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Autore: Amiba    04/02/2024    3 recensioni
Big Mom adora ogni genere di dolce, tranne uno: i cupcakes. Nessuno dei suoi figli sa per che motivo li detesti tanto e nessuno di loro ha mai effettivamente cercato risposta a questa domanda. Tuttavia quando un fantasma del passato della donna si presenta alla porta della famiglia Charlotte in cerca di aiuto, forse la risposta arriverà da sola e insieme ad essa un po' di pace per lei e per i suoi figli.
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!!!!Qualche spoiler post Wano.
Genere: Avventura, Drammatico, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Big Mom, Charlotte Cracker, Charlotte Katakuri, Charlotte Prospero, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Paura -
 
 
Barbabianca era un uomo colossale, fiero ed imponente, ma nonostante questo, Jonathan, da dietro le spalle di Linlin non sembrava particolarmente turbato dalla sua presenza, cosa che invece non si poteva dire della donna.
Appena il biondo scese dalla Moby Dick avvicinandosi a loro, la pirata digrignò i denti e fece salda la presa sull’impugnatura della propria spada portandosi sempre di più davanti al ragazzo: Newgate era diverso dagli altri suoi compagni è vero, ma lei comunque non si fidava; Edward rimaneva un Rocks e in quanto tale non era degno di fiducia alcuna.
Era l’unico a sapere della sua relazione, quindi, attualmente, era l’unico che potesse costituire un pericolo per la loro felicità, ma se avesse provato solamente a torcere un capello a Jonathan, lei non avrebbe esitato in nessun modo a ucciderlo.
 
- Non te lo chiederò di nuovo Edward cosa diavolo vuoi? – Era tesa, ogni muscolo del suo corpo vibrava e il fuoco di Prometheus aveva incominciato ad agitarsi minaccioso.
- Ed io ti ripeto per l’ennesima volta che sono qua per aiutarti Linlin, falla finita di comportarti come una bambina e ascoltami! –
- Io non… - il ringhio di rabbia della donna venne fermato dalla delicata mano del compagno che si poggiò contro il suo braccio.
- Linlin, ascoltiamolo, sembra sincero… -
- Tu non lo conosci Jonathan! È un Rocks! Non ci si può fidare! Non mi posso fidare! –
- Anche tu lo sei, ma io mi sono sempre fidato di te. –
La rosa tacque continuando a fissare in cagnesco il biondo, che ora ricambiava quello sguardo e teneva salda l’impugnatura della propria alabarda.
- Ti fidi di me? –
- Jonathan tu non… -
- Linlin. –  la richiamò con dolcezza – ti fidi di me? –
Lei si voltò e lo fissò negli occhi e nuovamente ne emerse sconfitta; prese un grosso sospiro e rinfoderò la spada.
- Sì, mi fido di te. –  rispose finalmente sorridendo impercettibilmente e regalando alla guancia del compagno una tenera carezza, una di quelle che gli regalava solo quando era sicura che non ci fossero occhi indiscreti in giro e si sarebbe anche chinata per poggiare un bacio sulle labbra del pasticcere se improvvisamente non le fosse tornato alla mente che davanti a lei ci fosse Newgate.
La donna scattò, tornando a fissare il commilitone con sguardo truce, ma ormai il danno era fatto e Barbabianca la fissava con occhi sgranati come intontito.
Se glielo avessero chiesto avrebbe ritenuto molto più plausibile vedere uno stormo di maiali librarsi leggiadri nel cielo piuttosto che quella scena a cui aveva appena assistito.
Mai, nemmeno in un milione di anni, avrebbe mai scommesso di vedere Linlin cedere così e mai avrebbe pensato di vederla regalare gesti così affettuosi: ora era sempre più convinto che Jonathan Tew fosse un uomo incredibile.
 
- Edward, la fai finita di fissarci come un’imbecille e ci dici cosa ci dovevi dire? – chiese lei stizzita ed innervosita per la figuraccia appena fatta.
- Gurararara! – esplose finalmente il pirata – Non posso crederci! Il lato dolce e tenero di Charlotte Linlin! Gurararara! –
- Se non ci dici immediatamente cosa sei venuto a dirci te lo mostro io il mio lato tenero stronzo di merda! Ti stacco la testa e la appendo sul ponte della mia nave! –
Jonathan trattenne una risata, Linlin imbarazzata continuava a divertirlo come i primi giorni.
- Va bene, va bene, hai ragione. – sbuffò lui asciugandosi una lacrima e tornando serio. – c’è un posto tranquillo dove possiamo parlare? –
- Possiamo andare nel retrobottega, così mentre parlate vi posso preparare qualcosa da mangiare. –
La rosa ringhiò irritata dirigendosi a passo rapido verso la pasticceria del compagno.
- Vediamo di fare in fretta Newgate, hai già rubato fin troppo tempo a me e Jonathan in uno dei suoi giorni liberi. –
L’uomo diede un veloce sguardo al ragazzo che si limitò ad alzare le spalle come a volergli dire di non dare troppo peso alla cosa per poi fargli segno di seguirlo.
 
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- Allora. – cominciò senza troppi convenevoli Linlin quando furono soli. – Cosa dovevi dirmi? –
Barbabianca andò a prendere un abbondante sorso del sakè dolce che Jonathan gli aveva offerto prima di dirigersi verso la cucina per preparare loro qualche dolce da mangiare mentre discutevano.
Il corvino aveva preferito assentarsi lasciando ai due pirati la possibilità di parlare con più libertà delle loro questioni e soprattutto permettendo a Linlin di essere in una situazione di maggiore tranquillità; perché, sapendolo in cucina al fianco del padre, avrebbe sicuramente avuto una preoccupazione in meno.
- Riguarda Xebec Linlin. – cominciò serio – Non gli sta piacendo per niente come ti stai comportando nell’ultimo periodo, è nervoso e pieno di rabbia, sai meglio di me che non gli piace che la sua autorità venga minimante messa in discussione. –
- E con questo? È sempre stata chiara fin dal primo istante la natura della nostra alleanza: non è il nostro leader, è semplicemente un imbecille megalomane che seguiamo perché condividiamo ambizioni comuni, siamo utili gli uni agli altri. –
- Sai molto bene quanto può essere vendicativo e stupidamente impulsivo. –
- Sa di Jonathan? – chiese a nervi tesi – Newgate giuro che se gli hai rivelato qualcosa… -
- No, non sa nulla, ma potrebbe indagare e potrebbe scoprirlo. – continuò, in tono genuinamente preoccupato – e sai alla perfezione di come Silver Axe non vede l’ora di rifarsi su di te, se scoprissero di Jonathan potrebbero… -
 
Linlin a quel puntò esplose in una fragorosa risata.
- Silver Axe? Far del male a Jonathan? – chiese appoggiando il mento sul palmo della mano – Anche se quel viscido bastardo dovesse provare ad avvicinarsi a lui quando io non ci sono, non riuscirebbe ad alzare nemmeno un dito per ferirlo: Raian è ben oltre la sua portata come avversario e se dovesse provarci come me presente sarò io di persona a spezzare ogni singolo osso nel suo corpo. –
- Che intendi dire? –
- Con cosa? –
- Con la questione di Rain, come fai a… -
- Ha voluto testare la mia forza. – rivelò – Voleva vedere di persona se fossi in grado di proteggere suo figlio. –
- E? –
- E il risultato l’ha soddisfatto, ho passato il suo stupido test, ma credimi quando ti dico che Silver Axe non potrebbe sconfiggerlo nemmeno fra un milione di anni, fra lui e quell’uomo c’è un muro insormontabile, diavolo ho dubbi che persino tu possa batterlo! –
Il biondo prese l’ennesima sorsata di sakè, mantenendo lo sguardo serio e attento sulla donna.
- È così forte? –
La rosa si fece estremamente seria, non le piaceva elogiare gli altri, men che meno persone che lei riteneva le avessero arrecato offesa o per le quali non nutriva particolare simpatia.
- È un mostro. – si limitò a dire – Durante il nostro allenamento, se così lo si può definire, ho usato più volte l’Haki dell’armatura per difendermi dai suoi attacchi e i suoi pugni hanno fatto comunque un male cane: non so se sia riuscito ad usare l’Haki a sua volta tanto velocemente da non permettermi di accorgermene o se non ne ha avuto bisogno e non saprei dire quale delle due cose sarebbe più impressionante, comunque sia né al capitano, men che meno a Silver Axe converrebbe rischiare.  –
- Se è vero quello che dici non ci sono dubbi sulla sua forza, ma in tutti i casi cerca di non antagonizzarti troppo il Xebec, lo dico per il tuo bene, per il vostro bene, è evidente quanto tu ci tenga a quel ragazzo, quanto tu ci tenga a tutto questo. –
- Io non… -
- Oh, Linlin non provarci nemmeno a propinarmi una delle tue stronzate, è evidente che provi dei forti sentimenti per Jonathan, lo vedrebbe pure un cieco! Non ho mai visto i tuoi occhi così vivi come su quel molo, poco fa, come guardavi lui e come hai guardato me: saresti stata pronta a morire per difenderlo, quindi finiscila di raccontare stronzate per una misera questione di ego. –
Big Mom tacque deglutendo il boccone amaro della sconfitta; per quanto avesse ammesso già a sé stessa e lo avesse mostrato più volte a lui le era ancora quasi impossibile ammettere davanti ad altri cosa provasse per Jonathan.
- Lo ami veramente eh? –
Nessuna risposta.
- D’accordo, lasciamo stare quest’argomento, ma cerca di non scordare quello che ti ho detto, è importante. –
 
Jonathan entrò nella stanza proprio in quell’istante, con un tempismo perfetto e un vassoio carico di pasticcini e, naturalmente, cupcakes.
- Vi ho portato qualcosa da mangiare come promesso. –
- Sei gentile come sempre Jonathan, ma Edward stava proprio per andarsene – soffiò scorbutica la pirata – Non è vero? –
Il corvino sembrò deluso da quella notizia.
- Oh, ma è appena arrivato è un peccato! La prego di restare signor Newgate! Questa sera ci sarà una festa sull’isola, è particolarmente piacevole e divertente, rimanga almeno per godersela! –
- Jonathan non credo proprio che Edward sia interessato a… -
- Mi fermerò sicuramente! Grazie dell’invito e dei pasticcini! Sono deliziosi! –
Con un sorriso furbo prese a fissare la donna che ora appariva estremamente innervosita, il fatto che Barbabianca fosse giunto sull’isola per avvisarla non significava in nessun modo che avrebbe perso un’occasione così d’oro per darle fastidio e divertirsi a sua volta.
- Ah! Vai al diavolo Newgate! – imprecò – e tu Jonathan la prossima volta fatti i fatti tuoi! –
- Ma io… -
Linlin si alzò si caricò il ragazzo in spalla come un sacco di patate e si avviò a lunghi passi verso l’uscita.
- Resta pure qua quanto ti pare, ma vedi di non infastidirci! –  urlò sbattendosi la porta alle spalle.
Edward rimase lì a fissare la porta di legno e a masticare dolci bevendo sakè con un vago sorriso sulle labbra.
 
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Le strade della città cominciavano ad essere addobbate già prima del tramonto e le prime luci delle lanterne colorate cominciavano a venir accese.
Era una vista piacevole, una di quelle che uno come lui non vedeva molto spesso.
Barbabianca seppur dal temperamento decisamente più bonario dei commilitoni, rimaneva pure sempre un Rocks e non era raro che chiunque fuggisse alla sua presenza, rendendogli impossibile godersi momenti di tranquillità come quelli.
Certo, era già stato a delle “feste”, ma erano di un tipo decisamente diverso e con compagnie decisamente diverse, assolutamente meno gradevoli rispetto a dei sereni paesani come quelli che abitavano l’isola.
Probabilmente era il fatto che ormai eran più che abituati alla presenza di Linlin a renderli tranquilli al suo girovagare, scansò con un sorriso due bambini che si rincorrevano prima di venir fermato da una voce non troppo amichevole.
 
- Cosa ci fai qui Newgate? Non vi avevo forse avvisato che non volevo più vedervi sulla mia isola? –
Il pirata si fermò, voltandosi nella direzione del suo interlocutore.
- Indra sono… -
- Chiamami Raian, questo è il mio nome ed è questo quello che userai. –
- Raian son semplicemente venuto qui per avvertire Linlin di una questione importante, nient’altro. –
- Vi avevo chiaramente detto di tenere i vostri sporchi affari lontani da questo posto! L’unica ragione per cui Linlin può rimanere è perché è la compagna di mio figlio. –
Il biondo corrugò la fronte innervosito, non gli piaceva nemmeno un po' il tono con cui Raian gli stava parlando, men che meno dopo che era venuto lì per avvisare Linlin e Jonathan di un pericolo che sarebbe potuto incombere su di loro.
- Ti ho già detto che non ho intenzioni nocive. – soffiò a denti stretti.
- E io ti ho già detto che non voglio né tè né i tuoi compari da queste parti. Sparisci. –
- Altrimenti? –
- Altrimenti ti faccio sparire io. –
L’aria cominciò a vibrare, Newgate poteva sentire chiaramente l’Haki del Re Conquistatore di Rain in procinto di esplodere, non lo aveva ancora rilasciato eppure già ne sentiva le vibrazioni sulla propria pelle.
Un brivido di eccitazione gli scosse l’intera schiena: la sola idea di affrontare un avversario del genere gli faceva ribollire il sangue.
Fece un passo in avanti con un sorriso beffardo stampato sul volto, pronto a combattere.
- Allora coraggio, mostrami tutta la potenza del Dio della Folgore. –
- Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo. –
 
- Ma siete diventati scemi tutti e due?! – un urlo, tuttavia, spezzò improvvisamente quella tensione che si era creata nell’aria – Volete scontrarvi qui in mezzo? –
Linlin li fissava a braccia incrociate irritata, aveva capito immediatamente dove la situazione stava andando a parare ed era intervenuta in tempo prima che succedesse il danno, al suo fianco Jonathan che più che innervosito sembrava esasperato dall’ennesima scenata a cui era costretto ad assistere.
Ma perché la gente doveva essere così esageratamente drammatica? Non si poteva provare, per una singola volta, a risolvere una questione ragionando e parlando per qualche secondo?
- C’è troppa gente! Combinereste un gran casino assolutamente per nulla! – naturalmente le sue preoccupazioni erano rivolte alla presenza li vicino del compagno, degli altri non le importava assolutamente nulla, ma quella era una buona scusa per nascondere i suoi eccessi di preoccupazione.
- Papà, Barbabianca dice il vero è solo venuto per aiutarci con una questione personale, non devi preoccuparti, sono stato io a invitarlo a restare. –
Raian sospirò e si passò una mano fra i capelli di platino; forse si era effettivamente spinto troppo oltre.
- E va bene, ho esagerato, ti chiedo scusa Newgate, per farmi perdonare questa sera offro da bere io. –
Il biondo fissò la rosa e il corvino poi riportò il su sguardo su Raian e sospirò, rilassando i muscoli.
- D’accordo, effettivamente combattere qui sarebbe inutilmente dannoso, accetto le tue scuse e accetto ancora più volentieri la bevuta offerta. –
- Papà! – l’urlo di Helen arrivò prepotentemente alle loro orecchie – Smettila di fare lo scemo e combinare casini e vieni ad aiutarmi! Dobbiamo infornare i dolci da vendere alla festa in paese questa sera! –
La ragazza si alzò sulla punta dei piedi e afferrò con decisamente poca gentilezza il lobo dell’uomo per poi cominciare a trascinarlo verso la loro bottega.
- Aio! Aio! Vengo non tirare così mi fai male! –  protestò lui inutilmente mentre veniva trascinato via sotto gli occhi sbigottiti dei due Rocks e sotto lo sguardo divertito di Jonathan.
- Ma tuo padre non… -
- Oh, certo, ma contro la mia sorellina è più indifeso di un gattino bagnato! – sghignazzò il pasticciere allacciando il braccio con quello della compagna – cosa ne dici se adesso torniamo a goderci la nostra passeggiata? –
La donna si limitò ad annuire, cercando di ignorare Newgate che continuava a fissarli.
- Oh, e Barbabianca –
- Sì? –
- Ci vediamo alla festa di questa sera! Vedrai che sarà fantastica!  -
 
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Quella era una giornata che Edward Newgate non avrebbe facilmente dimenticato.
Fissò prima il grosso boccale di birra mezzo vuoto, poi di nuovo la scena che gli si parava davanti: Jonathan, dopo diversi tentativi in cui la donna si era mostrata restia era riuscito a convincere Linlin a ballare con lui mentre un gruppo di saltimbanchi suonavano allegre canzoni di mare.
Si passò la grossa mano sul volto e tornò a fissare la birra che teneva fra le mani, ne aveva bevuta parecchia, eppure era perfettamente sicuro di non essere ubriaco; quindi, quella che si trovava davanti non era assolutamente un’allucinazione, eppure era talmente assurda come situazione che faticava a credere fosse reale.
Aveva capito che Linlin si fosse ammorbidita, aveva perfettamente compreso che ci tenesse realmente a quel ragazzo, infondo lo aveva visto lui stesso sul molo quella mattina e lo aveva persino ribadito alla donna quel poco dopo, ma non avrebbe mai creduto di poter vedere un’espressione simile sul suo viso: aveva il sorriso stampato sul volto, era felice e ballava spensierata, lasciando che Jonathan la stringesse a sé e ricambiando con un’assurda delicatezza.
Gli occhi di Linlin erano incredibilmente brillanti…vivi e Barbabianca dovette ammettere a sé stesso di essere un po' geloso di quella felicità.
 
- È…incredibile. –
- Cosa? – chiese Raian che stava bevendo seduto poco distante dal pirata.
- Tuo figlio, quello che ha fatto, come è riuscito a cambiare Linlin è…è semplicemente incredibile. –
- Jonathan è un uomo incredibile, non potrei essere più fiero di lui, è sempre riuscito a far breccia in qualsiasi muro che una persona costruisse attorno al suo cuore. –
- Linlin aveva più che altro una corazza di diamante…ci conosciamo da tanti anni ormai, abbiam combattuto e solcato i mari assieme, non credevo fosse possibile vederla con quell’espressione sul viso. –
- Non approvo la scelta che ha fatto mio figlio, poteva avere di meglio, ma lui è felice e quindi lo sono anch’io. –
Newgate soffocò una risata – Sai io ho sempre desiderato dei figli, il mio sogno è proprio quello di costruire una grande famiglia, quindi, anche se non ne ho ancora, posso capire benissimo le tue preoccupazioni, perché le avrei anch’io. – finì la birra rimanente con un’unica sorsata – Ma posso assicurarti che lei non permetterà mai a nessuno di avvicinarsi a Jonathan per fargli del male. –
- Questo lo avevo intuito. – rispose inarcando leggermente le labbra prima di mangiare una castagna caramellata – Ma non posso far a meno di preoccuparmi, Jonathan non è come noi, lui è un brav’uomo e Linlin volente o nolente lo trascinerà nel vostro mondo, dove per gli uomini buoni non c’è spazio. –
- Può essere che tu abbia ragione, oppure può essere che lui trascini lei nel suo, l’ha già cambiata in meglio, potrebbe farlo ancora. –
Raian era in procinto di rispondere, quando un’esplosione proveniente dal porto richiamò immediatamente la sua attenzione e quella di tutti i presenti, compresi Linlin e Jonathan, il quale non perse tempo e prese a correre in direzione del molo.
 
La scena che gli si parò davanti era tremenda, una nave mercantile, poco distante dalla banchina, era completamente in fiamme, mentre una scialuppa di salvataggio remava disperata verso riva, a bordo c’erano tre uomini, due dei quali stavano reggendo una giovane donna che urlava disperata, dimenandosi e cercando di sfuggire alla loro presa.
- Tuo padre ed Edward stanno arrivando, hanno avvertito i soccorsi, cosa è successo? – chiese Linlin che aveva appena raggiunto il pasticciere, che osservava col cuore in gola scena.
- Non…non ne ho idea. –
- Trasportavamo i fuochi d’artificio, ma c’è stato un incidente nella cambusa, è esploso tutto. –
Commentò l’uomo che doveva essere il capitano salendo sul molo con la donna sulle spalle, che furiosamente stava continuando a colpirgli la schiena.
- Lasciami andare brutto stronzo! C’è ancora la mia bambina là dentro! Non potete lasciarla la a morire! –
- Avete lasciato una bambina a bordo?! –
- Senti ragazzino. È già tanto che non abbia gettato questa clandestina in acqua e abbia scelto di portarla a destinazione, non rischierò la vita per la sua marmocchia! Non avevamo tempo, così ho salvato solo lei. –
Gli occhi di Jonathan si infamarono e per la prima volta Linlin vide effettiva ira in quei bellissimi pozzi azzurri, lo vide avere scattare con rabbia verso il vecchio mercante per poi fermarsi e fissare la nave.
- Jonathan…cosa vuoi fare? –
- Mio padre ci metterà troppo e tu non puoi nuotare. – rispose semplicemente prima di gettare a terra la giacca, togliersi le scarpe con un veloce gesto dei piedi e tuffarsi in acqua.
- Jonathan! – urlò la rosa facendo per seguirlo d’istinto per fermarlo, ma bloccandosi immediatamente.
Non poteva andare con lui, quell’imbecille si era appena buttato in acqua per andare a salvare una bambina di una completa estranea e lei non poteva seguirlo e proteggerlo o sarebbe annegata.
Passarono minuti che sembrarono anni, nei quali Raian e Barbabianca raggiunsero a loro volta il luogo dell’incidente, la rosa si voltò di scatto verso Raian afferrandolo per il collo della camicia.
 
- Quell’idiota di tuo figlio si è appena buttato in acqua per salvare una bambina di una maledettissima estranea! Tuffati! Vai a salvarlo impediscili di buttare via la sua vita per nulla! –
L’uomo scansò le mani della pirata con poco garbo – E come? A questo punto sarà ormai sulla nave, alla velocità con cui sta bruciando non farei in tempo a trovarlo e anche se lo trovassi, sai alla perfezione che non lascerebbe mai quella bambina a bruciare da sola. – sospirò sconsolato fissando la nave – possiamo solo pregare che faccia in tempo. -  
- Sei suo padre! Non ti interessa se muore?! –
- Non morirà, ho fiducia in lui, ho fiducia in mio figlio. –
- Raian ti prego vai ad… -
Una nuova esplosione troncò le parole di bocca alla piratessa.
La nave era saltata in aria, non rimaneva che una carcassa di legno che sprofondava verso il fondo del mare.
- Jonathan!! – urlò a pieni polmoni facendo per gettarsi in acqua, ma fu immediatamente placcata da Newgate che la costrinse a fermarsi, Raian strinse i pugni e chiuse gli occhi mentre sentiva le lacrime solcargli il viso.
- Sei scema? Morirai! –
- Lasciami! Lasciami! Jonathan! –
- Linlin! Datti una calmata!  -
La rosa continuava a divincolarsi, ma il biondo tenne salda la presa e le energie di Linlin si spensero in fretta.
Sentì le gambe crollargli e non reggere più il suo peso, cadde in ginocchio, cominciò a sentire un enorme peso sul cuore e gli occhi cominciare a bagnarsi, non sentiva più nulla, nemmeno le urla disperate della donna che chiamava il nome di sua figlia, era come se si fosse immersa nel vuoto.
- Jon… -
Proprio in quel preciso istante, Jonathan emerse di scatto dall’acqua con la bambina sottobraccio prendendo un’ampia boccata d’aria, Raian si tuffò immediatamente per andare a soccorerlo.
- Jonathan! – scattò in piedi fissando il compagno mentre si avvicinava a larghe bracciate verso il molo, aiutato dal padre.
 
Quando giunse a riva e risalì sulla terra ferma riconsegnando la bambina nelle braccia della madre questa gli saltò a collo.
- Grazie! Grazie! Grazie! Hai salvato la mia bambina, non so come ringraziarti! –
- Non si preoccupi, non potevo certamente lasciare che una bambina così piccola morisse, non me lo sarei mai perdonato. –
Linlin da quel momento era rimasta in silenzio, aveva provato una tale quantità di emozioni in così poco tempo che le era stato impossibile pronunciare anche solo una singola parola, anche causa l’enorme scarico di tensione che le aveva provocato constatare che il compagno stesse effettivamente bene e che non fosse più in pericolo.
Lo osservò sedersi sul molo per riprendere fiato, mentre diverse persone accorrevano per assistere i naufraghi e spegnere le ultime fiamme del relitto ormai quasi affondato del tutto.
Non ci volle molto, a quel punto, prima che il molo tornasse deserto, alcuni avevano deciso di tornare ai festeggiamenti, altri, invece, fra cui Jonathan e Linlin, avevano preferito rincasare per riposarsi e riprendersi dallo shock.
Tornarono alla nave di lei e una volta nella cabina della pirata, il pasticciere, preoccupato per quell’inusuale silenzio, le carezzò il braccio con delicatezza.
 
- Linlin, scusami, non volevo farti preocc… - un violento schiaffo gli investi il viso, facendogli bruciare la guancia.
Linlin l’aveva colpito, si era trattenuta per evitare di fargli troppo male, ma l’aveva colpito.
- Hey! –  protestò lui massaggiandosi la guancia
- Non fare mai più una stronzata del genere! Non ti permettere di rischiare mai più la tua vita! –
- Linlin cosa stai dicendo? Non potevo certamente lasciare quella bambina morire! –
- Sì che potevi maledizione! –
- Come avrei potuto Linlin! Dimmelo! –
- Perché la tua vita è più importante Jonathan! Cazzo lo devi capire! – era furiosa e agitata, tanto da non importarle se i suoi sottoposti la sentivano, se avessero poi osato mettere bocca su qualcosa che non li riguardava ci avrebbe pensato dopo a ricordare loro a dovere qual era il loro posto.
- Linlin e se fosse stato uno dei tuoi figli? Come avrei mai potuto non… -
- Non mi interessa! Neanche se fosse stato uno dei miei figli! Sacrificherei ognuno di loro se significasse salvarti la vita! Dannazione Jonathan mi hai promesso che saresti sempre rimasto al mio fianco, non puoi lasciarmi! Non puoi! – la voce era la solita, violenta, presuntuosa e prepotente, ma non era sicura e salda come al solito, era più spezzata e incerta, tanto da far sembrare la donna un po' più piccola di quello che era.
Jonathan comprese quanto si fosse spaventata, comprese che quello sfogo era un modo per aprirsi un poco, un tentativo di una donna che stava imparando da appena qualche mese a farlo, decise dunque di ignorare quelle parole orribili sui figli, che una madre non avrebbe mai dovuto pronunciare, perché era sicuro che nel profondo del cuore non le pensasse veramente, semplicemente quella era un’ennesima parte della corazza che lui doveva ancora aiutarla a rimuovere.
- Linlin… -
- No! Linlin un cazzo! Perché non lo capisci! Non posso perderti! Non voglio! Dannazione Jonathan ti amo! –
Calò il gelo e gli occhi del corvino si fecero lucidi mentre la piratessa si portò le mani alla bocca, ancora incredula di cosa aveva appena ammesso.
Non erano un segreto i sentimenti che Linlin provava, almeno non per Jonathan, ma lei non li aveva mai ammessi ad alta voce.
- Fin ora…fin ora non me lo avevi mai detto. – sorrise mentre lacrime di gioia scesero lungo le sue guance.
- Io non…non so di cosa parli! – borbottò lei rossa in volto, cercando di nascondere la questione proprio come una bambina, ma Jonathan la trascinò verso di sé dandole un dolce e appassionato bacio.
- Ti amo anch’io Linlin e non devi avere paura, non lascerò mai il tuo fianco, non sarai più sola, te l’ho detto. –
Questa volta fu lei a baciarlo, ci mise tutto il desiderio e la passione che aveva in corpo, lo spinse sul letto e si sistemò sopra di lui continuando a cercare le labbra e la lingua del compagno con foga.
Jonathan allacciò le braccia dietro la schiena di lei, regalandole dolci carezze.
Così si lasciarono andare all’ennesima notte di passione, inconsapevoli però, che quella avrebbe cambiato le loro vite per sempre.
 
 
 
Angolo autore: Eccomi qui! Questa volta son stato un po' più rapido nell’aggiornare, anche se comunque questo è rimasto un capitolo travagliato, modificato e rimodificato, perché ero pieno di dubbi e di incertezze su come gestire moltissime cose XD in primis il primo ‘ti amo’ di Big Mom doveva essere in un altro momento, ma son contento di averlo inserito qua!
Sto cercando di non andare follemente OOC con Linlin, ma è proprio difficile scrivendo una storia d’amore con lei in mezzo lol.
Ho anche deciso di rimuovere l’elenco dei capitoli dalla descrizione, alla lunga, se mai ci saranno nuovi lettori, avrebbero seriamente rischiato di spoilerare troppo.
Voglio ringraziare come sempre in modo particolare Fenris, Yumi e Giuly! E anche tutti voi lettori silenziosi, mi sto divertendo tantissimo a scrivere questa storia e il vostro supporto vuol dire veramente molto!
Grazie infinite!
Alla prossima!
 
- Amiba
   
 
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