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Autore: Jordan Cullen    15/12/2010    2 recensioni
ciao ragazzi...
ecco a voi una nuova ed emozionante storia in stile Yaoi, tutta per i miei fans! Due ragazzi pieni di vita che si perderanno in mille avventure con sempre un'accenno di sottile erotismo e soprattutto comicità...
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio è sempre devastante...

Cap. 3


Avevo da poco aperto gli occhi, quando la radio sveglia iniziò a suonare. Intanto la casa cominciava a svegliarsi lentamente insieme hai suoi occupanti. Dalla cucina sentivo provenire un odore di cannella, vaniglia, e cioccolato che scoprii essere dei dolcissimi muffins, appena sfornati. Mi fiondai sulla ciotola che li conteneva, come un leone si fionderebbe su una gazzella. I miei intanto continuavano a parlare tra di loro. Continuando a trangugiare la mia abbondante colazione, mi apparve Saphy difronte aleggiando come al solito a qualche dito dal piano del tavolo.

buongiorno Fabian” mi disse lui. Senza rispondergli lanciai il coperchio che prima ricopriva i muffins sul tavolo e lo coprii totalmente facendo pressione con il mio corpo per tenerlo saldo sul tavolo. I miei si girarono, sgranando gli occhi, verso di me.

amore è tutto apposto?” mi chiese mia madre

sì sì... mamma” le risposi sgranando gli occhi, poiché vidi Saphy che era seduto sulla spalla di mio padre. Continuava a sorridermi “ho bisogno di... di un po' di thé per mandare giù i tuoi meravigliosi m....” non finii la frase poiché quel maledetto spiritello si spostò rapidamente e iniziò a ballare sul tavolo a metà tra me e i miei genitori.

che stai facendo!!!!” gli sussurrai

tesoro è sicuro che vada tutto bene?” adesso era mio padre a parlare

sì certo” mi lanciai sul tavolo tenendo solo i piedi fuori e finalmente lo afferrai. Poi corsi su per le scale e dritto in camera.

MA CHE STAI CERCANDO DI FARE?” gli urlai lanciandolo nel vuoto

ahahah... sei uno spasso Fabian!” mi rispose lui continuando a ridermi in faccia

che hai tanto da ridere? Hai voglia di farti vedere dai miei e mettermi nei guai!”

non ricordi che solo tu puoi vedermi?”

si ma questo non è un buon motivo per andartene in giro per casa e fare i tuoi comodi!!!”

sarà...” e con un gesto della mano mi liquidò.

Incominciai come mio solito a prepararmi per la scuola presi lo zaino in spalla e volai giù per le scale senza degnare nessuno di uno sguardo. Come al solito in ritardo ed ero, come al solito, tentato di rincorrere l'autobus oppure prendere la macchina.... rientrai in casa e con un urlo chiamai mio padre.

che fai?” si materializzò davanti al mio naso Saphy

per colpa tua ho perso l'autobus e non ho voglia di prendere la macchina oggi... cercherò di farmi accompagnare da mi papà!!!” gli risposi continuando a chiamare mio padre

aspetta... tuo padre non serve! teletrasportati a scuola...”

ma stai scherzando” gli dissi ridendogli in faccia, vidi la sua faccina assumere un espressione incattivita, si fece scuro in volto e senza accorgermene la casa scomparì. I miei piedi erano sospesi nel vuoto e con una spinta pari a quella delle montagne russe mi ritrovai a sfrecciare nel buio più assoluto; fino a quando, con un assordante fracasso, la corsa non si arrestò e mi ritrovai completamente al buio. Il luogo dove mi trovavo era umido e maleodorante. Rimasi immobile e cercai, con lo sguardo, un punto di riferimento. Ti conviene uscire dal bidone dell'immondizia!! quella sua stupida e irritante vocina mi diede completamente sui nervi. Mi girai e rotolandomi per terra, riuscendo ad uscire dal cesto. Mi guardai intorno e notai con estremo stupore di essere arrivato a scuola. Mi ritrovai nel cortile interno, dove di solito non c'era mai nessuno per fortuna mia, perchè non avrei proprio saputo spiegare quello che mi era successo.

Smaterializzazione! Ecco cosa è successo, dovrai fari l'abitudine.... dato che la dovrai usare spesso e volentieri d'ora in poi per i tuoi viaggi.

Un conato di vomito mi salì in gola, ma non so come riuscii a rigettarlo giù. Mi trovavo nella sala più antica della scuola, dove i colonnati che sorreggevano i portici affrescati facevano bella mostra di sé. Piccoli ciuffi di erbetta selvatica spuntavano qui e là dal pavimento. Un grosso pozzo, al centro del cortile, troneggiava come una maestosa tartaruga dal guscio di metallo. Mi avvicinai in modo circospetto, aspettandomi da un momento all'altro un attacco del folletto. Sollevai il coperchio mezzo arrugginito e notai che il pozzo non aveva acqua al suo interno ma una miriade di rospi che come lava furono catapultati al di fuori dell'enorme recipiente.

è ora di imparare a combattere Fabian...” mi disse e mi lanciò uno strano oggetto “veloce o la tua arma sarà sommersa dal nemico!”

si giusto... dov'è? Mi chiesi. A pochi passi da me la vidi vicino a una delle colonne del portico. Ormai i rospi mi avevano del tutto circondato strinsi tra le dita la bacchetta che mi aveva lanciato e sperai in un miracolo. Idiota di un ragazzino fa qualcosa! Sentivo che i piccoli anfibi incominciarono a bloccarmi le gambe, e poi sempre più in alto fino a quando le mie braccia erano salde lungo i fianchi e mancava poco alla disfatta. Concentrati stupido....chiusi gli occhi e nella mia mente si materializzò una parola AEGIS. Tutto ad un tratto mi sentii sollevare: un turbinio di vento, spazzò via i rospi nell'immediato istante e io fui sbalzato al piano superiore, battendo la testa contro il pavimento, ma senza perdere i sensi per fortuna. Mi affacciai al parapetto e vidi rospi sparsi ovunque e alcuni erano ancora in giro che svolazzavano portati dal vento. Un urlo di eccitazione mi partì all'improvviso dalle labbra. Mi ritrovai Saphy di fronte a me che fluttuava in aria come un fantasmino.

contento adesso?” mi chiese

sì... ma ti devo chiedere solo una cosa!”

ancora? E cosa sarebbe di grazia?”

questa bacchetta è una cosa alla Harry Potter?” gli chiesi mostrandogli la bacchetta scura nella mia mano

la bacchetta uno dei tantissimi strumenti che potrai utilizzare per evocare o invocare... quando sarai più esperto potrai anche non usarla e procedere a mani nude! Ma per il momento non te lo consiglio...”


La mattinata a lezione passò in modo molto lento. Le ore sembravano non passare mai, ma una volta che il prof. dell'ultima ora ci congedò, fui il primo uscire dall'aula.

Nel tragitto di ritorno, non avendo la macchina, feci una lunga ed estenuante camminata. Continuavo a pensare a quello che era successo nel vecchio cortile. Non poteva essere vero! Continuavo a ripetermi nella mente, presi la bacchetta dalla tracolla e la rigirai tra le mani, stando attento nel non farmi vedere da qualcuno. La strada era da entrambi i versi deserta agitai la bacchetta in aria e pronunciai la formula poco prima imparata. Il silenzio perdurò in strada, nulla si mosse e poco ci volle per essere scoperto da un gruppetto di ragazzini in bicicletta che avevano appena svoltato l'angolo. È solo una stupidaggine Fabian! Mi dissi nella mente.

non lo è se ci credi veramente!” mi disse Saphy, entrando nella mia mente senza permesso. Mi guardai intorno e riuscii a vedere i suoi occhi neri, magnetici, che mi osservavano dalle fronde di un albero.

credici e ci riuscirai!” continuò lui. Agitai per la seconda volta la bacchetta e pronunciai la formula con la massima concentrazione che potevo raggiungere. In men che non si dica un vento gelido mi sferzò il viso per poi calmarsi improvvisamente. Dopo pochi secondi i bidoni della spazzatura, davanti a me, furono scaraventati a un centinaio di metri di distanza. Per pochi centimetri non urtarono contro un'auto parcheggiata, l'allarme dell'auto scattò e fu tempo di correre. Per fortuna casa mia era a solo due isolati di distanza. Mi chiusi la porta alle spalle e scivolai sul pavimento, ancora con la bacchetta in mano.

Quindi era questo il mio destino fare trucchi di magia come uno stregone delle favole. L'idea in un certo senso mi solleticava, era tanto che volevo sollevarmi dalla massa ed essere considerato unico.

Fabian è tutto apposto?” la voce di mia madre mi fece trasalire e in men che non si dica fui nei guai totali: con lo sguardo di mia madre che continuava a muoversi dalla bacchetta al mio viso e viceversa.

e quella... dove l'hai presa?” indicò la bacchetta

posso spiegarti!”

noi due dobbiamo parlare...” mi disse “raggiungimi in cucina all'istante” mi alzai dal pavimento controvoglia e a fatica e la seguii.

  
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