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Autore: Saorio    18/07/2010    6 recensioni
Avete letto Breaking Dawn? Bene. Potete tornare indietro e fermarvi all'ultima frase di Eclipse. Nel mio quarto libro tutto è completamente diverso. I Cullen si sono trasferiti in Alaska. Bella è diventata sì una vampira, ma non certo a causa di un parto improbabile. Jacob vive ancora a La Push e i suoi contatti con Bella si sono interrotti prima della trasformazione. Nonostante questo, all'improvviso compare un nuovo, stravagante e pericoloso individuo che contribuirà fatalmente a far incrociare nuovamente le strade di tutti i nostri cari personaggi. A questo punto, non mi resta che dirvi: "Welcome in Scarlet." Estratto dal prologo: Chiusi gli occhi, come a volermi impedire di vedere quello che già non vedevo. Dentro di me, un urlo inudibile squarciò quel silenzio reale. In quell’istante mi resi conto di aver risposto alla domanda che poco prima mi ero posta. Sì, io avevo paura.
Genere: Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La puzza di vampiro, assieme al forte odore di sangue, mi stavano facendo impazzire.

Accelerai la corsa, guidato solo da quell’ istinto animale che mi voleva sterminatore di quegli esseri schifosi. Diedi uno sguardo alle mie spalle e mi accorsi che il resto del branco non era più con me.

“Dannazione! Quil, Seth, Embry. Dove siete finiti? Paul, Jared? Sam, mi senti?”

Nella mia testa nessuno mi diede una risposta.

Ero rimasto solo, ma poco importava. Avrei scovato quella sanguisuga e l’avrei fatta a brandelli.

Mi addentrai maggiormente nella foresta silenziosa, e quel tanfo intenso mi invase completamente le narici.

L’avevo scovato, infine.

A pochi metri da me, chino sulla sua preda umana, mi dava le spalle impedendomi di vedere la scena che si stava consumando.

Esitai qualche istante quando mi accorsi che il succhiasangue era una donna, ma bastò un alito di vento a intensificare quel fetore tremendo per innescare di nuovo il mio istinto di cacciatore.

Tornai a galoppare nella sua direzione, ma nel momento stesso in cui stavo per sferrare il mio attacco, lei si voltò.

I suoi occhi erano colore del sangue, e sul suo volto era stampato un sorriso inquietante, ma non potevo non riconoscerla. La ragazza che conoscevo io però non era così. Non era un essere assetato di sangue pronto ad uccidere solo per il piacere di farlo.

Improvvisamente, poi, mi resi conto di aver abbassato ogni mia difesa, tornando alla mia forma umana.

“Bella.” Iniziai ad avanzare lentamente verso di lei.

Non rispose al mio richiamo, al contrario continuava a fissarmi con quel sorriso terrificante.

La distanza che ci separava si era ridotta ormai ad una manciata di passi. Spostai per un breve istante lo sguardo da quel volto che stentavo a riconoscere per guardare in basso, in direzione della sua preda.

Due occhi color cioccolata spalancati verso l’alto, un volto incorniciato da lunghi capelli scuri, un fiume di sangue che scorreva dal suo collo. Un corpo privo di vita.

Di fronte a me, Bella aveva appena ucciso se stessa.

Dolore, rabbia e ancora dolore.

Rimasi pietrificato da quei sentimenti. Ero rimasto immobile, incapace di fare qualsiasi cosa.

La foresta poi mutò in un infinita distesa bianca. La mia Bella era svanita lasciando presente solo l’essere che ormai era diventata. La vidi avanzare verso di me.

Non avrei combattuto; del resto mi aveva già ucciso in tanti modi e forse, se le avessi permesso di uccidermi anche così, le mie sofferenze avrebbero avuto fine.

Ormai era davanti a me, non mi restava che aspettare che affondasse i denti nella mia carne, eppure quello che fece fu tutt’altro.

Cinse le braccia attorno alla mia schiena, appoggiando la testa al mio petto.

“Calore,” pronunciò unicamente.

Poi si staccò dal mio petto e avvicinò pericolosamente il volto al mio.

Avvertii le sue gelide labbra sulle mie e per un singolo, breve, istante, pensai che avrei potuto dimenticare tutto quello che avevo appena visto, lasciandomi trasportare solo da quello che stavo provando in quel momento.

Stavo per rispondere a quel bacio, quando lei si allontanò di scatto.

“Voglio il tuo cuore, Jacob,” disse, mentre sul suo volto riappariva quel sorriso spietato.

Ebbi a malapena il tempo di capire ciò che aveva pronunciato che la sua mano mi trapassò il petto.

La sentii stringere forte qualcosa al mio interno, e poi lo strappò.

 

***

 

 

Avevo sempre creduto che il mio incontro con Edward fosse stato il miglior sogno ad occhi aperti che avessi mai fatto, ma oggi, a distanza di tempo e adesso che la mia vita è completamente mutata, mi chiedo piuttosto se quello che ho finito per vivere non sia stato altro che un incubo ad occhi aperti.

 

Scorrevo uno ad uno tutti i libri dell’enorme biblioteca che la mia nuova casa possedeva. Era un piccolo paradiso per chi, come me, ormai non aveva altri possibili svaghi, eppure non c’era nulla che mi attirasse veramente. Erano tutti romanzi di cui, in gran parte, non sapevo proprio nulla. Quel giorno, invece, avevo solo voglia di leggere qualcosa di cui già conoscevo la fine.

Mi ricordai allora del piccolo zaino che mi ero portata dietro il giorno in cui avevo lasciato Forks.

“Bella, non ti sembra un po’ poco come bagaglio per un soggiorno prolungato in Alaska?” mi disse mio padre quando mi vide scendere dalle scale.

“Papà, ti sei già dimenticato che la scorsa settimana ho spedito tre enormi valigie?”

“Ah, già. Il viaggio anticipato del dottore,” ribatté Charlie sospirando.

“Già.”

Non accettava ancora l’idea che lasciassi Forks per andare a studiare a chilometri di distanza da lui. Anzi, era più esatto dire che non accettava l’idea che me ne andassi così lontana per seguire Edward.

Nel frattempo, il campanello di casa Swan suonò. Era arrivato il taxi che mi avrebbe accompagnato all’aeroporto dove avrei trovato Edward ad aspettarmi.

 “Beh, credo che sia arrivato il momento, allora.”

“Certo, sì.” Vidi Charlie irrigidirsi e assumere un’aria impacciata. Sorrisi. Il mio imbranato papà, al quale però assomigliavo poi così tanto.

Sentii gli occhi pizzicarmi, mi ero ripromessa che non avrei versato una lacrima al momento dei saluti, ma era così difficile. Del resto, quello, non sarebbe stato un semplice arrivederci. Scattai in avanti istintivamente e lo abbracciai. Mi sarebbe mancato, terribilmente.

Lo sentii irrigidirsi a quel contatto inaspettato, e lo ricambiò proprio alla sua maniera: tre pacche sulle spalle.

Aumentai per un secondo la mia stretta, prima di sciogliere definitivamente quell’abbraccio.

E così un altro filo era stato quasi reciso.

Recuperai il piccolo bagaglio che avevo lasciato alla fine delle scale e mi avviai verso la porta.

“Aspetta, Bella. Ho un’ultima cosa da darti.”

Charlie sgattaiolò velocemente in sala, tornandosene poi con un pacco.

“Papà, ma…”

“Niente, ma. Portalo con te, potrebbero esserti sempre utili.”

Non avevo idea di cosa ci fosse là dentro, ma non potevo certo rifiutare il suo regalo.

“Va bene. Ti ringrazio, papà. Ci sentiamo presto.”

Gli lanciai un ultimo sorriso, prima di lasciare quella casa per sempre.

 

***

 

Il taxi procedeva veloce verso l’aeroporto, quando decisi di aprire il pacchetto che mi aveva dato mio padre.

Scartai l’involucro e mi ritrovai tra le mani una scatola bianca. Sul coperchio c’era un piccolo biglietto che diceva: “Faranno stare più tranquillo il tuo vecchio, almeno.”

Mi sorse un dubbio e aprendo la scatola, istintivamente scoppiai a ridere.

Charlie mi aveva appena regalato un’intera confezione di spray al peperoncino.

Senza accorgermene, poi, la risata mutò in singhiozzo. Le lacrime che avevo trattenuto poco prima, ormai, cadevano giù senza che potessi fermarle.

 

***

 

Rovistavo nell’enorme armadio ormai da qualche minuto, scavando tra un milione di vestiti ovviamente procuratimi tutti da Alice, quando finalmente lo trovai. Il mio zaino.

Lo rovesciai interamente per terra. Non c’era molto, per lo più erano tutti libri presi di corsa e gettati dentro alla rinfusa.

Iniziai a cercare la mia copia consumata di “Cime Tempestose” quando mi ritrovai tra le mani un volumetto tutto colorato: “Homemade cookies.”

Quel giorno, io e Jacob, avevamo passato l’intero pomeriggio in cerca di alcuni pezzi per le nostre moto. Era stata dura, ma alla fine eravamo riusciti a mettere assieme tutto quello che ci occorreva. Stavamo poi riprendendo la via del ritorno, quando passammo proprio di fronte ad una libreria.

Non era certo uno dei posti preferiti di Jake, ma alla fine riuscii a convincerlo ad entrare con me.

Stavo ancora spulciando gli ultimi arrivi quando mi accorsi che Jacob non era più con me. Diedi un occhio in giro, ma niente. Era sparito.

Uscii allora dalla libreria e lo vidi appoggiato al Pick Up che mi fissava sorridente. Lo raggiunsi.

“Ehi, ti pare il modo di fare?”

“Perché?”

“Ti ho cercato per l’intera libreria. Potevi almeno avvertirmi che uscivi!”

“E dai Bella. Mi annoiavo a morte lì dentro.”

“Sei sempre il solito. Non ti farebbe male leggere qualcosa di interessante ogni tanto, sai?

“Certo, certo.”

“Jacob Black! Quando fai così sei proprio impossibile,” lo ammonii ricevendo di tutta risposta un sorriso divertito.

“Ti stai prendendo gioco di me?”

“Ci mancherebbe. Piuttosto, hai trovato quello che cercavi?”

“No,” sbuffai. “Non avevano il libro che mi serviva, così la commessa me l’ha ordinato. Arriva settimana prossima.”

“Bene.”

“Bene?” ribattei sorpresa per quell’affermazione.

“Beh almeno se non hai altro da leggere puoi dare un’occhiata a questo.” E allungò il braccio all’interno del furgone, tirando fuori una busta che mi porse.

“Che cos’è?”

“Guarda, no?”

Gli lanciai un’occhiata incuriosita, e poi seguii la sua direttiva.

“Dolci fatti in casa?” Scoppiai a ridere.

“E’ l’unica cosa interessante che ho trovato,” si giustificò. “ E poi a te piace cucinare, no? Beh, se non ti piace puoi sempre riportarlo indietro. Non me la prendo,” concluse poi, spostando lo sguardo in un’altra direzione.

Aveva frainteso e si era imbronciato. Fu impossibile non intenerirmi a guardarlo così.

“Niente affatto, Jake.” Sorrisi. “Hai proprio ragione, a me piace cucinare. Mi sarà utile,” dissi, mentre in testa mi balenò un’idea. “Se vuoi… sì, ecco. Se vuoi posso provare a prepararti il dolce che preferisci.”

Jacob tornò a fissarmi di nuovo sorridente.

“Lo faresti davvero? Cucineresti per me?”

“Beh, è un regalo no? E allora lascia che possa ricambiare in qualche modo.”

“Ok, affare fatto,” esordì soddisfatto, prima di spostare di nuovo il suo sguardo. “Spero solo di non dovermi pentire…”

Ci misi qualche istante e poi capii. Girai i tacchi e senza dire una parola aggirai il Pick Up salendo dalla parte del conducente.

Jacob scoppiò a ridere, prima di salire anche lui.

“Bella, stavo scherzando. Non te le prenderai veramente.”

“Certo, certo.”

“Che fai, mi copi adesso?”

“Certo, certo.”

Tre secondi e entrambi scoppiamo a ridere.

 

***

Sorrisi al pensiero di quell’episodio.

Ricordo ancora l’espressione felice che l’accompagnò per l’intero tragitto, fino a casa. Era proprio un bambino cresciuto alle volte, eppure era una delle cose che più adoravo di lui. Un entusiasmo che, a quel tempo, era riuscito a regalarmi di nuovo dei momenti di beata serenità e tranquillità.

 

***

 

 

Fare l’amore con la persona che ami e guardarla, di nascosto, quando poi si addormenta. Fare l’amore e sentire i vostri corpi, caldi, che si cercano. Fare l'amore e ascoltare il cuore che batte all'impazzata.

Fare l’amore e sentirsi vivi, sentire che l’altra persona ti completa in tutto e per tutto.

Fare l’amore con Edward, però, non era niente di tutto ciò.

 

 

Me ne stavo rannicchiata su quel divano, con la coperta che Renée mi aveva regalato solo pochi mesi prima, per il mio diploma. Il fuoco scoppiettante del camino illuminava la stanza.

Le sue fiamme rosse riscaldavano quell’ambiente così gelido, ma non potevano farlo con me. Avevo iniziato a prendere quell’inutile abitudine ogni qual volta che fuori il vento ululava forte e infuriava una bufera. In teoria non mi serviva di certo, ma era come se mi facesse sentire al sicuro, come quando un tempo ero solo una fragile ragazzina umana piena di paure. Certo, un tempo, perché adesso non era più così.

Il cellulare di fianco a me iniziò a vibrare. Sul display lampeggiava il nome di Charlie. Era la terza volta che mi chiamava nel giro di una settimana, ma come già avevo fatto, non risposi. Aspettai che, come al solito, si arrendesse.

Parlare con lui era diventato troppo difficile. Da quando me ne ero andata da Forks l’unico contatto che portavamo avanti erano delle rare e imbarazzate telefonate. Le domande che mi faceva erano sempre le solite: ti piace l’Alaska? Come va al College? Quando pensi di tornare da queste parti? E a quel punto io non potevo che rispondere sempre nello stesso modo: Sì-Bene-Presto.

Tutte bugie. Ed io ero stanca di mentire.

L’Alaska assomigliava a Forks, ma non lo era. Il College non mi aveva mai visto tra i suoi studenti, mentre non avevo idea di quando mi sarebbe stato permesso tornare.

Con Renée invece era stato più semplice. Mia madre aveva sempre avuto la particolarità di monopolizzare le nostre telefonate, raccontandomi per lo più tutto quel che accadeva a lei, invece di costringere me a raccontare quel che non mi succedeva. E, sinceramente, a me andava benissimo così.

Mi alzai dal divano dirigendomi lenta verso la vetrata che dava sull’esterno. Era buio pesto e la neve continuava a cadere prepotentemente, dipingendo di bianco tutto quel che trovava. Proprio come quella notte. La notte in cui ho desiderato per la prima volta del sangue.

 

Tre giorni.

Il veleno aveva impiegato tre interi giorni per incenerire tutto quel che di umano c’era in me. Le fiamme corrodevano ogni cellula del mio corpo, mentre ogni centimetro della mia pelle pulsava freneticamente, come se volesse  scavarsi una via di fuga in quell’ammasso di carne, senza però riuscirvi. Continuavo invece a bruciare, sempre più intensamente. Eppure c’era una cosa che il fuoco non riusciva a divorare: la mia mente. Lei era estremamente lucida, consapevole. Continuava a domandarmi perché, come avessi potuto permettere di lasciarmi trascinare in quel inferno. Ed io continuavo a ripeterle che era il prezzo da pagare per avere quel che più desideravo: Edward.

Ma perché, invece, la mia mente sembrava avere vita propria?

Il dolore continuava ad espandersi dovunque, mentre nella mia testa era in atto la lotta più dura, e difficile, che avessi mai affrontato. James, Victoria, i Volturi, e infine i neonati. Mi sembrarono niente in confronto al nemico che stavo cercando di battere in quel momento: me stessa.

Non ce la facevo più. Non volevo più lottare, avrei solo voluto che tutto quello finisse, che io stessa finissi divorata da quelle fiamme.

Improvvisamente, però, sentii il dolore fisico iniziare a farsi sempre meno forte. Forse, allora, anche i miei pensieri sarebbero svaniti assieme al dolore. Sì, doveva essere così. Provai per un breve istante un senso quasi di pace, poi l’inferno mi inghiottì completamente.

Il mio cuore iniziò a correre all’impazzata, sarebbe scoppiato, ne ero certa. Era finita. Forse ero troppo debole, e fragile, per reggere la trasformazione in un essere perfetto. Non avrei mai più riaperto gli occhi, non avrei mai più rivisto la luce del giorno, e il buio della notte. Non avrei più rivisto né Charlie né Renée.

Ma quando ormai aspettavo solo che il momento fatale giungesse, il cuore tornò a rallentare la sua corsa, improvvisamente, come l’aveva iniziata.

E finalmente capii.

Il cuore non sarebbe scoppiato. Avrebbe solo cessato di battere, per sempre.

«Sai, penso che potrei accettarti anche dopo, forse.» «Sai, penso che potrei accettarti anche dopo, forse.» «Sai, penso che potrei accettarti anche dopo, forse.»

 

Il volto dolorante di Jacob, disteso nel suo letto mi si stampò nella mente, insieme a quella sua ultima frase che continuava a rimbombarmi in testa, prima forte e vicina, poi sempre più lontana, fino a scomparire completamente.

No. Non voglio.

Non era solo più la mia mente a parlare adesso, ma ero io stessa consapevole del errore che avevo commesso.

Non voglio, non voglio. Continua a battere ti prego, continua a battere, non ti fermare, non…

Ma mentre continuavo a ripetermi quelle parole, un ultimo colpo assordante, e secco, martellò nel mio petto.

La trasformazione era giunta al termine.

L’incendio nel mio corpo era stato domato completamente. Per un secondo mi sembrò di avvertire il rumore del vetro quando finisce in frantumi, dopodiché  il calore del fuoco svanì completamente.

La battaglia dentro di me era finita eppure, non ne ero uscita ne vincente ne perdente, ma solamente vuota.

 

Quando improvvisamente due braccia mi avvolsero in un abbraccio, spalancai istintivamente gli occhi.

 “Ehi. A cosa stavi pensando? Non ti sei accorta nemmeno della mia presenza.”

“Niente di particolare, Edward. Mi chiedevo solo quando saresti tornato,” risposi fissando la sua immagine riflessa nel vetro, abbozzando un sorriso.

Sorrise anche lui. “Ah sì? Beh, ed io non vedevo l’ora di poterti stringere, così. Starti lontano è la mia peggior tortura.” Mi sfiorò il collo con le sue labbra. “Dovresti farti perdonare per non essere venuta con me.”

Con un gesto improvviso, quanto veloce, mi fece voltare verso di lui. Eravamo l’uno di fronte all’altra. I suoi occhi non erano ancora tornati del colore dell’ambra, nonostante fosse appena rientrato da una battuta di caccia.

Conoscevo quello sguardo ormai, e sapevo cosa voleva. Come sempre non mi restava che assecondarlo. “Un modo per farmi perdonare? Uhm, non saprei. Ma sono pronta a sentire le opzioni di…”

Non mi lasciò il tempo di terminare la frase, le sue labbra si avventarono sulle mie. “C’è solo un opzione,” rispose staccandosi per un breve istante, prima di condurmi per l’ennesima volta nel abisso che io stessa avevo creato, e dal quale ero convinta, non sarei mai riemersa.

 

***

 

Eravamo ancora distesi a terra, quando Edward sciolse l’abbraccio che mi teneva stretta al suo petto. Ogni volta che facevamo l’amore rimaneva ore a cullarmi come una bambina sussurrandomi dolci parole, ma quel suo strano silenzio e quel gesto così poco da lui mi insinuarono il dubbio che qualcosa non andasse. Libera dal suo abbraccio alzai lo sguardo verso di lui, ma a rassicurarmi trovai come sempre il suo sorriso.

“Ti amo,”

Due parole a cui, oramai, era sempre più difficile rispondere.

Avvicinai di nuovo il mio viso al suo, stampandogli un leggero bacio a fior di labbra, quasi come se quel gesto servisse a dare più sicurezza alla mia risposta.

“Anche io.”

Edward iniziò poi a delineare una scia di baci delicati sul mio volto, scendendo poi verso il mio collo, dove lasciò premere le sue labbra sulla vecchia cicatrice a forma di Luna, che lui stesso mi aveva procurato.

“Bella, io sto ancora aspettando.”

Sussultai al suono di quelle parole. Credevo che per il momento avesse accantonato la questione, ma a quanto pareva non era ancora così.

 

***

 

Mi svegliai di soprassalto, ansimante e sudato, con la mano stretta sul petto. Il dolore che avevo provato poco prima mi sembrava ancora terribilmente reale. Improvvisamente, la rabbia si impossessò di me. Afferrai la sveglia sul comodino, e la scagliai contro il muro, riducendola in pezzi.

Che diavolo di sogno era mai quello? Ma soprattutto, per quanto tempo ancora il ricordo di Bella mi avrebbe perseguitato? C’era un detto comune che diceva che il tempo aiuta in certe situazioni, beh, o era la più grande cazzata che avessi mai sentito, o ormai ne ero diventato così ossessionato a tal punto da non accettare la realtà. Ah, certo c’era anche la terza opzione: nel mio caso valevano entrambe le prime due.

Improvvisamente, il rumore di qualcuno che bussava all’entrata mi fece distogliere dai miei pensieri. Diedi uno sguardo in direzione della sveglia per rendermi conto di che ora fosse, dimenticandomi che l’avevo appena frantumata.

Ottima mossa, Jacob.

I rumori provenienti dall’entrata si fecero sempre più prepotenti così mi affrettai ad andare a vedere cosa stesse succedendo.

Quando aprii la porta mi ritrovai davanti Jared e Paul.

“Ragazzi che succede?”

“Ehi, Jacob. Non hai una bella cera, sai fratello?”

Fulminai Jared con lo sguardo, non ero di certo del umore adatto per le sue scherne.

“Siete qui per accertarvi della mia cera o c’è dell’altro?”

“C’è dell’altro,” rispose Paul. “Abbiamo un problema.”

“Che tipo di problema?”

“Succhiasangue.”

Forse avevo trovato un ottimo diversivo alla mia notte insonne.

 

 

Note Autore

 

Argh!

Speravo tanto di riuscire a postare il secondo capitolo un po’ prima, ma non c’è stato proprio verso. Ho ancora nove documenti word sparsi per il desktop riguardanti questo capitolo. O_O

Se sono riuscita a portarlo a termine, però, devo solo ringraziare Erica. Santa donna, e dispensatrice solo di ottimi consigli! *_* Per non contare delle sue doti da autrice quindi vi consiglio come al solito di passare a leggere le sue storie. Basta cliccare qua:  Kukiness

Parlando del capitolo in se. Ho cercato di buttare qualche esca qua e la e di dare un’idea generale della vita che stanno vivendo adesso i protagonisti.

Spero di aver mantenuto in voi la curiosità, e la voglia di continuare a seguire “Scarlet.”

 

@Marpy

Noti proprio tutto, eh Marpyuccia?

Ebbene, l’accenno al sorriso sghembo l’ho inserito proprio di proposito, per sfatare un pochino tutti i benedetti accenni che la Meyer ha fatto sul fantomatico sorriso di MR Cullen. è_é Mica c’ha il copyright, eh. :D

Comunque, mi fa piacere che tu abbia apprezzato il capitolo precedente nonostante si allontani sicuramente da ciò che scrivo di solito ma, come ho già spiegato, con “Scarlet” vorrei anche un po’ sperimentare nuovi orizzonti. ^_^

Purtroppo ammetto la mia ignoranza su “Dal tramonto all’alba” quindi con dispiacere non posso commentare più di tanto la tua affermazione:/

Aspetto ovviamente la tua opinione su questo nuovo chappy, però!!!  J

 

@Fayeforyou

Ciao cara! ^_^

Intanto grazie ancora per i tuoi complimenti. Per rispondere alla tua domanda: sì, il cambiamento che ho adottato nello scorso capitolo è nato così per caso. Mi sono svegliata la mattina con un’idea precisa in testa e ho buttato tutto su word. Come ho già detto vorrei provare a mescolare più generi in questa mia long, e l’idea di un po’ di dark/horror mi piaceva un sacco. *_*

Dal prossimo capitolo la storia dovrebbe entrare un po’ più nel vivo ma non do mai niente per certo dato che cambio idea su cosa scrivere ogni tre per due. :D

Spero comunque che questo capitolo abbia soddisfatto un po’ delle tue aspettative, almeno per il momento! J

 

@Kukiness

Tessssssssoro!!!

Non sai quanto mi fanno piacere le tue parole. E’ bello sapere di riuscire a dare anche solo un qual cosina a chi legge. Quando ho iniziato a scrivere l’ho fatto veramente così per gioco, soprattutto sapevo di avere tanti limiti che mi bloccavano. Eppure ricordo ancora l’entusiasmo che mi colse nel leggere la tua prima recensione a “Un segreto lungo un’eternità.”

Ero, sì, contenta del commento positivo finale, ma lo ero ancora di più per tutte le tue critiche costruttive. Critiche che sono diventate sin da subito buonissimi consigli e che oggi, a distanza di mesi, mi permettono addirittura di riuscire a cogliere i miei stessi miglioramenti. Soprattutto è merito tuo se ogni tanto faccio qualche gradino in su, dato che parlare con te mi invoglia sempre a cercare di fare qualcosa di nuovo!

 Non finirò mai di ringraziarti per il tempo che mi dedichi! <3

 

@Missrikottina

Ciao cara!

Innanzitutto colgo l’occasione per ringraziarti di tutte le recensioni che hai lasciato alle altre mie fiction. Sei fin troppo buona! J

Vuoi sapere se questa sarà una Jake/Bella? Beh, puoi stare tranquilla. Almeno che non impazzisca tutto di un botto io scrivo solo, ed esclusivamente, storie su loro due. La coppia Bella/Edward non la digerisco proprio, la trovo noiosa e pesante. E soprattutto adesso, che al momento sono assieme, faccio una fatica tremenda a gestirli. XD

Sulla questione imprinting: non sono assolutamente una sostenitrice di questa teoria Mayeriana (beh, non lo sono quasi di nessuna se è per quelloXD) quindi non credo toccherò l’argomento, o almeno non è nelle mie idee per il momento. Forse più avanti, chissà!

La frase «Sai, penso che potrei accettarti anche dopo, forse.» la trovo bellissima, e secondo me fa benissimo da cornice al sentimento che Jacob nutre per Bella. Purtroppo però, non è farina del mio sacco, ma della Meyer. E’ la frase che Jacob pronuncia a Bella nel momento in cui lei lo va a trovare dopo essere stato ferito nella battaglia contro i neonati.

Beh, mi sembra di averti risposto su tutto quindi, non mi resta che sperare di trovarti anche nel prossimo capitolo. J

 

@Dackota

Ciao carissima! *_*

Come vedi l’aggiornamento è arrivato un po’ tardi, ma almeno è arrivato. XD

Sono contenta che anche tu apprezzi questo genere ma ti dirò, io non sono mai stata una fan del genere, ne tanto meno dei vampiri. Se devo essere sincera ho scoperto questo “mondo” proprio leggendo la saga di Twilight, ma ammetto che questi vampiri non sono poi un granché. XD

Aspetto la tua opinione anche in questo nuovo aggiornamento, eh! J

 

@Faffina

Faffiii *_*

Ma, ma, grazie!!!

Inutile dire che mi hai fatto un complimento bellissimo. È incoraggiante sapere di riuscire a incuriosire nonostante abbia toccato tasti non riguardante la saga. Non ho mai avuto la pretesa di scrivere un’originale, ancora troppo difficile per me, ma sapere che già questo piccolo accenno extra ha riscosso un buon risultato mi fa saltellare dalla gioia! *_*

Per sapere qualcosa di più sul nuovo vampirozzolo, però, dovrai aspettare il prossimo capitolo!^^ Come avrai letto stavolta mi sono dedicata a Bella, Jacob, e un pochino di Edward. Spero non avrai cambiato idea dopo aver letto questo aggiornamento!

Aspetto di sapere cosa ne pensi! J

Ovviamente ti ringrazio anche per gli appunti preziosi che mi hai illustrato. Qualcosa scappa sempre, e hai fatto benissimo a farmeli notare. Sentiti libera di fare qualsiasi precisione ogni volta che trovi qualcosa che non va! ^_-

 

Grazie a chi mi aggiunge nei preferiti, nelle seguite, e addirittura tra gli autori preferiti.

Grazie a chi recensisce aiutandomi, e spronandomi a cercare di fare sempre meglio.

Grazie a chiunque legge solamente.

Non mi resta che augurami che anche questo capitolo vi sia piaciuto e di trovarvi nel prossimo aggiornamento. ^_^

 

 

 

 

   
 
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