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Autore: DreamWriter    27/11/2009    2 recensioni
§Andrea è un attore precario in cerca di lavoro§
§Giulia è un’attrice appena affermata§
§Roberto è uno fra gli scrittori più famosi del momento§
Le loro vite si intrecceranno in una girandola d’amore e odio, di lacrime e sorrisi.
Questa è la storia non di un amore solo, ma di amori diversi che si incrociano, si rincorrono, si perdono, ritornano...
Questa è la mia prima storia inserita qui e spero che vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo VI
Pensieri e speranze


Sul balcone dell’hotel in cui mi ero presentato per fare i provini si godeva di una bella vista. Mi affacciai scrutando i tetti di Roma e ammirando da lontano la cupola della Basilica di San Pietro. C’ero nato in quella città e c’ero anche cresciuto. Ma non sentivo di farne parte. La guardavo come chi guarda una cartolina. Mi sentivo di essere un po’ uno spirito libero, senza radici, senza quasi identità. Fin da piccolo mia madre mi aveva assillato su quanto fosse bella la Sicilia e mio padre su quanto fosse bella la Lombardia. E io intanto sognavo l’America!
Immaginavo di abitare a New York, o Los Angeles e di essere un attore richiesto da Hollywood. Immaginavo che un giorno sarei salito sul palco per riscuotere il Premio Oscar! Ma avevo già venticinque anni e mi sentivo incredibilmente fuori età massima per cominciare la mia avventura da attore: c’erano molti divi, stelle, stellette e stelline varie della tv o del cinema che facevano impazzire tutto il pubblico ed erano giovanissimi. Alcuni non raggiungevano nemmeno i diciotto anni. E io cosa volevo combinare con l’età che mi ritrovavo?
Mi avrebbero preso al provino? Cavolo, prima di entrare sentivo di poter spaccare il mondo. Poi avevo visto Giulia e in un attimo ero entrato in confusione totale. E poi che figura davanti a tutta la commissione! Forse Giulia aveva capito che mi metteva a disagio e se n’era andata proprio per quello. Forse era rimasta fin troppo stupita dalle parole che le avevo detto. Non sapevo nemmeno io da dove mi erano uscite. Non sapevo se provassi veramente quelle cose per lei o se le avevo inventate sul momento per fare una bella figura al provino.
“Signor Foglia…” mentre riflettevo sentii una voce chiamarmi. “…signor Foglia sono Carol Fendini: la produttrice di questo film” si presentò la donna che avevo di fronte. Ricordai di averla già vista durante il provino. “Lieto di conoscerla!” risposi. “Io le devo dire che sono rimasta semplicemente impressionata da Lei: è riuscito davvero a farmi emozionare, sia con la prova di recitazione con Giulia che con i suoi monologhi” mi comunicò. “Lei è fin troppo gentile!” cercai di fare l’umile. “Ma sono anche sincera: quando una cosa non mi piace lo dico in faccia…questa volta però non posso che complimentarmi!” rispose. Giulia mi aveva parlato della Fendini: me l’aveva descritta come una mezza isterica! Ma con me si stava dimostrando molto gentile. “Secondo Lei ho qualche speranza?” chiesi. “E me lo domanda pure? Consideri già sua la parte!” mi rispose. “Ora devo andare: mi attende un bel po’ di lavoro!” si congedò la produttrice. Rimasi nuovamente solo su quel balcone. Ritornai dentro e proprio in quel momento vidi Giulia. Le corsi incontro. “Giulia!” la chiamai. Ma lei non mi sentì. Tentai di richiamarla quando mi squillò il cellulare: era Gaspare. Lascia perdere e risposi.

“Gaspy dimmi tutto!”
“Ehy giovanotto! Com’è andata?”
“Ho appena finito di parlare con la produttrice: ha detto che posso considerare la parte già mia!”
“Evvai! Ma io lo sapevo che gli avresti convinti tutti!”
“Beh Gaspy, non è ancora detta l’ultima parola però…”
“Cavolo non ti demoralizzare così! Vabbè ragazzo: io ti lascio!”
“Come vuoi tu Gaspy! Ci sentiamo…”
“Contaci!”

Mi aveva fatto piacere parlare con Gaspare, ma nel contempo ero un po’ stizzito perché avevo perso di vista Giulia. Proprio in quel momento però, la rividi: parlava con Livi e un’altra ragazza. Mi avvicinai. “Giulia! Ti ho chiamata prima ma a quanto pare non mi hai visto!” le dissi. Lei mi guardò in modo strano. “Scusami Andrea ma…devo andare ora…ci vediamo…ciao ragazzi” disse e si allontanò nuovamente. Ma che aveva? “Buongiorno: sono il signor Livi…Lei?” mi chiese l’altro protagonista del film. Ma non li risposi e mi misi a seguire Giulia.


Fuggire prima che…

Andrea, ancora lui! Ma cosa voleva più da me? Non potevo nemmeno parlare con Matteo e Sabina che subito si era avvicinato lui! Cercai di evitarlo, di fuggire prima che…
“Giulia ma che ti prende?” la sua voce risuonò nel corridoio che portava alla mia stanza. “Perché mi hai seguito?” gli domandai un po’ contrariata. “Perché non riesco proprio a capirti: l’altra sera stava andando tutto magnificamente quando tu mi chiedi di tornare subito all’hotel…in auto non dici nemmeno una cavolo di parola e te ne vai senza molti cerimoniali…poi oggi ti incontro al provino e te ne vai con una scusa…poco fa ti chiamo e fai finta di non sentirmi! Mi avvicino mentre parli con altri due colleghi e di nuovo cerchi di evitarmi! Si può sapere che ti ho fatto?” mi chiese seriamente preoccupato. “Andrea io non so quali intenzioni hai con me…però sappi che io i tipi fidanzati nemmeno li guardo” risposi. Lo vidi rilassarsi e accennare un sorriso. “Si tratta solo di questo?” chiese. “Non è una cosa importante per te?” domandai. Ma come: non gliene fregava niente provarci con me mentre era fidanzato? Che idiota!
“Giulia, io non sono un uomo infedele: quando amo una persona non la tradirei mai perché mi basta lei per stare bene…” mi disse. “E…tu…tu ami la tua ragazza?” domandai. Ma che domande gli stavo a fare?
“In questo periodo ho un po’ le idee confuse” mi rispose. Era confuso…a causa mia? “Cosa ha significato per te l’altra sera? Ho bisogno di saperlo Andrea” chiesi. “E’ stata una bella uscita fra amici…” rispose. Quindi lui mi considerava solo un’amica. Ma se pochi minuti prima al provino si era letteralmente dichiarato?
“E per te? Cosa ha significato?” mi chiese. Non potei far altro che adeguarmi alla sua risposta. “Anche per me: un’uscita fra semplici amici” risposi ma il mio tono di voce era tutt’altro che sincero. Ma volli fargli io una domanda. “E il provino? Era finzione quello che mi hai detto?” chiesi. Rimase paralizzato a guardarmi. Sentivo i suoi occhi addosso e mi parve anche di ascoltare il battito accelerato del suo cuore. O forse era il mio? “Forse avrò la parte…” cambiò discorso. Preferii non infierire. “Davvero? Sarei contenta per te1” risposi. “Eh già…” cominciò a guardarsi intorno imbarazzato. Avrei voluto parlare ma era come se la mia lingua si fosse impietrita. Rimanemmo in silenzio per un bel po’. Lui, con le mani in tasca, scrutava il corridoio. Io, con il viso abbassato guardavo il pavimento. “Forse è meglio che vada ora…” parlò lui d’un tratto rompendo il silenzio. “Forse è meglio di sì” risposi. Aprii la porta della mia camera quando…
“Giulia…” mi chiamò. Mi voltai e ci scambiammo un lungo sguardo. “…no niente…” si corresse e andò via.
Aveva cambiato discorso alla mia domanda. Ma proprio con quell’atteggiamento avevo avuto la risposta: quelle cose che mi aveva detto al provino non erano poi così inventate.


Un nuovo incontro

Carol Fendini era una fra i migliori produttori nazionali e internazionali. Mi aveva chiesto un appuntamento invitandomi all’hotel in cui alloggiavano il cast e la troupe del film che stava producendo. Chissà cosa voleva da me?
Mentre mi facevo mille domande, mi scontrai letteralmente contro qualcuno. Alzai gli occhi e vidi un ragazzo di fronte a me. “Mi scusi, non l’avevo proprio vista! Ho una tale confusione in testa…” si giustificò il ragazzo. “No, non si preoccupi: nemmeno io l’avevo vista!” lo scusai. “Ehy ma…Lei non è forse Roberto Mottini? Lo scrittore?” mi domandò il ragazzo. Faceva sempre un certo effetto venire riconosciuti da persone mai viste prima. “Emh…sì sono io!” risposi. “Wow! Ho letto tutti i suoi libri! Me lo fa un autografo?” domandò il ragazzo. “Come no!” presi il foglio e la penna che mi aveva dato. “Allora…com’è che ti chiami?” chiesi. “Andrea!” rispose lui. “Bene…”

“Ad Andrea, con simpatia e con la speranza che la prossima volta si ricordi di alzare lo sguardo,
Roberto Mottini

Lo vidi sorridere mentre leggeva l’autografo. Proprio in quel momento arrivò la Fendini. “Oh, signor Mottini! Vedo che ha già fatto conoscenza con Andrea!” disse. Il ragazzo si intimidì. “Eh già, ci siamo incontrati, o meglio scontrati poco fa!” risposi. “Beh, io allora vado…” disse il ragazzo. “No Andrea, ma dove vai? Ho chiesto un appuntamento al signor Mottini ed ho bisogno anche di te!” lo trattene la Fendini. “Davvero?” chiese lui. “E certo che sì! Ma venite tutti e due con me al bar dell’hotel: mentre ci prendiamo qualcosa discutiamo meglio!” spiegò la Fendini.

Eravamo seduti ad un tavolino con davanti le nostre tazze di caffè. “Signor Mottini, quello che Le chiedo è semplicemente di scrivere una sceneggiatura!” iniziò la Fendini. “Sceneggiatura?! Veramente io non sono molto pratico con queste cose!” risposi. “Ma mi faccia il piacere: non è forse dal suo ultimo libro Lo scotch che è stata tratta la sceneggiatura per il film omonimo?” chiese. Annuii. “E il film, così come il libro, non hanno forse avuto un successo planetario?” continuò. “Lei mi lusinga troppo!” risposi. “Ma certo che no Mottini! Se Lei non fosse uno fra i più grandi scrittori del momento stia certo che non sarebbe a parlare qui con me!” replicò la produttrice. “Senta, io la ringrazio di tutto ma…passiamo subito al dunque!” accelerai i tempi. “Ha ragione Lei: bisogna essere pratici e non perdersi in chiacchiere! E io sarò breve e pratica! Glielo ripeto: voglio da Lei una sceneggiatura per un film che produrrò io! Lei non ha limiti né imposizioni…l’unica cosa che le chiedo è di creare come protagonista un personaggio maschile perché sarà proprio Andrea ad interpretarlo!” esclamò. Vidi il ragazzo rimanere scioccato. “Dice sul serio?” chiese alla Fendini. “Io scherzo raramente!” rispose la produttrice. “Senta, la sua proposta è davvero molto allettante ma proprio non posso accettarla: in questo periodo sono impegnato con un altro lavoro, un lavoro per aiutare un amico in difficoltà ed intendo dedicarmi solo a quello” risposi. “Non sono una che insiste molto: con me le persone o accettano immediatamente o pazienza! Vorrà dire che si troveranno pentite dopo! Ma un altro tentativo con Lei devo proprio farlo: accetti!” disse la Fendini con un tono fra il supplichevole e l’imperativo. Scossi la testa. Non avrei mai potuto venir meno alla parola data a Cesare.
“Per ora, e solo per ora non insisto! Ma questo non esclude che fra qualche giorno io non ci possa riprovare!” affermò la Fendini con aria decisa. “E io non potrò far altro che rifiutare gentilmente!” risposi alzandomi dal tavolo ed uscendo i soldi per pagare. “Non si scomodi signor Mottini: ci ho già pensato io!” mi bloccò la Fendini. “Ma come? Non posso accettarlo: da buon galantuomo sono io che dovrei pagare!” risposi. “Stia tranquillo che mi ripagherà in un altro modo” replicò lei. “Se intende accattivarsi le mie simpatie per farmi accettare la sua proposta si sbaglia: mi spiace ma davvero non posso!” la avvertii. “Vedremo…” disse. Me ne andai leggendo sul volto di Andrea delusione.





 
 
     

   
 
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