Writober, Giorno 31, prompt Luna piena
Quasi tutti gli invitati se ne erano andati, erano rimasti solo i famigliari più stretti e quei pochi che volevano vedere gli sposi partire, era girata voce ci fosse un’ultima sorpresa.
“La carrozza è arrivata.” Annunciò il signor Misugi.
Davanti al castello una carrozza scoperta, trainata da un solo cavallo, attendeva gli sposi.
Jun salì per primo, poi offrì a Yayoi la mano per aiutarla a raggiungerlo ed accomodarsi sul morbido sedile.
La signora Aoba si avvicinò con una stola bianca che mise sulle spalle della figlia:
“L’aria della notte è fresca per stare solo con il pizzo sulle braccia.”
“Grazie, mamma.”
La carrozza partì: avrebbero percorso in quel modo, sotto le stelle e la luna piena, la breve distanza che li separava dal cottage dove avrebbero trascorso la notte, lontani da tutti gli altri.
Yayoi appoggiò la testa sulla spalla sinistra del marito e respirò profondamente.
“Sei stanca?” Le chiese dolcemente Misugi.
“Sono felice. E tu?”
“Immensamente.”
Jun intrecciò la propria mano con quella della moglie.
“È andato tutto come volevi?”
“Molto meglio.”
Si scambiarono un bacio e subito dopo un altro.
“Vorrei poter restare più di tre giorni.”
“I campionati sono alle porte, dovete rientrare tutti.”
“Voglio un congedo matrimoniale!”
Yayoi si tuffò sul petto di Jun ridendo.
“Se vuoi venire a Dublino ad aiutarmi con gli ultimi scatoloni, sei il benvenuto.”
Jun le accarezzò la testa e giocò con i suoi capelli.
“Non sai quanto vorrei poterlo fare, invece ancora una volta devi fare quasi tutto da sola.”
“Sai che non mi pesa, si tratta solo di paio di settimane, il tempo di chiudere il mio contratto con l’ospedale e finire di svuotare l’appartamento.”
“Le due settimane più lunghe di sempre.”
Le rubò un altro bacio.
“Ruffiano!”
“No, è diverso: ti amo.”
“E io amo te.”
Questa volta fu la donna a gettarsi sulle sue labbra.
“Yayoi, quando saremo entrambi a Parigi, non passerà giorno senza che ti dimostri di meritarmi che tu sia con me.”
“Non devi dimostrarmi niente: ti amo e ti amerò ogni giorno.”
Ripresero a baciarsi e ribaciarsi, cullati dal dondolio della carrozza.
Il cocchiere, a cassetta, sorrideva e scommetteva tra sé che quell’amore sarebbe durato per sempre.
______________________________________________
E non si poteva chiudere che con loro due che si rinnovano amore in ogni attimo.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia che avrebbe dovuto essere una storia per una coppia, invece è diventata una storia di famiglia, di famiglie di nascita e famiglie acquisite perché ora gli Aoba-Misugi sono diventati una sola grande famiglia.
Quasi tutti gli invitati se ne erano andati, erano rimasti solo i famigliari più stretti e quei pochi che volevano vedere gli sposi partire, era girata voce ci fosse un’ultima sorpresa.
“La carrozza è arrivata.” Annunciò il signor Misugi.
Davanti al castello una carrozza scoperta, trainata da un solo cavallo, attendeva gli sposi.
Jun salì per primo, poi offrì a Yayoi la mano per aiutarla a raggiungerlo ed accomodarsi sul morbido sedile.
La signora Aoba si avvicinò con una stola bianca che mise sulle spalle della figlia:
“L’aria della notte è fresca per stare solo con il pizzo sulle braccia.”
“Grazie, mamma.”
La carrozza partì: avrebbero percorso in quel modo, sotto le stelle e la luna piena, la breve distanza che li separava dal cottage dove avrebbero trascorso la notte, lontani da tutti gli altri.
Yayoi appoggiò la testa sulla spalla sinistra del marito e respirò profondamente.
“Sei stanca?” Le chiese dolcemente Misugi.
“Sono felice. E tu?”
“Immensamente.”
Jun intrecciò la propria mano con quella della moglie.
“È andato tutto come volevi?”
“Molto meglio.”
Si scambiarono un bacio e subito dopo un altro.
“Vorrei poter restare più di tre giorni.”
“I campionati sono alle porte, dovete rientrare tutti.”
“Voglio un congedo matrimoniale!”
Yayoi si tuffò sul petto di Jun ridendo.
“Se vuoi venire a Dublino ad aiutarmi con gli ultimi scatoloni, sei il benvenuto.”
Jun le accarezzò la testa e giocò con i suoi capelli.
“Non sai quanto vorrei poterlo fare, invece ancora una volta devi fare quasi tutto da sola.”
“Sai che non mi pesa, si tratta solo di paio di settimane, il tempo di chiudere il mio contratto con l’ospedale e finire di svuotare l’appartamento.”
“Le due settimane più lunghe di sempre.”
Le rubò un altro bacio.
“Ruffiano!”
“No, è diverso: ti amo.”
“E io amo te.”
Questa volta fu la donna a gettarsi sulle sue labbra.
“Yayoi, quando saremo entrambi a Parigi, non passerà giorno senza che ti dimostri di meritarmi che tu sia con me.”
“Non devi dimostrarmi niente: ti amo e ti amerò ogni giorno.”
Ripresero a baciarsi e ribaciarsi, cullati dal dondolio della carrozza.
Il cocchiere, a cassetta, sorrideva e scommetteva tra sé che quell’amore sarebbe durato per sempre.
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E non si poteva chiudere che con loro due che si rinnovano amore in ogni attimo.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia che avrebbe dovuto essere una storia per una coppia, invece è diventata una storia di famiglia, di famiglie di nascita e famiglie acquisite perché ora gli Aoba-Misugi sono diventati una sola grande famiglia.