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Autore: effy_14    27/08/2019    2 recensioni
" La memoria del dottore era stata onorata, la ragazza che aveva soccorso stava sempre meglio e lui, beh lui era ufficialmente diventato un pirata."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chopper, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, anche se ci ho messo più del previsto, come detto l'ultima volta non mi arrendo!!
Ringrazio davvero di cuore chi, nonostante la mia sparizione, ha letto la mia storia, a chi ha lasciato un commento e a chi, come me, non si è arreso!!
Non vi merito davvero! <3
Un abbraccio virtuale a tutti!!
 
Effy
 
 
 
 
- Isola nel cielo -
 
 
Tremò, per l’ennesima volta, nel sentire i rumori sinistri che provenivano dalla foresta alle sue spalle. Chino sull’uomo che gli aveva salvato la vita ripensava a ciò che aveva passato. Un senso di colpa immenso lo coglieva ogni volta che penava alla Merry. Era praticamente distrutta!
L’albero maestro spezzato, quasi tutte le paratie abbattute e buchi nella chiglia come se piovesse. Tutto perché lui non aveva saputo proteggerla dall’attacco di quel sacerdote.
Alzò lo sguardo ad osservare i suoi compagni incrociando gli occhi del cecchino, intento a sistemare l’accampamento per la notte, che gli sorrise mesto.
Il cuore gli si fermò e gli occhietti minacciarono di riempirsi di lacrime. Come poteva sorridergli: aveva appena lasciato che l’unico ricordo che il ragazzo avesse della sua isola natale venisse distrutto. Abbassò subito lo sguardò e tirò su con il naso, convinto più che mai a non mostrarsi ulteriormente debole.
Un’ombra gli si parò davanti facendolo spaventare. Sperò con tutto il cuore che non fosse proprio il moro: non se la sentiva di parlagli faccia a faccia.
- Oi chopper, stavo pensando di andare in avanscoperta per vedere se trovo qualcosa da mangiare per stasera, vieni con me? –
Alzò la testa di scatto trovando il viso dello spadaccino alla sua altezza. Lo stesso infatti si era piegato sulle ginocchia per parlare, arrivando a essere più o meno sul suo stesso piano.
Lo scrutò, per capire bene le sue intenzioni. Il viso era serio come sempre, ma il tono di voce usato per parlare tradiva altro, che al momento però, vuoi per il fatto che fosse stato colto di sorpresa, vuoi per lo stato d’animo in cui riversava non riuscì a capire.
Lo vide incitarlo con gli occhi, in attesa di una risposta e, come scottato, si affrettò a rispondere – Bhe…ecco…si perché no?!? Magari trovo qualche pianta per le mie medicine. –
 
Quella foresta lo aveva incuriosito fin dal primo momento che ci aveva posato gli occhi. Alberi giganteschi, dalla chioma folta e piena. Cespugli e rampicanti di ogni genere: insomma un mondo nuovo tutto da scoprire.
Peccato solo che in quel momento, tutta quella meraviglia, non riuscisse a tirarlo su. Ogni volta che sembrava essere riuscito a distrarsi la sua mente gli riproponeva le immagini dello scontro avvenuto nel pomeriggio ed un senso di angoscia lo portava a chiudersi sempre di più in sé.
La presenza dello spadaccino poi non aiutava. Lui così serio, così stoico, così forte, non avrebbe approvato tale comportamento. Ripensò alla conversazione che avevano avuto nel deserto, quella notte in viaggio per Alabasta, quando lui era parecchio dubbioso circa le sue capacità e il compagno lo aveva rassicurato.
Si mise ad osservarlo, intento a controllare quella che sembrava una tana di coniglio, e si chiese se anche in quella occasione il verde lo avrebbe potuto aiutare. Stava per convincersi a parlare quando voce dell’altro lo precedette: - Tutto bene dottore? –
Lo aveva chiesto dal nulla, senza nemmeno guardarlo, ma con una strana inflessione della voce, simile a quella che aveva usato precedentemente per domandargli se volesse andare con lui.
Si ritrovò spiazzato. Era un quesito semplice, e rispondere un altrettanto “si tutto bene” non sarebbe dovuto essere così difficile, eppure non ci riuscì. Abbassò automaticamente il musino verso il terreno e cominciò a sentire le lacrime salire agli occhi.
Avvertì lo spostamento del compagno che, dal centro della radura dove si trovavano, si era andato a posizionare comodamente seduto su una radice, superandolo. Lo spiò da dietro le spalle e lo vide  fare un gesto per fargli capire di accomodarsi anche lui.
Si fece coraggio e, sempre cercando di evitare quelle due pozze nere e severe puntate su di lui, si accomodò su di un masso accanto a lui, faticando non poco a salirci, vista la sua piccola statura.
Una volta seduto l’agitazione aumentò ancora. Sentiva di dover dire qualcosa, di dover rispondere, anche solo per cortesia, alla domanda dell’amico, ma non riusciva a trovare nessuna parola. O almeno nulla che sembrasse adatto.
Per l’ennesima volta fu Zoro a precederlo - Ti senti in colpa per la Merry vero? –
Alzò il musino verso di lui, gli occhi sgranati e colpevoli di chi era stato colpito sul vivo. Il panico aumentò: ora lo avrebbe sgridato, gli avrebbe detto ciò che si meritava di sentirsi dire, ovvero che era tutta colpa sua.
Invece, l’odore che lo avvolse, non fu né di astio, né di giudizio.
- Senti Chopper tu hai fatto tutto quello che era in tuo potere fare. Sei rimasto sulla nave e hai lottato fino a che hai potuto; quando ti sei accorto di non potercela fare hai chiamato aiuto: è questo quello che fa un guerriero. Lotta fino alla fine delle sue forze per proteggere ciò a cui tiene. Saresti potuto fuggire, venire a cercarci nella foresta ed evitare così di farti massacrare, ma sei rimasto e hai lottato. –
Aveva parlato calmo, con tono sicuro e basso. Non lo aveva guardato direttamente negli occhi, ma era come se quelle parole lo avessero trapassato, talmente forte era il loro significato.
Le lacrime tornarono a bagnare gli occhi, inumidendoli, ma restando in bilico tra le ciglia.
- Si…ma se ci fossi stato tu la nave ora sarebbe ancora intera. – la voce uscì quasi strozzata tanta era la forza che impiegava per non piangere.
- Non è detto. La forza fisica è importante, questo non lo posso negare, ma quella spirituale lo è molto di più. Se fossi stato io sulla nave forze avrei avuto più forza, ma saremmo stati allo stesso livello come tenacia, ne sono sicuro. Usupp non ce l’ha con te, nessuno ce l’ha con te. Sappiamo che ti sei dato da fare ed infatti se così non fosse a quest’ora della nave non sarebbe rimasto altro che polvere. – lo vide fare una pausa e girarsi lentamente con il viso sul suo, per poi continuare -Non lasciare che la sconfitta ti abbatta, ma usala per renderti più forte nella prossima battaglia. –
Quelle parole, quello sguardo lo fecero crollare. Le lacrime scesero, ma senza che lamenti uscissero dalla sua bocca. Il cuore batteva veloce nel petto e un senso di consapevolezza si faceva largo in lui: nessuno, tranne lui, lo aveva giudicato o condannato. Questo perché erano la sua ciurma, la sua famiglia. Sapeva che le parole di Zoro non erano di mera consolazione, ma ben ponderate e sentite.
Si issò in piedi al sasso e con un balzo fu sul petto di Zoro. Era cosciente che il compagno non fosse tipo da certe cose, ma abbracciarlo era l’unica cosa che si era sentito di fare.
Lo sentì prima irrigidirsi e poi lasciarsi andare, senza mai stringerlo a sua volta, ma senza nemmeno toglierlo di dosso. Lo strinse forte forte, senza dire nulla. Dopo un tempo, che gli sembrò infinito, alzò lo sguardo sul compagno. Un sorriso spontaneo nacque da entrambi i visi, forse solo meno pronunciato su quello del verde.
Senza dire altro si staccarono e ripresero la ricerca con uno spirito diverso. Per lo meno, il piccolo medico si sentiva sicuramente più leggero e in qualche modo sempre più vicino allo spadaccino.
 
 
La caccia si era ormai conclusa: il piccolo Chopper aveva trovato delle malve selvatiche, da sminuzzare per poter curare il cavaliere del cielo; Zoro invece si era dovuto accontentare di un paio di topolini e di alcuni frutti.
Stavano per arrivare all’accampamento quando, più per dire qualcosa che per vera curiosità, Chopper chiese al compagno come era andata con le ragazze quel pomeriggio.
- Abbastanza bene, ho dovuto salvare Nami dagli attacchi di quei mostri e da alcune sue distrazioni. Certo che a volte proprio goffa quella ragazza. – rispose il verde con tono sbeffeggiante.
- Beh ma è normale, chissà che paura avrà avuto – rispose in difesa della compagna la renna, facendosi venire i brividi su tutto il pelo alla sola idea di uno di quegli squali marini.
- Il punto è che si agita troppo. Se lei avesse più fiducia nelle sue capacità sono sicuro che se la caverebbe meglio- affermò sicuro lo spadaccino - Robin, oltre a i suoi poteri, ha anche una sicurezza in se che la rende autonoma. Sono sincero, non mi fido ancora di lei, qualcosa non mi torna nei suoi comportamenti e nei suoi occhi, ma devo ammettere che in combattimento sa essere utile, anche se resta pur sempre una donna. –
Chopper a quella frase drizzò le orecchie e decise di prendere al balzo l'occasione per chiedere informazioni sul l'odore che li circondava, e che lui ancora non era riuscito a decifrare. – E il suo odore cosa ti dice? -
Il ragazzo rimase sorpreso da quella domanda - Che cosa c'entra il suo odore? –
- Beh cosa ti dice il suo odore? Ti puoi fidare oppure no? – chiese ovvio il piccolo.
- Non ne ho idea, per me il suo odore vale come tutti gli altri. –
Il medico si fermò perplesso. Ma come? Non era forse lui quello che aveva capito dall’odore sulle bende che Nami lo aveva medicato? Che riuscisse a sentire solo la fragranza della rossa?
Rimase in silenzio per qualche minuto. Non sapeva se era il caso di andare oltre con le domande. Certo, alla fine, il confronto che avevano avuto poco prima, li aveva sicuramente avvicinati ulteriormente, ma da qui ad averli resi più in confidenza ne passava. Eppure sentiva di non voler perdere quella occasione e, ponderando bene le parole da usare, iniziò a spiegare calmo.
- Zoro a te è mai capitato di sentire un odore diverso quando sei con Nami? –
Vide il verde girarsi e fissarlo perplesso, ma curioso. Aver attirato la sua attenzione gli diede il coraggio di proseguire. – Vedi: io riconosco le persone in base agli odori, come ti ho detto nel deserto. Però, quando sei vicino a lei, il vostro odore si mischia e diventa un aroma unico, nuovo, che io non so capire. – disse alzando gli occhi su di lui – Quindi ho pensato che magari potevi aiutarmi tu, visto che sei molto attento a tutto. E poi, dopo Alabasta, quando, annusando le bende, hai capito subito che lei ti aveva medicato, ho pensato che anche tu potessi sentire quello che sento io. –
Lo spadaccino fermò la sua camminata, colto alla sprovvista da quella rivelazione. In effetti lui l’odore di Nami lo sentiva, lo sentiva eccome. Lo faceva quasi impazzire, sia da tanto era radicato nelle sue narici, sia per il fatto che più i giorni passavano sentiva di volerne di più.
- Sai Chopper, anche se quello che hai detto è vero, purtroppo non posso aiutarti. Forse è vero che sento il suo profumo, essendo comunque il più pronunciato, ma non so cosa sia quello che senti tu. – rispose il più vago possibile.
Il musino del piccolo dottore si abbassò sconsolato al terreno. Pensava davvero che Zoro potesse aiutarlo in quella ricerca, ma, stando a quanto appena sentito, se la doveva cavare tutto da solo. Si stava per demoralizzare quando la conversazione avuta poco prima nella foresta gli tornò alla mente. Anche quella per lui poteva definirsi una “battaglia”, ed anche se in quel momento aveva appena ricevuto una sconfitta, non si sarebbe dovuto abbattere.
-Non importa se tu non puoi aiutarmi: continuerò a studiare fino a che non avrò capito cosa significa quell’odore! Sono un uomo di scienza e ricerca, quindi è mio dovere approfondire! -
Senza guardare il compagno, ma con il musino rivolto verso l’orizzonte, riprese a camminare verso l’accampamento, certo che prima o poi avrebbe saputo dare un nome a quella fragranza.
 
 
 
 
 
 
Se solo il nostro Chopper si fosse girato avrebbe potuto avvertire tutto l’orgoglio che lo sguardo di Zoro trasmetteva in quel momento.
   
 
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