Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: agatha    14/10/2009    0 recensioni
Una tazzina del caffè, di solito, serve solo per contenere un liquido. In qualche caso invece può cambiare totalmente la vita: così come succederà a Samantha, che incrocerà inaspettatamente la sua con quella di Kevin, Joe e Nick.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Davvero questa volta ho superato tutti i limiti di "postaggio". Spero che ci sia ancora qualcuna che ha voglia di leggere e seguire questa long. La cosa certa è che non rimarrà incompleta, non è da me postare senza portare a termine. Cercherò però di finirla possibilmente entro il 2010 xD

Ringrazio le anime pie che hanno commentato l'ultima volta:

Zia Tempy: chissà se avrai azzeccato con quelle riflessioni? Ma, soprattutto, chissà se un giorno tornerai per leggere il continuo? Io spero proprio di sì.

Zia Minako: La famosa granita al limone xD e invece adesso fa freddo, il prossimo sarà un cappuccino caldo xD Sam in effetti si è fatta tante di quelle complicazioni mentali che un po' ha ricordato Coco, chissà che non abbiano qualche parente in comune alla lontana... D'altronde come si fa a non farsi problemi se hai a che fare con i Jonas? La lei di Joe è ancora segreta ma piano piano si svelano altri indizi, sono sicura che saprai ricomporre il puzzle *annuisce convinta*

Ok, posto sennò tiriamo tardi... e come sempre Hope you'll like it!



Tanto Ryan era una persona odiosa e piena di sé, tanto aveva un fratello minore simpatico ed educato. Josh aveva un carattere completamente diverso: era il classico ragazzo della porta accanto, con i capelli chiari, gli occhi grigi e un sorriso rassicurante. Entrambi lavoravano in albergo, ma quest’ultimo si occupava del ricevimento clienti alla reception. Quando aveva scoperto la loro parentela Samantha era rimasta molto stupita e aveva fatto fatica a crederci.

Quel giorno entrambi avevano cominciato il turno alle 6,30 e verso metà mattina lui passò a trovarla. Non c’era nessuno nella zona bar e l’orario di colazione era ormai passato, per cui Josh si sedette su uno degli alti sgabelli e si fece preparare un caffè.
“E’ stata una mattinata davvero piena, senza contare una coppia che si è lamentata per la vista dalla camera e ha voluto assolutamente essere spostata da un’altra parte”
“Cosa c’era che non andava bene?”
“Adesso ti faccio ridere – dichiarò prima di avvicinarsi a lei con fare cospiratorio e abbassando il tono di voce – la camera era rivolta verso ovest”
“Terribile” dichiarò drammaticamente, assecondando il tono di Josh.
Le fece l’occhiolino e bevve un sorso di caffè.
“Mi sono sorbito per dieci minuti la moglie di quel tizio che mi ha spiegato l’importanza di avere le finestre rivolte ad est, per catturare i primi raggi di sole che infondono energia positiva per stimolare un qualche cosa che c’è nella testa e nel cuore”
“Davvero interessante, quasi quasi prendo appunti – scherzò prendendo in mano una penna - e poi che cos’hai fatto?”
“Le ho espresso tutta la mia solidarietà e le ho trovato una camera che andasse bene – sospirò - in più ho giurato di cambiare appartamento e, nell’attesa, devo assolutamente spostare il letto in modo da avere i piedi perpendicolari alla porta”
“Non oso domandarti per quale motivo lo devi fare”
Sghignazzando Josh finì di bere il suo caffè e le lanciò un’occhiata maliziosa.
“Meglio”

“Ho sentito che anche Demi Lovato alloggia in questo albergo” esordì Sam cambiando discorso.
“Sì, mi sono occupato io di tutti i particolari”
Incuriosita, dopo tutte le riflessioni fatte durante lo speciale di Camp Rock, gli fece qualche domanda.
“Com’è?”
“Non saprei, non ho avuto la fortuna di conoscerla. In compenso posso dirti che la sua assistente, Julia, è una persona deliziosa e molto spiritosa”
Appoggiò un gomito al bancone e piegò il palmo per sostenere il mento mentre ascoltava Josh.
“Davvero?”
Lui sorrise annuendo.
“Ci eravamo già sentiti per telefono quando mi ha spiegato quali erano le richieste della Lovato, poche ad essere sinceri, e quando ci siamo visti dal vivo è stata molto gentile. Inoltre è anche una ragazza carina”
“Me la immagino. Alta, slanciata, boccoli biondi e nasino all’insù” replicò Samantha con una smorfia.
Facendo no con il capo, l’amico le puntò l’indice contro ammonendola.
“Hai sbagliato completamente. E’ una ragazza normalissima, capelli lisci scuri e grandi occhi azzurri. Non è esattamente la classica bellezza che ti fa girare la testa, però ha qualcosa di particolare nello sguardo”
“Ti ha proprio colpito”
“Esagerata. E’ una persona simpatica tutto qui”

Josh rimase per un momento in silenzio, rigirandosi la tazzina tra le mani.
“Mi chiedevo… Hai notizie di Madleine?” chiese mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso.
“Sono stata a trovarla proprio ieri. Sembra che l’operazione sia andata bene dopo le ultime radiografie a distanza di qualche giorno. Dovrebbe essere dimessa per la fine della settimana e andrà a stare dai suoi per un po’” lo informò mentre ritirava il piattino e la tazzina ormai vuota.
“I suoi dove abitano?”
“Fuori NY, a Bridgeport*”
“Oh! Questo vuol dire che non la vedremo più finché non sarà guarita”
“Purtroppo sì – confermò lei un po’ triste – l’appartamento senza di lei mi sembra così vuoto. Sarà dura abituarmi a non averla intorno. Perché non vai a trovarla?”
“Io?”
Non le era sfuggito che, dopo la sua domanda, il rossore si era esteso fino alle orecchie.
“Certo. Le farebbe molto piacere, si annoia a passare tutto il giorno immobile in ospedale e con i tuoi racconti la terresti di buonumore”
“Tu dici? Magari non vuole…”
Lei afferrò uno strofinaccio e lo colpì ad una spalla.
“Non dire stupidaggini. Anzi, ti ordino di andare a trovarla. Si avvicina il saggio e non so quanto tempo libero mi rimarrà, almeno non mi sentirò in colpa” concluse inclinando il capo e guardandolo con espressione speranzosa.
Lui si alzò per tornare alla reception e sfoderò il suo famoso sorriso, che affascinava e ammansiva anche i clienti più riottosi.
“Se la metti così, non posso dirti di no” concluse in tono galante.
Un vero principe azzurro, senza dubbio pensò Sam manipolato da un’abile strega come me però.

*

Il tempo in albergo trascorse abbastanza velocemente. Con divertimento servì una famiglia olandese che cercava, in ogni modo, di parlare americano spiegandole da dove venivano e cos’avevano visitato durante la mattina. All’inizio era rimasta imbarazzata dato che le loro frasi non avevano minimamente senso. Poi, pian piano, riuscirono a capirsi e se ne andarono tutti molto orgogliosi di aver affrontato e superato quella prova.
Stava mettendo in ordine i bicchieri e le posate nella lavastoviglie quando il suono di un passo che si avvicinava la informò di un nuovo visitatore.
“Buongiorno” esordì Kevin con la sua solita voce allegra.
“Ciao!”
“Hai fatto lezione di olandese ho sentito” affermò sedendosi su uno degli sgabelli.
“Tu come fai a conoscerlo?”
Sfoggiò il suo sorriso seducente prima di rispondere.
“Ci sono certi aggettivi che conosco in almeno dieci lingue ormai, grazie alle fans”
“Non ne dubito – commentò sorridendo prima di tornare seria – non hai nient’altro da dirmi?”
“Che è una bella giornata?” scherzò lui.
Sam si appoggiò le mani sui fianchi.
“Che sei molto carina?” continuò prendendola in giro e ricevendo in risposta un’occhiataccia assassina.
“Mi stai tenendo apposta sulle spine?”
Kevin scoppiò a ridere divertito da tutta quella situazione.
“Ovvio!”
Come aveva già fatto prima con Josh, colpì la sua spalla con uno strofinaccio.
“Perfido”
“Ahia! Lo sai che le mie fans potrebbero linciarti per avermi colpito?” la prese in giro continuando a scherzare.
Ma Sam aveva un’ultima carta da giocare e, sorridendo malignamente, prese in mano la brocca del caffè all’americana, ancora mezzo pieno.
“Per scusarmi posso offrirti uno dei miei caffè speciali?”
Fingendo un’espressione spaventata, Kevin alzò le braccia dichiarandosi sconfitto.
“No, grazie, ci tengo a questa maglietta – le rispose vendicandosi, prima di continuare - ho avuto il via libera dato che non abbiamo impegni nel pomeriggio. L’importante è che torniamo entro le 18.00”
Nel sentire quelle parola lei saltellò dalla gioia, aveva sperato che la sua idea andasse in porto. Scivolò fuori dalla zona del bancone e si mise davanti a lui.
“E’ una bellissima notizia, non avresti potuto farmi più felice”
“Scommettiamo che ci riesco?” ammiccò con fare misterioso girando lo sgabello per mettersi davanti a lei.
“Cos’hai combinato Paul Kevin Jonas?”
“Mi piace quando pronunci il mio nome per intero sai?”
“Tu invece mi spaventi ed è per quello che lo uso”
Sfoggiò un altro dei suoi famosi sorrisi.
“Ho convinto anche Joe e Nick a venire con noi”
Ridendo lo abbracciò istintivamente, appoggiando il capo contro la sua spalla.
“E’ stupendo. Io… - si accorse di essere ancora appoggiata contro di lui – scusa mi sono lasciata trasportare”
Kevin le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, indugiando con le dita contro la sua guancia.
“Ho vinto la scommessa allora”
Imbarazzata da quel contatto, riuscì a mormorare solo una parola per paura di avere la voce tremante.
“Già”
Chi l’avrebbe detto che la sua idea si sarebbe conclusa con un abbraccio?


*si ringrazia la signorina Minako per aver trovato la cittadina di Bridgeport dopo aver consultato il suo mitico atlante xD
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: agatha