Anime & Manga > Yuukoku no Moriarty/Moriarty the Patriot
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Autore: Rjsecretful    27/03/2024    0 recensioni
Cosa è successo tra la fine del volume 8 e l'inizio del volume 9? Aver avuto un momento amichevole con Sherlock a Durham ha dato tanta gioia a William, come in ogni momento trascorso insieme all'eccentrico investigatore. Ma che cosa succederebbe se in questo intervallo di tempo fra i due volumi, dato per scontato nel manga, accadessero degli eventi eccezionali, in cui il Professor Moriarty, per la prima volta, scoprisse qualcosa di più? Qualcosa di leggermente oltre il suo legame con Holmes, che lo induce a rivedere se stesso con una visione alternativa?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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“Io, come lei ha saputo…” inizió a raccontare Samantha, dopo aver invitato il professore a risedersi, poiché stava per narrare una lunga storia. “Sono nobile solo a metà. Ho ereditato il sangue nobile da mia madre. Quando lei conobbe mio padre, che invece era borghese, la sua famiglia di certo non approvava il fatto che si fosse innamorata di una persona appartenente a un ceto piú basso. Peró lei amava mio padre con tutto il cuore. Sia lei che lui erano pronti anche a sfidare la sorte, pur di poter stare insieme per il resto dei loro giorni. Si sposarono in segreto, e quando furono pronti a dichiarare di essersi uniti in matrimonio, scatenarono il disappunto dei miei nonni materni, che ripudiarono mia madre. Cosí lei andó a vivere con mio padre e, qualche tempo dopo, nacqui io. Eravamo una famiglia davvero felice e unita, gli anni che trascorrevo insieme a loro, malgrado tutte le avversitá della vita, erano tempi sereni. Mio padre era un uomo retto e giusto, e mia madre una donna dall’animo dolce, peró entrambi mi hanno dato tanto affetto, ed é soprattutto merito di mio padre se mi piace studiare. Io desideravo, con tutta me stessa, diventare come lui: una persona colta e scaltra, ma anche saggia e con un alto senso della giustizia. Un giorno peró, quando io avevo 14 anni, in casa nostra irruppe mio zio, il fratello di mia madre. Quando mio padre aprí la porta e vide quell’uomo, la mamma, che dalla stanza adiacente all’atrio, aveva visto tutto sporgendosi dalla porta, mi disse di restare in camera mia e io feci cosí. Attraverso le mura origliai e riuscii a udire qualcosa della discussione che i miei genitori ebbero con mio zio. Compresi che lui non era riuscito ad avere eredi, e perció, venuto a sapere che mamma e papà mi avevano avuta, intendeva prendermi con sé per poter portare avanti il nome della famiglia nobile da cui provenivo. Mio padre si oppose apertamente. Lo sentíi urlare, dicendo queste testuali parole… 

Come osate venire qui a chiedere di cedervi la mia prole come se fosse una merce di scambio? Voi e la vostra famiglia avete disconosciuto mia moglie, e adesso, solo perché vi fa comodo, venite da noi in cerca di un erede? Non lasceró mai niente a gente come voi!

Dopo quella discussione, mio zio si congedó. I nostri guai, peró, non finirono lí. Il giorno dopo, mio padre sparí misteriosamente, e la sera di qualche giorno seguente, io e mia madre venimmo a sapere che era stato reperito, nelle vicinanze di casa nostra, il suo cadavere. Dalle indagini, risultó che si fosse trattato di un omicidio, ma non fecero mai approfondimenti per capire chi fosse il colpevole.”
Arrivata a questo punto degli eventi, i pugni di Samantha, poggiati sulle cosce, tornarono a stringersi, strattonando i pantaloni.
“In seguito alla notizia, io e mia madre rimanemmo senza una garanzia di sopravvivenza e perció, per non morire di fame, la sola cosa che potevamo fare era accettare la richiesta di mio zio e passare sotto la sua protezione. Da quel momento, é stato tutto un inferno. Lo zio ci ha accolte in malo modo, e ha iniziato a imporre, su di noi, un rigido controllo, perché purtuttavia non ha mai perdonato a mia madre il fatto di aver sposato un borghese. Per questo motivo lui la tratta sempre male, non fa che sminuirla e offenderla, trattandola come una schiava e picchiandola se fa un solo passo falso. Picchia anche me se mi metto in mezzo.”
William, per un soffio, non si lasció sfuggire neanche una piccola reazione fisica, ascoltando queste ultime parole. Conosceva bene situazioni come quella che stava sentendo e comprendeva cosa dovesse provare Samantha. Gli riaffioró alla mente quando subiva le bacchettate della Contessa Moriarty, madre del fratello adottivo Albert. Il biondo non lasció intendere niente, ma dentro gli ribollivano le viscere. 
“Capisco.” disse William.
“Perció lo vede…” continuó Samantha. “Perché non posso rivelare di essere una femmina? Non lo faccio solo per poter studiare, ma anche per mia madre. Se lo zio scoprisse che non sono un maschio, e che quindi in quanto femmina non posso ereditare il suo nome, se sottostiamo alla sua mentalità retrocessa, non so cos’altro potrebbe fare. Forse qualcosa di terribile…”
“Come hai fatto a raggirare tuo zio in modo che non sapesse la tua vera identità?” chiese il professore.
“Non é stato difficile prepararmi a questo.” rispose la ragazza. “Sapevo che mio padre aveva taciuto sul mio genere, e ho trovato la maniera di falsificare tutto quanto in modo che risultasse che io fossi un ragazzo a tutti gli effetti.”
“Dove hai imparato i trucchi che hai usato per celarti?”
“Beh, vede… mio padre era un eccellente avvocato. Conosceva alla perfezione la legge. Con l’aiuto delle conoscenze che ho appreso da lui, e che anche lui stesso mi ha impartito, ho trovato la maniera di aggirare le cose per costruire la mia falsa identità.”
William reagí con un lieve sorriso compiaciuto.
“Da tutto ció deduco…” disse portandosi l’indice al mento. “Che tu studi legge perché desideri diventare un grande avvocato come tuo padre.”
“Proprio cosí. È solo il suo nome che desidero portare avanti. Infatti, prima le ho detto che mio padre aveva un alto senso della giustizia. Nei processi difendeva le classi inferiori dai nobili corrotti. Ha aiutato molta gente, e vorrei poterlo fare anch’io. Anche e soprattutto perché voglio riscattare la memoria di papà e scoprire chi lo ha ucciso e perché.” rispose Samantha con tono che aveva tutto, tranne che i tratti di un modo di pensare puerile.
William si accasció allo schienale della sedia, poggió i gomiti sui braccioli, congiungendo i polpastrelli delle dita delle mani e accavallando una gamba sull’altra, senza perdere il sorriso.
“Devo dire che anche tu sei un’azzecca-garbugli nata, per riuscire a falsificare i tuoi documenti e farti passare per un ragazzo. Peró con me ti sei tradita.”
Samantha si passó una mano dietro la nuca, per nascondere l’imbarazzo.
“Sí, é vero. Sono stata sconsiderata. Ma il fatto é che, quando l’ho incontrata, mi si é aperto uno spiraglio di luce e ho quasi perso le staffe. Dopo che lei ha preso le mie difese, mi sono informata sul suo conto e ho saputo che, poco tempo fa, ha aiutato un giovane tipografo della facoltà ad ottenere una borsa di studio per avere la possibilità di studiare. Da questo fatto ho intuito che lei fosse una persona di buon cuore, e infatti, come diceva prima, ho iniziato a cercare, piano piano, di entrare in confidenza, perché speravo in un aiuto.”
“Allora perché ti sei incalzata, quando ho iniziato a interrogarti?” disse Moriarty.
“Le chiedo scusa.” disse Samantha, inchinando la schiena. “Il fatto é che io non mi aspettavo che lei mi avrebbe anticipato. Quando ho cominciato a capire che lei aveva intuito tutto, pensavo che volesse smascherarmi per penalizzarmi.”
“Capisco… oh, si é fatto tardi.” disse il giovane uomo, guardando il suo orologio da taschino. “Scusa, ti ho trattenuto a sufficienza. Per adesso puoi andare.”
“Ma allora come ha intenzione di agire?”
“Ti basti sapere, solo per ora, che faró tutto quello che posso.” rispose il biondo, mentre rassettava e raccoglieva il materiale che gli serviva, prima di dare il suo congedo. Si alzó dalla sedia dietro la scrivania e fece per andare verso la porta d’uscita. Ma quando fu sull’uscio, si arrestó, seguito dalla ragazza.
“Ah, giá! Senti un attimo.” disse rivolgendosi a lei.
“Che cosa c’é?” chiese la giovane.
“Tu mi sembri una persona molto intelligente e volenterosa, e credo che meriti a pieni voti di studiare. Perció…” l’uomo puntó l’indice in su e sollevó leggermente il mento. “Cerca di camminare un po’ di piú a testa alta.”
Lasciate queste parole, William aprí la porta e si fece da parte.
“Prego, vai pure.” disse con tono gentile.
Samantha fece un chino del capo e precedette il professore.
“Un ultima cosa.” improvvisó l’uomo, inducendola a rivoltarsi verso di lui, che era giá uscito e pronto a chiudersi dietro la porta. “Se dovessi trovarti in un momento di estremo bisogno, vieni pure da me.”
Samantha ebbe un attimo di perplessità, ma poi fece cenno di aver compreso.
“Bene, non ho altro da dirti. Ti auguro una buona giornata.” concluse Moriarty, dileguandosi.
Camminando, William si prese un momento per perdersi nei propri pensieri, riflettendo su Samantha, su quanto lei gli aveva raccontato, sul suo desiderio di diventare un avvocato, e soprattutto sulle ultime parole che gli aveva rivolto. Lei lo aveva definito una persona di buon cuore. Il biondo non dubitava della sincerità delle sue parole, ma il giudizio che lei gli aveva dato era del tutto ingenuo. Anche se lei non lo poteva sapere, lui era il Signore del Crimine, come avrebbe mai potuto definirsi un buon uomo? D’altro canto, peró, sentirsi dire una cosa del genere gli aveva allietato l’animo, non poteva negarlo. William avvertí un calore pervadergli il petto.
Che ragazza candida, pensó sorridendo, deve avere una forte fede nell’umanitá per credere che un uomo come me possa considerarsi buono. È senza ombra di dubbio nata da un vero amore. Peró, se davvero desidera seguire le orme del padre, spero che abbia la consapevolezza necessaria per capire che questo mondo é crudele e pieno d’insidie…

“Ma pensa! E cosí la tua famosa matricola in realtá era una donnina.” commentó Albert, dopo aver ascoltato tutti i fatti raccontati da William.
“Come avevo specificato ieri, le possibilità potevano essere due: o avevo davanti un invertito, oppure si trattava di un travestimento.” disse William.
“Avevo fatto centro, allora.” disse Bond. “Quando ci hai detto che questa persona potesse essere attratta da te, mi hai intrigato. Del resto, per noi non c’é da stupirsi di un tale caso, dal momento che anche io ero una donna.”
“Ah ah ah ah ah…” intervenne Jack con la sua solita risata. “Noi altri non ci avevamo minimamente pensato, escludendo te, Bond.”
“Che ragazza precoce!” esclamó Money Penny, mentre tagliava la bistecca. “Provare un’ammirazione cosí vicina all’innamoramento per un uomo piú grande di lei, e per giunta un insegnante. Secondo il Signor Freud questo potrebbe essere un caso di Complesso di Elettra.”
“Tsk…” sbottó Sebastian, mostrando dissenso. “A me non interessano queste teorie inutili. Sono solo stupidaggini.”
“Il punto di tutto…” s’impose William, battendo una mano sul tavolo della cena. “È che ho giá il sospetto di chi possa essere l’assassino del padre di Samantha Cooper.”
“È sulla base di che cosa lo dici?” domandó Lewis.
“Non é tanto difficile: un uomo s’intromette in casa sua con l’intento di chiedere di renderla il suo legittimo erede, la sua richiesta viene respinta e solo il giorno seguente il padre di lei scompare, per poi essere ritrovato qualche sera dopo, morto.”
Un secondo di silenzio.
“Non puó quindi essere solo una coincidenza?” chiese Fred.
“Una coincidenza abbastanza fortuita, in effetti.” disse Albert. “Da quanto dice William, il Signor Cooper era un avvocato che difendeva le masse. Non puó certo essere stato un semplice caso di brigantaggio o altro di simile, perché egli era un uomo ben voluto dalle classi medio-basse. Da chi altri, se no, poteva essere preso in antipatia, se non dai vertici? Se prendiamo in considerazione le circostanze nelle quali é stato ucciso, il campo si restringe.”
“Esattamente! A conferma di questo, si tratta di un caso alla nostra portata.” disse William.
“E allora dobbiamo intervenire. Sinceramente, dopo che ho appreso che quella ragazza é maltrattata dallo zio, insieme alla madre, mi sono infervorato, oltretutto.” disse Fred.
“Dunque come agiamo?” chiese Sebastian.
“La prima cosa da fare é scoprire i dettagli sulla morte del Signor Cooper. Bisogna scoprire cosa dicono i registri circa il suo assassinio, potrebbe esserci una traccia che ci dia una pista. Nel contempo, esamineremo il nostro sospettato, verificando se sia in possesso di qualche prova a suo carico.” disse William.
“Ma se non dovessero esserci prove? Voglio dire… Se il sospettato non dovesse essere il colpevole?” disse Lewis.
“Allora indagheremo ulteriormente. Per adesso, é meglio giocare con le carte che abbiamo a disposizione.” Rispose il professore.
   
 
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