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Autore: ValeAlcazar    25/09/2023    3 recensioni
Una ff di 2 capitoli scritta con Manu Roja per il compleanno del conte di Fersen
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hans Axel von Fersen, Marie Antoinette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TI DIMENTICHERÒ Seconda parte Territori oltreoceano Le notti scorrevano lente, negli immensi territori oltreoceano, dove la guerra imperversava in cruente e feroci battaglie. Fersen, rientrava con il suo contingente di uomini all'accampamento dove s'intravedevano i fuochi solitari dei bivacchi dei soldati, avviandosi verso la tenda che dato il suo ruolo di ufficiale e interprete era posta accanto a quella del Generale La Fayette. Fersen, provato nell'anima, nello spirito e nel corpo, cercava in quegli attimi di quiete seguenti le battaglie di concedersi un po' di riposo. Era difficile per lui ormai addormentarsi, godere di un breve sonno ristoratore, la mente e i pensieri vagavano lontani, la fioca luce della candela da notte, imprimeva disegnata nell'ombra i tratti di un volto che sempre nitidi assumevano le sembianze del volto della sua amata Maria Antonietta. Durante il giorno la sua mente era occupata nella battaglia, ma nel silenzio della notte non riusciva a non pensarla. Aveva tentato, invano, di non pensare a quelle dolci labbra che arrendendevoli si schiudevano al suo tocco dandogli accesso, al calore del suo corpo tra le sue braccia, che come fuoco vivo ardeva ancora al solo pensiero. Si dannava per non essere ancora riuscito a dimenticare l'ardore che ancora bruciava nel suo petto. A volte si alzava nel cuore della notte e mettendosi al tavolo, dove erano posizionati i piani di battaglia, prendeva carta, penna e calamaio lasciando libero sfogo ai suoi pensieri senza però aver mai il coraggio di far recapitare le missive alla Regina. Sperava che imprimendo sul foglio i suoi pensieri e sentimenti prima o poi si affievolissero *** "Mia amata, sono trascorsi mesi da quando ti ho stretta a me, tra le mie braccia, godendo del tuo amore e perdendomi nei tuoi occhi dove vedevo il tuo amore per me. Spero di cuore che tu non stia soffrendo ancora per la mia mancanza. Io sto cercando di sopire, di nascondere il mio amore, la mia folle passione che ho nei tuoi confronti. La battaglia è cruenta e sanguinosa, l'unico conforto che ho in questi giorni è pensarti. Perdonami se questo mio sentimento è ancora vivido in me Sei il mio raggio di sole. *** Il tempo in terra americana trascorreva lento ed inesorabile senza dare quasi più spazio alla mente del Conte anche a pochi attimi solitari di perdersi nei pensieri e nei ricordi del cuore, anche se ogni tanto rubava tempo al poco sonno che gli era concesso per poter lasciare su quei fogli, che ormai erano diventati il suo unico momento di evasione dalle brutture della guerra. *** Mio raggio di sole, i miei occhi ogni giorno vedono le brutture della guerra. Tanti giovanissimi di tutte le fazioni impegnati in questa guerra, hanno perso la vita e non rivedranno o abbracceranno più i loro cari. Vorrei tanto rivedere ancora una volta il tuo dolce viso e i tuoi occhi che si accendevano e scintillavano nel vedermi come facevano i miei quando ti vedevo. Spero di rivederti un giorno. Sei sempre nel mio cuore mia amata. *** Era trascorso già qualche anno da quando, con molto dolore, era partito dalla Francia per allontanarsi dal suo amore impossibile. Gli scontri in battaglia sempre più ravvicinati e gli scontri corpo a corpo per cercare di liberare il territorio americano dell'occupazione inglese, stavano minando nel fisico i soldati dell'esercito francese al comando del Generale La Fayette, ormai da moltissimo tempo impiegati in quella sanguinosa guerra. La mancanza di adeguato riposo e alimentazione fece sì che alcuni soldati si ammalassero. Anche il Conte di Fersen fu colpito da una strana febbre, impedendogli così di partire per rientrare con il contingente francese per rientrare in Europa. Ricoverato in un letto d'ospedale aveva momenti di apparente tranquillità intervallati a momenti di puro delirio dovuto ai picchi di febbre altissima che colpivano il suo fisico. I medici non disperavano di salvarlo visto la sua tempra forte, ma quando aveva quelle crisi si aspettavano di tutto. Nei suoi febbricitanti deliri, il pensiero andava sempre a lei senza però fare mai il suo nome o far capire a quale donna erano rivolti. *** Mia amata, dove sei? Non abbandonarmi ti prego. Sei il mio raggio di sole di cui non potrò mai fare a meno nonostante tutti i miei sforzi. Ti amo mia Luce. *** Le infermiere che a turno stavano al suo capezzale in quei frangenti cercavano di tranquillizzarlo, dandogli conforto dicendogli che avrebbe rivisto e riabbracciato presto la sua amata. Passarono i giorni, le settimane, i mesi, finalmente il Conte di Fersen uscì da quello stato di febbre che sembrava non volerlo più abbandonare e che aveva debilitato il suo corpo, per questo i medici non diedero subito il permesso per poter affrontare il viaggio, temendo che la malattia lo avrebbe avvolto ancora, durante la traversata, nelle sue spire senza però dargli alcuna via di scampo dovuto anche alle difficolta del lungo viaggio. Dopo aver ripreso del tutto le forze, tornando ad essere quello che era un tempo, finalmente ebbe il nullaosta per poter salpare alla volta dell'Europa. Durante il lungo periodo di riabilitazione Fersen, seppe dalle infermiere che lo assistevano, dei suoi deliri e lì prese la decisione che avrebbe dovuto soffocare il sentimento che provava per la Regina e più trascorrevano i giorni più si rendeva conto che pensava meno a lei, che il sentimento non era più quello quando si era allontanato da lei, ma che era diventato l'amore di un "fedele servitore" al suo servizio. Forte di questa convinzione, ora era anche pronto a ripartire e tornare a casa. Sarebbe tornato a Parigi ma solo perché era partito con il contingente francese e che avrebbe fatto solo visita ai suoi amici Oscar e André senza però necessariamente andare alla Reggia di Versailles, poi sarebbe tornato nella sua madre patria, la Svezia. La traversata che riportava Fersen in Francia, fu lunga ed estenuante, sebbene fosse guarito dalla malattia si sentiva ancora debole per questo trascorreva molte ore della giornata nella sua cabina. Nelle rare passeggiate a prua, Fersen scrutava l'orizzonte, cercando di scorgere i contorni indistinti della Francia. I pensieri vagavano lontano, si perdevano in solitarie meditazioni, ormai credeva che quell'amore che gli aveva fiaccato l'anima fosse un ricordo, che il suo cuore ormai sgombro da quel sentimento avrebbe retto a non presentarsi al cospetto della Regina? Una volta giunto in Francia avrebbe ripreso noncurante la via della Svezia, senza badare a non rivedere più quello sguardo lucente che si posava nel suo? Resistere al richiamo del cuore? Doveva imporsi di farlo, in fondo erano trascorsi anni dalla sua partenza e forse nessuno reclamava la sua presenza in quei territori francesi. La voce di un marinaio lo destò al sorgere dell'alba, Fersen poté vedere nitidamente stagliarsi di fronte a lui le coste francesi, le medesime che aveva lasciato anni prima.
   
 
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