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Autore: squarciecicatrici    19/08/2009    2 recensioni
La vita di uno scrittore in crisi viene sconvolta da alcuni misteriosi messaggi, che sembra vogliano aiutarlo. Ma dietro, nelle profondità più recondite del mondo degli scrittori, si celano pericoli al di là di qualsiasi fantasia..
Genere: Sovrannaturale, Mistero, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo qualche incerto secondo di silenzio, i ragazzi accompagnarono Joshua ad un bar quasi vuoto, e lì ordinarono entrambi un g

Dopo qualche incerto secondo di silenzio, i ragazzi accompagnarono Joshua ad un bar quasi vuoto, e lì ordinarono entrambi un gelato, tra l’incredulità dei pochi presenti.

L’uomo ancora non sapeva che dire, e li fissava senza fiatare. Erano due ragazzini. Nient’altro che questo.

-Sono felice che tu sia venuto, Joshua. Temevo non ci avessi preso sul serio.

-No, io…

-Per forza! Te lo avevo detto che non è normale comunicare con Word, ma non mi hai voluto ascoltare!

Il ragazzo sospirò, e gli sorrise. Aveva uno strano modo di sorridere, certamente amichevole, ma che sembrava nascondere una nota di disprezzo e forzatura.

-In ogni caso, è un piacere fare la tua conoscenza. Io sono…Christopher.

-E io sono Prisca. Piacere, Joshua.

Anche la ragazza gli sorrise, ma sembrava un po’ in imbarazzo.

-Beh, voi già sapete chi sono, quindi…

-Possiamo tranquillamente passare al motivo per cui sei qui.

Prisca finì rapidamente il gelato, e fu seguita poco dopo anche dal compagno. Si appoggiò allo schienale della sedia, e iniziò a parlare dopo essersi schiarita la voce.

-Dunque, so che tutta questa situazione ti sembrerà decisamente strana, ma ti assicuro che non c’è nulla di irreale, purtroppo. Sai già l’essenziale, ma ora ti spiegheremo tutta la storia. Per cominciare, -mormorò, osservando la faccia attenta e incredula di Joshua e indicando Christopher, -sì, lui è un Protagonista. È reale. Puoi toccarlo, se vuoi.

Il ragazzo le lanciò un’occhiatina divertita, e si sistemò gli occhiali da sole sul naso.

-Sfortunatamente, oltre a lui altri hanno preso vita, o forse sarebbe meglio dire consistenza, poiché già vivevano nelle menti dei loro creatori, molti altri personaggi. Va beh, a monte questo…

-Ma com’è possibile?

-Com’è possibile…?

Gli fece un sorrisetto sardonico, e scosse lievemente la testa.

-Bella domanda! Non ne abbiamo idea. Certo, c’è qualche ipotesi, ma la stiamo ancora verificando attentamente, e…

-Aspetta, non sapete come sia successo?

Il suo viso divenne serio.

-No. Non lo so come lui sia finito nella mia vita realmente, ok? È piombato qui dal nulla. Ma ciò che è più preoccupante è che da quando è comparso lui, sono apparsi molti altri mostri del suo genere.

-Grazie, Prisca. Ti voglio bene anch’io.

Anche se erano immersi in una serietà disarmante, riuscivano comunque a scherzare come se niente fosse. Come se si conoscessero da sempre.

Joshua li fissò a bocca aperta.

-Il problema sorge nel momento in cui quel che si origina è pericoloso. Personaggi normali, quali ragazzine del liceo, mocciosi innamorati e quant’altro relativo a queste banalità non sono certo una minaccia, a meno che non si armino di parole mielose e caratteri idioti. Allora sì, che siamo nei guai. Comunque, il vero pericolo si crea quando i Protagonisti sono come Christopher.

Joshua lo guardò confuso. Cosa aveva quel ragazzo di tanto pericoloso?

-Ce ne sono tanti, tantissimi. Mostri, alieni, creature della fantasia come licantropi o vampiri…cazzo, di quelli ce ne sono anche fin troppi. Roba di questo genere. Personaggi che su carta erano violenti, sanguinari, mortali, feroci e via dicendo…sono tali anche una volta divenuti reali.

-Quindi per le città girano questi mostri come se niente fosse?

-Già.

-E voi mi avete contattato per…

-Per chiederti aiuto.

-Bene…

-Non sei convinto, eh?

-Non tanto, in effetti…

-Lo immaginavo…

Prisca inspirò profondamente, incrociando le braccia. Calò il silenzio, interrotto di tanto in tanto solo dalle tazzine che venivano appoggiate sugli altri tavoli.

Joshua si sentiva profondamente a disagio. Era terribilmente difficile credere ad una storia del genere. Eppure…

Christopher girò d’un tratto la testa verso il bancone. C’era un uomo dai capelli neri, che si guardava intorno con fare sospetto.

-Ora ascolta, Joshua.

Sentire la voce del ragazzo gli sembrò strano dopo aver ascoltato quella della giovane.

-Katrina. Questo nome ti dice qualcosa?

“Katrina?”

-È…

-La protagonista della storia “Inferno nel cielo”, la storia che non hai mai scritto.

Come poteva saperlo?!

-Ma…

-Lo so e basta. Non chiederti come faccio, perché non potrei spiegartelo senza lunghi discorsi. Altra dimostrazione che non ti stiamo mentendo: quel tizio là, quello che indossa il cappotto verde. Non è umano.

Joshua non si voltò nemmeno.

-Puoi capirlo semplicemente guardandolo?

-È del mio mondo. È naturale.

Sembrava tutto così scontato. Camminare in mezzo a stranezze di vario tipo era la cosa più normale di questo mondo. Certo.

-Perché, allora?

Entrambi lo guardarono interrogativi.

-Perché avete scelto me? Ci sono migliaia di scrittori. Perché proprio io?

Prisca fece spallucce.

-Pochi e semplici motivi. Primo, come zona eri vicino a dove eravamo noi. Secondo, hai scritto dei racconti che mi sono piaciuti tantissimo. Terzo, eri simpatico a Chris.

-Praticamente a caso.

-Praticamente sì.

Joshua fece un sorrisetto incredulo. 

-Va bene…

Si passò una mano tra i capelli, e sospirò.

-Va bene. È talmente assurdo che vi credo…ma come avete intenzione di risolvere questo problema? Insomma, avrete un piano, qualcosa…

-Veramente sì.

Almeno una cosa positiva c’era, dopotutto.

-Andremo a tentativi.

-Tentativi?!

-Non dirgli così, Prisca…-le mormorò Christopher, piegando lateralmente la testa. -Abbiamo qualche idea su come possa essere successo. Ma ci servono più aiuti possibili, per aumentare le probabilità di fermare questa storia al più presto.

-Ah, d’accordo…

Passarono alcuni secondi di silenzio, e d’improvviso si avvertì qualcosa cambiare nell’aria.

L’uomo al bancone gettò lontano il suo cappotto, mostrando la schiena ricoperta di punte acuminate. Joshua si alzò di scatto dalla sedia, spalancando la bocca oltre le naturali capacità umane.

-Che cosa…?!

La sua pelle divenne verde e deformata, e i gli occhi persero quel briciolo di umanità che aveva conservato fino a quel momento. Si scagliò violentemente contro il barista, squarciandogli ferocemente le carni. Christopher mosse appena un braccio, e il mondo intorno a loro tre parve fermarsi.

La gente era immobile, fermata nelle più diverse espressioni di terrore provocate da quel mostro, anch’esso intrappolato in quello sprazzo temporale.

-Allontanatevi da qui. Faccio io.

-Va bene. Fa’ attenzione, Chris.

-Come sempre.

Joshua li squadrò scandalizzato.

-Vuoi lasciarlo qui da solo?! E perché è tutto fermo…?

-Zitto e muoviti.

Lo prese per la giacca, e corsero fuori dal bar avanzando velocemente.

Anche fuori lo spazio era statico. I piccioni erano bloccati in aria, così come le persone che camminavano per strada. Solo loro potevano muoversi!

-Dove stiamo andando?

-Andiamo il più lontano possibile, fin dove mi porteranno le mie gambe…

-Ma…l’hai lasciato da solo!

-È un fottuto Protagonista! Il migliore che c’è! Non avrà problemi a sbarazzarsi di quel porcospino ambulante, cazzo!

Joshua si voltò mentre correvano a perdifiato per la strada. Il tempo di un secondo, il battito di una palpebra, e ogni cosa riprese a muoversi.

Diverse urla si alzarono in cielo.

Ma loro erano già lontani per sentirle.

  
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