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Autore: elyxyz    05/06/2010    19 recensioni
Dopo ‘If on a winter’s night... (Il mio scaldasonno)’, dopo ‘If on a winter’s afternoon... (Hunting under the snow)’ e dopo If on a winter’s morning... (Blinding lights of dawn), a voi il quarto e ultimo capitolo di questa breve saga intitolata “If on a winter’s day... (Snow in Camelot)”.
“Ad Avalon.” Diceva la voce nella sua testa. “Conducilo ad Avalon.”
(...) Il canto delle anime erranti giunse a lui, rompendo il velo della sua quiete.
Il crepuscolo degli dei s’appressava. Il crepuscolo degli idoli era già lì.

[Future!fic, Merlin x Arthur accennato]
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'If on a winter’s day... (Snow in Camelot)'
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If on a winter’s evening

Dunque, siccome questa settimana ho già aggiornato Linette (ormai la chiamo amichevolmente così XD), e vi avevo anticipato che avrei concluso la saga con questo quarto capitolo, mi appresto a farlo.

Anche questa fic (come la precedente) è stata scritta mesi fa, poi però è rimasta ferma per vari motivi e mi ero quasi persuasa di aspettare l’inverno prossimo per postarla. E invece no, ho cambiato idea. ^^

 

Note: il seguente scritto contiene lievi riferimenti slash.

 

 

Vorrei dedicarla a chi aveva recensito la precedente If on a winter’s morning... (Blinding lights of dawn):

Lupus, Chelsea, Orchidea Rosa, Anthy, miticabenny, Tao, mindyxx, Little Fanny, Yuki Eiri Sensei, GiulyB, chibimayu, angela90, bollicina, _ichigo_85 e _Saruwatari_.

E a quanti commenteranno.

Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

 

If on a winter’s evening...

 

(Il crepuscolo della vita)

 

 

 

 

Cadeva la neve.  

Ed era l’unica cosa che gli ricordasse che era ancora vivo. Ogni fiocco che si posava sulla sua pelle, sciogliendosi, lo faceva rabbrividire.

Merlino raccolse le ultime forze che aveva in corpo e, facendo leva col bastone, si sollevò in piedi.

La battaglia era finita. La guerra era finita. Tutto era finito.

Il silenzio ovattato imbottiva le sue orecchie, mentre arrancava verso il suo signore.

Superò il cadavere di Sir Leon, quello di Sir Percival e Sir Gawiss, la Guardia Reale al completo.

 

Lancillotto era morto. Ginevra era morta. Morgana lo era, e anche Mordred. Tutto era finito.

A mano a mano che incontrava i corpi senza vita di amici e nemici, Merlino comprese.

 

E poi c’era lui.

Il re giaceva a terra, con la fidata Excalibur ancora salda nel pugno.

Merlino si chinò al suo fianco e gli diede l’estremo saluto, chiudendogli gli occhi – quegli occhi che un tempo aveva amato – in un gesto di pietà.

 

Poi pianse tutto il suo dolore, straziante spasimo che gli stritolava il cuore e gli toglieva ogni respiro.

Non un singulto uscì dalle sue labbra. Una lacrima di neve gli rigò il viso frantumandosi a terra.

 

Ad Avalon.” Diceva la voce nella sua testa. “Conducilo ad Avalon.”

 

Merlino accarezzò i capelli dorati che tante volte aveva pettinato, spazzò via i fiocchi bianchi che si addensavano su quel viso.

Sussurrò un incantesimo e il corpo del suo sire fluttuò a mezz’aria – non aveva più forze per sorreggerlo né per trasportarlo – e prendendolo per mano lo condusse con sé.

 

Calpestando i ciottoli viscidi, entrò nell’acqua fino al ginocchio. Poi attese. Cosa non sapeva, ma era certo di dover aspettare.

 

La neve cadeva ancora. La nebbia avvolta nella tormenta nascondeva il declino della sera.

Si stava facendo buio, oppure era la morte a reclamarlo; a Merlino non importava.

Ma la coltre soffice era chiazzata di vermiglio ovunque.

 

Il canto delle anime erranti giunse a lui, rompendo il velo della sua quiete.

Il crepuscolo degli dei s’appressava. Il crepuscolo degli idoli era già lì.

 

Dal mare di latte s’intravide una piccola barca senza traghettatore.

Essa venne sino a lui e poi si arrestò.

 

Il corpo di Artù oscillò, sdraiandosi sul suo fondo.

Merlino accompagnò quel gesto con mani gentili. Excalibur, ancora, non lo abbandonava.

Ma la piroga riprese il suo corso, tornando da dov’era venuta.

 

Il mago più potente del mondo invocò il suo ultimo, fatale incantesimo.

Pregò per l’anima del suo signore, per quel sogno infranto e le speranze illuse.

 

Aveva già compiuto una volta quel gesto, ma il dolore che aveva provato con Freya non era neppure lontanamente paragonabile a quel momento.

 

“…Westiray.” Bisbigliò, con la fede – con la certezza – che Artù avrebbe riposato in eterno sull’Isola dei Beati. “Wecce on saebat baelfyra maest…”

 

Il legno dell’imbarcazione prese fuoco, una pira ardente che sfidava la tormenta.  

Un istante prima che affondasse, il cielo si squarciò e un raggio di luce illuminò la chiatta riverberando i sacri colori dei Pendragon.

 

Un dragone di fumo si materializzò a mezz’aria, sfumando poi nella bufera.

Il Destino si era compiuto.

 

Merlino si tirò il cappuccio del mantello sulla testa, sorrise al dragone e riprese a inoltrarsi nell’acqua, finché anch’egli non scomparve dove il mare diventava nebbia.

 

E la neve cadeva… 

 

 

 

- Fine -

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Note: Anzitutto, sento il bisogno di precisare un paio di cosette.

In queste quattro fic della saga, Merlino prova sempre sentimenti diversi nei confronti della neve (fastidio, odio, repulsione, gioia, meraviglia, disinteresse), perciò anche i generi stessi delle storie sono differenti. Per questo sono quattro storie separate e non una semplice raccolta.

Merlino ha fatto i conti con i sentimenti che la neve scatena in lui. Qui è indifferenza.

La neve perde il suo ruolo di primadonna ottenuto nei tre racconti precedenti e diventa spettatrice silenziosa degli eventi. L’unica che rimane in sala, dopo che il sipario è calato.

 

Una menzione particolare va al libro “La neve se ne frega” di L. Ligabue. Mentre scrivevo, mi è tornato in mente. (Non chiedetemi di motivare le connessioni del mio cervello, sarebbe pretendere troppo! XD) E purtroppo non ho qui comodo il testo, ma vi riporto alcune frasi:

 

Grazie per la neve che sta scendendo. Mi è sempre piaciuta, ma adesso mi sembra proprio puntuale. Tempestiva. Porta pulizia. Porta bianco. Costringe all’attenzione. Ai tempi lunghi. Lima rumori e colori. Lima le bave dei sensi. Ce n’è bisogno. Ancora per un po’ ”.

 

E’ semplicemente il sipario che volevo dopo la fine della mia fic.

 

Venendo ad altro:

“Il crepuscolo degli dei” è la quarta e ultima delle quattro opere che costituiscono la tetralogia ‘L’anello del Nibelungo di Richard Wagner.

 

“Il crepuscolo degli idoli” è un libro di Friedrich Nietzsche, scritto nel 1888.

 

L’incantesimo di Merlino è preso dalla puntata del telefilm 2x09La Signora del Lago’. Per la trascrizione mi sono affidata ai sottotitoli inglesi, quindi io l’ho stilato nel modo in cui si scrive, non come si pronuncia.

 

Un appunto riguarda i nomi. Per mia scelta, nelle quattro storie ho usato due nomi in italiano e due in inglese, posti in maniera speculare: 1-4, 2-3.

 

Ne approfitto di questo spazio per rispondere a una cosa dell’altra fic (il cap 3 della saga).

 

La risposta che Arthur dà “Da mozzare il fiato.” Si può interpretarla in vari modi.

Ma visto che me l’avete chiesto, io l’ho immaginata come un quadro d’insieme. Arthur dice che è così bello perché c’è lui, stretto a Merlin e il paesaggio da ammirare. La fusione di tre elementi.

 

Bene. Scusate la prolissità. Ç_ò alla fine sono più lunghe le note che la fic! XD (ma avevo tante cose da dire…)

 

Invito, chi si fosse perso le prime tre one-shot di questa breve saga, ad andare a leggerle. Per una sorta di continuum di intenti con questa.

 

Un grazie di cuore a chi commenterà.

 

 

PS: Sabato dovrebbe arrivare il consueto aggiornamento della long-fic: The He in the She (l’Essenza dentro l’Apparenza) (grazie anche dei commenti di ieri ^^).

 

 

 

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Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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