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Autore: ellephedre    24/01/2011    17 recensioni
Super Usagi, come la terza serie di Sailor Moon (intitolata appunto Sailor Moon S, dove la S sta per Super). Raccolta di scene con lei e Mamoru come protagonisti.
1 - Studio, studio, studio! (tra l'episodio 92 e 93) - Sempre studio per la povera Usagi, secondo Mamoru.
2 - Il primo bacio? (puntata 94) - Mamoru non ricorda il primo bacio con Usagi?
3 - Ti voglio (episodio 98) - Tra sogni proibiti e piccole incomprensioni
4 - Compleanno (alla fine dell'episodio 102) - Il quindicesimo compleanno di Usagi.
5 - Usagi + Mamoru = Chibiusa? (episodio 104) - Davanti a Chibiusa Usagi si sente trattata da Mamoru come una bambina. O no?
6 - Il bacio dell'estate dei quindici anni (episodio 105) - Usagi va a trovare Mamoru di notte nell'albergo in cui lui lavora.
7 - Lovely Valzer (episodio 108) - Tra gelosie e I lov yu's
8 - Chi ha paura? (episodio 110) - Usagi ha paura per o di Haruka e Michiru? E Mamoru?
9 - Una lettera (dopo l'episodio 117) - Una lettera da Usagi per Mamoru.
10 - Grande (dopo l'episodio 120) - Usagi; volersi sentire piccola, essere grande.
11 - Vittoria? (dalla fine dell'episodio 125) - E' difficile sentirsi vincitori.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
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superusagi4 Note: i kanji sono gli ideogrammi giapponesi con cui nell'idioma si identificano concetti o parole complesse. Per saperli leggere bisogna impararli a memoria (quelli di uso comune sono circa 2000, tutti diversi l'uno dall'altro). E' normale per un adulto saperli utilizzare nello scrivere, invece che proporre la parola con i corrispondenti caratteri fonetici.

Super Usagi!

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.


4 - Usagi + Mamoru = Chibiusa?
Durante l'episodio numero 104 di Sailor Moon (numero 15 della terza serie, dedicato alla ricerca di amicizie da parte di Chibiusa, tra cui quella col giovane maestro del tè).


Usako! con tono di rimprovero.
Fate pace! Mamoru l'aveva detto sorridendo e lei era stata d'accordo, ovviamente, ma poi la cosa era andata avanti.
Quando lei aveva inavvertitamente rovesciato la sua coppa di gelato, Chibiusa era scoppiata a ridere e Mamoru non aveva detto nulla per fermarla.
Quando Chibiusa era voluta saltargli in braccio - non era già troppo grande per quelle cose? - Mamoru aveva lasciato la mano a lei pur di poter stringere per bene la loro piccola demone dai capelli rosa.
Quando, dopo averla riportata a casa per proseguire nel loro appuntamento, Chibiusa l'aveva salutata con una linguaccia nascosta, Mamoru aveva rimproverato con lo sguardo solo lei per averla ricambiata, anche se aveva visto benissimo che era stata Chibiusa a cominciare.
Usagi aveva detestato sentirsi inferiore a Chibiusa nella considerazione di Mamoru.
E non voleva mai più provare nulla del genere.


«Davanti a lei mi tratti come una bambina.»
Invece di risponderle, Mamoru continuò a guardare davanti a sé. Non era arrabbiato né seccato - non ne aveva l'espressione - ma l'aria di rassegnazione non fece che confermare ad Usagi quel che aveva appena detto.
Pensò di non seguirlo nel suo avanzare, poi non seppe resistere. «Mamo-chan... Non mi piace.»
Lui sospirò. «Neppure a me.»
Mamoru aveva un modo sottile e molto intelligente di farla sentire colpevole dei propri atteggiamenti sbagliati: gli bastava una parola o uno sbuffo dispiaciuto per farle comprendere che lui per primo avrebbe volentieri fatto a meno di rimproverarla, se solo avesse potuto.
Usagi sapeva di meritarsi la lieve delusione di lui quando si comportava in modo estremamente sciocco, ma dovevano porre un limite insieme. «Chibiusa mi rispetta già poco.» Non aiutava che lui non la difendesse o che, di fatto, prendesse le parti della loro futura figlia.
Mamoru si voltò e fu impossibile per Usagi non percepire la serietà che stava per infondere nelle sue parole.
«Chibiusa è una bambina con la risposta sempre pronta, Usako. Non puoi aspettarti che ti rispetti quando ti comporti come se avessi la sua età.»
Lei lo sapeva benissimo! «Però non rimproverarmi davanti a lei!»
«Allora non attaccarla di fronte a me!»
Usagi si tese.
Mamoru rilassò la fronte aggrottata. «E' una bambina, Usako. So che è una...» Sembrò faticare con la definizione. «Peste. Ma è piccola e sei tu che dovresti evitare di farti provocare.» Si avvicinò di un passo, intuendo quanto l'aveva colpita con il tono della sua prima risposta. «So che ci stai provando. Cerco di intervenire solo quando perdi il controllo.»
Lei abbassò lo sguardo. «So di essere una bambina anche io.»
«Non è vero. Il problema è che sembri crederci proprio tu.»
Usagi deglutì. «Ti sbagli, non lo faccio apposta. Io voglio bene a Chibiusa, ma lei a volte mi irrita tanto che...» Fermò il formicolio alle mani. «Oggi mi ha irritato il modo in cui sembravi di nuovo preferirla a me.»
Lui si era già comportato così in passato, ma a quel tempo loro avevano rotto e lei aveva creduto che, se fossero stati insieme, si sarebbe comportato diversamente.
«Non puoi parlare di preferenze. Io voglio bene a tutte e due.»
Usagi ne era consapevole. Ma era gelosa dell'indulgenza che a lei non veniva riservata.
Mamoru le accarezzò un braccio. «Sai perché voglio tanto bene a Chibiusa?»
Usagi lo sbirciò da sotto la propria frangia.
«Perché ti somiglia, Usako.» Mamoru si sedette sulla panchina accanto a loro. Annuì. «Le voglio bene anche perché sarà la mia bambina, però... è vero che mi accorgo di come mi somiglia in alcune piccole cose che mi aiutano a capirla meglio, ma...» Scosse la testa e sembrò diventare d'improvviso capace di spiegarsi. «Ha il tuo viso. Anche alcuni tuoi atteggiamenti e ogni volta che mi metto ad osservarla mi sembra così... strano. Al mondo c'è in giro una persona che è come una piccola te che fa parte anche di me.»
Usagi rimase a guardarlo.
Mamoru si appoggiò meglio contro lo schienale. «Ammetto di averle voluto bene anche prima di sapere chi era per noi, ma adesso è una cosa... speciale.» Le cercò lo sguardo col proprio. «Vorrei che non fossi gelosa di questo.»
Usagi si sentì travolgere dalla tenerezza. «Forse mi sarei sentita come te se lei fosse stata un maschio.» Ma allo stato dei fatti... Si sedette accanto a lui e gli prese le mani. «Io amo Chibiusa. Forse mi irrita soprattutto che abbia tutti i difetti che ho io. E' come uno specchio da cui non si scappa.» Che lei non era stata ancora pronta ad affrontare. Era ben cosciente di avere ancora molta strada da fare per crescere e ogni volta che stava con Chibiusa si sentiva diventare sempre più infantile invece che più matura.
Mamoru sembrava preoccupato. «Non c'è motivo per cui tu debba voler scappare da te stessa. Non mi riferisco al discorso di Chibiusa, voglio dire che-»
Usagi annuì. «Io mi piaccio. Mi piace anche Chibiusa, stavo solo cercando di spiegarti perché a volte sono immatura con lei.»
Mamoru rifletté sulle sue parole. Lanciò una lunga occhiata al parco e poi tornò a concentrari su di lei. «Cercherò di... non dirti davanti a lei che stai sbagliando. Se tu...»
«Sì, proverò a controllarmi.» Chissà se ci sarebbe riuscita. Avrebbe tentato, almeno.
Mamoru inclinò la testa e la guardò con un pensiero in testa. «Sono favorevole a vederti rimproverarla come un adulto, sai?»
Come?
Mamoru abbassò lo sguardo e le sembrò quasi imbarazzato. «Io riesco a rimproverarla seriamente solo quando mi esaspera, ma so che alcuni suoi atteggiamenti sono sbagliati. Per cui, se riesci a pensarci quando non riesco io...»
Usagi iniziò a sorridere. «Per fortuna non siamo ancora i suoi veri genitori.» Persino Mamo-chan, con tutta la sua intelligenza e maturità, non era ancora adatto ad assumere quel ruolo.
«A proposito, Chibiusa ha parlato di una lettera inviata da sua madre. Che cosa diceva?»
«Hmm... niente, era stringata.» Nonché priva di kanji, ma Usagi evitò di menzionarlo. La sua futura se stessa era una fantastica regina, che bisogno aveva una sovrana di ricordarsi i kanji? «Diceva che con noi Chibiusa poteva allenarsi e ci pregava di prenderci cura di lei.»
Mamoru annuì, pensieroso.
Per togliergli ogni preoccupazione Usagi pensò di sfiorargli un lato della bocca con un bacio.
Quando la piccola e dolce peste non c'era, lei e Mamoru si potevano concedere questo e tanto altro.


«Grazie... Sailor Moon.»
Chibiusa se lo era lasciata sfuggire piano piano, a bassa voce, ma ci aveva pensato completamente da sola.
Usagi non provò una soddisfazione vittoriosa per aver ottenuto un riconoscimento per il proprio intervento.
Le venne in mente che la riluttanza a riconoscere i meriti altrui non era sua. Quello era Mamoru, si ricordò. Mamo-chan che, pur con tutta la sua modestia, nel profondo era discretamente orgoglioso.
Si sentì sorridere e alzò la testa per guardare la figura che si era sporta dietro la palizzata di bambù. «E' stata brava, vero? Sia a combattere che a ringraziare.»
Con un salto, Tuxedo Kamen atterrò accanto a loro. «Non sono arrivato in tempo per assistere al suo combattimento, ma sono certo che sia stata molto coraggiosa.»
Sailor Chibi Moon si illuminò.
Dietro la maschera, Mamoru sollevò un sopracciglio. «Sei stata brava anche a ringraziare Sailor Moon.»
«Hmm... sì.» Chibi Moon cercò di guardare altrove, poi non ebbe bisogno di fingere. «Tamasaburo-san!» Corse via, a cercare il ragazzino vittima della demone.
Usagi le fu immediatamente dietro.


«Mamo-chan?» gli disse, una volta che furono andati nell'appartamento di lui. Tamasaburo-san era sano e salvo e non c'era più alcun pericolo per nessuno.
«Hm?» le rispose Mamoru.
«Oggi ti ho riconosciuto in Chibiusa.» Usagi sorrise dolcemente. «Ora so cosa intendevi dire.»
Il suo Mamo-chan si riempì di una rara tenerezza.
Usagi la trovò così carina che si sporse per dargli un indispensabile bacio. Quando Mamoru fece lo stesso, il cuore le batté un po' più forte.
«Ahhh!»
Si bloccarono entrambi.
Col viso rosso, Chibiusa aveva assunto nell'insieme la tonalità di un gelato alla fragola. «Siete... siete degli svergognati! In giro per casa c'è una bambina innocente!»
In giro per casa c'era una noiosissima peste che non sapeva rispettare la privacy altrui. Usagi tirò fuori la lingua. «Nessuno ti ha chiesto di rimanere!»
Chibiusa si indignò. «E' stato Mamo-chan!» Corse a saltargli in braccio. «Vero che vuoi che rimanga, Mamo-chan?»
Usagi evitò per un soffio di scoppiare. Mamo-chan era il suo nome, solo lei aveva diritto di usarlo! Sii matura, si ripeté in testa. Matura, matura, matura!
Lo sguardo nervoso di Mamoru passò da Chibiusa a lei.
«Certo che voglio che tu rimanga» finì col dire.
Usagi lanciò uno sbuffo enorme in direzione del soffitto.
Tenendo lontano Chibiusa, Mamo-chan si chinò per sussurrarle poche parole all'orecchio.
Più tardi saranno due.
Chibiusa si divincolò. «Ehi, che cosa le hai detto?»
Usagi cominciò a sorridere apertamente. «Niente, peste che non sei altro!» Le prese la faccia tra le mani e le piantò un bacio sulla fronte.
Chibiusa si tirò indietro con uno scatto e le guance imporporate, lasciandole il tempo di pensare a cose belle.
A due baci futuri e a tante altre cose da fidanzati.


FINE



NdA - Questa puntata verrà trasmessa in tv il 24 gennaio :) Me la sono rivista prima, in lingua originale, tramite altri mezzi e così mi è venuta l'idea di questa fanfic.
E' possibile che io torni indietro con gli episodi - in quel caso sistemerò l'ordine dei capitoli più in là. Mi piacerebbe dire qualcosa di più sul compleanno di Usagi e vedrò se mi viene in mente.
Per chi attende con impazienza il seguito di 'Verso l'alba', in questi giorni e per i prossimi ho solo scampoli di tempo da dedicare alla scrittura. Per 'Verso l'alba' mi servono interi pomeriggi di libertà di solito. Cercherò di portarla avanti anche in questo periodo impegnato. Come saprete, anche quando si fa attendere, un nuovo capitolo di questo complicato sequel di Sailor Moon che ho inventato arriva sempre :)

Alla prossima!
ellephedre

P.S. - nel gruppo Facebook pubblicizzato qui sotto trovate brevi pezzi che mi diverto a trarre dalle fanfiction che ho scritto, corredandoli con immagini.


   
 
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