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Autore: egypta    30/07/2009    9 recensioni
"Ormai erano ore che camminavo per il bosco, con gli occhi consumati della lacrime che ancora adesso continuano a scendere, solcandomi le guance ormai arrossate e scheletriche.
Non mangiavo, non bevevo, mi limitavo solo a continuare a esistere, sperando che l’angelo della morte si accorga di quest’anima in pena e la porti con se, in un mondo fatto di felicità e spensieratezza, dove mi auguro possa essere più felice.
Ma ormai anche la felicità è voltata via, con il nome di Edward Cullen, che se l’è portata via con se. La mia vita, si è portato via con se. E ormai non c’è modo di riprendermela."
Una Bella consumata dalla perdita di Edward, si ritroverà nel filo di una parentela di vampiri molto speciali, che perfino i vampiri stessi credevano fossero leggenda, o solo un altro modo per identificare i Volturi... Ma forse le cose stavano diversamente...
Mia seconda ficcy su Twilight... Spero che vi possa piacere^^
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Hunters


Abbattei l'ennesimo povero mal capitato albero con una manata, l'ennesimo di una lunga serie, e lo fiondai chilometri e chilometri lontano da dov'era prima, facendolo schiantare in mille pezzi al contatto con il suolo terroso del bosco.
Dire che ero infuriata non era tutto.
Provavo un groviglio di emozioni che un umano sicuramente non avrebbe sopportato.
Rabbia, Rancore, Irritazione, Tristezza, Disperazione, Frustrazione, Delusione, Gelosia...
D'un tratto tutta la voglia di scoprire il mio passato da umana, chi ero, se n'era andata via, come una nube di fumo che piano piano si disperde nell'aria, trasportata via da un vento forte e glaciale.
Come fece lui con me.
Improvviso, netto, e tagliente.
Repressi un singhiozzo trasformandolo in un ringhio singhiozzato.

Dovevo cacciare, e ne avevo davvero bisogno.
In quel momento potevo benissimo attaccare anche uno dei miei fratelli, tanta era la rabbia che provavo.
E di certo questa era l'ultima cosa che volevo.
Avevo la tentazione di tornare indietro, in quella casa, e prendere il bel capino di Tanya e schiacciarlo fra le mie mani, appagando un mio bisogno interiore.
Immaginai la scena, e l'immagine mentale mi piaqque intensamente.
Digringai i denti come una bestia, e lanciai un'occhiata ai miei fratelli.
Erano nella parte più lontana del posto in cui mi trovavo, fermi e zitti, che pazientemente mi fissavano in attesa che mi calmassi.
Con lo sguardo li avvertii che sarei andata a cacciare, e che non volevo nessuno intorno. Volevo stare sola.
Dopo di che, mi voltai, e incominciai a correre, fiutando l'aria.

Pasarono cinque secondi, prima che riuscissi a scovare due scie di vampiri.
Sorrisi malignamente, e corsi più veloce, impaziente di riempirmi lo stomaco.
Avevo già dato la mia sentenza appena avvertito il loro odore: Inferno per tutti e due.
Seguendo i due odori, arrivai fino ad una radura senza nè alberi, nè piante e nè fiori.
La riconobbi subito: era il posto dove i Cullen giocavano a Baseball.
Ripensando a loro, un'improvvisa fitta al cuore mi colse di sorpresa: mi ero completamente dimenticata del problema "Cullen". In quel momento la caccia era di vitale importanza.
Sbuffai, e facendolo feci sollevare una ciocca di capelli finita davanti al viso.
Sorrisi appena, poi mi ricordai della caccia, e del mio povero stomaco vuoto.
Stavo per muovermi nella loro direzione, quando un improvviso aroma a più fragranze decisamente familiare mi fece gelare sul posto.
Fulmineamente, voltai gli occhi verso la parte più lontana del bosco, dove nemmeno la vista di un vampiro riusciva ad arrivare. E li vidi.
Stavano correndo fra gli alberi del bosco, in ricerca sicuramente della sottoscritta.

Sbuffai infastidita. << Dannazione! >>, mormorai, senza farmi sentire dai due vampiri.

Di quel passo ci avrebbero messo tre minuti per arrivare dove ero io, e non volevo di certo rischiare di attaccarli, anche per quanto non mi andassero a genio dei componenti di quella famiglia...
Pasò un millesimo di secondo, e poi, in una decisione improvvisa decisi che dovevo fare tutto molto rapidamente.
Dovevo essere velocissima.




Quando mi raggiunsero, la scena che gli si parava davanti era alquanto inquietante, anche per un cacciatore come un vampiro.
Io ero in piedi, con la testa china e il volto senza espressione, le braccia lungo i fianchi e il vestito tutto svolazzante per il venticello che tirava, così come i lunghi capelli neri.
La bocca semi aperta, ma solo quel tanto che bastava per riuscire a vedere i lunghi canini neri sporchi di veleno.
Le labbra che prima erano grigie dopo la caccia erano ritornate nere come la pece.
E intorno a me un ammasso informe di pezzi di carne fredda a bianca, mischiata con pezzi di stoffe scure che una volta si potevano classificare abiti.
I miei occhi erano puntati sulle figure slanciate dei Cullen, senza essere sorpresa di rivedere Rosalie tra loro, algida e arzilla come se non l'avessi mai toccata.

Mi leccai il labbro inferiore in un movimento circolare, raccogliendo una goccia di veleno sfuggita dai canini.
Piegai le labbra in quello che doveva essere un sorriso, e cominciai a camminare nella loro direzione.
Camminavo lentamente, senza fretta, mentre loro incoscentemente arretravano di un passo.
Quando gli fui davanti, il medaglione cominciò a brillare di una soffice luce nera, e io tornai nella mia forma umana.
Alcuni di loro erano increduli: immaginai avressero fatto un paragone da come ero in quel momento a come ero prima, da umana.
La risposta veniva da sola: completamente diversa.
Sia per personalità, sia per aspetto fisico.
Ricordavo che prima inciampavo sempre, anche nei miei stessi pedi, mentre da quando ero una Strega Benefica ero anche più aggraziata di loro.
Chi era il mostro adesso?
Sorrisi apertamente, lasciando che la mia figura li abbacinasse.
Poi superandoli, ritornai pigramente sui miei passi.

Stavo saltando agilmente una radice sporgente da terra che mi ostacolava l'avanzo, quando mi sentii afferrare il polso destro da una mano affusolata.
Arrestai il passo, e molto lentamente mi voltai verso chi mi aveva bloccata.
Appena mi voltai verso Edward, i miei occhi marroni cioccolato si fusero con la tonalità dorata del miele dei suoi, così caldi, profondi e tristi, nei quali per una frazione di secondo immaginai di vedere una cascata di lacrime schermare e scivolare lungo quei lineamenti perfetti, che adesso non mi appartenevano più.
Al pensiero, sentii un ondata di dolore avvolgermi, che come un'onda si infranse contro il mio cuore ormai nè vivo nè morto.

Ma non volevo che percepisse niente di ciò: lui aveva già fatto la sua scelta lasciandomi quando ero ancora una vulnerabile umana, e stentavo a credere che mi rivoleva quando accanto a sè aveva una vampira come la sua compagna.
Da quando lo avevo riconosciuto, non facevo altro che fare forza su me stessa per non cedere davanti a lui, anche se questo comportava conseguenze che per il mio inconscio era disastrante, visto che mi logoravo volontariamente l'anima con le mie stesse mani.

Repressi un sospiro desolato, e strizzai gli occhi per un secondo.
Quando li riaprii, trovai le sue gemme ambrate che mi scrutavano attentamente, lodandomi con gli occhi come se fossi stata una divinità.
Passammo qualche secondo a guardarci negli occhi, mentre il pulsante istinto di buttargli le braccia al collo era forte.
Poi, senza preavviso, lui lasciò che le sue gambe si piegassero, e che il suo busto si sbilanciasse in avanti, finendo in ginocchio e col capo chino di fronte a me.
Strinse i pugni lungo le coscie, mentre io strabuzzavo gli occhi, sorpresa.

<< Perdonami>>

Il mio cuore mancò un battito.
La sua voce era una maschera di pura sofferenza, come prossimo al pianto. Potevo chiaramente percepire desolazione e disperazione provenire da una sola parola.
In quel momento, vederlo prostrato davanti a me come un uomo che chiede perdono davanti a chi sa di aver rovinato la vita, mi fece gemere incontrollata, anche se sapevo che non lo avrebbe sentito tanto era represso.

<< So di averti delusa, ferita, e marchiata per l'eternità. Ma credimi, non lo volevo. Pensavo che facendo quello che ho fatto tu avresti vissuto una vita migliore, sposandoti, avendo dei figli, nipoti... Con qualcuno di umano, e che certamente non avrebbe avuto paura di sfiorarti senza romperti con una carezza le ossa... Pensavo che fosse la cosa più giusta da fare, sacrificare l'amore che provavo per te per la tua sicurezza... Pensavo che passato un po' di tempo tu riuscissi a dimenticare il mio ricordo, non ti volevo costringere ad una vita buia e maledetta. Tu... Eri troppo dolce, delicata, innocente... Per diventare ciò che io ero... e che sono... Ma ti prego Bella, perdonami... Perdona questo sciocco e stupido Impuro che ti ha rovinato inconsapevolmente la vita... Ti prego... Perdonami...>>.

Singhiozzò.
Singhiozzò ancora.
E ancora.
E ancora.
E ancora.

Ero immobile.
Avevo la vista annebbiata dalle minacciose lacrime che sapevo che da lì a poco tempo sarebbero esplose, mentre il cuore faceva le capriole dentro il petto.
In quel momento, non sapevo se la cosa più giusta da fare era voltarmi e non degnarlo di uno sguardo mentre me ne andavo lasciandolo lì, o buttarmi su di lui e cominciare a frignare come una fontana rotta.
Il secondo che passò dopo fu determinante per farmi credere nella mia scelta.
Lentamente - e trattenendo alla meglio le lacrime -, camminai verso di lui.
Con la medesima lentezza, feci forza sulle ginocchia, e lentamente mi misi in ginocchio.
Poi con tutte e due le mani gli alzai il viso da sotto il mento, e dopo averlo guardato un attimo negli occhi lucidissimi, lo strinsi al petto, facendogli immergere il volto nell'incavo dei miei seni.

Dopo un attimo, sentii anche le sue braccia avvolgermi la schiena, spingermi più vicino al suo corpo.
Singhiozzammo entrambi, ma consapevoli però della nuova luce di speranza che avvolgeva i nostri cuori.

Rimanemmo per circa cinque minuti in quella posizione, quando percepii la presenza di altre persone intorno a noi.
Voltai la testa verso la mia destra, e attraverso lo spesso velo di lacrime che mi ricopriva gli occhi riscii a scorgere le figure dei miei fratelli.
Riconobbi subito Alicia e RoseMary, che abbracciate l'una al braccio dell'altra cercavano di non versare i lacrimoni che erano sul punto di straripare, mentre Kellmett e Jason avevano i pollici di entrambe le mani alzati con un sorriso radioso che coinvolgeva tutto il viso.
Vedendoli mi vennero suito in mente i due personaggi di un cartone animato giapponese che guardavano Kell e Jass, Ourast Club qualcosa mi pare che si chiamasse...

Mi sciolsi in una risata cristallina, e riportando l'attenzione sulla mia di nuovo ragione di vita me lo strinsi ancora di più al petto, mentre dall'altro lato del bosco riconobbi la famiglia Cullen al completo che ci guardavano incantati.
Passai lo sguardo su ognuno di loro, e quando mi soffermai su Alice la vidi nello stesso modo in cui si trovavano le mie sorelle, anche se aveva delle lacrime invisibili a lucidargli gli occhi ambrati.







Heart

Heart,
I know love’s been hard on you,
And I’m sorry for the things I’ve put you through,
Before, you start to break on me, or ask for sympathy,
I need to make you see,
Oh heart, I’m not sure it’s been long enough,
To say that I feel is really love,
There is just one way to learn,
Sometimes we’ll get burned,
And right now it’s our turn

Give it time,
Help me through,
Heart we can do this together,
You’re my strength,
You’re my soul,
I need you now more than ever

Heart,
all the hurt will soon be gone,
If you, if you just keep on beating strong,
You will always be my friend,
So keep on hanging in,
And we’ll find love again

Give it time (give it time),
Help me through (help me),
Heart we can do this together,
You’re my strength (you’re my strength),
You’re my soul,
I need you now more than ever…

Heart,
I know I’ve been hard on you,
I’m sorry for the things I’ve put you through,
Please, don’t you break on me, I need to make you see,
It wasn’t meant to be,
‘Cause you will always be my friend,
So keep on hangin’ in,
And we’ll find love again


Cuore

Cuore, so di essere stata dura con te.
Mi dispiace per le cose che ti ho fatto passare
prima che tu iniziassi a romperti
o a chiedere di affezionarmi
ho bisogno di farti vedere.

Oh cuore, non sono certa che sia durato abbastanza
per dire che quello che sento è vero amore.
C'è solo un modo per imparare,
a volte noi facciamo del male
e altre volte è poi il nostro turno

Dagli tempo... aiutami...
cuore noi possiamo fare questo insieme.
Tu sei la mia forza
tu sei la mia anima
ho bisogno di te ora più che mai.

Cuore, tutto il male se ne sarà presto andato,
se tu, se tu continuerai a battere forte.
Tu sarai sempre mio amico,
quindi dammi una mano
e noi troveremo l'amore di nuovo.

Dagli tempo... aiutami...
cuore noi possiamo fare questo insieme.
Tu sei la mia forza
tu sei la mia anima
ho bisogno di te ora più che mai

Cuore, so di essere stata dura con te
mi dispiace per le cose che ti ho fatto passare.
ti prego, non spezzarti
ho bisogno di farti vedere
perchè tu, tu sarai sempre mio amico.
quindi diamoci una mano a vicenda
e troveremo l'amore di nuovo.






...Angolino...

Salve^^
Eccomi di nuovo di ritorno dopo tre millenni che non mi ripresentavo *Coro dei Cullen che cantano Alleluja in versione angioletti *ç**.. Chiedo umilmente perdono a tutte le persone che aspettavano l'aggiornamento, ma purtroppo ero disperata... L'ispirazione non mi tornava e non riuscivo a sbloccarmi da un punto della storia per andare avanti T.T
Ma ora eccomi qui, con un nuovo capitolo che spero piaccia^^
Comunque, spero tanto che mi sia riuscita bene la parte di Eddy disperato... La frase l'ho scritta con in sottofondo la melodia Dream di Yiruma, l'adoro quel compositore >.<
Mentre la canzone Heart è di Britney Spears, mi stò appassionando particolarmente a lei in questo periodo...
Spero comunque che vi piaccia^^
Come sempre, ringrazio chi l'ha messa tra i preferiti e chi l'ha messa tra i seguiti, ma soprattutto chi commenta, che mi sprona ad andare avanti... GRAZIE!!!!!
Little Bites,
Egypta.
  
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