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Autore: kiku77    06/12/2009    5 recensioni
Sanae e Tsubasa si sono sposati e vivono a Barcellona con i loro due gemellini. Sembra una favola, ma forse c'è qualcuno che ancora sta cercando se stesso...... Ce l'ho fatta........!!buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano appena le nove quando si risvegliò. Dopo tanti giorni, si sentì finalmente più riposata ed ebbe come la certezza di provare una specie di serenità dentro. Un raggio di sole l’aveva colpita proprio al volto e aveva sentito un bisbigliare di voci femminili al piano  di sotto che l’aveva incuriosita. Si alzò e cercò Hayate e Daibu: ma i 2 lettini erano vuoti. Sapeva che in quei giorni i suoi figli sarebbero stati tenuti in ostaggio da genitori, parenti ed amici e sorrise all’idea di quel microcosmo di adulti in completa dipendenza di due  esserini appena capaci di reggersi in piedi..……

Scese le scale e si ritrovò soffocata dagli abbracci di Yukari e Yayoi che l’avevano praticamente assaltata in mezzo alla stanza…..

 “Dio mio, Sanae…. come sei bella…. Quanto mi sei mancata!....” le gridò Yukari, stringendola forte a sé senza darle quasi modo di respirare.

“Siamo così felici di vederti!…..Yukari ha ragione: ogni volta che torni, sembri sempre più bella…sarà l’amore del capitano a darti quest’aria… non so come dire… speciale…., eh?” disse Yayoi, facendole l’occhiolino.

Scoppiarono a ridere e poi naturalmente si misero tutte e tre a piangere per l’emozione di rivedersi dopo tutti quei mesi.

“Signora Nakazawa, Sanae oggi è nostra… la sequestriamo! Possiamo vero?”

La donna sorrise e guardò fuori in giardino dove la signora Ozora giocava sul prato con i nipotini e sembrava essere ringiovanita di dieci anni. Scosse la testa come per far capire che le sembravano tutte  un po’ strane, mentre Sanae ancora non era riuscita a dire una parola.

Le abbracciò teneramente e le osservò senza farsi troppo notare. Avevano un’espressione leggera in volto, parevano molto felici e soprattutto senza pensieri. Provò un sentimento fra l’invidia e il rammarico paragonando le loro situazioni alla sua e si sentì sporca dentro per i pensieri che le stavano attraversando la mente.

La costrinsero a vestirsi in fretta e furia per uscire a fare colazione. Davanti al giardino c’era una bellissima auto nera: Yayoi schiacciò il pulsante e Sanae avvertì il rumore dello scatto delle portiere.

“Cavolo che bella macchina…ma è tua?” chiese lei ingenuamente…

“Sì… me l’ha regalata Jun per il mio compleanno… non è stato un pensiero stupendo?”

“Chiamalo “pensiero”… tu non appartieni a noi comune mortali…. Il tuo ragazzo è il principe del calcio giapponese….è un gentleman! Non è vero Sanae?”

Quest’ultima non sapeva che dire. Lei non aveva ricevuto mai un regalo di compleanno da Tsubasa. Neanche quando aveva partorito, lui le aveva fatto qualcosa. Tsubasa viveva in un altro mondo: non faceva parte del suo carattere tenere conto di ricorrenze e cose del genere.

“Sanae, sto parlando con te? Ci sei?” le richiese Yukari

“Eh.. sì deve amarti veramente molto per averti regalato quest’auto…. Sei davvero fortunata.”

“E’ fortunato anche lui ad avere una ragazza come me, non trovi?” chiese Yayoi, per conferma. La sua domanda, anche se voleva passare per una battuta ironica, nascondeva un grande senso di incertezza. Era risaputo che Jun fosse uno dei calciatori più belli del paese. Inoltre era ricco di famiglia, quindi rappresentava un partito ambito. Era elegante, intelligente, colto e discreto. Insomma, il ragazzo perfetto. Yayoi stava con lui da una vita. Ma viveva nel terrore che qualcuna glielo potesse portare via. Ne era gelosissima. Sanae sentiva questo sostrato di paura: lei le paure della gente le aveva sempre avvertite; le fiutava come un segugio in cerca della preda. E sapere che lei stesse in ansia per una cosa simile le fece male.

“Nessun regalo, nemmeno il più bello al mondo, può valere quello che tu sei per lui. Tu sei la sua storia; quando stava male, tu c’eri. Avresti potuto farti la tua vita invece di passare i pomeriggi in ospedale. Ti sarà in debito per sempre. In debito, non di regali, ma d’amore.”

Yayoi rimase incantata ad ascoltarla; Yukari quasi si era commossa. Da dove veniva tutta questa profondità? Questa saggezza? Che cosa le era successo a Barcellona?

“Sanae…. Grazie…..”

“E di cosa? Ho detto solo la verità…. Allora andiamo?”

 

Si sedettero all’interno di una bella caffetteria del centro, in un tavolo un po’ nascosto.

“Hai visto il telegiornale ieri sera? C’è stato il collegamento dal ritiro e hanno inquadrato tutti i giocatori nelle loro divise ufficiali…… come sono belli…” disse Yayoi.

“No io non ho visto niente… ero troppo stanca…” rispose Sanae. In realtà non aveva guardato di proposito: era ancora troppo arrabbiata per l’uscita infelice che Tsubasa aveva avuto all’aeroporto, per poterlo “ adulare” anche in tv.

“Allora… cosa ci racconti? Novità?”

Di novità ce n’erano diverse…. Ma Sanae non era pronta per parlarne…. Si limitò a raccontare del più e del meno senza addentrarsi nei particolari.

“Ma voi piuttosto? Come vanno gli studi?” chiese lei

Yukari le rispose che aveva passato tutti gli esami dell’anno e stava andando molto bene. Se non ci fossero stati intoppi in due anni si sarebbe laureata in pedagogia.

“Invece per Yayoi ci sono novità in vista….avanti diglielo!” la incitò Yukari.

“Che novità c’è?” chiese Sanae.

Lei mostrò la sua mano sinistra: al dito aveva un diamante bellissimo. In confronto, quello che Tsubasa aveva regalato a Sanae ( ecco quale era stato l’unico regalo che avesse mai ricevuto da lui, oltre a un pallone da calcio prima di partire per il Brasile e 13 dei 15 goal che aveva segnato quell’anno nella Liga…..) era quasi invisibile.

“Che bello…… ma cosa significa? Vi siete fidanzati ufficialmente?”

“ Ci sposiamo.”

Sanae rimase di stucco. Quella frase le rimbombò per qualche secondo nella testa provocando lo stesso tipo di rumore che aveva sentito quando aveva capito di essere di nuovo incinta.

“Beh… non mi dici niente? Non mi fai i complimenti?”

“ E’ una cosa talmente bella che non potevamo dirtela per telefono, sei d’accordo?” disse Yukari.

“Scusa Yahoi, ma con l’università come sei messa?” chiese Sanae.

Alla domanda rimase un po’ impreparata… e mentre si guardava l’anello disse: “ con l’università sono quasi in pari, non proprio come Yukari ma va tutto bene.”

“ Io temo di non capire….. che fretta hai di sposarti? Perché non finisci i tuoi studi di economia prima? Me ne hai sempre parlato con così tanto entusiasmo….”

“Ma che razza di domanda e’questa? E poi scusa, tu non sei quella che a nemmeno 18 anni si è sposata e ha mollato tutto?”

“ Beh direi che la mia storia è un bel po’ diversa, Yayoi…. Io non ho avuto scelta.”

 

Silenzio. Solo voci di gente agli altri tavoli, cucchiaini che sfioravano tazze  e i passi veloci dei camerieri da una parte all’altra.

Oramai, l’aveva detto. Non poteva tornare indietro. Allora tanto valeva spiegare bene cosa intendesse.

“Io non ho potuto scegliere. Mi ha chiesto di sposarlo e di partire con lui. Avevo passato i 3 anni precedenti a disperarmi,  a crogiolarmi nella solitudine, senza combinare niente. Sì, ho finito il liceo, ma senza un obbiettivo, senza una motivazione. Vivevo nell’attesa di capire che cosa sarebbe successo con Tsubasa e quando è tornato e mi ha chiesto di sposarlo, io non potevo che dire di sì. Io dipendevo da lui. Dipendo da lui. Perché DI MIO, DI VERAMENTE MIO, NELLA MIA VITA NON HO COSTRUITO NULLA. Ma per voi è tutto diverso. Non dovete vivere separati: abitate nello stesso paese, siete vicini; potete coltivare ognuno i propri interessi e nello stesso tempo vedervi, frequentarvi. Hai solo 20 anni……..Jun non scappa mica”

Le sue amiche l’avevano ascoltata senza interromperla anche perché lei era stata un fiume in piena. Yukari riconobbe quello spirito combattivo che sempre l’aveva contraddistinta e quella forza di dire le cose per la quale l’aveva sempre ammirata. Allo stesso tempo però c’era qualcosa di diverso. C’era dell’amaro nelle sue parole. Non sembrava più la stessa ragazza che avevano salutato l’ultima volta.

Erano deluse.

“Ah….quindi secondo te ora io dovrei andare da lui e dirgli – “sai ho riflettuto bene e non vedo perché ci dobbiamo sposare così presto visto che ci vediamo tutti i giorni e io devo studiare….. ma dimmi Sanae, ti rendi conto di quello che stai dicendo? Da te proprio mi aspettavo tutto ma non di sentire questi discorsi…….Ci sono tante di quelle ragazze che farebbero carte false per essere al mio posto…. E anche al tuo se proprio lo vuoi sapere…… “

 

Lei abbassò lo sguardo. Non avevano capito niente di quel che aveva detto. Non avevano colto l’intento del suo discorso. Era passata per la persona che sputa sul piatto in cui mangia.

“Ma tu non sei “le altre ragazze”… tu sei tu e dovresti pensare a te stessa, al tuo bene…”

“Ah…. quindi secondo te, sposandomi mi farei del male?”

Di nuovo aveva usato un modo di esprimersi troppo sottile per essere capita….

“Non è questo che intendo…senti… lascia stare…. Fa finta che non ti abbia detto niente. Anzi ti faccio le mie congratulazioni. Stai facendo la cosa migliore….”

Non era stata affatto convincente.

Trascorse qualche minuto di silenzio e di imbarazzo.

Poi Sanae fece le sue scuse.

“Yayoi, scusami, sono stata molto sgarbata nei tuoi confronti. Ma chi sono io per dirti quello che devi fare?..... sai è solo che mi sto rendendo conto di come tutto stia cambiando,  di come oramai non stia rimanendo più niente di noi……se ti sposi anche tu, sarà un’altra parte della nostra vita che non tornerà più come prima”.

C’era qualcosa di vero in quel che aveva detto, ma più che altro aveva provato a distogliere l’attenzione dal matrimonio per incentrare il discorso sulla loro amicizia; in questo modo sperava di rimediare un po’ allo sfogo di prima.

Yayoi la guardò teneramente.

“No no, io ho capito… mi vuoi proteggere…. Ma come mi hai detto prima io sono la sua storia. Non posso tirarmi indietro neanch’ io, temo…..”

 

“Allora cosa vogliamo fare con questi musi lunghi? Avanti…..andiamo a fare un giro sulla tua macchina!”  Yukari provò a buttarla sul ridere.

Cercarono di trascorrere un po’ di tempo parlando di cose futili senza fare più riferimento alla discussione sul matrimonio.

Fecero delle compere, poi Yayoi a metà pomeriggio riaccompagnò Yukari e Sanae a casa Nakazawa.

 

Una volta scese dall’auto, Yukari partì all’attacco.

“Ma cosa ti è preso? Almeno tu non sapessi che adesso lei andrà a ridire tutto a Jun e lui lo ridirà dritto dritto a Tsubasa…..Certe cose se le pensi, è meglio che te le tieni per te! E poi cos’è questa storia dell’università? se ti senti che ti manca così tanto non averla frequentata, fai sempre in tempo ad iscriverti. Cos’è? Tsubasa non ti dà il permesso? Cos’è tutto questo risentimento… questo “femminismo” ingiustificato? Sai che non sopporto chi fa la vittima…. Sanae io non ti riconosco più!”

Sanae con la testa e con il cuore era già lontanissima da lì. Non voleva iscriversi all’università, non glien’era mai importato niente. Non era questo il punto.

Lei aveva solo espresso un’opinione. Era questo che stava chiedendo: potersi esprimere.

A dirsi, sembrava la cosa più naturale del mondo. Eppure, nel suo caso, pareva un obbiettivo impossibile da raggiungere.

 

 

 

 

   
 
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