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Autore: rose07    16/07/2009    3 recensioni
Un ritorno inaspettato a Digiworld e un'amicizia messa a dura prova: quella che lega Tai e Matt.
Coppie trattate: Sora/Matt; Mimi/Tai.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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«Arrivo!»
Izzy finì di digitare qualcosa al computer, dopodiché, decidendo di lasciare l’aggeggio incustodito per almeno dieci minuti, pensò, raggiunse gli altri che stavano iniziando a pranzare senza di lui.
«Hai staccato finalmente gli occhi da quel coso?» rise Tai, come suo solito, prendendolo in giro.
Il rosso gli fece una smorfia ed andò a sedersi vicino alla sua ragazza che lo aspettava impaziente.
«Ragazzi» li chiamò il castano «Questi spiedini sono una meraviglia! Chi è stato a prepararli?»
«Io» rispose Matt, bevendo un sorso di birra «Dovresti saperlo ormai, testina»
«Ehi, ma come fai? Beh, a cucinare così... così...» Tai non trovava le parole adatte per descrivere quegli stuzzichini così gustosi.
«...divinamente!» continuò Mimi con gli occhi che le luccicavano «Sono squisiti! Non ne mangio così da tre anni a questa parte! Matt, ti prego, fa’ il cuoco da grande!»
«Neanche per sogno» rispose quello.
«Già, lui dovrà cucinare solo per me quando ci sposeremo» aggiunse Sora, sorridendo e poggiando la testa sopra la spalla del biondo che la imboccava.
«E dovrà anche imboccarti il cibo» aggiunse Tai, osservandola masticare «Ma quanti anni hai, sette?»
Sora fece la linguaccia al castano che nel frattempo si stava affogando con la birra.
«Amore, sta’ attento!» lo ammonì Mimi, tirandogli colpetti sulla schiena «Rischi di contrattare con la morte in questo modo. Non voglio perderti di già, sarebbe una tale noia senza di te»
«Ma devi ammettere che si vivrebbe in pace una buona volta!» esclamò Matt, ridacchiando.
«Bell’amico che spera la mia morte!» s’imbronciò Tai, offeso.
In quello stesso momento, una figura alta e sbilenca comparve tra i cespugli, accompagnata da qualcuno e da una grossa borsa piena di presunte leccornie.
«Oh ragazzi, scusate, ma sono dovuto passare a prendere Luchia!» esclamò Joe, correndo «Non si sbrigava più e ad un certo punto si è messa ad abbaiare»
La donna di nome Luchia fece una smorfia di disgusto, dopodiché, con le mani conserte, dichiarò:
«Non è vero. E’ voluto salire a casa mia per cagare e c’ha messo venti minuti per capire dov’era lo sciacquone!»
Tutti risero, mentre Joe, imbarazzato, cercava di farli smettere.
«Ma basta! A voi non capita mai un urgenza?!»
«Se, se» lo derise Tai  «Si può sapere che cavolo ci fai con quella borsa piena di cibo? Abbiamo da mangiare per tre giorni qui! Ci mancavi solo tu con altre porcherie»
«Ma che vuoi, non mi fido molto della cucina di Matt» rispose Joe, sedendosi tra Kari e TK.
«Scusa, Joe» fece il biondino «Ma che fai, ti siedi nel mezzo?»
«E che cavolo vuoi? Sono pur sempre un amico che ha bisogno di un posto!» ribatté quello con l’aria di chi la sapeva lunga.
«E tra venti posti scegli proprio questo?» TK lo osservava accanito.
Joe era uno scemo, questo lo concepiva, ma il fatto che si sedesse in mezzo tra lui e la sua ragazza e facesse perfino finta di niente, questo proprio no.
«Allora, ti alzi e te ne vai?» lo incitò.
«No! Io esigo sedermi e subito anche! Non solo mi prendete in giro, ma mi negate perfino una seggiola?»
«Ma quale seggiola! Non vedi che siamo seduti per terra?» s’immischiò Izzy, portandolo nella realtà.
«Va be, è la stessa cosa!» si agitò il maggiore del gruppo «Ed io sto qua, per dispetto!»
TK sbuffò impaziente e decise di passare alle maniere forti.
Con Joe o si scherzava o si menava, si disse.
«Sei sordo? O ti levi o...» fece vedere il pugno destro che faceva uno scatto vicino alla sua faccia.
A quel contatto visivo, Joe provò un brivido dietro la schiena e di certo non era nessuno che gli faceva il solletico ai piedi.
«Eh... Senti TK, non ti credere forte, va bene? Che con un mio pugno ti stendo!» tentò di farsi il possente.
«Se, magari fra cent’anni! Te lo ripeto, o ti alzi di qua o ti rompo gli occhiali»
«Eh mamma mia, possibile che tu e tuo fratello dobbiate sempre usare le maniere forti?!» si arrabbiò Joe, evitando di mostrare in pubblico la sua paura per il biondino.
Va bene farsi battere da TK quando stavano tra di loro, ma di fronte a Luchia e a Frankie che erano le novizie del gruppo, no.
«Senti Joe, perché non ti alzi e basta?» s’immischiò Matt «E beviti una birra così magari ti ubriachi un po’ e ci lasci in santa pace»
«Bravo, Matt. Fallo bere, ti prego!» lo supplicò Luchia, mentre si serviva il piatto di salsicce affumicate.
Sora e Mimi risero di nascosto.
Joe, invece, distolse lo sguardo da TK a Matt e da Matt a Luchia; poi da Luchia passò subito al pugno chiuso e pronto di TK.
«Ehm, vabbè... Ma sappi» disse alzandosi, sotto i sospiri di sollievo di Kari «che me ne sto andando solo perché Matt mi ha offerto una birra!»
«Veramente te la prendi tu» fece Matt, tranquillamente «Nessuno te l’ha offerta!»
«Boh, statti calmo e quieto, okay?!» esclamò Joe verso il biondo, facendo strane mosse con le mani e, afferrando la birra, si sedette vicino a Luchia la quale, blaterando qualcosa del tipo “lo sapevo io che si sarebbe sistemato qua”, annunciò, clamorosamente a tutti:
«E’ solamente un burino, ragazzi»
«Con dieci B!» Tai e Matt, si scambiarono un cinque
«B di botte
«Ma guardatevi voi! Botte a me? Io vado in palestra ogni giorno!» si difese Joe, mentre gli altri due si avvicinavano «Botte ditelo a qualcun altro, ad esempio a Luchia! Lei sì, che-»
«Burino asiatico dei miei stivali! Non osare dire mai più una cosa del genere!» esclamò Luchia, arrabbiata.
«Ma vabbè, Luky, non t’incavolar-eeeeeeh! Lasciatemi in pace! Andate viaaaaa!»
Il biondo ed il castano afferrarono Joe dalle braccia e dalle gambe.
«E vi prego» li supplicò Luchia «Uccidetelo!»
«Sì, lo ammazziamo di botte» rispose Tai, rassicurandola.
«Eh, senti... botte dillo a tua sorella!» si dimenò il burino, cioè Joe.
«Intende botte nel senso che ti pestiamo» aggiunse Matt, precisando.
Joe spostò lo sguardo dai due ragazzi e, facendo quattro veloci calcoli mentali, esclamò:
«Oh, cavolo!»
«Cosa combinano?» chiese Sora, mentre Joe, per divino miracolo, era riuscito a scappare dalle loro grinfie.
«Le solite cose da maschi» commentò Mimi «Ma Joe se le cerca, però»
La ramata fece una smorfia.
«Il cibo è buono, dovrebbe regolare il suo tasso di acidità, invece»
«Ma va’» Mimi vide Tai afferrare Joe dai piedi, mentre Matt gli si sedeva di sopra per bloccarlo.
«Adesso cerca aiuto. Io dico che quei due insieme formano una bellissima coppia» continuò Sora con un sorriso.
«In che senso?» chiese l’amica, guardandola storto «Mi ci sono appena messa con Tai!»
«Ma no, che hai capito» Sora ridacchiò «Intendo che Tai e Matt ammazzerebbero pure un mostro insieme. Si sapeva che... insomma...»
Mimi alzò un sopracciglio.
«Che sono amici per la pelle?» domandò retorica.
«Ma sì, ormai è ufficiale, Mims. Dovremmo esserne contente» dichiarò la ramata.
Vedere Matt e Tai insieme era la sua più grande liberazione. Era da un bel po’ di tempo che avevano smesso di litigare e sembravano andare d’accordo più del previsto.
«Sì, ma pensa che succederebbe se litigassero ancora... Pensa ad una lite tremenda... Due caratteri così opposti finirebbero per dirsene di tutti i colori ed anche peggio» La Tachikawa li guardava inseguire Joe preoccupata, mentre gli altri ridevano.
«Secondo me durerà» affermò Sora, auto convincendosi «Se è vera amicizia, sì che durerà»
La castana smise di fissarli e si concentrò sul suo spiedino.
«Ma sì, hai ragione» masticò «D’altronde sono i nostri fidanzati, no?»
«Appunto!»
Luchia rise per loro. O meglio, rise perché Joe era inciampato tra le radici di un albero.
Quest’ultimo, dopo essersi liberato dalle mani omicide dei suoi amici, sgattaiolò da dietro un cespuglio e andò lontano.
Arrivò fino al luogo dove un bel computer portatile giallo e bianco lo aspettava.
Al dire il vero, l’aggeggio era di Izzy e questo l’aveva capito anche lui.
Vide con suo gran entusiasmo che era aperto e, sedendosi per terra, incominciò a premere alcuni tasti.
Devo trovare Paint, pensò, così faccio una di quelle scritte che fanno i ladri e scriverò di essere andato verso destra, mentre io sarò a sinistra... e Tai e Matt sbaglieranno direzione e... basta, sono un genio!
Illuso.
Trafficò un bel po’, toccò tasti, accese diversi programmi di scrittura, aprì perfino la posta e la lesse anche, (ficcanaso), dopodiché, sbuffò.
«Ma ‘sto computer è una fregatura!»
Continuò a trafficare, incosciente del fatto che se voleva scrivere qualcosa poteva benissimo usare Microsoft Word.
«Basta, sto sudando!» sbottò «Izzy deve cambiare computer! Questa mezza cartuccia non vale una lira, per di più non c’ha manco Paint! E adesso come cavolo faccio a fregare quei due?!»
Dicendo così, scazzato, tirò una botta sulla parte posteriore del portatile.
«Vediamo se così ci senti, razza di-Aaaaah!» urlò spaventato, indicando una luce verde provenire dallo schermo.
«Ma...ma…che cazzo... Santi Dei!» sbiascicò «Che ho toccato, misericordia santissima?!»
Qualcosa di veramente losco-almeno secondo lui- era apparso sullo schermo del computer.
Il ragazzo con le meches blu guardò per bene l’immagine; lui la conosceva, l’aveva già vista.
Spalancando la bocca, emise un grido simile ad una femminuccia.
«Ma questo è-Porca merda!»
«Allora eri qui, burino!» Tai e Matt, nel frattempo, gli si avvicinarono spuntando, secondo lui, dietro una vasta gamma di boschi minacciosi.
«No, state indietro!» esclamò, allargando le braccia.
«Perché mai dovremmo stare indietro?» chiese Matt, perplesso.
«Cerchi di squagliartela?» domandò Tai, sarcastico «E poi perché ti sei parato davanti al computer di Izzy?»
«Aspettate!» cercò di fermarli Joe «Ragazzi, è una cosa seria»
«Ma va’, quale cosa seria!» lo derise Matt «Se le tue fossero cose serie allora noi non saremmo qui»
«Già» lo appoggiò Tai «Dai, addosso!»
I due furono pronti a lanciarsi sopra al ragazzo e non con buone intenzioni, naturalmente.
«VI DICO DI FERMARVI!» urlò burinamente Joe «E’ pericoloso!»
«Ma che pericoloso, cosa nascondi?»
«Ragazzi... come dirvelo...»
«Basta che ti spicci, però!»
«E un attimo! Mmh... allora, ragazzi, io... cioè non è che sia stata “proprio” colpa mia...»
«Joe, si è fatta mezzanotte!»
«Ma se c’è ancora il sole, bugiardo!»
«E allora sbrigati!»
«Sì... allora... è successo che… il computer di Izzy ha preso fuoco...»
«Sul serio?!»
«NO! Ma... urgh, ragazzi... è difficile...»
«Ma parla, esprimiti, stupido burino!»
«Oooh, nonsoperchèsièapertoilDIGIVARCO!» urlò tutt’ad un fiato indicando lo schermo.
I due ragazzi si avvicinarono immediatamente al portatile.
«Merda Joe, che cosa hai combinato?!» domandò Tai, allarmato.
«E che ne so! Cercavo solamente Paint, io!»
«E adesso che facciamo?» domandò Matt, guardando la luce che si espandeva a poco a poco.
«Non so, credo che dovremmo-»
«Oh!» Joe osservò la luce che li stava per inghiottire e, facendo qualche calcolo mentale, li incitò bruscamente:
«Via, scappiamo!»
Ma i tre non fecero in tempo a voltarsi che quella strana luce verde inghiottì loro e gli altri “ex Digiprescelti” dentro il computer.
Tutti urlarono, cadendo in un vortice verde acqua. Sembrava un deja-vu quella scena, ma la cosa che più faceva pensare era: di nuovo?
Le uniche due superstiti aprirono gli occhi guardandosi perplesse.
«Mio Dio, Luchia!» esclamò spaventata Frankie «Dove sono? Dov’è Izzy?!»
«Sacre Terre dell’Indonesia!» imprecò Luchia, avvicinandosi al portatile «Li ha inghiottiti questo ordigno malefico! Presto Frankie, dobbiamo esercitare l’arte del Bambù!»
«Che cosa?!»
«Sbrigati, porgimi quelle bacchette e quella ciotola, ma rivolgila al contrario. Dobbiamo ricondurli qui»
Frankie, con le lacrime agli occhi, credendo Izzy e gli altri intrappolati chissà dove, obbedì e lasciò che Luchia preparasse tutto per il rito di cui parlava.
Lei è una chiromante, forse, pensò.
Ma non sapeva che la Van Gogh, stava solo perdendo tempo e che i ragazzi Prescelti erano al sicuro... o per meglio dire, quasi.







   
 
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