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Autore: Nymeria87    30/01/2021    2 recensioni
Finalmente eccovi il fantomatico prequel della long She Wolf:
dopo due anni dalla sua incoronazione quale Regina del Nord e due anni di assoluti silenzi, Sansa viene a sapere che Jon si trova a Nord della barriera con il Popolo Libero; incitata dalle parole di suo fratello Bran decide di intraprendere il viaggio che la porterà a calcare quei terreni selvaggi fino ad incontrare nuovamente lo sguardo di Jon.
Dal testo:
[...]“Non mel’hai resa per niente facile Jon” asserì costernata ma con occhi di ghiaccio.
“Immagino sia stato Bran a scomodarti per riportarmi indietro; mi chiedo solo il perché tu abbia accettato” replicò lui imperturbabile, con una punta di astio nel tono e un mezzo sorriso che non celava l’amarezza di quelle parole.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una volta giunti a Catello Nero, non fu una sorpresa la fredda accoglienza di Stefron Dross, soprattutto riguardo al ritorno di Jon e del suo metalupo; tutti conoscevano il suo ruolo nella battaglia della Lunga Notte, tutti sapevano dei suoi trascorsi quali 998° Lord Comandante dei Guardiani della Notte e delle circostanze della insolita cessione di ruolo, se così si poteva definire, al suo compianto confratello Edd Tollet, morto in quella sanguinosa battaglia, fatidica per molte altre anime.
 
La Regina del Nord intercedette per lui, mettendo in chiaro la posizione di Jon quale uomo libero, non vincolato al giuramento dei Guardiani, se ancora cen’era uno; Jon avrebbe potuto viaggiare liberamente nei confini del Nord, collaborando per la ricostruzione del Castello Nero e della confraternita grazie anche agli aiuti che sarebbero presto arrivati da Grande Inverno e dalle altre città; avrebbe assoldato uomini e mantenuto rapporti con il Popolo Libero, oltre ad essere occhi e le orecchie della stessa Sansa riguardo i confini più a nord del suo regno. Non mettendo, tutto questo, in discussione la sua autorità, il Moro non ebbe niente da ridire, anzi, fu talmente sollevato che annunciò di voler ribattezzare la torre del Re, Torre della Regina, in onore della generosità della sovrana del Nord, garantendole che avrebbe fatto in modo di restaurarla e renderla accogliente per la sua prossima visita.
Sansa regalò un affabile sorriso a quell’uomo che chiaramente non voleva far altro che mantenere il suo ruolo senza troppe intrusioni, cosa che non era certo nei suoi piani; dopo essersi riposata e aver cenato al tavolo d’onore con Jon al suo fianco, chiese solo se quella notte avrebbero potuto aprire nuovamente i cancelli sotto la Barriera per lei, poichè prima di partire l’indomani, voleva fare visita al giardino degli antichi Dei al limitare della foresta. Stefron Dross acconsentì senza indugi e anzi si propose lui stesso a guida della sua scorta; Sansa declinò gentilmente, replicando che Jon e Spettro sarebbero stati più che sufficienti e che inoltre non voleva distoglierlo dalle numerosi obblighi che sicuramente necessitavano della sua più completa attenzione.
 
 
Quando dopo qualche ora, giunsero alla remota radura del parco degli Dei, il tempo sembrò rallentare.
Spettro decise subito di dileguarsi per andare in esplorazione, lasciando Jon ad assicurare i cavalli ad una albero; Sansa era accostata all’albero, con occhi cielo rivolti al volto intagliato, in un assordante silenzio.
Sembrava immersa in un sogno, con quei capelli rossi scarlatti e lo sguardo in contemplazione; Jon posizionò due torce sul terreno umido, ormai immemore del tappeto di neve che era solito ricoprirlo, si avvicinò a Sansa, circondandole la vita con le braccia e stringendola a se, accostando il viso alle sue guance ad inalare il fresco profumo della sua pelle candida.
“Una luna d’argento per i tuoi pensieri, Mia Signora” le sussurrò all’orecchio.
Vide Sansa abbozzare un sorriso, mentre con le mani si stringeva alle sue braccia e gli occhi non smettevano di rimirare la resina rossa del volto intagliato.
“Mi chiedevo se Bran sapesse, quando ha mandato Brienne a dirmi di te” rispose lei dolcemente.
Jon portò i suoi occhi a scrutare le fronde carminie che li avvolgevano, riportando alla mente la figura di quello che una volta era stato suo fratello minore, seduto sulla sua sedia con ruote, quel giorno al molo, così distaccato e avvolto da un aura ultraterrena: “ti ricordi cosa dissi a Bran qundo ci salutammo ad Approdo del Re?” le chiese tra i capelli.
Sansa si voltò tra le sue braccia per incontrarlo in tutta la sua attenzione.
“Gli dissi - mi dispiace non essere stato qui quando avevi più bisogno di me - e lui rispose semplicemente -eri esattamente dove dovevi essere – come se le sue parole fossero la cosa più ovvia del mondo” le sorrise tristemente Jon, “ho pensato molto a lungo, durante la navigata, al significato di quelle parole, al fatto che forse, siamo veramente parte di un grande disegno dove tutti gli eventi che affrontiamo ci portano a fare scelte che ci condurranno verso il nostro posto nel mondo...” continuò pensieroso Jon, “e forse, anche in questo caso, siamo esattamente dove dovremmo essere” le sorrise dolcemente, portando una mano a carezzarle i capelli.
Sansa lo studiò a lungo, specchiandosi in quelle iridi grigie, così profonde e che avevano spesso fatto capolino nei suoi sogni, a tradimento dei suoi stessi sentimenti durante quei due lunghi anni di separazione.
Lo incontrò in un bacio, un bacio dolce e confortante inizialmente, in cui entrambi si abbandonarono al calore dell’altro, al sapore dell’altro, fino a chè una brama più intensa coordinò quella danza avvolgente, e i baci non divennero assaggi e poi morsi quasi volessero divorarsi l’un l’altro senza saziarsi mai.
La presa di Jon sulla schiena di lei divenne più stretta quando le mani di Sansa si inabissarono nei suoi ricci scuri; i mugugni della Regina del Nord si infransero sulle labbra di Jon, in una melodia incantatrice, capace di disarmare il suo raziocinio come il canto di una sirena; la fece indietreggiare, incatenandola all’albero del cuore. Sansa quasi sussultò quando la sua schiena andò a cozzare col tronco bianco, si distacco dalle labbra di Jon e lui prese a percorrerle i fianchi lentamente, soffermandosi su ogni piega di tessuto, come a sensibilizzare il suo tatto ad ogni superficie che ricopriva il corpo di Sansa, beandosi del rossore che andava ad irradiarsi dalle sue guance.
In tutta lentezza, spostò la mano destra sul corpetto di lei, allargando il palmo e facendo una leggera pressione col pollice sul centro dell’addome fino ad arrivare allo sterno, chiudendola infine attorno al suo seno. Le labbra di lei si schiusero per liberare un sospiro frustrato, mentre i suoi occhi azzurri imploravano di più. Veloce Jon portò la mano libera ad incatenarsi dietro al collo di lei, reclamandola in un bacio affamato mentre Sansa armeggiava fremente liberandolo dalla cinta della spada, prima che lui le agguantasse le gonne, alzandole quel tanto da carezzarle le cosce e facilitare quell’intenso, agognato e straordinario contatto, necessario a dare sollievo alle frustranti attese di entrambi.
 
Quanto tempo sarebbe passato prima di rivedersi ancora, prima di potersi perdere l’uno del profumo dell’altro, prima di sentirsi finalmente completi anche solo per poche ore?
Erano tutte domande senza risposta a cui in seguito, avrebbero pensato a lungo entrambi, nella solitudine delle loro stanze, fino al loro prossimo incontro, ma per quel momento e per quella notte, alla fervida luce della luna piena e al cospetto degli antichi Dei, nulla esisteva se non loro due soli.
 
La mattina seguente la Regina del Nord e il suo piccolo seguito, lasciarono il Castello Nero qualche ora prima dell’alba; si separarono da Thormund presso Il Dono di Brandon, sostando presso l’insediamento il necessario per riposarsi prima di proseguire verso la strada del Re.
Nymeria li lasciò una volta accostata Foresta del Lupo, silenziosa come era giunta e quando finalmente raggiunsero i cancelli di Grande Inverno, Wylla a stento si trattenne dal fiondarsi ad abbracciare la Regina, accostandosi a lei con occhi lucidi e labbra serrate mentre non riusciva a fare altro che continuare a stringerle le mani, commossa dall’emozione di rivederla.
Quando finalmente la lasciò alle attenzioni di Maestro Wolkan già intento ad aggiornarla sugli ultimi eventi, si accosto alla cavalla della Regina, per condurla verso le scuderie assieme a Meera che iniziò a raccontarle del viaggio e a descriverle le lande a nord della Barriera.
“Siete stati via così a lungo che stavo iniziando a preoccuparmi sul serio” si lamentò Wylla prendendo a braccetto l’amica, “temevi che non le riportassi a casa sane e salve, trecciolina?” le sussurrò alle sue spalle, la suadente voce del Capitano. Wylla si voltò quasi allarmata da quella inaspettata vicinanza, prima che Meera si dileguasse con una scusa lasciandoli soli.
Lo sguardo di Tharon attendeva una risposta mentre un sorriso sornione iniziava a dipingergli il viso, assistendo allo sforzo di lei nel mantenere il controllo delle sue espressioni. Wylla si morse il labbro prima di poter finalmente alzare lo sguardo: “non ho mai dubitato di voi Capitano, anche se vi siete fatti attendere; in ogni modo sono felice di riavervi tutti a casa” replicò lei con voce alta e acuta.
“In ogni modo, ho un dono per voi Mia Signora” disse Tharon allungandole un involto che aveva slacciato dalla cinta. Wylla inarcò le soppraciglia bionde in sorpresa, prima di accettare il dono e scostare la pezza di lino che avvolgeva il contenuto. “Sono alghe” spiegò Tharon, “il mercante che me le ha vendute mi ha garantito una pigmentazione verde giada” continuò lui guardandola rilassare il viso in un sorriso radioso.
Gli occhi di Wylla erano luminosi di gioia e Tharon si rese subito conto di aver bramato quello sguardo dal giorno della loro partenza. “Il tuo gesto mi...”cercò di ringraziarlo lei mentre cercava di mettere insieme le parole, quando vide con la coda dell’occhio la mano del capitano indugiare con l’estremità della sua treccia, rigirandosi il ciuffo tra le dita: “mi sei mancata anche tu, Mia Signora” concluse in un soffio lui prima di allontanarsi.
 
Una volta rientrata al castello, Wylla corse nelle sue stanze a riporre il dono di Tharon dentro un piccolo scrigno affianco al suo letto, dopo di chè chiamò alcune servette per comandare un bagno caldo per la Regina. Quando Sansa finalmente rientrò nelle sue stanze, Wylla già la attendeva con Meera.
“Devi raccontarmi tutto Sans, sai che Meera non ha le tue capacità descrittive: salta tutti i dettagli” la prese in giro la turchina mentre aiutava la giovane Lady a togliersi di dosso gli abiti da viaggio.
“In realtà Wylla, la nostra Regina deve dei dettagli anche a me...” rispose Meera incontrando lo sguardo attento di Sansa, prima che un sospiro divertito potesse liberarsi dalle labbra.
Sansa entrò nel bacile di rame, rigirandosi le parole nel palato, alla ricerca di come iniziare quella conversazione che sapeva e voleva poter fare con le sue confidenti.
“A quali dettagli ti stai riferendo Meera?” chiese divertita Sansa finalmente avvolta dal tepore dell’acqua.
“Non credo si tratti di un dettaglio...” replicò consapevole la ragazza Reed con occhi caldi e intensi, “sappi colo che sono a conoscenza delle circostanze della sua discendenza, quindi non hai di che temere Mia Regina” concluse in un timido sorriso.
Vide Sansa distendere il viso, grata e felice prima che Wylla chiedesse delucidazioni sull’enigmatico scambio di battute tra le due, e fu così che tra le calde pareti delle stanze padronali, Sansa si confidò con le sue amiche più care riguardo a Jon e all’evoluzione del loro rapporto.
Riuscirono ad uscire dalle sue stanze solo a sera inoltrata per mettere qualcosa nello stomaco, tante erano le domande e i dubbi e le circostanze di quella relazione sbocciata giorno dopo giorno, alimentata da un affetto incondizionato e dal timore di perdersi a vicenda dopo essersi ritrovati; l’animo guerriero di Wylla si alimentava della passione di tutti gli eventi che Jon e Sansa avevano dovuto affrontare insieme, mentre Meera ascoltava attenta, celando le sue emozioni ed eclissando il pensiero di Bran nei meandri più remoti della sua mente: Sansa irradiava una felicità che lei forse non avrebbe provato mai e nonostante era appagata da quella visione, non riusciva a reprimere il doloroso ricordo degli occhi vacui di Bran, quando erano stati specchio della completa assenza di ogni attaccamento terreno che il ragazzo aveva mai potuto provare in passato.
 
Da quel giorno, le missive da Castello Nero iniziarono a riprendere con frequenza, dopo un mese dalla loro ritorno, i progressi nella restaurazione procedevano bene e dopo due mesi, la notizia che il Popolo Libero avesse iniziato a fare scambi commerciali, iniziò a garantire una fruttuosa fiducia con la gente del Nord, appianando le numerose divergenze che tanto avevano dato problemi in passato.
 
Jon arrivò a Grande Inverno il giorno in cui Sansa incontrò Thormund per redigere un contratto di cessazione al Popolo Libero, di una delle terra appartenuta a uno clan delle montagne, caduto ed estinto a causa della guerra della Lunga Notte.








Nota dell'autore:
Ed eccoci dinuovo anche in questa long!
Dovevano separarsi, lo sapevamo, ma ho preferito regalare loro un ultimo momento di intimità.
Sansa, con le sue capacità diplomatiche riesce a tirare dalla sua parte anche il restio capitano dei Guardiani dell Notte, in modo da garantire una permanenza più facilitata anche a Jon. Assistiaimo poi ad un bellissimo scambio tra Wylla e Tharon (adoro Wylla, vel'ho già detto?) e alla confessione di Sansa rispetto a ciò che la lega realmente a Jon.
Un piccolo scorcio su ciò che accade i mesi seguenti, un'ulteriore apertura dal e verso il Popolo Libero, e finalmente la prima visita di Jon!
Vi aspetto al prossimo capitolo, sperando che non siate voi a dovermi attendere troppo!
Un caro e affettuoso saluto dal parco degli Dei.
   
 
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