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Autore: BluCamelia    15/10/2023    1 recensioni
Anno 1994. Costretta a cambiare scuola per via della separazione dei genitori, Milly affronta il trasferimento con ironia, una certa ansia sociale e un pizzico di presunzione dovuta al suo passato di studentessa modello. Non sa che dovrà affrontare sfide che hanno ben poco a che fare con la media dell'otto.
Una delle sfide in particolare potrebbe rivelarsi troppo difficile per una liceale: il professor Vanini.
Non è una storia d'amore.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccolo lì.

Dovevo aver sussultato, perché attirai l’attenzione di Vanini. I nostri occhi si incontrarono ma nessuno dei due accennò ad avvicinarsi. In realtà ero imbarazzata; visto il suo rapporto particolare con il defunto non sapevo se fosse il caso di fargli le condoglianze davanti a tutti.

Dopo un veloce cenno di riconoscimento il suo sguardo si fermò sul mio anello. Mi sarebbe piaciuto vederlo restare a bocca aperta, ma la sua faccia restò inespressiva come al solito. Comunque prima di accendersi la sigaretta rimase per un attimo immobile con l'accendino sollevato.

Trattandosi di lui, avrei dovuto accontentarmi.

Distratta da Vanini non mi ero accorta che altre persone si erano avvicinate, circondandomi. Tutti vestiti di nero, tutti concentrati e più o meno pallidi, tutti con l'anello. Per la prima volta dopo anni ricordai le mie fantasie giovanili su Vanini come vampiro.

«Forse anche a lei piacerebbe dire due parole?» chiese uno di loro, guardandomi la mano.

Essendo una cerimonia laica non c'era un celebrante, ma solo i partecipanti che condividevano i loro ricordi sul defunto. Non mi aspettavo quella richiesta, ma dopo anni passati a discutere le mie teorie con interlocutori decisamente esigenti la mia timidezza si era ridimensionata, così accettai e nel mio intervento ripetei quello che avevo scritto nell'introduzione alla tesi, ma con più calore umano.  

Dopo la cerimonia mi avvicinai a Vanini per fargli le condoglianze e lui fui più cordiale di quanto lo fosse mai stato dall'incontro a casa di suo padre. Scambiammo dei convenevoli. A parte l'anello nero alla sua destra, ora aveva anche una fede all'anulare. Desirée? Grazie al cielo non mi interessava più.


Prendo il foglio protocollo dove gli studenti hanno firmato per prenotarsi all'esame. Con la solita sensazione di fastidio per un gesto che mi fa sembrare un vecchio rudere, infilo i miei fondi di bottiglia e avvicino il foglio al viso finché non è a fuoco.

Naturalmente il primo nome della lista è il suo.

E te pareva, come dicono dalle mie parti.

«Doris Day» chiamo.

Mi dispiace non poter vedere le facce degli studenti in attesa, ma noto un certo tramestio nella prima fila. Invece la sagoma di Martinelli, seduto al mio fianco, resta immobile, come se la mia parola fosse vangelo anche quando chiamo le attrici di Hollywood a sostenere l'esame di Filosofia Teoretica.

A volte mi interrogo sui miei criteri nella scelta degli assistenti. Nonostante la mente di prim'ordine quel carattere canino mi infastidisce, e l'idea che si costruisca una carriera accademica facendo il mio nome non è particolarmente piacevole.

Va bene, lo sfizio me lo sono tolto, è ora di cominciare con gli esami.

«Signorina Lina Vanini.»


FINE

*

*

*

Grazie a tutti per avermi seguito! 

Il titolo è tratto dalla canzone di Paolo Conte "Il Maestro".

   
 
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