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Autore: AtenaPallade    20/07/2010    2 recensioni
Jo e Laurie. Dovete aver letto piccole donne crescono fino al capitolo 18 e poi continuare con il mio 19! Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati molti anni da quel caldo pomeriggio di settembre in cui i ragazzi si erano ritrovati al di là della collina, sotto la piccola pineta a parlare dei loro castelli in aria.

Jo aveva detto che, se fossero stati tutti vivi, si sarebbero dovuti ritrovare dopo dieci anni proprio lì, per raccontarsi le loro storie e verificare se i loro sogni si fossero avverati o meno. Aveva esitato qualche istante pensando che non fosse giusto nei confronti della sorella morta, ma quando espose a Meg ed a Amy l’idea di programmare un piccolo pic-nic proprio in quel luogo, ogni dubbio fu spazzato via ed accettarono tutte di buon grado.

Vennero invitati anche Rose e Ned, che ormai facevano parte della famiglia.

Quel pomeriggio di settembre era caldo e soleggiato come allora; non era cambiato nulla, se non si faceva caso al piccolo particolare che i ragazzi non erano più tali ma bensì uomini e donne ed al fatto, più triste, che Beth non c’era più.

Vi erano la famiglia Brooke, la famiglia Laurence, la famiglia Moffat ed Amy e Fred.

“Eccoci qui, abbiamo mantenuto l'accordo!” disse Jo accomodando la grande tovaglia a terra e cominciando a sistemare i viveri per la merenda.

“Gia! Mi sento vecchissima!” sospirò Meg sempre preoccupata per l'aumentare della sua età. Si lamentava come se di anni ne avesse ottanta e fosse ormai buona da passar a miglior vita.

I bimbi erano lasciati a loro stessi nell'erba: ridevano, si rincorrevano e gridavano; Beth giocava a fare la lotta con Demi, mentre Daisy li guardava allibita.

“Che dolcezza, quella bimba!” disse Amy.

“Eri anche tu così” aggiuse Jo ridendo “stavi sempre distante da tutto ciò che potesse sembrare divertente!” “Certo, mia cara, perché io non sono un maschiaccio come te!” rispose a tono Amy.

“Allora, che mi dite dei nostri famosi castelli in aria? Se non ricordo male quello di Meg si è avverato alla perfezione.” iniziò Laurie.

“Già, sono stata proprio fortunata. Volevo una bella casa e l'ho avuta, buon cibo e l'ho avuto e continuo - per merito mio! - ad averlo, un buon marito e degli angelici bambini, ed anche su questo sono stata accontentata.” disse Meg appoggiando la mano su una gamba di John. “Certo, volevo anche dei mobili eleganti, bei vestiti e molto denaro, ma allora ero una ragazzina e non riuscivo a capire che si può vivere magnificamente anche senza essere ricchi. Quando si ha l'amore si ha tutto.” aggiunse guardando suo marito e continuò dicendo “Tu, piuttosto, Jo, che volevi una stalla piena di cavalli arabi, stanze zeppe di libri e un calamaio magico per scrivere: mi pare che il tuo castello in aria sia rimasto tale!”

Una breve risata ci fu da parte di tutti finchè Jo non rispose alla sorella “Da quando la nostra cara Beth non c'è più molte cose sono cambiate, ed io con esse: ho vissuto un periodo fatto di frivolezze nel tentativo di allontanare il dolore, ma non è servito a nulla. Nostra sorella è ancora troppo presente nel mio cuore perché la sofferenza si plachi. Ma ora so che al mio fianco ho una persona che mi ama incondizionatamente e che mi ha fatto un dono grandissimo, oltre al suo affetto: la mia piccola Elizabeth. Credo, nonostante tutto, di essere stata fortunata. Non posso proprio lamentarmi!”

Laurie a queste parole aggiunse “Direi proprio di no! Sono un marito ed un padre modello, io!” disse con fare orgoglioso e poi continuò “Desideravo trasferirmi in Germania e diventare un musicista, ma la vita mi ha portato a fare delle scelte completamente diverse. Dovrò aiutare il nonno con gli affari, con il tè, la seta e le spezie e stare accanto alla mia famiglia: a pensarci bene non è poi così male!” finì Laurie guardando Jo che contraccambiava il suo sguardo con un'espressione di chi si aspettava quella battuta.

Amy all'epoca era una bimba tutt'altro che modesta e lo ricordò lei stessa “Che vergogna! Io che desideravo diventare la pittrice più brava del mondo ho girato l'Europa e di miglioramenti sostanziali non se ne sono visti! Direi che, come Jo, il mio castello in aria è rimasto proprio lì dov'era!”

“Non dire così, Amy, ho visto i tuoi disegni e non sono niente male. Certo hai ancora molta strada da fare, ma ti assicuro che molte ragazze della tua età non saprebbero neanche lontanamente disegnare con il tuo stile!” le disse Jo.

“Sei proprio cambiata Jo! Una volta non mi avresti mai fatto un complimento del genere!” disse Amy ridendo e facendo ridere anche l'intero gruppo.

Rose e Ned ascoltavano piacevolmente tutti questi racconti ed improvvisamente si sentirono come se fossero sempre stati parte integrante della meravigliosa famiglia March; così decisero di rivelare il piccolo segreto che Rose portava da qualche mese dentro di sé diffondendo nell'aria un’allegria ancora maggiore di quella presente fino a quel momento.

Fred non potè dire nulla dato che non era presente all'epoca della creazione dei castelli in aria, ma non si sentiva affatto tagliato fuori dal discorso e disse “Io il mio castello in aria non ho fatto in tempo a pensarlo che era già realizzato! Non sono neanche riuscito a finire la mia proposta di matrimonio che Amy l’ha accettata subito ed il mio castello in aria si è avverato in men che non si dica!”

Dopo l'ilarità provocata dal racconto di Fred ci fu un momento di silenzio, rotto da Jo “Se fosse ancora qui la nostra piccola Beth, cosa avrebbe detto?” e sul suo viso calò un'ombra: quella distanza incolmabile continuava a pesare. C'erano notti in cui, senza farsi sentire da Laurie, cercava di soffocare i suoi singhiozzi. Teneva nel cassetto del comodino in fianco al letto il ritratto che Amy, alle prime esperienze di pittrice, aveva fatto alla sorella e di tanto in tanto lo tirava fuori, lo portava in biblioteca per sfogarsi senza farsi notare dal marito.

Il cuscino rosso non aveva mai abbandonato i suoi momenti di sconforto ed era la prima cosa che aveva portato con sé nella sua nuova casa; Laurie molto spesso, senza farsi vedere da Jo, lo tastava e lo trovava più di qualche volta umido. Sapeva che la moglie piangeva ancora per la sorella, ma non voleva che Jo si sentisse controllata; in quei momenti lui rimaneva in disparte sapendo che, quando non sarebbe riuscita a liberarsi da sola dalla morsa della disperazione, l'avrebbe cercato.

“Voleva stare accanto alla mamma e al papà ed aiutare la famiglia, Jo, e lo sta facendo dal Paradiso. Lei sorveglia i nostri bambini con lo stesso amore con cui avrebbe fatto se fosse qui, e noi l'amiamo altrettanto.

Non dobbiamo essere tristi per lei, è al sicuro e sta bene, ci osserva e ci ascolta quando le parliamo. Noi non ce ne accorgiamo, ma lei ci è accanto in ogni momento e vive nei nostri cuori. Desiderava tanto che tutti noi stessimo bene e se ci guardiamo intorno possiamo renderci conto che è esattamente quello che lei voleva.” le disse Meg.

La salvezza di Jo in quell'istante fu quella piccola margherita che aveva colto poco prima, che stringeva ora fra le mani e che le teneva gli occhi impegnati mentre Meg pronunciava quelle parole; senza di essa molto probabilmente non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime.

Due figure li stavano raggiungendo: giunti al pic-nic, Mister March portò Laurie, John, Ned e Fred dai bambini che giocavano nell'erba, mentre la signora March rimase con le donne di famiglia.

“Cari ragazzi! Mi fa bene al cuore vederli scordare per un giorno gli impegni quotidiani e divertirsi con i bimbi.” disse Jo guardando gli uomini mentre facevano divertire le piccole pesti.

“Già, la felicità che portano i bambini in una famiglia è incomparabile a qualsiasi altra cosa.” rispose Meg.

“Non ho ancora bimbi tutti miei, ma ne voglio avere presto uno!” esclamò decisa Amy.

“Io sono una donna fortunata: ora che ho un marito accanto e che fra qualche mese avremo un figlio, mi sento di non poter chiedere altro.” aggiunse Rose accarezzandosi il ventre leggermente rigonfio.

“Ragazze mie, ricordate per sempre la felicità di questo momento. I bambini sono la ricchezza della famiglia e sono il nostro futuro. Il mio futuro siete voi, e sono orgogliosa di quello che sono riuscita a compiere” poi concluse allargando le braccia e stringendo a sé le ragazze “e vi auguro ogni bene possibile, mie piccole donne!”.

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Ringrazio tutte le persone che mi hanno seguita fino alla fine, spero che la mia storia vi sia piaciuta.

AtenaPallade
  
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