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Autore: marea_lunare    14/05/2017    1 recensioni
Rinascita.
I due uomini si guardarono di nuovo negli occhi quando la voce si spense.
Non c’era malizia nei loro sguardi, solo puro e semplice affetto. Non sorrisero, non parlarono. Si guardarono e basta, perché loro sapevano. Sapevano di essere l’uno la causa della rinascita dell’altro. Si erano salvati la vita a vicenda, ma non se lo erano mai detti. Se lo confessarono a vicenda in quel momento, mentre la foto di un distrutto paesaggio afgano li guardava ammirarsi l’un l’altro, come fossero stati lo spettacolo più bello del mondo.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II


“E così Sherlock Holmes ha deciso di scendere dal piedistallo e mescolarsi con noi comuni mortali?” gli disse John con un sorriso sincero.

“Non ti entusiasmare, John. Ho fatto le mie ricerche su internet e mi auguro per te che tutta questa pagliacciata sia interessante quanto dici tu, altrimenti ti tormenterò con i miei lamenti per il resto dei tuoi giorni. E non penso ti farebbe piacere” rispose il detective guardandolo sottecchi, lasciandosi sfuggire una piccola risata dal petto.

Continuarono il loro giro, soffermandosi ognuno su ciò che più lo attirava.

John osservò una foto scattata a due ragazze africane. L’altro lo guardò incuriosito da poco lontano, mentre gli occhi dell’ex soldato si assottigliavano, studiando attentamente il viso della donna in primo piano, un seno scoperto e lo sguardo rivolto altrove rispetto all’obbiettivo. (2)

Holmes gli si avvicinò furtivo, concentrandosi sullo sguardo dell’amico.

“Guarda i colori”.

“Mh?” mugugnò Sherlock, svegliandosi dal suo torpore nell’osservare la bellezza del dottore.

“I colori, Sherlock. Le collane che quella donna porta al collo. Hanno tutti i colori del mondo e risaltano in maniera così perfetta sulla sua carnagione scura. Gli occhi sono concentrati su qualcosa che non è il fotografo, brillano di una luce vera, viva, non come se si fosse messa in posa. La cultura di queste persone mi ha sempre affascinato, la loro capacità di rendere così piena e felice la loro vita pur non avendo nulla se non le loro tradizioni, i loro usi e costumi”.

Sherlock rimase interdetto di fronte a quella così esplicita dimostrazione di vena poetica. Di solito il blog di John parlava dei loro casi, ma questo… Era tutta farina del suo sacco, tutto espresso in un momento di ispirazione, dove John Watson aveva messo a nudo la sua anima, parlando a Sherlock Holmes come se parlasse a qualcuno che conosceva da tutta la vita.

I loro sguardi si incrociarono per un breve momento e l’espressione del detective tornò ad essere la stessa di sempre, corrugando leggermente la fronte mentre la sua perplessità batteva in ritirata.

“Dai, continuiamo” lo esortò, in piedi di fronte al soldato.

“Aspetta…” disse John.

L’altro lo osservò con un’occhiata interrogativa, poi si accorse che il dottore non stava guardando lui, ma un punto sopra la sua spalla.

Guardò dietro di sé e capì cosa aveva attirato l’attenzione di John.

Il paesaggio che si presentava ai loro occhi era quello di una città distrutta.

“Herat, Afghanistan. 1992”

Una città di terracotta, completamente distrutta. Nessuna casa aveva più un tetto. Non c’era più nulla, solo una sconfinata desolazione. (3)

“Bombardata per 12 anni consecutivi dall’aeronautica afgana e sovietica” spiegò Sherlock, non riuscendo a trattenersi.

John strinse i pugni e attivò la traccia dell’audioguida, avvicinandola anche all’orecchio del consulente, più per farlo stare zitto che fargli ascoltare la voce del fotografo.

Da un orizzonte all’altro tutto era ridotto in macerie. Non era rimasto nulla. Quest’immagine mi ha subito colpito al cuore e ho deciso di scattare più foto in diversi momenti del giorno, per trovare il momento in cui la bellezza di tanta desolazione venisse risaltata al meglio. L’impatto di questa scena è devastante, tornai ogni giorno che potei. Una sera notai questa piccola luce in mezzo all’oscurità e vidi una famiglia che aveva appena acceso un fuoco, tentando di sistemare quelle poche cose che erano sopravvissute all’esplosione della loro casa. Decisi che questo sarebbe stato lo scatto giusto, il simbolo della rinascita delle vite distrutte”.


 

Rinascita.


 

I due uomini si guardarono di nuovo negli occhi quando la voce si spense.

Non c’era malizia nei loro sguardi, solo puro e semplice affetto. Non sorrisero, non parlarono. Si guardarono e basta, perché loro sapevano. Sapevano di essere l’uno la causa della rinascita dell’altro. Si erano salvati la vita a vicenda, ma non se lo erano mai detti. Se lo confessarono a vicenda in quel momento, mentre la foto di un distrutto paesaggio afgano li guardava ammirarsi l’un l’altro come fossero stati lo spettacolo più bello del mondo.

In silenzio, continuarono a camminare contemplando quelle immagini come volessero entrarvi dentro.

Andarono avanti così per un bel po', senza dirsi niente, senza nemmeno guardarsi, ognuno perso nel proprio mondo, ma sempre attenti ad avvertire la presenza dell’altro.

“Allora, Sherlock, che ne dici? Questa ‘pagliacciata’ si sta rivelando interessante come te l’avevo descritta?” chiese il dottore ridendo, sapendo già la risposta dato il silenzio del detective in quelle ultime due ore.

Non ricevendo alcuna replica, iniziò a cercare Sherlock dietro le varie tende su cui erano appese le immagini.

“Sherlock?” lo chiamò.

Di nuovo nessuna risposta.

Lo trovò pochi secondi dopo, in piedi, intendo ad osservare un’immagine che John non riusciva a vedere perché coperta dalle spalle del detective.

“Hey, ti ho cercato per tutt..” si interruppe bruscamente, raggiungendolo.

Il consulente investigativo aveva gli occhi fissi sulla foto di uno specchio rotto, un’ombra che si rifletteva su quella superficie spezzata. (4)

“Giappone, 11 marzo 2011, costa della regione di Tohoku” disse Sherlock “Dopo che uno dei più devastanti terremoti e maremoti mai registrati nella storia si abbatté sul Giappone, magnitudo 9.1 sulla scala Richter. Moltissimi piccoli villaggi vennero completamente rase al suolo, città distrutte, per un totale di 15.703 morti accertati, 5.314 feriti e 4.647 dispersi”. (**)

“Frammenti di vite spezzate” sussurrò John.

“Cosa?” chiese Sherlock, scuotendo la testa come se si fosse appena svegliato da uno stato di dormiveglia.

“Frammenti di vite spezzate. Lo specchio è ridotto in mille pezzi, perciò ho pensato ai frammenti. L’ombra nello specchio assomiglia incredibilmente al tuo profilo e pensando a tutto ciò che hai dovuto sopportare durante la tua vita a causa della pochezza mentale delle persone, essere considerato diverso, quasi un mostro… Ho pensato ad una vita spezzata dal corso degli eventi”.

John aveva detto tutto senza timore, senza la minima esitazione nella voce. Aveva semplicemente letto Sherlock come lui faceva con tutti, attraverso l’immagine di un uomo che non avevano mai incontrato nella loro vita. Ognuno vedeva quelle fotografie con occhi diversi, con diverse interpretazioni e magari trovando anche un altro messaggio in quegli scatti. Ma John aveva semplicemente visto Sherlock in quello specchio rotto. Un’anima distrutta dalla perfidia della gente, una maschera da indossare ogni giorno e un luogo costruito apposta nella sua mente per nascondere qualsiasi accenno di sentimento umano. Abituato a comportarsi così, molti vedevano il detective come un essere senza cuore, che si emozionava per la morte di una persona o per un caso da risolvere.

Nonostante questo però, l’ex soldato lo aveva sempre difeso a spada tratta davanti a tutti, spaventato dall’idea che qualcuno potesse farlo crollare del tutto, nonostante Sherlock continuasse a nascondersi dietro una spietata indifferenza.

“Apprezzo notevolmente il tuo pensiero, John. È davvero molto profondo” gli sorrise.

Per un’altra buona mezz’ora continuarono a girare in quel labirinto di volti e bellezze da tutto il mondo che li circondavano come se fossero in un vortice, dove nessuno dei due sapeva mai dove guardare, per paura di perdersi anche solo una minima parte di quella meraviglia a cui era stato permesso loro di partecipare.

Giappone, Cina, India, Cambogia, Italia, Thailandia. Tutti i paesi del mondo sembravano incontrarsi entro quelle quattro mura in una stupenda riunione di splendore globale.


 


(2)Steve McCurry - Viaggio intorno all'uomo






(3) 
Steve McCurry, Herat, Afghanistan, 1992 © Steve McCurry | Scuderie ...

(4)

tagajo, japan, 2011 - Reporter in Viaggio


(**) Informazioni prese da Wikipedia 




 

Note dell'autrice: Buonasera a tutti! Pubblico con un giorno di anticipo perché purtroppo domani e dopodomani avrò la giornata completamente piena e mi sarebbe impossibile pubblicare :'(.
In ogni caso, ora finalmente sapete perché ho scelto questo titolo. Io personalmente mi sono accorta di quanto la figura nello specchio rotto assomigliasse a Sherlock, così ho avuto un flash ed ho trovato il modo di esprimerlo attraverso John. 
Piccolo appunto: per quanto riguarda ciò che viene detto nelle tracce dell'audioguida che John ha, ho cercato di rimanere il più fedele possibile a quelle che ho ascoltato io, scrivendo tutto ciò che potevo sul telefono anche se, ovviamente, non ricordavo tutto e ho dovuto metterci anche molte parole mie. Beh.. E' tutto qua. 
Spero che questo capitolo un pochino più corto vi piaccia e vi aspetto lunedì con l'ultima parte! 
Commenti e/o critiche sono sempre ben accetti. 
Un abbraccio e alla prossima! <3 

   
 
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