lo chiamate voi ragazze? “Fare l’amore?”»
«Lo chiamiamo scopare forte- l’ha corretto prontamente, facendo scoppiare a ridere Zayn, che subito le si è avvicinato, passandole un braccio intorno alle spalle- adesso possiamo andare alla festa?»
«Ho un regalo per te» è quello che stava cercando di dire Zayn e Kenny è riuscita a sentirlo soltanto perché si sono spostati nel cortile della casa, dove la musica è decisamente più bassa per fumare una sigaretta.
«Ah si?- è la replica stupita di Kenny, che si aggrappa alla spalla destra del ragazzo per evitare di scivolare sull’erba umidiccia- e dove sarebbe?»
Kenzie non ha idea di cosa possa essere, nemmeno si aspettava che zayn le facesse un regalo, ma di sicuro il suo sorrisetto non promette nulla di buono. Il ragazzo guarda a destra, poi a sinistra e, dopo essersi accertato che non c’è nessuno nei paraggi, estrae dalla tasca dei pantaloni due piccole pastiglie azzurrine.
«Cos’è?» domanda Kenny, mentre fissa con sguardo incantato la mano aperta del ragazzo. Non è la prima volta che assume droghe, le è capitato che, a qualche festa di universitari in cui si era imbucata a Stockebridge, qualcuno le offrisse delle pastiglie e un paio di volte ha anche accettato. La prima volta si è svegliata nel suo letto completamente vestita, con Ffion al suo fianco che le stringeva la mano e piangeva perché la sera l’aveva spaventata quando era tornata a casa con gli occhi iniettati di sangue, il trucco nero sbavato e la mani che tremano per l’eccitazione. La seconda volta è andata meglio, anche se tutto quello che ricorda, dopo aver ingerito il piccolo cartoncino, è abbastanza confuso.
«Shh» le dice Zayn, premendo la fronte contro quella della ragazza, mentre lentamente si infila una delle due pastiglie in bocca e manda giù. Inspira, espira e Kenny sente i suo fiato caldo sulle labbra.
Prende la seconda pastiglia e lentamente l’avvicina alle labbra di Kenny, che prontamente le apre.
«Manda giù» le dice a bassa voce. Kenny lo fa senza pensarci due volte.
Zayn le afferra il viso con le mani calde e lentamente avvicina le proprie labbra a quelle della ragazza, baciandola delicatamente. È, probabilmente, il bacio più intimo che hanno avuto fino ad’ora, con le labbra che si scontrano appena, le lingue che si sfiorano, Zayn che le accarezza lo zigomo destro con il pollice e lei che ha le mani infilate nelle tasche del suo giubbino, nel tentativo di scaldarsi un po’ e stringersi a lui il più possibile. Quando smettono di baciarsi non si separano, ma rimangono abbracciati, con il respiro pesante, i visi a pochi centimetri l’uno dall’altro e le mani che si cercano e stringono sempre di più. Kenny fissa i suoi occhi ambrati che, a causa della mancanza di luce, sembrano scuri come la pece e si morde con forza labbra perché ha paura che, se non lo facesse, potrebbe dire qualcosa di cui si pentirebbe il giorno seguente.
«Buon compleanno Kenzie» sussurra Zayn chiudendo gli occhi.
Lo dice dolcemente.

 
 
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Ciao!
Chi lo avrebbe mai detto, dopo più di sei mesi sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo. Mi scuso davvero per il ritardo e spero che ci sia ancora qualcuno che segue questa storia. Giusto un paio di chiarimenti sul capitolo e poi i lascio:
1) “Io scopo forte” citazione estremamente colta di Cinquanta sfumature di grigio, non ho mai letto il libro/visto il film, la conoscono solo perché ne parlavano tutti.
2) Kenny in questo capitolo assume una droga e lo fa perché vuole farlo (non perché è zayn ad offrirgliela o perché vuole farsi grande davanti a lui) voi non prendete esempio da lei e state lontano dalle droghe (soprattutto quelle sintetiche!!) perché la vita è bella e non vale la pena di buttarla via così.
Nel prossimo capitolo succederà qualcosa di importante per il futuro dei nostri personaggi, ma non dico altro. Mi farebbe molto piacere se mi lasciaste una recensione in cui mi dite quello che pensate/ fate domande se avete dubbi!
Grazie di aver letto, un bacio!
Alessandra.
  
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