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Autore: IsaMarie    06/01/2011    19 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 60
Buongiorno a tutte e tantissimi auguri alle nostre belle Befane!!!
Avete lavorato tanto stanotte? Noi abbiamo fatto numerose ore di volo per poter accontentare tanti piccini della nostra zona!
Speriamo siate state altrettanto diligenti! Hihihi!
A parte gli scherzi
ora vi lasciamo al chappy! Molte di voi sono entusiaste per il ritorno di Edward e Bella e potrete leggere di loro sia in questo chappy che nel prossimo.
Ringraziamo come sempre tutte voi che ci seguite e diamo il benvenuto alle numerose nuove lettrici, ringraziandole infinitamente di aver lasciato anche un commento!
Abbiamo una novità: io e Sara abbiamo aperto un blog, si chiama Le fan fiction di Manu e Sara. Speriamo che verrete a farci una visitina. Piano piano stiamo aggiornando Frutto proibito e pubblicheremo anche la nuova Segreti e Inganni, così chi non potrà leggerla qui su Efp potrà andare là (sempre che vi faccia piacere!).
Un bacione e buona lettura.



CAPITOLO 60

Imbarazzo


Pov Alice

Eravamo ancora incantati a rimirare lo splendido e fiabesco paesaggio quando ad un tratto sentii l’urgente necessità di poter stabilire con certezza che ciò che stavo vivendo in quei magici momenti non fossero solamente delle allucinazioni, degli abbagli partoriti da un delirio della mia mente malata… perciò mi voltai per guardare il viso di quel ragazzo perfetto, per realizzare che tutto quello non era un mio disperato vaneggiamento, frutto della mia fervida fantasia, ma un qualcosa di concreto, di reale… e mi ritrovai incollati addosso due magnetici zaffiri, che nel frattempo si erano fatti più scuri, quasi certamente per le profonde emozioni che li agitavano.
Quando i nostri sguardi si intrecciarono, mi sentii improvvisamente di nuovo le gote in ebollizione e Jazz, accorgendosene, incurvò lievemente le labbra, sorridendomi in modo tenero e malizioso assieme; poi si avviò verso le camere, senza aggiungere altro.
Oddio, mi stava portando da lui? Lo sperai intensamente, con tutto il mio cuore, che in quell’istante mi martellava furiosamente nel petto! Mi augurai che decidesse di portarmi direttamente nella stanza occupata da lui, per riprendere l’appassionata questione del nostro bacio, interrotto dalla smorfia sfuggitami a causa della mia caviglia dolorante… ma con mio sommo dispiacere e un pizzico di delusione, si diresse verso la mia camera… ehi, bellezza, dove credi di andare?, avrei voluto chiedergli in tono di sfida.
Ma constatai, una volta di più, che la mia lingua affilata e peperina, era tale solo quando lui mi faceva arrabbiare, o quando, in passato, avevo risposto in modo pungente alle sue malevole provocazioni… ma quando eravamo così vicini, così intimi, come in quel momento… bè, accidentaccio a me!, sembrava me l’avessero tagliata!
Ero quasi inibita, non riuscivo a trovare il coraggio di tirare fuori i miei più inconfessati desideri, i miei sogni più reconditi… la sua strabiliante vicinanza mi rendeva imbambolata, succube del suo intenso magnetismo… e mi lasciai adagiare buona buona sul letto, senza proferire verbo e soprattutto con gli occhi bassi. Che vigliacca che sei Alice!, mi rimproverai con uno sbuffo di protesta.
-Ehi, piccola mia… c’è qualcosa che non va?- mi chiese, premuroso, con una voce dolce come il miele. Cavoli! Non gli sfuggiva proprio niente…
-No, no, tranquillo… ehm… sono solo un po’ stanca e dolorante…- mentii spudoratamente, sperando che se la bevesse. Mi fissò per un solo attimo, ma in modo talmente penetrante che pensai che potesse leggermi nel profondo, riuscendo a rivelare subito il mio inganno; ma poi… fece finta di niente e afferrò il borsone, appoggiandolo sul letto vicino a me.
-Cosa vuoi indossare?- domandò con un tono di voce piuttosto neutro, cominciando a sbirciare all’interno della borsa. Rabbrividii… la temperatura al piano di sopra era nettamente inferiore rispetto a quella a cui eravamo abituati di sotto, per via dell’avvolgente calore del camino.
-Mmm… direi qualcosa di caldo…- suggerì lui, non lasciandosi sfuggire il mio fremito.
-Sì… dovrebbe esserci una tuta comoda e calda, in fondo al borsone- gli spiegai. Tirò fuori i vari indumenti, adagiandoli pian piano sul letto; e quando si ritrovò in mano praticamente tutto il mio cassetto con la lingerie più sexy che possedevo, sgranò gli occhi, completamente meravigliato. Anch’io ero allibita: cribbio! E quella roba da dove era uscita? Io non l’avevo infilata di certo lì dentro, sapendo di passare solo un weekend con le ragazze e… oddio, Bella! Ma certo! Era lei la colpevole…
-Ma… veramente… io… giuro che… bè, insomma… non l’ho mai messa in borsa… quella roba- balbettai, completamente imbarazzata.
-Ahahaha! Devo ammettere che le ragazze hanno pensato proprio a tutto!- esclamò, riprendendosi immediatamente dallo stupore, mentre si rigirava tra le mani uno dei completini più osè a disposizione del mio arsenale.
Mi portai le mani a coprirmi il viso per la vergogna… chissà cosa avrebbe pensato ora di me…
Uffi, certo che Bella mi aveva reso pan per focaccia!, mi lamentai mentalmente, con un sonoro sbuffo di disappunto.
Sentii le sue mani grandi e calde staccare delicatamente le mie dal viso, ormai completamente paonazzo; e me lo ritrovai inginocchiato di fronte a me.
-Che c’è amore? Ti dispiace così tanto che abbiano aggiunto anche questa… ehm… interessante lingerie alla tua borsa?- mi chiese, sornione.
-No… è che… bè… ecco…- rantolai pietosamente; oddio ma possibile che non riuscissi più ad articolare una frase coerente?!
-Mi sa proprio che dovrò ringraziare mia sorella, vero? E ti devo confessare che non vedo l’ora di ammirarti con un paio di questi favolosi completini indosso, piccola mia…- mormorò roco al mio orecchio. Oddio, ora stavo andando proprio a fuoco… ma non solo nelle gote… in tutto il corpo! E per di più il mio bassoventre era un incendio indomabile! Ridacchiò divertito, probabilmente dilettato dalla nuova tonalità di rosso acceso che avevano raggiunto le mie guance.
-Bene, micetta… qui hai la tuta… io esco un attimo, appena hai finito richiamami subito, ok?- mi ordinò, uscendo dalla stanza, dopo aver gettato un’ultima, stuzzicante e fugace occhiata ai poco casti completini disposti ordinatamente sopra il letto.
Cercai di ricompormi e soprattutto di raffreddare i bollenti spiriti: una sua semplice frase, un suo sussurro, i suoi occhi magnetici, un suo piccolo sfioramento, avevano un effetto bomba su di me, che mi provocavano un effetto di massimo scombussolamento… e la cosa peggiore era che questo effetto devastante stava aumentando sempre di più! Come diavolo ero riuscita ad ignorarlo così tanto nei giorni scorsi?!
Ora non mi sarei staccata più da lui, per nessun motivo al mondo!
Quando riuscii a raggiungere un decente livello di autocontrollo, indossai la mia tuta (per fortuna Bella e Rose ne avevano scelto una particolarmente attillata…) e cercai di sistemare il resto degli indumenti nell’armadio e nei cassetti; durante l’operazione, con sollievo constatai che la caviglia mi faceva già meno male; certo dovevo stare ancora attenta a non appoggiarvi il peso completamente, ma andava già molto meglio. Aveva ragione Jazz: se non avessi cercato di sforzarla troppo, probabilmente tra qualche ora tutto sarebbe passato… sogghignai contenta, al pensiero di essere curata dal mio dottor Swan…
All’improvviso sentii la porta aprirsi e sobbalzai per lo spavento: io non l’avevo ancora chiamato…
-Ma si può sapere cosa stai facendo? Non ti avevo detto di chiamarmi? Potevo anche mettere a posto io le tue cose, sciocchina mia!- mi rimproverò con dolcezza ma con un volto serio e preoccupato. Oddio, ma quanto era premuroso!
-Ma non sei il mio cameriere, Jazz!- ribattei per tentare di giustificarmi; -E poi, come puoi vedere, mi fa già meno male, e non voglio pesare su di te più del dovuto…- dichiarai, chiudendo il discorso. Ma non avevo fatto i conti con la sua veemenza: in meno di un secondo mi sentii mancare la terra sotto i piedi e mi ritrovai di nuovo avvinghiata a lui, ingabbiata tra le sue braccia muscolose e il suo possente torace, stordita da quell’odore così mascolino.
-Tu. Non. Sei. Un. Peso! Né mai lo sarai! Chiaro, signorina Cullen?!- mi sgridò ancora, scandendo bene le parole. Poi mi baciò con un impeto passionale che rasentava la bramosia: un bacio colmo di irruenza, amore, desiderio, possessività...
Mi persi subito in una realtà parallela, fatta di immagini molto focose di noi avvinghiati molto stretti, completamente nudi…
Le mie mani si infilarono immediatamente nella morbida e folta chioma dei suoi capelli biondi, mentre la sua lingua birichina disegnava con perizia i contorni delle mie labbra… poi prese a mordicchiarmi con delicatezza il mio labbro inferiore, mentre il mio respiro corto si faceva sempre più ansante. I nostri cuori battevano entrambi furiosi e le nostre lingue si intrecciarono nuovamente.
Ci staccammo solo perché restammo senza fiato, mentre i nostri occhi rimanevano incatenati, vincolati da un legame quasi sovrannaturale…
-Perdona la mia foga… ma mi sei mancata da impazzire!- si scusò; come se io non avessi provato le medesime emozioni!
-Ti amo alla follia, Alice… e ti garantisco che ormai mi è impossibile fare a meno di te, nella mia vita… ti prego… non lasciarmi mai, angelo mio… resta con me, resta sempre con me!- mi supplicò Jasper, con un tono di voce che mi mise i brividi… brividi di piacere ma anche di paura… la sua voce nell’ultima frase esprimeva tutto lo strazio provato nei giorni in cui lo avevo deliberatamente ignorato, e tutto il terrore di perdere la persona amata… terrore che condividevo pienamente… i sentimenti che provavamo l’uno per l’altra erano talmente potenti, da renderci due esseri deboli e inutili, se separati. Volevo tranquillizzare immediatamente quell’angelo angosciato, comunicargli che le sue ansie, le sue paure erano anche le mie…
-No dolcissimo tesoro mio… te lo giuro, Jazz, credimi… ti amo talmente tanto che non riesco nemmeno a respirare senza di te… ora che ci siamo ritrovati nessuno potrà mai separarci!- dichiarai convinta; il mio sguardo sincero e determinato riuscì a placare ogni sua angoscia, perché subito lui diede inizio ad un altro bacio meraviglioso. Con una smania quasi ingorda, afferrò le mie labbra tra le sue e cominciò a suggerle con avidità, giungendo rapidamente a lambire e succhiare anche la mia lingua; mi sentivo felice, euforica, emozionata, eccitata… quel meraviglioso ragazzo mi stava facendo impazzire di desiderio!

Pov Edward

Ero davanti alla finestra del salone di casa Swan ad ammirare lo splendido bosco dietro la casa, ormai quasi completamente innevato.
Il viaggio di ritorno era stato piuttosto lento, a causa della poca agibilità della strada, che rapidamente si era ricoperta di neve. Per fortuna le nostre auto, grazie all’insistenza di Charlie, sempre molto saggio e previdente, possedevano tutte gli pneumatici da neve, montati da Jacob in settimana.
Bella, quel giorno un po’ pallida e stanca, era riuscita ad addormentarsi subito e aveva riposato per quasi tutto il tragitto tra le mie braccia, mentre io avevo trascorso tutto il mio tempo a rimirare il suo dolcissimo visetto completamente rilassato e ad accarezzarle i lunghi capelli morbidi, soffici e profumati. Ero in uno stato di beatitudine: il mio angelo meraviglioso mi era mancato da morire!
Al bivio per La Push, ci eravamo fermati un attimo per salutare Jacob e Leah, consigliando loro di proseguire e di venire a recuperare le loro auto non appena la situazione meteorologica si fosse un po’ calmata e quando la strada fosse stata di nuovo libera.
Appena arrivati a casa, eravamo stati subito subissati da una valanga di domande da parte di mia madre e Charlie, interessati naturalmente a sapere se l’intera operazione ‘Jalice’era andata secondo i nostri astuti piani; ma in realtà erano anche entrambi contenti di saperci finalmente a casa al sicuro…
Dopo averli rassicurati su tutto, noi quattro ci eravamo diretti ognuno nella propria stanza, per disfare le borse e indossare qualcosa di più comodo e caldo, per poi darci appuntamento in salone.
Era incredibile come nel giro di poche ore, la temperatura fosse scesa in picchiata e avesse nevicato così tanto da ricoprire ogni cosa di un soffice strato di neve, ammantando il paesaggio e trasformandolo in un panorama fiabesco. Certo anch’io a NY avevo visto ogni inverno la neve; ma la maestosità dei grattacieli della metropoli, il traffico caotico, l’efficienza cittadina… bè, di solito rendevano molto prosaico l’arrivo più o meno copioso dei cristalli ghiacciati: gli abitanti della grande mela (a parte i bambini, ovvio) consideravano la faccenda in modo pratico, lasciando da parte l’incanto e la magia che la neve reca sempre con sé…
Quello che mi si parava davanti in quel momento, invece, era uno spettacolo veramente suggestivo e colmo di fascino… e il mio pensiero volò subito agli splendidi disegni di mia sorella… la immaginavo davanti alla finestra con il suo album e i suoi carboncini impegnata a ricreare quel paesaggio in maniera impeccabile, quasi fosse stata una fotografia…
Chissà cosa stava facendo in quel momento? Chissà se i due testoni si erano chiariti? Ero molto preoccupato per loro, e la mia ansia, man mano che il tempo passava, si faceva sempre più pressante…
Volevo molto bene a entrambi, e avrei tanto desiderato che finalmente si confessassero i loro reciproci sentimenti… ma più di ogni altra cosa non volevo più vedere Alice, la mia piccola e tenera sorellina, soffrire in modo così profondo… perché io sapevo che la sua completa indifferenza degli ultimi giorni verso Jasper e i suoi sorrisi cortesi con noi, erano solo una effimera facciata… una maschera dietro a cui nascondersi, per tentare di evitare l’immenso e lancinante dolore che avvolgeva il suo cuore…
D’un tratto una mano grande si appoggiò sulla mia spalla, in un gesto di conforto, ridestandomi dai miei pensieri. Mi voltai e accanto a me c’era Charlie, che mi sorrideva paternamente.
-Preoccupato, Edward? Per tua sorella, intendo…- mi chiese.
-Mmm… un po’…  sai, Alice sa essere davvero testarda quando vuole…  spero solo che Jasper abbia una pazienza infinita con lei… ma soprattutto che decida di mettere da parte il suo stupido orgoglio e quelle cazzate che si è messo in testa… come il fatto di rinunciare a lei per non farla soffrire…- spiegai.
In quel preciso istante mi sembrava di nuovo di avere accanto mio padre e di potermi confidare, come quando ero piccolo… consapevole che qualsiasi cosa gli avessi confessato avrebbe trovato il modo per confortarmi e rassicurarmi…
Un groppo in gola, mi portò a deglutire forte per cercare di trattenere le lacrime che sentivo salire… il mio papà mi mancava così tanto che in certi momenti mi sembrava quasi mi mancasse l’aria…
Charlie, probabilmente accorgendosi del mio stato d’animo, strinse maggiormente la presa sulla mia spalla, in un semplice gesto di complicità maschile, ma denso di solidarietà e rassicurazione.
-Vedrai che andrà tutto bene!  Il mio Jasper è sempre stato un ragazzo molto maturo… è stato un percorso quasi obbligato il suo… gli eventi della vita lo hanno portato in fretta a doversi assumere delle responsabilità spesso più grandi di lui… e questo purtroppo ha influito negativamente sul suo modo di approcciarsi con le ragazze… sembrava quasi che il suo comportamento fosse una valvola di sfogo personale… tanto adulto e responsabile in famiglia… ma incapace di prendersi un impegno serio e maturo con una ragazza… anche se in parte lo comprendo bene… eh sì… tutti noi abbiamo bisogno, almeno in un aspetto della vita, di lasciarci un po’ andare, senza dover per forza sempre tenere tutto sotto controllo! E questo lui lo faceva con le ragazze: si divertiva, ma senza prendersi alcuna responsabilità che una relazione seria e duratura avrebbe comportato…- mi raccontò. Sapevo bene di cosa stava parlando… era anche la mia valvola di sfogo prima di incontrare Bella…
-Questo però prima di conoscere la piccola Alice…- proseguì con una smorfia divertita, facendo sorridere anche me.
-Eh già, lei lo ha colpito dritto al cuore già dal loro primo incontro… ho notato subito in che modo rapito la guardava… sembrava avesse visto il sole per la prima volta in vita sua! E piano piano se ne è innamorato, senza neanche rendersene conto… Tua sorella lo ha cambiato molto, credimi, figliolo… e nonostante tutte le loro incomprensioni sono certo che quei due siano fatti per stare insieme. A loro sfavore hanno solo il loro stupido orgoglio ferito, ma sono certo che in questi due giorni, riusciranno a parlarsi finalmente con il cuore in mano…- cercò di rassicurarmi, dandomi prova ancora una volta, di come fosse stato attento ai nostri sentimenti fin dalla prima volta che avevamo messo piede in questa casa.
-Lo spero Charlie… lo spero tanto…- gli confessai, sorridendogli, per fargli capire quanto gli fossi grato in quel momento.
-E tu… tutto bene con Bella?- mi domandò, a sorpresa, lasciandomi stupito. Oddio… in quel momento, nella mia immaginazione, non stavo più confidandomi con l’uomo che aveva sostituito mio padre e che voleva confortarmi… ma avevo di fianco il burbero padre della mia ragazza, nonché il temibile capo della polizia... in un istante mi ritrovai con la salivazione completamente azzerata…
Il suo ampio sorriso nel frattempo si era allargato a dismisura, sfociando in un ghigno trionfante, di chi aveva appena beccato con le mani nel sacco un pericoloso criminale…
-S-sì… tutto bene… Ch…arlie… perché… me lo chiedi?- balbettai, con il cuore che mi batteva all’impazzata. Deglutii rumorosamente, sperando che non volesse farmi prediche sul sesso con sua figlia… o, peggio ancora, che tentasse di dissuadermi dallo scottante argomento con pericolose tecniche di convincimento, gravemente nocive per la delicata salute del mio bassoventre… ero terrorizzato anche solo all’idea… Oddio, nessuno veniva a salvarmi? Ma possibile che in una casa così affollata fossero tutti impegnati in qualcosa di più interessante, anziché precipitarsi in salone a tutelare le… ehm… preziosissime parti basse del sottoscritto? Dannazione, quanto ci metteva Bella a cambiarsi?!
-Mah, così… volevo solo sapere se tutto procedeva in modo tranquillo… ma… come mai tutto ad un tratto sei nervoso, caro il mio Edward?- domandò, con voce e sguardo che di innocente avevano poco. Il mio sguardo tornò al paesaggio innevato, improvvisamente di nuovo molto interessante.
-So che tu e Bella state pensando di compiere un passo importante, Edward…- affermò con tono sicuro; e se la sua stretta sulla mia spalla prima si poteva definire confortante, ora era diventata una morsa d’acciaio e la spalla iniziava a dolermi…



ANTEPRIMA CAPITOLO 61


-Bè… che c’è, ragazzi? Perché non fai ridere anche me, Charlie?- esclamò mia madre, che notando il mio imbarazzo, lo fulminò con una gelida occhiataccia. Grande mà! Charlie alzò le mani in segno di resa e si calmò immediatamente.
-Cose da uomini, vero?- domandò, continuando però a sghignazzare. Annuii impercettibilmente, ma per fortuna il mio angelo fece la sua comparsa e le corsi incontro. Mi sembrava avesse il viso un po’ provato, pallido… forse era stanchezza. Si lasciò abbracciare, nonostante la presenza dei nostri genitori, che ci osservavano felici, e poi si diresse verso il divano e si sdraiò, stanchissima.
-Bella, amore che hai?-  mi preoccupai immediatamente. Poi osservai i volti di mia madre e Charlie, ma stavano chiacchierando a bassa voce tra loro e non sembravano molto in ansia per Bella... come mai?!
-Niente… sta tranquillo, Edward…- mormorò il mio angelo, con gli occhi chiusi e un’espressione leggermente dolorante.
-Ma tesoro!- obiettai stupito; -Non dirmi che non è niente! Si vede lontano un miglio che stai male!- affermai, alzando un po’ troppo la voce, spazientito da questo suo voler sempre minimizzare il suo malessere. Spalancò gli occhi, sorpresa dalla mia veemenza.


Volevamo avvertirvi, per chi seguisse Mad about you, che l'account di Chastity è stato bloccato, per cui, se volote continuare a seguire la sua storia, potete benissimo farlo sul suo blog Mad about you.

Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!


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Solo per un week-end di Isabella v (sara_g)
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