Serie TV > Supergirl
Segui la storia  |       
Autore: Najara    15/08/2017    6 recensioni
Lena sa di aver partecipato attivamente all'invasione daxamite e, malgrado l'abbia anche fermata, non riesce a darsi pace, soprattutto se pensa a Kara e a quello che ha perso e poi a Jack e a come, anche quella volta, sono state le sue scelte a cambiare tutto.
A volte, però, sono i punti di rottura a cambiare le cose e ad aprire il mondo a nuove possibilità.
Storia SuperCorp un poco speciale in cui, voi lettori, avrete un ruolo attivo!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Eccovi tutti i pezzi esclusi. Per aiutarvi a seguire la trama ho aggiunto i titoli e i link dei capitoli che precedono il pezzo. Spero che riusciate a districarvi tra i bivi.

Un piccolo schema per aiutarvi (sottolineate e in blu le parti già pubblicate):

 

 

Come vedete e come ho detto a chi di voi mi ha lasciato un commento nell’ultimo capitolo c’è ancora qualcosa da raccontare… un ultimo tassello che raduna tutti i finali. Spero di potervelo mostrare domani.

 

 

Consolarsi

 

 

A - Kara scappa

 

Si svegliò e si stiracchiò pigramente, gli occhi ancora chiusi, un sorriso felice sulle labbra. Era stata una notte grandiosa. Allungò la mano cercando il corpo caldo della donna lì dove lo aveva abbandonato e ritrovò solo un freddo lenzuolo. Aprì gli occhi e sentì il cuore perdere un battito, mentre con un sospiro si rendeva conto di quanto fosse stato stupido aspettarsi di trovarla lì.

Aveva chiesto conforto e quello era stato, ne più ne meno.

Si alzò, fece una doccia e si preparò per la giornata di lavoro. Il suo corpo era piacevolmente stanco e al contempo rilassato. Quella notte era stata, senza dubbio, la migliore della sua vita, chi lo avrebbe detto che fare l’amore con una… si bloccò, mentre infilava i tacchi. Cosa aveva appena pensato?

Lei e Supergirl avevano fatto sesso, niente di più, non doveva… Lena chiuse gli occhi poi fece una smorfia. Troppo tardi.

Prese il telefono e compose il numero del suo ufficio, avvisò che avrebbe fatto tardi poi uscì nell’aria tiepida del mattino.

Quando, venti minuti, dopo bussò alla porta dell’appartamento 4A era leggermente agitata. Non era sicura di quello che faceva lì e non era sicura di riuscire a dire quello che doveva dire.

“Lena!” Il tono di Kara era leggermente più alto del normale e le sue guance erano soffuse di rosso.

“Ti disturbo?” Le chiese, perplessa.

“Ehm… no!” Di nuovo sembrava strana, aveva un largo sorriso sulle labbra, ma appariva in imbarazzo.

“Avrei dovuto chiamarti… mi dispiace, lo so che è presto, probabilmente devi andare a lavorare e…”

“Entra, per favore.” La interruppe lei facendosi da parte e indicando con un ampio gesto il suo appartamento.

Lena ubbidì, entrando in quel posto che conosceva bene. Posò la borsa a terra e si sedette in quello che, ormai, considerava il suo posto, intrecciando le mani.

“Avrei dovuto portarti il caffè.” Intuì. “E le ciambelle che ti piacciono tanto. Oh Kara, mi dispiace, sono proprio…”

“Lena!” Kara, che si era seduta di fronte a lei le prese le mani, poi sembrò scottarsi, perché arrossì e le ritirò, scendendo dallo sgabello e mettendosi a spostare piatti. Quando si voltò sembrava di nuovo più calma. “Cosa succede?” Le chiese.

“Io…” Lena prese un respiro profondo. “Sono andata a letto con Supergirl.”

“Ah... e… non è stato bello?” Le chiese. Lena abbassò lo sguardo un sorriso impossibile da evitare che le appariva sul volto.

“Oh…” Disse, poi rialzò lo sguardo. “È stato meraviglioso.” Il colorito di Kara virò al rosso di nuovo.

“Ehm… ok…” Balbettò, ridacchiando un po’, in quel modo buffo di quando era imbarazzata. “Quindi, tutto bene.” Aggiunse, osservandola di sottecchi.

Lena sospirò.

“Non lo so… sì e no.” Scosse la testa infastidita dal non sapersi spiegare. “Doveva essere solo… e invece…” Alzò lo sguardo fissandolo negli occhi azzurri di Kara. “Non è stato solo sesso, Kara, non per me.”

 

Il cuore di Kara era un disastro. Il profumo di Lena arrivava al suo naso, dolce e invitate. Toccare le sue mani era stata una pessima idea, ne ricordava ancora la delicatezza, la fermezza, la dolcezza. Arrossì cercando di ascoltare Lena, cercando di capire come comportarsi, come aiutarla, come uscirne.

Anche per lei era stato meraviglioso! E poi, oh Rao, non era stata solo sesso!

Ma allora cosa?

 

Lena osservò la reazione di Kara che sembrava incapace di respirare.

“Ehm…” Borbottò. “Vuoi dire che è stato…”

“Non lo so Kara… come poteva essere altro? La conosco appena, non so neanche il suo vero nome.” Sospirò e poi le disse quello che più le pesava sul cuore. “Ma non importa, perché questa mattina non c’era nel mio letto. Se n’è andata nel cuore della notte e… io non dovrei sentirmi usata, perché, a dirla tutta, io le ho chiesto conforto e lei me lo ha dato, ma… devo essere sincera con te, pensavo che anche per lei fosse stato speciale ora, però, comprendo che per lei è stata solo una notte e via.”

“No, no, no…” Kara scosse la testa bloccando il suo fiume di parole. “Non può essere, forse, forse semplicemente, non può donarsi nel modo in cui vorrebbe e per non far soffrire entrambe se ne è andata prima che facesse ancora più male.” Le sue parole la colpirono, vi era del vero in esse, eppure…

“Avrebbe dovuto parlarmi, spiegarsi.”

“Forse, se fosse rimasta non avrebbe avuto il coraggio di farlo.”

È la persona più coraggiosa al mondo!” La contraddisse.

“Oh, credo che quando si tratta di sentimenti tutti possiamo essere codardi.” Lena abbassò la testa, riflettendo, poi la rialzò guardando Kara davanti a lei e sorrise.

“Sono davvero una pessima amica, arrivo qui all’alba e pretendo di gettarti addosso i miei stupidi problemi sentimentali.”

“Ehi, le amiche servono a questo, giusto?” Le disse la ragazza e lei annuì, allungando la mano e posandola sulle sue intrecciate sul tavolo di legno.

“Grazie.”

 

Lena si tese in avanti posando una mano sulle sue, ancora intrecciate e avvicinando i loro volti. Un brivido percorse Kara che fu presa dal folle desiderio di annullare le distanze e baciarla, mentre il profumo della donna la avvolgeva. Oh Rao! Stava impazzendo, perché non poteva rimanere solo un sogno di una notte magnifica? Perché i suoi sensi continuavano a tormentarla? A desiderare di più?

 

 

Smettere di pensarci

 

 

B - Kara si rivela

 

Lena la guardava con profonda sorpresa, era comprensibile, l’aveva appena baciata, mentre lei le raccontava di quanto era presa per un’altra! Kara sbatté le palpebre e comprese che quella era la sua occasione.

Prese la mano della donna e se la portò al viso. Dolcemente depose un bacio sul suo palmo, poi, lasciò che le dita di Lena scorressero lungo il suo collo. La donna la guardava con intensità, come se la vedesse per la prima volta, come se una possibilità impossibile fosse appena comparsa nella sua mente.

Kara lasciò che raggiungesse il colletto della sua camicia e, quando la donna incontrò il tessuto, impossibile da confondere, del suo costume, la fissò dritta negli occhi. La vide sussultare, la sua mano ebbe un brivido, poi lei la ritirò come se fosse stata scottata.

“Lena…” Cercò di dire lei, ma la donna scosse la testa, confusa, rossa in viso, mentre si alzava.

“Credo… credo di dover andare.” Si voltò e se ne andò lasciandola lì, confusa e indecisa.

Aveva fatto un errore a dirle la verità su di lei?

Tornò alla CatCo con la mente in subbuglio.

Keira!” Esclamò un’inconfondibile voce. Kara alzò lo sguardo che fino a quel momento aveva tenuto fisso sul pavimento e incontrò lo sguardo corrucciato di Cat Grant.

“Oh… miss Grant, è bello rivederla.”

“Non si direbbe, sono bel tredici secondi che ti fisso senza essere notata.” Rimarcò e Kara fece una smorfia.

“Mi dispiace, miss Grant.” La donna la guardò dalla testa ai piedi come uno scommettitore che valuta un cavallo da corsa.

“Nel mio ufficio, subito.”

“C’è James…” Tentò di dire, ma la donna era già diversi passi in avanti, diretta verso il grande ufficio che le apparteneva.

“James, vai a farti un giro, metti l’elmo, prendi un caffè, vedi tu.” Gli disse con un gesto leggero delle mani. L’uomo scosse la testa divertito, mentre si alzava.

“Certo, miss Grant.” Disse passando accanto a Kara e facendole l’occhiolino.

Cat osservò il posto con la solita faccia schifata e Kara cercò di far sparire il più in fretta possibile, senza usare i suoi poteri, gli oggetti che avrebbero creato maggior scandalo agli occhi della donna.

“Bene.” Affermò alla fine, miss Grant, sedendosi alla scrivania e appoggiando borsa e occhiali sul tavolo. “Ero passata per un meeting con gli investitori, ma possono aspettare, sembra che tu abbia bisogno di qualche pillola di saggezza o di una bella strigliata.”

“No, io…”

“Sputa il rospo.” La bloccò di netto la donna.

Kara si tormentò le mani, come avrebbe potuto affrontare un simile argomento con miss Grant?

“C’è una persona… che mi piace… ehm, mi piace molto e… lei non conosceva tutto di me, ora… ora ha scoperto un parte di me che prima non conosceva e io non so come l’abbia presa perché se n’è semplicemente andata via e ho paura di averla persa per sempre e non posso più immaginare una vita senza…” La mano di miss Grant scattò in aria interrompendo il suo sproloquio.

“Ho capito.” Affermò, poi intrecciò le mani sulla scrivania. “Ci sono parti di noi che teniamo nascoste per tutta la vita, anche a coloro che ci stanno più vicini. Ma, amare, è come buttarsi da un palazzo senza paracadute o senza Supergirl.” Fece ruotare gli occhi. “O quelle corde elastiche.” Tornò a fissare lei. “Se non si da tutto, se non ci si apre completamente allora…” Si strinse nelle spalle. “Ti sei gettata, Keira, ora devi solo sperare che Lena sappia prenderti al volo.”

Kara arrossì nel sentire il nome della donna che dominava i suoi pensieri.

“Come…?” Balbettò.

“Oh, andiamo, Kiera! Non sono più qui, ma questo non significa che non abbia occhi per vedere.”

“Quindi… devo solo aspettare?” Chiese rossa in volto, ma desiderosa di avere un piano d’azione.

Mmm…” Miss Grant inclinò la testa osservandola. “Direi che una spintarella potresti dargliela, i Luthor sono così… difficili. Vai da lei, guardala con i tuoi occhioni da cucciolo innamorato e dille quello che provi.”

“E se non volesse vedermi?” Domandò, spaventata all’idea di essere respinta, di nuovo.

Cat Grant si alzò, afferrò gli occhiali, li indossò, prese la borsa e poi la guardò di nuovo.

“Gettarsi, Kara, è quello che rende l’amore, amore. Se non ci fosse il brivido di paura sul bordo e il tuffo al cuore nel salto… allora sarebbe solo accontentarsi.” Oltrepassò la scrivania e le passò accanto, sulla porta però si voltò di nuovo. “E tu sai di cosa parlo, quando dico: accontentarsi; non è vero?”

 

Lena osservava la città dalla sua ampia finestra, aveva detto a Jess che non voleva essere disturbata, ma i suoi occhi correvano avanti e indietro nel cielo alla ricerca di una figura rapida, dai colori rosso e blu.

Come aveva fatto a non capire? Come aveva potuto fare l’amore con Kara e non comprendere che era lei?

Si sentiva sciocca e stupida e ciò era umiliante. Al contempo però… non poteva smettere di pensare che la donna che amava senza conoscere era la stessa persona della donna che conosceva e che considerava la sua migliore amica. Non era forse, questa, la soluzione migliore?

Perché Supergirl era andata a letto con lei e Kara… Kara l’aveva baciata, questo significava che provava le sue stesse cose? Che anche lei non riusciva a dimenticare quei momenti magici?

Arrossì un poco pensando a quello che aveva detto a Kara non sapendo che lei e Supergirl fossero la stessa persona. All’improvviso un pensiero bloccò ogni altro: Mon-El! Cosa provava la ragazza per il daxamite? Forse lei era solo un rimpiazzo?

Scosse la testa incapace di darsi delle risposte. Avrebbe dovuto chiamarla, parlarle, ma… non poteva, lei era una Luthor e non era di certo abituata a piegarsi, a… Strinse i pugni era così stupido eppure il suo orgoglio bruciava e lei…

Un leggero tonfo la fece sobbalzare. Supergirl… no, Kara, era lì, davanti a lei, sul balcone del suo ufficio.

“Posso entrare?” Domandò un poco titubante.

Lena aprì la porta, incapace di fermare il battito del suo cuore, poi cercando di calmarsi raggiunse l’armadietto dei liquori, ma, prima che lei potesse prendere uno dei bicchieri vuoti, una mano la fermò.

Tremò nel sentire il corpo della donna caldo, così vicino al suo.

“Lena…” Mormorò la giovane e lei si voltò, ritrovandosi a specchiarsi negli occhi dolci e limpidi di Kara, come aveva fatto a non capire? “Avrei voluto dirtelo… tante volte.” Disse con tono basso, emozionato. “Ma non sono qui per parlare del costume che porto, devo dirti una cosa, una cosa importante.”

Era vicina, troppo vicina, il cervello di Lena non funzionava bene con lei così vicina. Le mancava l’ossigeno e il suo corpo ormai bruciava dal desiderio di essere toccato.

“Kara…” Si lasciò sfuggire e vide la dolcezza sul volto della donna che, con delicatezza, le accarezzò il viso avvicinandosi a lei.

“Lena, mi sono innamorata di te.” Soffiò sulle sue labbra.

Un bacio: urlava ogni cellula del suo corpo, ma Lena si trattenne. Doveva lasciarsi andare alla passione? O doveva darsi del tempo, capire cosa provava?

 

 

A2 - Lena la bacia

 

Lena osservò quel volto che conosceva. Lo aveva visto ridere, lo aveva visto scherzare, lo aveva visto nel dolore, lo aveva visto comprensivo e, ormai le sembrava ovvio, lo aveva visto preso dalla passione. Per lei. Chiuse gli occhi e baciò quelle labbra a cui aveva già dato se stessa, ma che ora consegnava senza riserve, perché il suo cuore, nella mani di Kara sarebbe sempre stato al sicuro.

Le loro bocche si fusero in un bacio dolce. Quando si separarono sul viso di Kara era evidente l’emozione.

“Avevo tanto paura che tu mi respingessi.” Ammise con candore. Lena le accarezzò il volto.

“Ci sono tante cose di cui dobbiamo parlare. Cose importanti.” La ragazza annuì decisa.

“Certo! Risponderò a tutte le tue domande.” Il suo sorriso era contagioso e brillante. Lena la imitò un attimo prima di baciarla ancora. “Oh!” Interruppe il bacio, Kara. “Dovrai firmare un po’ di carte sulla segretezza e cose così.”

“Ah…” Lena la guardò perplessa, ma Kara non lasciò che si spegnesse il suo entusiasmo, invece la sollevò tra le braccia e sorrise felice.

“Ora andiamo a casa.”

“Kara!” Esclamò lei aggrappandosi con timore al suo collo. “Mettimi giù!” Ordinò.

“Non ci penso neppure.” Affermò, però, lei. “Non ti lascerò cadere.” Assicurò e lei strinse i denti quando la ragazza si gettò nel vuoto. L’ultima volta che l’aveva tenuta tra le braccia in quel modo non era stato un salto piacevole. Si rese conto di stringere le braccia di Kara troppo forte, ma quando alzò lo sguardo per scusarsi incontrò solo gli occhi pieni di gioia di Kara.

Lena le sorrise sentendo la tensione che svaniva. Era lei e non l’avrebbe lasciata cadere, mai.

“Non pensavo che avrei provato tanta gioia solo a tenerti stretta a me.” Ammise la ragazza e Lena sorrise di nuovo, come poteva essere così tranquilla con i suoi sentimenti?

“Non pensavo che un giorno avrei desiderato che un volo non finisse in fretta.” Affermò allora e si stupì di aver detto una cosa così sdolcinata, poi capì perché lo aveva fatto, il sorriso sulle labbra di Kara valeva ogni sforzo.

“Kara?”

“Sì?” Domandò lei, guardandola con dolcezza.

“Sai volare con gli occhi chiusi?” Chiese e la ragazza la guardò perplessa.

“Perché dovrei volare con…” Chiuse gli occhi quando lei la baciò e Lena provò l’eccitante piacere di sapere di essere sospesa nel vuoto mentre il suo pilota teneva gli occhi chiusi.

Sorrise quando separò le loro labbra.

“Il test è stato un successo.” Mormorò e Kara rise.

“Era un test? E che altro mi farai fare?” Chiese, le guance rosee e gli occhi che brillavano.

Mmm… potrei vedere quanto resisti senza respirare… ah no, quello l’abbiamo provato quella notte.” Questa volta le guance di Kara divennero rosse.

“Oh… ehm… ecco…” Lena rise, poi appoggiò la testa contro la spalla di Kara e sospirò godendosi il battito della ragazza e il calore che proveniva dal suo corpo.

“Siamo arrivate.” Le comunicò Kara e lei aprì gli occhi. Erano nell’appartamento della kryptoniana.

Lena scese dalle su braccia, si guardò attorno poi si voltò a fissarla, appoggiandosi al tavolo.

“Credi che…” Non riuscì a finire la frase, perché Kara fu sulle sue labbra in un baleno. Le sue mani si aggrapparono alla vita della supereroina, mentre la sua mente le riproponeva la loro notte insieme e Lena comprese che sarebbe stato tutto più intenso, più vero, ora che sapeva chi c’era sotto quel costume.

Ansimò d’aspettativa quando le mani della ragazza passarono sul suo corpo, poi cercò il suo sguardo e sorrise quando vide in esso lo stesso desiderio che provava lei.

Ricongiunse di nuovo le loro labbra, assaporandole con maggiore delicatezza, mentre passava la mano alle spalle della donna, conoscendo, ormai, come aprire quel costume.

Un deciso bussare fece sobbalzare entrambe. Kara sparì dalla sue braccia mentre la porta si apriva. Lena si voltò consapevole del rossetto sbavato e della camicia per metà fuori dai suoi pantaloni.

“Ehi, Kara…” Alex si bloccò mentre lei si sistemava l’abito. “Oh.” Disse solo l’agente.

“Ciao, Alex.” Kara sbucò dalla camera vestita di tutto punto, i capelli in ordine e gli occhiali calzati, ma sul suo viso vi era ancora una traccia del rossetto di Lena e il rossore sulle sue guance non poteva essere frainteso.

“Credo che dovrò iniziare a bussare e poi aspettare, prima di entrare.”

“Potrebbe essere una buona idea.” Confermò Lena e Alex sogghignò divertita nel vedere il viso di Kara diventare porpora.

“Cosa ci fai qui?” Domandò con voce acuta la ragazza.

“Oggi è la serata dei giochi.” Le fece notare e Kara si diede una pacca sulla fronte, voltandosi verso di lei con aria affranta. Alex osservò lo scambio con un sorriso tutt’altro che colpevole.

“Ciao Kara. Non sai che fatica oggi…” Winn che era entrato con un pacco di birre, si fermò sorpreso.

“Winn.” Salutò Lena.

Ehm… ciao, miss… Lena.” Rispose il giovane, cercando con lo sguardo Kara e Alex.

Lena sospirò poi si voltò verso Kara.

“Credo che sia meglio che io vada…”

“No!” Protestò lei.

“No, perché mai?” Si aggiunse Alex, mentre sistemava le birre nel frigo.

“Ecco le pizze!” Si annunciò Maggie. “Oh, buon giorno miss Luthor… dove ho messo le manette?” Lena inclinò la testa. “Troppo presto?” Chiese allora Maggie un sorriso sulle labbra.

“Troppo presto.” Confermò, Lena.

Kara le si avvicinò e le prese la mano attirandola verso la relativa intimità della stanza.

“Mi dispiace così tanto!” Bisbigliò. “Mi sono dimenticata della serata giochi…”

Lena le accarezzò il volto cancellando le tracce di rossetto.

“Non importa… abbiamo tempo, non è vero?” Chiese, altrettanto piano.

“Sì, abbiamo tempo.” Confermò Kara per poi baciarle velocemente le labbra e arrossire al gesto sconsiderato fatto così vicino alla sua famiglia.

“Dovrai fare meglio di così se vuoi mandarmi via.” Le assicurò Lena, stringendola contro di sé.

“Ma io non voglio mandarti via.” Affermò Kara con tono miserevole.

“Avremmo tempo anche per… questo.” Indicò con la mano le risate che provenivano dalla cucina e sorrise.

“Ne sei sicura?” Provò a insistere Kara.

“Sì, ne sono sicura.” La baciò, questa volta esigendo un vero bacio, intenso, qualcosa che potesse spegnere parte del bisogno e del desiderio che sentiva crescere in lei.

Quando uscirono di nuovo dalla stanza Kara le prese la mano guidandola fino alla porta, poi la salutò con un bacio sulle labbra, più veloce, ma non meno significativo visto che tutti, nella stanza, poterono vederlo.

“Ci sentiamo domani?” Chiese, le guance rosse, ma lo sguardo deciso e felice.

“Sì.” Confermò Lena, poi lasciò la sua mano e si allontanò lungo il corridoio, felice.

 

 

B2 - Lena non la bacia

 

Era così difficile. Come poteva lasciarsi andare quando tutto ciò che aveva sempre saputo si era rivelato una menzogna? La sua migliore amica le aveva mentito.

“Non posso…” Mormorò tirandosi indietro e voltandosi, dando le spalle alla ragazza.

Per un lungo istante ci fu solo il silenzio nel suo ufficio.

“Mi dispiace.” Disse poi Kara. Un leggero spostamento d’aria l’avvisò che se ne era andata. Lena si voltò aprì la bocca per richiamarla, ma poi non disse nulla. Forse era meglio così, doveva riflettere, doveva pensare.

“Miss Luthor, mi dispiace disturbarla, ma c’è sua madre.” Lena chiuse gli occhi per un secondo, cercando di ritrovare la calma e la compostezza di cui aveva bisogno per affrontarla.

Si voltò verso la porta e si sedette alla scrivania, prendendo il primo dossier che trovò.

“Madre, approfitti dell’amnistia presidenziale per rendere visita alla pecora nera della famiglia?” Domandò quando la vide entrare.

“Oh, Lena, abbiamo salvato National City e il mondo, assieme.”

“Non mi sembra di aver sentito qualcuno citare il mio nome.” Ribatté secca. “Una delle tue tante bugie, immagino.”

“Non ti ho mai mentito e lo sai che era l’unico modo per ottenere l’amnistia.”

“Perché non mi hai detto di Supergirl?” Chiese di getto e la donna la fissò, poi un sorriso divertito apparve sulle sue labbra.

“Dunque lo hai scoperto.” Lena scattò in piedi incrociò le braccia e si voltò fissando la città sotto i suoi piedi. “Ero sicura che avresti capito. Anche se, lo ammetto, ci hai messo molto più tempo di quello che credevo possibile. Immagino che dipenda da ciò che Kara ti fa provare.” Il tono di Lillian era sarcastico, quasi canzonatorio.

“Di cosa stai parlando?” Le chiese guardandola di nuovo.

“Con miss Danvers potevi essere Lena… non Luthor, non multimiliardaria, non la mente brillante che serve a Supergirl. Al massimo ti chiedeva di essere una fonte per i suoi insulsi articoletti.” Sul volto della madre comparve un sorriso divertito, ma Lena lo ignorò. Era forse vero? Togliendo il sarcasmo le parole di Lillian non erano forse giuste? Si era forse vietata di vedere la verità perché voleva che le cose rimanessero esattamente com’erano?

“E sai la cosa più divertente?” Domandò ancora sua madre, giocherellando con una delle orchidee che decoravano la sua scrivania.

“No, madre.” Disse con tono duro. Lillian alzò lo sguardo su di lei, gli occhi che brillavano di malvagio divertimento.

“Anche lei mi ha chiesto perché non te lo avessi detto. Non succede tutti i giorni di vedere gli occhi di una Super brillare di paura.”

Lena sentì una fitta al cuore. Kara provava ciò che provava lei, aveva avuto paura… paura di perdere la sua migliore amica, ma, adesso, adesso che tra loro le cose erano cambiate… aveva tirato fuori il coraggio per tutte e due.

La giovane Luthor sorrise, un dolce sentimento che scaldava il suo cuore. Kara le aveva detto chi era, si era fidata di lei perché… perché voleva che le cose tra di loro evolvessero e si basassero sulla verità.

“Grazie, madre.” Disse, poi prese la sua borsa e lasciò la donna a fissarla, piuttosto infastidita. Era lei, di solito che se ne andava vittoriosa dai loro incontri madre-figlia.

Lena lasciò l’edificio della L-Corp quasi di corsa. Jess doveva aver già chiamato la sua auto, perché l’autista l’aspettava con un ombrello alla porta e la condusse fino alla macchiano sotto una pioggia fattasi sempre più torrenziale.

Una quindicina di minuti dopo era davanti all’appartamento di Kara. Scese dalla berlina e salì in fretta le scale, sperando che la giovane fosse a casa e non al lavoro, malgrado fosse solo pomeriggio. Bussò alla porta e non ottenne risposta, busso ancora frustrata, ma nessuno venne ad aprire.

“Lena?” Alex la fissava dal corridoio, perplessa.

“Devo parlare con Kara!” Disse, con urgenza nella voce.

“Kara mi ha chiamato… sembrava…” Sul volto di Alex si formò una piccola o. “Capisco.” Disse soltanto, poi si appoggiò alla parete. Tra le mani aveva una scatola di ciambelle. “Non te l’ho detto io… ma, quando è molto triste, Kara, risale la scala antiincendio e va sul tetto.”

“Ma piove…” Le fece notare Lena.

“Già.” Disse soltanto la donna, poi si allungò, recuperò la chiave sistemata sopra lo stipite della porta e aprì l’appartamento. Lena entrò, tesa, ma il luogo era vuoto. Le tende si gonfiavano e la porta finestra era aperta.

Lei si avvicinò osservando la pioggia che cadeva pesante e la scale di metallo, stretta e bagnata.

“Queste le lascerò qua.” Affermò Alex, posando le ciambelle sul ripiano della cucina, poi uscì dall’appartamento e si chiuse la porta alle spalle.

“Molto bene…” Mugugnò Lena lasciando cadere la borsa e sfilando i tacchi. “Se dovessi cadere… saprà prendermi al volo… credo…” Bofonchiò ancora tra sé e sé, prima di uscire sotto alla pioggia.

Come aveva immaginato la scala era tutto meno che confortevole e l’altezza era notevole, ma lei non vi badò, salì ancora e, ormai fradicia, giunse sul tetto. Quando vide la figura di Kara rannicchiata sotto la pioggia provò un immediato senso di tenerezza e di profondo amore.

Si avvicinò piano e si sedette accanto a lei, poi posò una mano sulla sua spalla.

“Non mi vuole… Alex…” Borbottò la donna, poi sembrò accorgersi di qualcosa, perché alzò le testa di scatto, gli occhi sgranati. “Lena!” Disse e lei sorrise, poi le prese il viso tra le mani e lo attirò a sé per un lungo bacio, mentre la pioggia, ignara del loro momento, continuava a cadere.

“Oh sì, che ti voglio.” Mormorò sulle sue labbra, dopo un momento.

“Credevo…” Cercò di dire Kara, ma lei le posò due dita sulle labbra.

“So perché avevi paura di dirmelo e so perché avevo paura di sentirlo. I cambiamenti sono… pericolosi. Ma, Kara, questo cambiamento è la cosa più bella che io abbia mai fatto e…” Non poté finire perché Kara l’afferrò e la sollevò tra le braccia ridendo di gioia. Lena si beò di quel suono e di quel abbraccio che sperò, non sarebbe mai finito. Ora era felice.

 

A - Kara non si rivela

 

 

B1 - Lena non la bacia

 

Kara era la sua migliore amica… non era sicura di poter…

“Aspetta, Kara…” Posò la mano sulla spalla della ragazza fermando il suo movimento. Gli occhi della giovane si abbassarono, mentre il suo corpo si allontanava da lei. “Mi dispiace… io… non posso.” Ammise e Kara annuì.

“Scusami, ma dovevo farlo.” Kara fece un passo indietro, poi un altro.

“Non voglio perdere la tua amicizia.” Mormorò Lena, aveva paura adesso, paura dello sguardo triste che vedeva negli occhi di Kara e del freddo che sembrava avvolgerla ora che il corpo di Kara era lontano dal suo.

“Devi… darmi del tempo.” Le disse, gli occhi della ragazza erano limpidi ora. Con un stretta al cuore Lena si odiò per quelle lacrime non ancora versate.

“Kara…” Chiamò, ma la ragazza scosse la testa e se ne andò. Sorpresa, Lena alzò la mano e ritrovò una lacrima che scendeva lungo la sua guancia.

 

Tre settimane dopo Lena osservava il paesaggio, il suo cuore era diventato un pesante fardello nel suo petto. Aveva fatto il possibile per non pensarci, ma Kara occupava la sua mente in continuazione, non si era resa conto di quanta parte del suo tempo lo spendessero insieme e, soprattutto, non si era conto di quanto fosse importante quel tempo. Ora si arrabbiava con i suoi collaboratori, con il consiglio d’amministrazione, con le sue segretarie e persino con lo chef e sapeva che non era colpa loro, sapeva che scattava come una molla alla minima provocazione, pronta a fulminare con un semplice sguardo anche un semplice inserviente che decideva di attraversare la sua strada mentre entrava in ufficio. Sapeva che era lei, sapeva che le mancava qualcosa. E quel qualcosa erano due occhi azzurri, un sorriso luminoso e una risata contagiosa.

Kara. Kara le mancava come l’aria e, sempre più spesso, si ritrovava senza respiro.

“Miss Luthor?” Si voltò verso la segretaria che la fissò preoccupata. Interromperla mentre pensava ultimamente generava una bella strigliata.

“Sì?” Chiese, cercando di non ascoltare quella massa oscura nel suo petto che le chiedeva rabbia e furia.

Supergirl al telegiornale.” L’avvisò la donna. Lena annuì, ma non si mosse.

Supergirl, quella notte non aveva più molto senso ormai. Era sembrata tutto, ma non era nulla ora che Kara non c’era più. Aveva bisogno della sua migliore amica.

Si voltò e tornò a lavorare, fino a quando il telefono non emise un basso bip. Allungò lo sguardo e il suo cuore perse un battito: era lei.

Con le mani che tremavano aprì il messaggio e lesse in fretta.

“Jess, annulla tutti i miei impegni.”

“Ma…”

“Adesso.” Disse e sorrise. Jess la fissò a bocca aperta, mentre lei afferrava la borsa e usciva, quasi di corsa.

Mentre camminava sentì l’agitazione crescere e la tensione aumentò quando vide Kara, appoggiata ad un albero del parco le mani in tasca che osservava dei bambini giocare con delle barchette di carta.

“Ciao.” Disse e la ragazza si voltò a guardarla. Sorrise e Lena sentì il suo cuore gioire. “Mi sei mancata.” Ammise e Kara abbassò lo sguardo.

“Anche tu mi sei mancata.” Alzò lo sguardo un po’ in imbarazzo e Lena pensò che era bellissima.

“Posso offriti un gelato?” Domandò, senza interrogarsi sul perché di quel pensiero, Kara era bella e, alla luce del sole, sembrava splendere.

“No.” Kara sorrise nel vedere il suo sguardo sorpreso. “Io ti offrirò un gelato e non di quelli vegani che piacciono a Maggie.” Fece una smorfia, rabbrividendo. “Alex mi ha obbligato a mangiarlo una volta, solo perché voleva che il barattolo finisse più in fretta.”

“Del vero gelato, va bene.” Acconsentì lei. Godendosi la sensazione di averla di nuovo accanto e di poterla ascoltare, mentre le raccontava così così semplici.

Passeggiarono in silenzio, dirette verso un gelataio, poi Kara si voltò a guardarla.

“Stai bene?” Le chiese. “Sai… mi dispiace, avevo promesso di non abbandonarti mai e poi…” Lena si voltò a guardarla e si sorprese nel pensare che sì era la donna più bella che avesse mai visto, ma anche la più dolce e la più comprensiva e altruista.

“No, dispiace a me.” Disse, rendendosi conto di qualcosa di importante. “Avrei dovuto baciarti, quel giorno nel mio ufficio.” Nel dirlo capì quanto profondamente fosse vero e il suo cuore perse un battito nel vedere il volto di Kara fissarla sorpresa.

“Non… non devi dire così solo perché credi che mi perderai come amica… perché…” Lena le posò dolcemente un dito sulle labbra. La vide deglutire e il suo cuore accelerò. Le sue dita percorsero delicate le labbra di Kara mentre i suoi occhi ne ammiravano da vicino ogni dettaglio, poi il suo sguardo risalì fino agli occhi della giovane.

“Credo di essere stata stupida e credo che ogni giorno che ho passato lontano da te è stato un giorno sprecato.”

“Ma… credevo che… Supergirl…” Balbettò la ragazza e Lena sorrise.

“Forse non ci crederai, ma non ho più pensato a lei da quando, tu, mi hai baciato su quella panchina nel parco.” Si avvicinò a Kara, un sorriso sulle labbra, un senso di profonda liberazione per quelle parole che sentiva così vere. “Un solo piccolo sfiorarsi delle labbra e hai sconvolto la mia vita… nemmeno la ragazza d’acciaio, con ben altro, è riuscita a fare tanto.” Kara arrossì e Lena rise piano. “Non essere gelose di lei.” Le chiese e Kara scosse la testa come a negare.

 

Non poteva essere gelosa di se stessa, no? Eppure, eppure un po’ le bruciava l’idea che Lena pensasse a Supergirl come ad un’altra donna con cui aveva fatto l’amore.

Kara arrossì di nuovo. Tre settimane che si disperava e quando, finalmente, aveva trovato la forza e il coraggio di vederla… oh Rao! Perché non si era decisa prima?

 

Sul viso di Kara scorrevano le emozioni, ma Lena decise che era ora di porre fine agli indugi.

“Kara, lo so che ci ho messo troppo a capirlo, ma senza di te accanto il mondo è più grigio e freddo. Senza di te non respiro. A volte bisogna perdere qualcosa per capire quanto esso sia importante… Kara, sono innamorata di te.” Ammise e il suo cuore gioì nel vedere il sorriso brillare sulle labbra della giovane. “Ora, se non hai nulla in contrario…” Mormorò e poi posò le labbra sulle sue e questa volta non fu un bacio sfiorato, questa volta fu un vero bacio e fu intenso e perfetto, esattamente come, senza neanche rendersene conto, aveva sempre sognato.

Lena, ora, era felice.

 

 

 

Note: E con questo abbiamo quasi finito. Ditemi se siete pentite di quello che avete votato o se vi sono opzioni che siete felici di aver evitato e fatemi sapere se avete un finale preferito.

L’happy ending era ciò che volevo per questa storia fatta per giocare. Però, però… ora abbiamo un nuovo capitolo, ben più lungo di quelli pubblicati… vedremo cosa succederà, vedremo se riaprirà i giochi, se presenterà situazioni nuove o chiuderà il cerchio…

A presto, spero!

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supergirl / Vai alla pagina dell'autore: Najara