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Autore: La Matta    11/08/2009    3 recensioni
Abbiamo lasciato i nostri eroi nel cuore di Moria, li ritroviamo sulla strada per la foresta di Lothlorien, con Konstantin e Boromir che ancora non hanno capito come gestire il loro curioso rapporto, con Andael che ancora non ha azzeccato un incantesimo che fosse uno, con Vanamir che spara cazzate a manetta e con l'intera Compagnia sull'orlo di una crisi di nervi. Ecco il secondo capitolo delle "Cronache di Andael", in cui l'imbranato apprendista di Saruman, nonché spia del cattivo e amico dei buoni tenterà, ancora una volta, di distruggere il mondo con tutta quell'incoerenza che abbiamo imparato ad amare!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SECONDO

UN INCANTESIMO FA TACERE ANDAEL, MENTRE BOROMIR DA’ CHIARI SEGNI DI FOLLIA.

 

- Ma sì, vi assicuro che è andata così!- Boromir stava cercando di spiegare agli altri Compagni come mai lui e Konstantin fossero scomparsi nel cuore della notte, per riapparire bagnati fradici qualche ora dopo – diglielo anche tu, Konstantin.-

La ragazza sospirò

- Sono caduta nel lago e Boromir è venuto a darmi una mano. Non c’è niente di romantico in tutto questo. E se voi tutti non aveste il sonno così pesante, ve ne sareste accorti.-

- Mah. Se lo dici tu.- fece Vanamir, poco convinto

- Allora, partiamo?- li interruppe Gimli, guadagnandosi tutte le benedizioni della ragazza

- Sì. Partiamo.- gli rispose Aragorn – Andiamo a Lothlòrien.-

- Gran bella foresta.- commentò Legolas, fiero, salvo poi realizzare – Non è che ci sarà anche Charanna, vero?-

Aragorn annuì, tetro

- Sì. Ci sarà anche lei.-

- Mi piace!- Konstantin fece un saltello – Non vedo l’ora di riabbracciarla! Almeno compensa la presenza di quell’altra stronz…-

- Konstantin!- Legolas tirò la coda della ragazza, facendola tacere – Per i Valar, come minimo fingi di portare rispetto!-

La giovane liquidò il discorso con un cenno della mano (mano con cui, fra parentesi, rischiò di cavare un occhio a Gimli, ma questo è un altro discorso) e si voltò verso Andael

- Sei mai stato a Lothlòrien?- gli chiese, cercando di farlo parlare.

Lui tacque. Da quando Ikar era caduta col Balrog, non aveva più aperto bocca

- Coraggio – gli sorrise Konstantin, poggiandogli una mano sulla spalla – dì qualcosa…-

Gli occhi di Andael s’illuminarono. Prese un rametto e scrisse qualcosa a terra. Almeno, l’idea era quella. Peccato che il rametto fosse ancora attaccato ad un robusto albero centenario, che lo rivolle indietro. Il ramo saltò via dalle mani di Andael e andò a colpire la nuca di Sam.

Konstantin cercò di aiutare l’apprendista di Saruman, ma non l’avesse mai fatto!

La ragazza non riuscì ad afferrare il ramo volante ma inciampò in una radice (quell’albero centenario doveva averli presi in antipatia!) e cadde addosso a Frodo, che stava rimirando il Mirolago e che, ovviamente, rischiò di caderci dentro.

Legolas riuscì all’ultimo istante ad afferrare il Portatore, prima che uno degli incantesimi di Andael creasse una sottile nebbiolina fluorescente, dove comparvero le parole “La Compagnia è QUI”. Aragorn sospirò. Tanto, aveva già da tempo rinunciato all’idea di proseguire la missione nella più totale segretezza… non c’erano speranze.

Dissipata la nebbiolina, Andael prese un altro ramo (stavolta non attaccato all’albero) e tracciò per terra un paio di parole

“Incantesimo Bloccalingua. Non posso parlare.”

- E noi che ci possiamo fare?- sbottò Gimli – ripartiamo e l’incantesimo passerà da solo.-

- Ma come hai fatto?- chiese Vanamir, ridendo

“Preparavo colazione. Mancava sale. Ho cercato di evocarne un po’.”

- E’ un po’ scemo, povero ragazzo.- intervenne Aragorn – ma adesso è tempo di ripartire. Quindi, armi in spalla e seguitemi!-

Ovviamente, nessuno era pronto per partire, escluso Legolas che già da un po’ predicava che erano in ritardo sulla tabella di marcia

- Siete la disorganizzazione più assoluta.- sbottò Gimli, raccogliendo da terra il suo bagaglio e fingendo di essere pronto ormai da ore

- Un attimo e siamo pronti.- sorrise Konstantin, angelica.

Tre quarti d’ora dopo, la Compagnia partì, verso la foresta di Lothlòrien.

 

(16 gennaio 3019, strada per Lothlòrien, seguite i cartelli gialli, per favore)

 

Mentre Andael tentava di operare un incantesimo senza parlare (cosa molto difficile, essendo che gli incantesimi con soli gesti sono universalmente più difficili di quelli supportati anche da formule magiche), e creava quindi svariati incidenti di percorso dei quali la Compagnia intera avrebbe fatto volentieri a meno (cito: la caduta dal cielo di una grossa mela e conseguente attacco del verme gigante che dimorava al suo interno, una pioggia appiccicaticcia sulla quale i compagni non vollero interrogarsi eccessivamente, una lunga deviazione dovuta all’apparizione di un branco di porcelli carnivori determinati a mangiare Gimli, l’attacco di un gruppo di ninja teletrasportati da chissà che universo parallelo… bisogna ringraziare solo l’incalcolabile magnanimità dei Valar, se la Compagnia sopravisse al viaggio!), Konstantin un po’ chiacchierò con Vanamir, ma dovette allontanarsi da lui per lasciarlo escogitare in pace chissà che scherzo ai danni di Aragorn. Allora provò a parlare con Legolas e Gimli, ma questi dovettero accorrere in soccorso del Ramingo allorché il suo mantello esplose e qualcuno gli tirò addosso centinaia di piccole bacche scure, perfette per macchiare indelebilmente i vestiti (Arwen l’avrebbe ammazzato). Infine, dato che rivolgersi agli Hobbit le pareva davvero troppo umiliante, la ragazza si voltò verso Boromir

- Ma sei incazzato con me?- gli chiese.

L’uomo scosse la testa. Senza guardarla. A Konstantin, mica alla sua testa.

Perdonatemi, queste ambiguità grammaticali saranno la mia fine.

- Allora perché non parli con me?-

- Un nemico è appostato fra quelle piante!- improvvisò Boromir, estraendo la spada e lanciandosi con grande fervore bellico contro un innocuo cespuglio.

- Un nemico?- Konstantin allungò il collo, guardando verso le foglie, che turbinavano, recise dalla poco caritatevole spadona di Boromir (nessun riferimento sconcio, prego)

Ma l’uomo non le rispose, anzi, continuò a combattere contro il nemico immaginario finché la ragazza non si allontanò, perplessa.

- Che sta facendo il cugino?- le chiese Vanamir

- Non lo so. Mi sa che gli ha dato di volta il cervello.-

- Poverino.- Konstantin scosse la testa

- Mi togli una curiosità?- le domandò Vanamir

- Se posso.-

- Ma state insieme?-

La ragazza sospirò, grattandosi la nuca – Ti giuro che non l’ho capito neppure io. Ed è imbarazzante. Insomma, è lì, prima mi guarda, poi non mi parla più. Poi facciamo sesso, poi mi dice di non fare discorsi seri, sottolinea che sono sposata con… beh, lo sappiamo benissimo con chi, poi… e poi mi butta nel Mirolago. E adesso impazzisce. Va’ che è proprio un ragazzo strano, eh.-

- Credo che mio padre l’abbia fatto cadere un po’ troppe volte, quand’era piccolo (o forse era Faramir, quello che faceva cadere… ah, no. Faramir lo facevo cadere io. Manomettevo la culla: papà era molto fiero di me!). Adesso si vedono i risultati. Povero cugino.-

- Siete una famiglia strana.- fece notare Konstantin, con il tatto che tutto il mondo le invidiava

- Parecchio. Poi, quando mamma e zia erano ancora fra noi… beh…-

 

FINE CAPITOLO SECONDO

 

 

  
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