My Dreams
PROLOGO.
I sogni son desideri
Chiusi infondo al cuor
Nel sonno ci sembran veri
E tutto ci parla d’
amor…
Kagome Higurashi sfoggiò un sorriso amaro
e premendo un tasto nero, con su scritto “stop”, arrestò del
tutto quella dolce canzone che sua mamma le cantava sempre da bambina.
«Non
smettere mai di credere nei sogni, Kagome.»
Questa frase le veniva sempre ripetuta prima del
bacio della buona notte, ma ormai Kagome nei sogni non credeva più.
Aveva smesso di crederci quando aveva scoperto
l’amore: a cosa serviva sognare ancora, se tutto quello che voleva era
suo?
Ma un bel giorno…
Una lacrima le solcò il viso e le
bruciò parecchio quella linea bagnata sulla guancia.
Asciugandosi repentinamente il volto,
cercò di abbozzare un sorriso alla piccola palla di pelo bianca
rannicchiata ai piedi di una serie di scatoloni, poi, tirando su col naso,
staccò la spina dello stereo, riponendola con cura in una scatola di
cartone. La richiuse con del nastro adesivo e stappò un pennarello
indelebile, di colore nero.
KAGOME HIGURASHI
WEST STREET 309
BURLINGTON, VERMONT, USA.
Con un sospiro richiuse il pennarello e
prendendo il suo gatto fra le braccia, gli baciò delicatamente il capo,
concedendogli infine qualche coccola.
«Da domani, Aki, inizierà una nuova
vita per noi… e questa volta, mi vedrai più forte di prima, non
permetterò più a nessuno a farmi del male. È una
promessa.»
Continua…