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Autore: IsaMarie    19/05/2011    9 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 97 EFP Buongiorno tesorine belle!
Siamo felici che non ci siano state lamentele da parte di chi non ha potuto leggere la parte rossa tagliata di netto.
Ringraziamo come sempre tutte le lettrici che ci seguono e volevamo avvertirvi
 che nel prossimo chappy non ci saranno i vostri piccioncini preferiti, Edward e Bella.
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!

CAPITOLO 97 rating rosso!

CAPITOLO 97 


Risate e sintonia



Pov Edward

Io e Bella eravamo nel box di Lorelai. Non avevo nemmeno fatto in tempo a riprendermi da quell’ondata ingestibile di passione selvaggia e sfrenata che mi aveva colto e che era riuscita a portarci entrambi in paradiso, quando, dopo essermi voltato, rimasi basito, quasi spaventato… dio, che impressione!
-Cazzo! Merda! Vestiti subito, Bella!- esclamai, mentre il più velocemente possibile cercavo di sistemarmi e ricompormi, imbarazzato da quella assurda circostanza.
Bella si affrettò a fare come le avevo ordinato, mentre la vedevo sempre più rossa e agitata.
-Che c’è? Ci ha visti, vero?- mi chiese con una voce isterica, intimorita dal fatto di essere stati colti sul fatto; -Oddioddioddio! Che figura! Che figura! Come farò a guardarli ancora in faccia?! Sono come degli zii per me!- continuava a disperarsi. Bè, ecco… in realtà non era così grave: nessun essere umano ci aveva sgamati…
Comunque lei in pochi secondi si era già risistemata e si guardava intorno nervosa e preoccupata. La vidi uscire titubante dal box e poi osservarmi confusa.
-Edward! Ma… ma non c’è nessuno qui!- esclamò, gridando metà sollevata e metà arrabbiata. Io la guardai perplesso.
-Scusa, ma chi ci dovrebbe essere?- le domandai, palesemente sconcertato da quella sua strana reazione.
-Come chi? Ma… perché diavolo mi hai fatto spaventare così?! Mi hai urlato di rivestirmi subito, come se avessi visto Rob o qualcun altro che ci spiava! Pensavo ci avesse beccati e stavo già morendo di imbarazzo!- aveva replicato. Sghignazzai per la stramba situazione. Lei pensava ci avessero visti! Scossi la testa… bè, forse avrei dovuto spiegarmi meglio…
-Ma ti sei rincretinito del tutto? Ti sembrano scherzi da fare?!- sputò fuori tutto d’un fiato, inferocita. Oh cazzo!
-Ehi, calmati! Non è stato uno scherzo!- mi difesi immediatamente, prima che potesse veramente inforcarmi con qualcuno dei numerosi strumenti appuntiti presenti nelle stalle, dato il cipiglio furioso con cui mi stava squadrando.
-E’ che quando mi sono voltato… bè, Lorelai ci stava fissando e mi sono sentito… a disagio… cioè ti rendi conto?! Noi stavamo facendo l’amore e quella cavalla… bè, faceva la guardona!- cercai di farle capire; anche se il concetto espresso ad alta voce mi sembrava meno grave e decisamente più ridicolo dell’impressione che mi aveva fatto quando avevo notato gli occhi grandi e scuri di Lorelai fissi su di noi…
Le espressioni che passarono sul viso della mia piccola furono veramente molteplici: incredulità, irritazione, sollievo e alla fine… divertimento.
A un certo punto non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere, tenendosi la pancia.
-Ahahah! Ma tu sei fuori! Non sei mica normale, Cullen!- mi schernì, senza ritegno. Dio, il mio cognome pronunciato dalla sua voce sexy… ma le avrei fatto capire io con chi aveva a che fare!
-Piantala di chiamarmi Cullen o ti salto addosso di nuovo! Lo sai perfettamente che mi eccita da morire quando mi chiami così, streghetta! E non vorrei che questa povera cavalla rimanesse traumatizzata ad assistere a un’altra nostra intima performance, magari ancora più infuocata…- le risposi con una buona dose di malizia, aspettandomi una sua reazione imbarazzata alle mie parole provocanti; in realtà ero solo riuscito a scatenare l’aumento delle sue risate. Ok, d’accordo… questa non me l’aspettavo proprio!
Se prima mi sentivo a disagio a causa della spettatrice involontaria, ora mi sentivo veramente cretino… ma non potevo mica farmi sminuire così da lei dopo la mia ultima prestazione amorosa! Ne ero piuttosto orgoglioso e ne andava del mio onore di maschio!
-La finisci di prendermi in giro?!- la sgridai, cercando di rimanere più serio possibile, anche se la sua risata era decisamente contagiosa. Ma lei non ne voleva proprio sapere di smettere di sghignazzare: aveva addirittura le lacrime agli occhi!
-Ok, l’hai voluto tu! Ora ti dovrò punire severamente!- dichiarai risoluto. Bella non fece nemmeno in tempo a capire le mie parole che si ritrovò distesa su un mucchio di fieno, con il mio corpo che la sovrastava e le mie mani che si muovevano a solleticare la sua parte più sensibile: i fianchi.
-Ahahah! Ti prego, Edward… basta! Ahahah! Non ce la faccio… più…- continuava a dimenarsi e a ridere, mentre io implacabile come un vendicatore continuavo a farle il solletico.
-Chiedimi scusa, Swan!- le ordinai, seduto a cavalcioni su di lei.
-Non ci… penso… proprio… Cullen! Oddio, ahahah! Basta… ti-ti prego…- cercò di resistere. Le mie mani si mossero ancora più veloci e inesorabili.
-Ho detto di chiedermi subito scusa!- continuai, senza farmi impietosire dai sussulti del suo corpo che si dimenava come in preda alle convulsioni.
-Sc-scusa! Scusa! Basta, però, ti prego… non respiro più!- si arrese. Mi bloccai e lei potè riprendere a respirare normalmente. Ci fissammo sorridendo:  era davvero stupenda… i capelli spettinati, le guance rosse, le labbra gonfie e turgide, gli occhi sfavillanti… era una visione mozzafiato!
-Ti amo!- sussurrai, chinandomi su di lei e avvicinando le nostre bocche, incapace di resistere oltre al richiamo delle sue morbide e succose labbra.
-Ti amo, anch’io, tesoro mio!- mormorò, allacciando le braccia al mio collo e facendo unire le nostre bocche. Dio, che sapore meraviglioso! Non mi sarei mai stancato di lei!
Una mia mano le serrò un fianco e la portai più aderente al mio torace, beandomi come sempre della sofficità del suo petto sul mio; mentre l’altra si chiuse sulla sua nuca, per comprimere ancora di più le sue carnose labbra sulle mie. Un gemito roco proruppe dalla mia gola, una urgente richiesta di accedere all’interno della sua calda e sensuale bocca… lei assecondò il mio bisogno, concedendomi l’ingresso in quel bollente e profumato anfratto. Finalmente le nostre lingue si incontrarono, pronte per un’ennesima e sensuale battaglia. In risposta alla mia veemenza le sue mani frenetiche accarezzarono il mio torace, la mia schiena, le mie spalle, il mio viso, i miei capelli, mandandomi fuori di testa… moltiplicai la mia irruenza, trasformando il bacio in un gioco altamente erotico di lingue… ovviamente il mio SC scattò sull’attenti, pronto e voglioso di immergersi in un altro focoso round…
Eravamo rapiti dalla nostra intensa bramosia, quando un nitrito troppo ravvicinato ci fece sobbalzare per lo spavento: ancora Lorelai! Maledetta guastafeste: ma non si poteva trovare uno stallone?!
-E che palle!- sbottai irritato, staccandomi dalla bocca della mia ragazza per riprendere fiato.
-Però! Non pensavo che fossi così pudico, Cullen!- mormorò maliziosa quando sciogliemmo il nostro abbraccio. Oh cazzo, niente da fare: l’ultima parola doveva essere sempre la sua! Che provocatrice peperina! Pudico no, ma insomma: quella spiona di una puledra repressa non poteva andarsene a brucare il suo fieno, se non riusciva a trastullarsi in altro modo?! Avrei fatto io un discorsino sulle donne al caro Angel…
-Attenta, Swan! Vedi di smetterla o ricomincio la tortura del solletico senza alcuna pietà!- la minacciai, sfoderando il mio famigerato sorriso che le piaceva tanto. Alzò le mani in segno di resa e fece il gesto di chiudersi la bocca e gettare via la chiave.
-Così va meglio!- esultai trionfante, incrociando le braccia al petto.
-Sarà meglio che ci diamo da fare, altrimenti non torneremo più a casa- affermò. Annuii e alzandomi, la attirai a me, trattenendola ancora un momento tra le mie braccia, per poi far scendere le mie mani ad avvolgere i suoi glutei in una carezza lasciva.
-Dio, sei irresistibile! Ma lo sai che questi jeans ti fanno un culetto da paura?! Lo riempirei di morsi!- mi complimentai. Lei spalancò gli occhi, e poi si mise a ridere.
-Oddio, amore! Quando te ne esci con ‘ste frasi, giuro che mi sembri la fotocopia di Emmett!- sghignazzò, spudoratamente. Scoppiai a ridere anch’io: era proprio vero!
-Bè… la genetica non è un’opinione!- risposi, facendo spallucce.
-Dai, al lavoro, Cullen!- mi esortò. Mmm, di nuovo quel tono autoritario e sensuale… unito al mio cognome! Oh porco… immediatamente il mio amichetto svirgolò di nuovo, ancora dannatamente eccitato…
-Bella! La vuoi finire?! Ho ancora tutta la sera per farti impazzire… Ti conviene non provocarmi troppo… visto poi che succede?- la avvertii indicando la stoffa rigonfia dei miei jeans. Lei mi guardò maliziosa e si morse il labbro inferiore.
-E chi ti dice che io non lo faccia apposta per poter poi approfittare di te?- mi rispose, in maniera sfacciatamente audace. Stavolta fui io a sorprendermi per il suo tono sicuro e poco scherzoso… emozionandomi per il desiderio che chiaramente le si leggeva negli occhi.
Chissà se le sarebbe piaciuta la mia sorpresina in frigo, che aspettava solo il nostro ritorno… Oddio! Sarebbe stata una lunghissima e sensualissima serata!

Pov Jasper

Eravamo appena rientrati in albergo; ed io, da bravo facchino, ero stracolmo di pacchi, pacchettini e buste di ogni formato... ma ero anche felice di aver regalato alla mia piccola Ally uno splendido ed indimenticabile pomeriggio insieme.
Mentre eravamo allo zoo, Alice mi era sembrata in tutto e per tutto simile ad una bambina al parco giochi, in particolar modo ogni volta che si era avvicinata ad una gabbia: gli animali le piacevano da impazzire e infatti aveva voluto assistere anche allo spettacolo delle otarie e delle foche.
Io, a differenza sua, non ero riuscito a concentrarmi troppo sugli animali (benché simpatici ed interessanti) con il suo corpo caldo e profumato di rose accanto al mio... non potevo staccarle gli occhi di dosso nemmeno un attimo! Era bellissima: irradiava persino una luce propria da quanto era allegra e splendente; e i suoi enormi occhioni spalancati facevano invidia al blu del cielo così terso in quella giornata serena e libera da nuvole.
A metà pomeriggio poi l’avevo trascinata a sbizzarrirsi con il suo hobby preferito: lo shopping. Alice aveva cercato di declinare la mia proposta, preoccupandosi di non volermi ‘torturare’, dato che sapeva non amavo in particolar modo quell’attività; ma stavolta mi ero impuntato e non avevo sentito ragioni.
Desideravo con tutte le mie forze che la mia bambolina trascorresse una giornata perfetta! Ero comunque consapevole che lei sarebbe stata disponibile a rinunciarvi del tutto… la cosa mi aveva fatto estremo piacere perché mi aveva colpito la maturità del suo atteggiamento. Per questa volta mi ero sacrificato volentieri, preventivando un mio possibile tornaconto… mi sarei fatto risarcire a suon di coccole!
Comunque a parte tutto alla fine non era stato tanto male seguirla di negozio in negozio, soprattutto… perché spesso mi permetteva di dare una sbirciatina nel suo camerino!
Poi, proprio mentre lei stava scegliendo con cura l’intimo da abbinare al vestito che avrebbe indossato quella sera per la nostra cenetta romantica, io ero riuscito con una scusa a sgattaiolare via un attimo dal negozio e a prepararle una sorpresa…
Appena mettemmo piede nella nostra camera, l’attenzione di Alice fu attirata da una quantità abbastanza consistente di scatole, già appoggiate sul nostro letto.
-Ma… e quelli da dove escono?- mi chiese, stupita, indicando quei pacchi per lei dall’origine ignota. Le sorrisi sornione prendendola tra le mie braccia e lasciandole un tenero bacio sulla punta di quel nasino così piccolo e perfetto.
-Un mio regalo… forza, guarda se tutto quanto è di tuo gradimento- la invitai con un gesto. Lei sgranò i suoi occhioni increduli, senza riuscire a muoversi per la sorpresa.
-Jazz! Non dovevi!- esclamò, portandosi le mani alla bocca; -Guarda quante cose mi hai già comprato! Non ti sembra di esagerare? Così mi fai sentire tremendamente in colpa- mugugnò, indicando tutti i sacchetti che avevamo intanto appoggiato vicino alla porta.
-Niente è abbastanza per te, dolcezza! Forza aprili!- la invitai ancora. Alice, alquanto imbarazzata, si avvicinò al letto e iniziò ad aprire il pacco più grande.
-Oh mio dio! Ma è… è un completo da cavallerizza! E’ divino!- si infervorò felice, mentre apriva gli altri pacchetti più piccoli che contenevano tutti gli accessori: cintura, guanti, cappellino, stivali.
-Vista la tua passione per gli animali, penso che ti farà piacere venire con me al maneggio di Rob, almeno un paio di volte la settimana: sappi che ho tutta l’intenzione di insegnarti a cavalcare!- le spiegai, mentre sul suo volto già raggiante si dipingeva un’espressione estasiata. Perfetto! Ci avevo visto giusto: ero certo che le avrebbe fatto piacere!
-Non posso crederci! I cavalli! Oh, io li adoro! Oddio, Jazz! E’ semplicemente meraviglioso!- gridò, saltandomi in braccio. Scoppiai a ridere per la sua reazione così entusiasta, proprio tipica del mio piccolo ed esuberante tornado.
-Grazie, grazie, grazie! Ti amo da morire! Cosa farei senza di te?- continuò ad esclamare mentre riempiva senza sosta il mio volto di teneri baci. Le sorrisi… probabilmente non se ne era resa pienamente conto: ma mi aveva appena servito una battuta maliziosa su di un piatto d’argento!
-Bè… magari svolgeresti con maggior foga l’attività di shopping… ma quella tra le lenzuola… bè… di certo non sarebbe di ottima qualità!- le risposi sarcastico, facendola scoppiare a ridere.
-Pallone gonfiato di uno sbruffone!- mi schernì, scendendo di nuovo con i piedi per terra. Le diedi una affettuosa pacca sul quel delizioso fondoschiena, poi lei si avvicinò di nuovo al letto per ammirare tutti i regali appoggiati lì sopra.
-Ma come hai fatto? Quando? Non mi sono accorta di niente…- mi chiese, rendendosi conto all’improvviso che non ci eravamo quasi mai lasciati... appunto: quasi!
-Mentre stavi scegliendo l’intimo, mi sono detto: o resto e le salto addosso nel camerino col rischio di rovinare il nostro splendido sabato a causa di un arresto per atti osceni in luogo pubblico…- con malcelata soddisfazione la vidi sogghignare; -…o ne approfitto per farle una sorpresa. Era già un po’ che volevo chiederti se avevi voglia di provare l’equitazione con me, ma non ce ne era stata ancora occasione. Oggi, allo zoo, dopo aver visto l’entusiasmo con cui ti approcciavi a ogni tipo di animale esistente, non ho più avuto alcun dubbio. Speravo tanto che la mia idea ti sarebbe andata a genio… così ti ho lasciata con la classica scusa della toilette e mi sono recato nel negozio accanto. Lì mi sono affidato alla commessa, dicendole di cosa avevo bisogno e indicandoti attraverso le vetrine per darle un’idea della tua taglia. E infine ho richiesto che ci venisse recapitato tutto in camera- le spiegai, orgoglioso di essere riuscito ad organizzare tutto nei minimi particolari.
-Grazie ancora, amore… l’idea del maneggio è ottima, però questo…- e indicò l’insieme dei pacchi; -…bè, non era assolutamente necessario… avrei potuto benissimo cavalcare con dei normalissimi jeans- si imbarazzò ancora, arrossendo. Mi avvicinai e le accarezzai le guance rosate e calde, simbolo della sua intensa emozione.
-So quanto ci tieni a essere perfetta in ogni situazione, non devi fingere con me… ti amo e voglio solo che tu sia felice sempre e comunque…- le sussurrai dolcemente, intensificando il suo colorito. -E poi che ti credi?! Non l’ho fatto mica solo per te!- la schernii. Lei spalancò i suoi occhioni, divertita.
-Ah no?!- domandò, incrociando le braccia al petto. Scossi la testa, in segno di diniego.
-L’ho fatto soprattutto per me… perché pretendo un ringraziamento degno di nota- dichiarai, con tono malizioso, e accarezzando il suo corpo con uno sguardo che non lasciava fraintendere nulla delle mie lascive intenzioni.
Il sorrisetto che aleggiava sul suo viso si allargò ancora di più, e la mia piccola si allontanò leggermente da me, iniziando a muoversi per inscenare un piccolo ma gradito spogliarello per il sottoscritto.
Deglutii a fatica alla vista di quelle movenze così sensuali… la mia gattina era sexy da morire e quando si atteggiava in una modalità così maliziosa… riusciva ad incendiare tutti i miei sensi!
Ogni volta che avevo la possibilità di ammirare il suo corpo perfetto, non potevo credere a quanto fossi fortunato: quella meraviglia di donna mi amava con tutta se stessa… e, incredibile ma vero, voleva me e solo me!
-Allora signor Swan… sono sulla strada giusta per un ringraziamento degno della sua attenzione?- continuò, mandando i suoi pantaloni a far compagnia alla maglietta già volata per la stanza.
-Mmm… diciamo che è sulla buona strada, signorina Cullen… ma potrebbe impegnarsi di più…- la provocai, con un ghigno. Ma la mia allegra baldanza fu dissolta in meno di un secondo: le sue mani slacciarono il reggiseno e, nel farlo scendere, andò a massaggiarsi quelle colline deliziose, pizzicandosi le punte inturgidite e leccandosi le labbra, chiaro manifesto del suo desiderio… oh Cristo santo!!
-Oh cazzo, Ally!- sbottai, strozzandomi quasi con la saliva e stringendo con forza i pugni per evitare di saltarle addosso e potermi godere ancora un po’ quel mio spettacolo personale. JJ stava già pulsando in maniera maledettamente dolorosa, rinchiuso nella costrizione dei jeans; così decisi di far saltare i bottoni, almeno per concedere un minimo di respiro al mio amichetto, visto che io invece ero quasi senza fiato. Alice si liberò anche degli slip e inaspettatamente, prima che potessi anche solo compiere un accenno di mossa, me li lanciò in viso per poi correre via in bagno, lasciandomi completamente basito. Afferrai il suo perizoma e lo portai al naso, beandomi del suo odore fruttato, l’odore della mia donna!
La mia gattina aveva voglia di giocare… e chi ero io per negarle un piacere così grande?
-Mmm… non si fa così piccola! Adesso dovrai pagare con gli interessi tutte le conseguenze per essere scappata via da me!- le urlai attraverso la porta del bagno, mentre mi denudavo alla velocità della luce. Lo scampanellio della sua risata argentina echeggiò nella stanza da bagno.
-Non vedo l’ora, Swan!- gridò in risposta, mentre sentivo l’acqua iniziare a scorrere. Bè, quello era decisamente un invito con i fiocchi! Iniziai ad ansimare, voglioso… cazzo, era dal nostro weekend di fuoco che desideravo fare la doccia con lei, ed evidentemente per lei era lo stesso…
Spalancai la porta del bagno, entrando trionfante con JJ che si ergeva in tutta la sua gloriosa magnificenza, ma rimasi paralizzato alla visione della mia bambolina nel box doccia: completamente bagnata, si stava spalmando di bagnoschiuma tutto il corpo in maniera provocante e sensuale. Oh porca… avrei anche potuto già venire così, come un brufoloso pivello!
Notai i suoi occhi, dapprima divertiti, fissarsi in modo molto malizioso sul mio amichetto e un guizzo di pura lussuria li illuminò, facendomi ghignare orgoglioso e soddisfatto.
Con una rapida falcata annullai la distanza che mi separava dal mio paradiso e mi fiondai sotto il getto dell’acqua, sostituendo le sue piccole mani con le mie. Percorsi ogni centimetro della sua morbida e profumata pelle… iniziai in modo molto indolente, giusto per farla impazzire un po’; nel frattempo la mia bocca scese implacabile sulla sua, come un falco sulla preda; le mordicchiai il labbro superiore, soffocando così i suoi gemiti di pura frustrazione. Era appagante per me: la sentivo completamente abbandonata alle mie carezze, schiava dei miei tocchi… e tutte le volte il suo totale coinvolgimento mi scatenava delle vere e proprie sensazioni di potenza che avevano la capacità di farmi eccitare ancora di più… dio, quella gattina sapeva come far impazzire un uomo!
Facemmo l’amore con rinnovata passione… ogni volta era come fosse la stata la prima e non mi sarei mai stancato di scoprire ogni più piccolo angolino di quel mio paradiso personale.
Tutto in noi si incastrava a meraviglia… era come se ci avessero creati per stare insieme a fare l’amore per ore e ore… non mi sarei mai stancato di quel corpo, di quei gemiti, di quei baci e soprattutto non mi sarei mai stancato della mia Alice!
In un attimo i nostri sensi furono completamente stravolti da una scarica di piacere immenso, lasciandoci stravolti e senza fiato.
-Ti amo, amore mio…- mormorò con ancora l’affanno e sorridendomi felice. Appoggiai la mia fronte alla sua, guardandola negli occhi il più intensamente possibile, cercando di trasmetterle tutto ciò che provavo in quel momento così intimo.
-Anch’io ti amo… da morire! Non hai idea di quanto mi rendi felice, Alice…- sussurrai ancora roco ed ansimante, avvolgendo il suo viso tra le mie mani. Lei allacciò le sue braccia intorno al mio corpo, stringendomi forte.
Restammo così abbracciati ancora per qualche minuto, poi senza dire una parola iniziammo ad accarezzarci e a lavarci a vicenda: non avevamo bisogno di parole per capirci…
Già… perché tra noi c’erano stati parecchi fraintendimenti, parecchi problemi e casini a causa di parole non dette, di sentimenti celati, addirittura negati… ma da quando finalmente ci eravamo confessati ogni più piccola emozione, era stato come se si fosse instaurata tra noi una connessione talmente profonda che ancora a volte stentavo a credere che potessimo essere così in sintonia… e le parole non erano state più necessarie…


ANTEPRIMA CAPITOLO 98


Pov Emmett

La strinsi forte a me e la baciai con un ardore immenso. La mia lingua pretese l’accesso alla sua bocca, intrecciandosi immediatamente alla sua e perdemmo il contatto con tutto ciò che ci circondava, finchè non sentimmo la voce indignata di una signora un po’ bisbetica che si lamentava di quella che per lei era una vera e propria indecenza. Sbuffai: non era mica colpa mia se nell’800, quando forse quell’arpia era una giovanotta, un bacetto in pubblico era considerato una zozzeria!

Comunque ci staccammo subito, mentre la mia Rose diventava rossa come un peperone.
-Scusami piccola, non ho resistito… quando ti arrabbi e mi sgridi così, come una maestrina, mi ecciti in una maniera che mi manda in corto circuito il cervello! E l’unica cosa che vorrei fare è strapparti quegli inutili indumenti di dosso e possederti fino a farti perdere la voce- ammisi, guardandola intensamente e in maniera inequivocabile, mentre Emmy pulsava furioso.


V
i ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni

e il nostro blog Le fan fiction di Manu e Sara


Ecco alcuni blog di bravissime autrici che meritano una visita!

Il sorriso in una pagina
Mad about you
yara's mind
Nel mondo di Elisa e Yara
Les mots de Chloè
L'anima delle stelle
silviettafanfiction
A casa di Lisa
USADDICTED
L'angolo creativo
Lalayasha

Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!


Testa o Cuore? di Isabella v (sara_g)
 
UNA SERA, PER CASO ... di endif
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