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Autore: nini superga    17/12/2010    3 recensioni
" Era da quasi un anno che me n'ero andata da Minas Tirith. Gandalf mi aveva letteralmente scaricata a Gran Burrone per poi andarsene a zonzo nei territori dell'Ovest senza dirmi niente, come se fosse alla febbrile ricerca di qualcosa. Di Isengard, la mia vecchia casa, non sentivo affatto la mancanza, anzi: l'esperienza a Gondor mi aveva lasciato una fame di scoprire il mondo che ancora non era stata saziata e, se non fosse stato per ordine di Gandalf, con ogni probabilità non sarei rimasta a Imladris a insegnare a rollare a Arwen, principessa degli elfi, ma sarei sicuramente scappata, dato che spiegare come si crea una sigaretta era il fatto più eccitante delle mie giornate. "
bentornati alle storie di Anna!!! questa volta la storia si fa interessante, dato che mi ricollego alla grande Avventura scritta dal Maestro e rappresentata da quel geniaccio di Jackson! mi scuso già in anticipo per gli errori su nomi, luoghi e personaggi vari: non vogliatemi male!!al massimo fatemelo notere e lo correggerò :) ultimo invito: R E C E N S I T E. e numerosi, anche. buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Gioielli di Anna.'
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<< Sbagli. >>

Due occhi azzurri si levarono su di me e mi guardarono smarriti << Ancora? >>

Io annuii << Certo che si!! ti sembra quello il modo di sistemare il filtro? >>

Arwen guardò la sigaretta malfatta che reggeva fra le mani con aria perplessa per poi tornare a fissarmi negli occhi, l'espressione imbronciata << A me sembra giusta, invece! >>

Io sbuffai, sedendomi accanto a lei sulla panchina, davanti a noi la vista mozzafiato di Gran Burrone. << Dammi qua. >> Le dissi << Te lo faccio vedere per L'ULTIMA volta... dopo però devi farlo tu, va bene? >>

Lei annuì convinta e mi osservò rollare con grazia un perfetto cilindro di tabacco, applaudendo quando glielo mostrai << Sei troppo brava! >> Esclamò, rigirandolo fra le dita affusolate.

Io sorrisi triste << Sapessi quanto è bravo il maestro... >>


Era da quasi un anno che me n'ero andata da Minas Tirith. Gandalf mi aveva letteralmente scaricata a Gran Burrone per poi andarsene a zonzo nei territori dell'Ovest senza dirmi niente, come se fosse alla febbrile ricerca di qualcosa. Di Isengard, la mia vecchia casa, non sentivo affatto la mancanza, anzi: l'esperienza a Gondor mi aveva lasciato una fame di scoprire il mondo che ancora non era stata saziata e, se non fosse stato per ordine di Gandalf, con ogni probabilità non sarei rimasta a Imladris a insegnare a rollare a Arwen, principessa degli elfi, ma sarei sicuramente scappata, dato che spiegare come si crea una sigaretta era il fatto più eccitante della giornata.

Infatti, per quanto fosse bello e magico Gran Burrone, o Imladris o come lo si vuol chiamare, coi suoi canti e i suoi balli, i suoi vestiti sontuosi e i piatti prelibati, le biblioteche e gli immensi boschi, ebbene era un posto alquanto noioso. Mi ero abituata a tenermi in movimento ogni giorno a Minas Tirith- anche se il mio soggiorno era durato relativamente poco- , ad aver sempre i nervi a fior di pelle, mentre gli Elfi sembravano estranei a quella mia smania di fare, forse per colpa di quel particolare tabacco dal sapore dolce ( L'autrice si dissocia da ogni riferimento: non fatevi strane idee!!! ) che fumavano in sottili pipe argentate, o per quel dolce liquore che distillavano loro stessi e che scivolava liscio lungo la gola per riscaldare l'anima e predisporla a stendersi su un divano e guardare il soffitto della propria stanza beatamente in pace. O forse era semplicemente il fatto che, essendo eterni, avevano appunto tutta l'eternità davanti e non sentivano la necessità di fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento, al contrario di me.


Sospirai platealmente e mi lasciai scivolare lungo la panchina, godendomi la vista e sorridendo ad Arwen che ancora ammirava la sigaretta.

<< Chi è il maestro? >> Mi chiese Arwen all'improvviso, guardandomi con quei scintillanti occhi azzurri << E' da quando ti conosco che ne parli, ma non hai mai parlato di lui in termini precisi: chi è? >>

Mi venne in mente Boromir in assetto da guerra, il vessillo di Gondor in una mano e il corno nell'altra, sorridente << E'... >> Iniziai, estasiata << … E' l'uomo che è a capo dell'esercito di Gondor, il figlio del Sovrintendente di quelle terre. Si chiama Boromir. >> A dire il suo nome abbassai la voce, come per evocarlo: Valar, quanto mi mancava.

<< Ah. >> Disse lei << E' un guerriero, dunque. >>

Annuii << Già. >>

Restammo in silenzio, ammirando il paesaggio: dalla terrazza sulla quale eravamo, Gran Burrone ci veniva addosso con tutta la sua bellezza e magnificenza. Era una vallata verde e ridente, cosparsa di eleganti palazzi bianchi dall'aria favolosa, che di notte scintillavano come stelle del cielo e di giorno assumevano i colori cangianti del sole. Sembrava che su quella terra non piovesse mai, non morisse mai nulla, nemmeno una foglia. Tutto era fermo. Eterno. Dannatamente immobile, come se si trovasse sotto una teca di cristallo. A pensarci, era un po' inquietante.

<< Ma non ti stufi mai? >> Chiesi ad Arwen, così a bruciapelo.

Lei mi guardò con aria interrogativa << Stufarmi di cosa? >>

<< Ma di questo. >> Feci un eloquente gesto della mano << Di tutta questa bellezza, di tutta questa...pace! Non che la pace mi disturbi, ovviamente... >>

Lei piegò la testa di lato, socchiudendo gli occhi << Continuo a non capire... >>

Scossi la testa e cercai le parole con attenzione << Insomma, come faccio a spiegartelo? E' … >> Mi fermai, colpita dal fatto che avrei potuto offenderla. Mi misi sulla difensiva << Spero che non ti offenderai, ma qui a me sembra tutto incredibilmente noioso. Bellissimo, stupendo, favoloso quanto ne hai voglia ma... noioso. >> La guardai << Non credi? >>

Lei mi fissò intensamente negli occhi e poi sorrise in silenzio << A parlare così, assomigli davvero a qualcuno. >> Il sorriso le si allargò ancora di più << A qualcuno a me caro. >> Si sfiorò il magnifico ciondolo che portava al collo: un fiore di pura luce << Questo non è un ambiente umano, Anna. Questo è il regno degli elfi e il regno degli elfi è proprio così: bellissimo ed eterno, imperturbabile. Per voi umani questo è inconcepibile: il vostro mondo è in continuo mutamento, voi stessi mutate davvero velocemente nel breve arco della vostra vita, e i Valar vi ha dato la voglia e le capacità di compiere gesta straordinarie, per quanto il vostro tempo su questa terra sia breve. Credo che da qui nasca la vostra smania di fare e di scacciare la noia, che è inattività. Forse la scacciate perchè è tanto simile alla morte... >>

Feci una piccola risatina << Effettivamente, da morti si fa poco e nulla, tranne essere mangiati dai vermi... >> Le presi la sigaretta dalle mani e l'accesi con un fiammifero.

<< Che discorsi profondi! >> Esclamai allora, assaporando il gusto dolce del tabacco degli elfi e passandole la sigaretta << Discorsi troppo profondi, per due ragazze come noi, Arwen... >>

Lei rise << “ Ragazze “? Parla per te! >> Più volte le avevo chiesto quanti anni avesse, ma lei rispondeva evasiva o lasciava cadere la domanda nel vuoto, facendomi capire che non aveva piacere a parlarne. Le sorrisi e le dissi che la sigaretta poteva tenersela, volevo andare a fare due passi da sola. Lei annuì e rimase seduta sulla panchina, salutandomi con uno di quei suoi dolci sorrisi che mi scioglievano il cuore.



Arwen mi aveva fatto venire in mente Boromir.

Da quanto non lo vedevo? Sembravano vite intere...intere ere, forse. Mi appoggiai al ballatoio , lungo il Belvedere di Gran Burrone, una lunga strada che collegava tutti i vari palazzi a quello di Erlond, padre di Arwen, signore potente e gentile dall'aria paterna. Il bello di quella strada era che correva come un anello attorno alla valle, regalando una vista magnifica e la possibilità di fare altrettante magnifiche passeggiate, dato che era abbastanza largo ed era puntellato da panchine e deliziosi padiglioni in stile elfico ( io lo chiamavo così, quel genere fine ed elegante ).

non vestivo come un' elfa, ma da uomo: mi ero talmente abituata ai pantaloni e alla camicia che non riuscivo a separarmene. Solo in rare occasioni indossavo vestiti e l'unico elegante era quello che Boromir e Faramir mi avevano regalato, quello di Finduillas.

Ecco, avevo pensato ancora a lui. Mi passai una mano sulla fronte e accarezzai i capelli, tornati lunghi. Ancora a lui... sospirai, triste “ Come starà? “ Mi chiesi rollandomi una sigaretta con noncuranza “ Sarà ancora vivo? Mi penserà ogni tanto? Si sarà...? “ Scacciai quel pensiero come se si trattasse di una mosca fastidiosa, concentrandomi solo sulla sigaretta. Mi tremavano le mani e costrinsi la mia testa a tornare a quel pensiero “ … Si sarà sposato? “.

Era da un po' che ci pensavo e non avevo tutti i torti: Boromir era un uomo nel fiore degli anni, forte e vigoroso, per non parlare del fatto che era il futuro Sovrintendente, un buon partito dunque per qualsiasi ragazza di buona famiglia, principesse comprese. E io ero la scema del villaggio: io, che non ero niente, orfana e senza famiglia, credevo di poterlo tenere per me.

Mi accesi la sigaretta con mano tremante, cercando di non far caso agli occhi lucidi “ In realtà è ancora innamorato di me... “ Cercai di dirmi, ma non ce la feci: una grossa lacrima mi scivolò sulla guancia, mentre mi rimproverai per l'ennesima volta di non essere stata in grado di tenermelo stretto. “ Avrei dovuto protestare, combattere per restare. “ Mi dissi, rabbiosa “ Sarei dovuta restare con lui, solo con lui e fregarmene di tutto. Avrei dovuto … “ Un brivido caldo “ … far l'amore con lui. “ Anche quello era un chiodo fisso. Era diventato una cosa di cui mi ero pentita, quella di non essere stata abbastanza intima con lui. Credevo che l'intimità ci avrebbe legato con fili rossi, per non scioglierci mai più dai nostri giuramenti.

Gettai via la sigaretta, che si era consumata fra le mie mani fumata dal vento e mi asciugai il viso con le maniche della camicia. << Stupida. >> Mi dissi a voce alta << Sei una stupida. >>


<< Effettivamente. >>

La voce mi fece trasalire e alzai il capo di scatto: cinque elfi mi guardavano con aria altera e aristocratica, uno di loro lo faceva con particolare insistenza. Era l'elfo che aveva parlato, quello che mi stava sulle balle più di tutti. E mi aveva vista in quelle condizioni pietose.

“ Bastardo. “ Pensai istintivamente, alzando fieramente il capo e cercando di ignorare gli occhi e le guance arrossate << Glorinfeld. >> Lo salutai con freddezza << Bello come sempre, vedo. >>

Lui sorrise e si avvicinò << E tu simpatica come al solito. Che stavi facendo? >>

“ Mi hai vista o no? “ Avrei voluto ribadire ma trattenni la lingua << Nulla di particolare. >> Risposi, prendendo il tabacco e sedendomi su una panchina. << E tu? >>

<< Cercavo te. >>

Lo fissai stupita << Ah! >> Poi sogghignai << Voglia di fare due chiacchere con qualcuno che non ti dia sempre ragione? >>

Non rispose alla provocazione << Il mio signore Erlond ti manda a chiamare. >> Disse solo.

<< Ah si? >> Mi accesi la sigaretta e soffiai fuori il fumo << E perchè? >>

<< Perchè devi sempre chiedere perchè? >> Sbottò lui evidentemente irritato, scuotendo i lunghi capelli biondi. << Ti basti sapere che non so nemmeno io di cosa si tratti, il mio signore mi ha solo chiesto di cercarti e di condurlo a lui. Del resto, io non so nulla. >>

<< Fai il messaggero, adesso? Bel lavoro! >> Scherzai. Ma lui non rise.

Pensai a cosa avevo fatto negli ultimi giorni,ma non ricordai alcun disastro, nessun libro strappato, tenda macchiata... fissai Glorinfeld con un misto fra l'indifferente e l'incuriosito ma alla fine mi alzai, la sigaretta fra le labbra << E va bene. Andiamo dal tuo signore. >>










NOTICINA: guarda guarda la Nini che è tornata!!! salve a tutti!!!eccomi qui con un nuovo capitolo e una nuova storia. E' abbastanza sciallo, con le solite pene d'amore, le solite sigarette e le solite cagatine che mi hanno reso nota a voi, vasto e colto pubblico ( che leccata di culo... )

comunque, dal prossimo capitolo entrerà in scena un nuovo personaggio che sconvolgerà non poco la vita ad Anna- e non solo a lei...

vabbe, chi vivrà vedrà!!!

bacissimi cari recensite recensite R E C E N S I T E numerosi, claro? Brai scetch...

  
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