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Autore: bobi chan     07/06/2010    3 recensioni
Nel banalissimo e noioso tentativo di parodizzare la Divina Commedia. Una cosa più stupida non potevo.
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Allora.
Oh. Ciao, dittero.
...Lasciamo stare.
Assolutamente d'accordo.
Dopotutto, il tempo per ucciderti cel'ho sempre a fine capitolo.
..Già, giàà.
Dov'eri rimasta, quindi, donna.
A quel cretino e il puzzo di zolfo.
Bene. Andresti gentilmente avanti con la storia?
Certo, signore con la katana sguainata in mano che mi minaccia pericolosamente alla trache-
-È abbastanza, non credo ci sia bisogno di altri particolari..
Assolutamente d'accordo.
Bene. Allora?
Andiamo avanti.
È davvero soddisfacente, quando la gente ti capisce appieno.
Già, già. Ero rimasta al simpaticone svenuto, vero.
Ecco, fammi andare avanti, va.
Dante era svenuto. Sì, cadendo.
Appena riprese coscenza, si rese conto che l'ambiente era cambiato un tantino, in effetti.
Lo stesso odore di zolfo che aveva sentito poco prima che l'impatto gli facesse perdere i sensi, lo risvegliò nel giro di poco, e poco piacevolmente.
Steso a terra, alzando appena la testa, con la stessa espressività facciale di un povero fattone appena tornato dal viaggio, e cercando di capire dove diavolo fosse.
Il posto era strano, e di certo aveva poco a che fare con le strutture di uno stupidissimo riformatorio. Si trovata in una stanza le cui dimensioni non gli erano ben chiare, per via della nebbia tutta intorno. Davanti a lui, una luce fioca, ma mossa, come quella di un fuoco. Per via della suddetta nebbia, e probabilmente anche per via del fatto che non era ancora del tutto sveglio, il nostro omino non riusciva a vedere bene nemmeno quel fuoco.
Però doveva ammettere che quell'erbetta corta era comoda. Starci era piacevole, e molto alla sitting in an english garden waiting for the sun*.
Una voce lo richiamò dal fattonume (?), e una botta sulla nuca gli ricordò che aveva anche dei nervi sensibili.
EHY, IDIOTA!
S.. Sono Bobbin, sei mia madre..?**
Era deducibile che il nostro giovane eroe fosse in uno stato decisamente confusionale.
Ad aiutarlo ad uscire da quello stato, un calcio nello stomaco intervenne prontamente. (Sottolineo, il calcio.)
Alzati, coglione.
Incassato il colpo ed emesso il dovuto urlo di dolore, l'eroe reagì.
BRUTTO FIGLIO DI-
Ma non abbastanza velocemente, come poteva dimostrare la simpatica lama di katana-torcia-vatelappesca del vigilante che lo aveva appena svegliato, dritta di fronte al suo fragile collicino. (...)
Prova a dirlo a lei.
Ahem.. Caro, adorato amico.
Pf.
Decisamente non era un caro adorato amico, quelluomolì, ma aveva degli argomenti abbastanza.. convincenti.
Si alzò, guardandosi intorno. La nebbia non gli permetteva di vedere un cazzo, in effetti.
Solo quella luce agitata, che adesso sembrava anche più distante.
Che cazzo è?
Non ne ho davvero idea, volgare eunuco.
..EH?
Lascia perdere, ignorante.
Tsk. E tu sei brutto.
Molto brillante.
No, ho detto brutto!
Ma te non stai mai zitto? Oh Dio..
Non davanti a gente insignificante come te, principino.
COME, PREGO.
Su, su..
CHE CAZZO VUOI, ADESSO!
Oddio, anche all'unisono no, dai.
Ins-
-Insomma, che vuoi.
...Andate pure avanti.
Bene. Faccia da cazzo, non so chi tu sia nè mi interessa, e il fatto che tu sia un grosso pezzo di merda con l'aria gay e una lama abbastanza grande da essere chiaramente dovuta dal desiderio di compensare qualche altra tua mancanza è tutto quello che mi basta sapere per poterti definire per quello che probabilmente sei davvero, un grosso culo rotto provocatore che viene a-
Piano, che abbiamo superato il numero di volgarità permesse al rating.
Benissimo. 'Fanculo. Me ne vado, ciao, Sajonara, Adios, Aufiedersen, e tutte quelle cose lì.
Il nostro piccolo omino permaloso si allontanò dall'altro nostro simpatico amico, proprio in direzione della luce che sembrava vibrare qualche metro più in là. Bastò poco prima che scomparisse nella nebbia, e ancora di meno prima che si sentisse un suo urletto isterico, seguito dai ruggiti feroci di una, due, ben tre bestie, la cui natura era resa indefinibile dalla nebbia.


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*"I am the Walrus" - The Beatles. fa molto trip, ve lo assicuro.
**Citazione di Bobbin Threadbare dal videogame "The Loom", vecchia roba della Lucasarts, quando non ancora si concentrava solo su Star Wars.

Oddio, chi mel'ha fatto fare di continuare. D:

  
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