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Autore: Mikirise    29/02/2024    1 recensioni
I video che più si avvicinano alla parte umana di Deku sono quelli girati durante il funerale di All Might. Se Deku si fosse trovato o avesse avuto un’agenzia normale alle sue spalle, quei video sarebbero stati cancellati dalla faccia della terra e molte persone sarebbero state denunciate per un comportamento così cattivo nei suoi confronti, ma Deku è l’agenzia di eroi All Might, una one-man agency in cui non solo non ci sono spalle, non ci sono nemmeno avvocati, non ci sono curatori dell’immagine personale online e nella vita reale o consulenti esterni. Perché l’agenzia è soltanto Deku e perché per lui è inutile danneggiare il rapporto con le persone per piccolezze come lo stalking, quei video sono così facili da trovare da far salire il sangue al cervello per la rabbia.
In effetti, era solo questione di tempo prima che Deku perdesse la testa, in una situazione del genere.
«Come faccio a tirarti fuori da lì?» borbotta Katsuki.
O, dopo la morte di All Might le strade di Bakugou e Midoriya si incrociano di nuovo nonostante siano in due fasi differenti della vita
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Best Jeanist, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[3.5]

«Ti ho visto con la testa che continuava a macinare qualcosa, per questo ti ho dovuto fermare. Tra noi due, quello che pensa tanto sono io e tu sei quello che agisce d'impulso. Hai un buon intuito, perché non sfruttarlo?» Deku continua a mangiare mandarini, per qualche ragione. Sta seduto davanti al tavolino, tiene le gambe incrociate e spezza il mandarino in due. Metà degli spicchi li infila in bocca a Katsuki e metà li lascia su un piattino bianco. Prende una mela rossa fuji e inizia a tagliarla in vari spicchi. Ha le labbra arrossate e gli occhi sembrano essere un po' lucidi. «Per me era abbastanza chiaro. Prima mi chiedi se andrò agli appuntamenti al buio, poi mi dici nel modo più drammatico possibile di venire da te e scegliere te. Quando mi hai slacciato le scarpe pensavo avresti fatto qualcosa e quando non hai fatto niente mi sono sentito così stupido… Poi sì, certo, la questione del letto, ho accettato missioni insieme a te… che problemi hai? Sul tetto non era il momento giusto per fare qualcosa? Prendersi la mano, un bacio?»

Katsuki mastica a forza i mandarini. Si gratta dietro l'orecchio, distogliendo lo sguardo da Deku per qualche secondo, prima di trovare una risposta. «Tu mi hai detto che non volevi più vedermi.»

Deku fa una smorfia. Alza lo sguardo per fulminare Katsuki e taglia la mela con un po’ troppa forza. «L'ultima volta, non mi hai chiesto di stare con te. Al diploma mi hai solo chiesto scusa.» Schiocca la lingua contro il palato e alza un lato delle labbra. «Per le cose che ho fatto, per le volte che hai pianto… non facevi che ripetere che ti dispiaceva. Hai elencato i motivi per cui sarei dovuto essere arrabbiato con te, non stavi guardando me, in quel momento. Guardavi al bambino senza Unicità con cui litigavi al parco quando eri piccolo. Come altro ti avrei dovuto rispondere? Mi hai fatto incazzare, perché non solo non stavi aspettando una risposta, volevi solo toglierti un peso dal petto e io lì non c'entravo niente. Vuoi ancora parlare del giorno del diploma? Testa di cazzo.» Schiaffa in bocca a Katsuki uno spicchio di mela, quasi strozzandolo. «E non è nemmeno la cosa peggiore! Non è nemmeno il motivo per cui avrei voluto strozzarti con le mie stesse mani.»

Katsuki tossisce un po’, portandosi una mano sul petto. «Sei impazzito?» gli chiede, alzando un pugno in aria.

«Io non ho mai avuto paura di te, Kacchan» continua il suo discorso Deku, sbattendo il coltello sul tavolino. Si gira verso Katsuki, ma la sua espressione arrabbiata non dura nemmeno mezzo secondo. Scuote un po’ la testa e si lascia sfuggire una risata così leggera da sfuggire appena sbatti le palpebre. «Mi faceva paura il dolore, all'inizio. Non per molto. Ho avuto problemi nell'accettare che c'è qualcosa di masochista in me. Sono contento di sapere che c'è anche in te… o forse sei solo cattolico?»

Katsuki ruota gli occhi. Deku non è molto bravo a tagliare la frutta. La metà della polpa della mela è rimasta attaccata alla buccia e gli spicchi hanno tutti una grandezza diversa, uno spessore differente. Katsuki ride tra sé. Deku per qualche motivo non sa fare nemmeno un lavoro di casa, non importa quanto semplice questo sia. «Tra noi due, ero io quello terrorizzato da te, immagino.» prende tra le dita uno spicchio di mela e se lo porta alla bocca. 

«Esattamente.» Deku si allunga per lasciare un bacio sulla fronte di Katsuki, muovendo la frangia indietro con una mano. «E dovresti iniziare ad aver paura anche di mia mamma. Ha detto che appena saremmo arrivati a questo punto avrebbe parlato con te in privato.»

Katsuki aggrotta le sopracciglia e guarda Deku sorridere e alzarsi in piedi per andare a prendere dei fazzoletti di carta in cucina.

 
  
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