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Autore: IsaMarie    30/05/2011    21 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Cap. 99
Buongiorno e buon lunedì!
Scusate ancora il mancato aggiornamento di giovedì scorso, ma stavo troppo male e anche se la storia la scriviamo in due, tutto la parte che riguarda la pubblicazione, la risposta alle recensioni, ecc., la gestisco io attraverso il mio account, e quindi Sara, anche volendo, non avrebbe potuto proprio postare al mio posto.
Ringrazio di tutto cuore le lettrici che mi hanno lasciato un augurio di pronta guarigione. Ho ricevuto tanti di quei messaggi privati da farmi persino commuovere! Non mi aspettavo una simile solidarietà e non sapete quanto mi avete reso felice! GRAZIEEEEE!!!!
Ora sto un pochino meglio anche se i dolori, purtroppo, non sono ancora passati del tutto. Ma pian piano mi riprenderò anch'io!
Passiamo ora al chappy! Siamo particolarmente contente per come vi sta prendendo la coppia Emmett/Rosalie. E speriamo che possano continuare a interessarvi!
Basta chiacchiere inutili e vi auguriamo una BUONA LETTURA DA MANU E SARA!
Un bacione grande, a giovedì!

CAPITOLO 99


Gelosia e curiosità



Pov Rosalie


Ero nel bagno del cinema e mi stavo dando una rinfrescata al viso. Mi sentivo così serena e felice che quasi quasi avevo paura che quella bolla meravigliosa che mi racchiudeva potesse scoppiarmi in faccia da un momento all’altro, riportandomi nell’abisso di solitudine che fino a qualche mese prima mi accoglieva ormai come con un compagno fedele. Ero brava a nascondere agli altri i miei veri sentimenti… solo una persona mi aveva sempre compreso nel profondo, intuendo quanto intensa fosse la mia sofferenza per la scomparsa dei miei genitori, e che riusciva a donarmi sempre una parola o un gesto di conforto: Jasper. Adoravo mio cugino e gli volevo un bene dell’anima.
Per fortuna però, da quando nella mia vita aveva fatto improvvisamente irruzione Emmett, l’amore e la gioia avevano preso il sopravvento su ogni altro sentimento negativo, come se tutte le spesse e nere nubi che adombravano la mia esistenza fossero state spazzate via da un sole magnifico, immenso e caldo. Quel ragazzo aveva compiuto un vero e proprio miracolo ed io stavo pian piano superando quella perdita così dolorosa che spesso mi lasciava senza fiato, proprio grazie all’amore che mi donava tutti i giorni: mi sentivo la ragazza più fortunata di questo mondo al pensiero che mi avesse scelto come compagna.
Diedi un’ultima occhiata allo specchio posto sopra i lavandini e il sorriso raggiante sul mio volto era la prova certa delle mie emozioni e delle mie considerazioni. Appena rientrai in sala, mi fermai un attimo per abituarmi alla poca luce e poi mi diressi verso i nostri posti.
Emmett era veramente matto! Mi aveva fatto una sorpresa stupenda acquistando i biglietti per questo film ed ero al settimo cielo, soprattutto perché era stata la dimostrazione, una volta di più, di quanto fosse attento a ciò che mi piaceva. Per non parlare dell’enorme sacrificio che faceva lui a sorbirsi quasi due ore di una pellicola che non era decisamente il suo genere. Poi, però, avevo faticato a non scoppiargli a ridere in faccia, quando mi ero resa conto sia dell’orario dello spettacolo (ci sarebbe stata poca gente, mentre il pienone era previsto a quello successivo) e dei posti appartati che aveva scelto. La galleria era infatti praticamente vuota, mentre giù in platea ci sarebbe comunque stata più gente. Bè… sacrificato fino a un certo punto! E non si era nemmeno fatto problemi ad ammettere le sue vere intenzioni. Era incorreggibile! Però questo suo lato altamente erotico mi piaceva da impazzire: la sua continua voglia di me, del mio corpo, dei miei baci, delle mie attenzioni, anche solo di un mio sorriso tutto per lui… mi faceva sentire amata, apprezzata, bella e desiderata… una vera donna! Desiderio che ricambiavo in egual modo; e, anche se gli avevo fatto credere il contrario, anch’io non vedevo l’ora di sentire le sue mani sul mio corpo, lì al buio, in quella situazione così eccitante: un luogo pubblico dove rischiavamo di essere scoperti… ci eravamo proprio trovati!
Man mano però che mi avvicinavo, mi sembrava di scorgere una sagoma accanto ad Emmett. Chi poteva essere? Magari qualche nostro compagno di scuola che lo aveva visto e si era seduto in cerca di un po’ di compagnia… già, Emmett era ben voluto da tutti e non sarebbe stato strano. Mi scappò da ridere al pensiero. Chissà com’era incazzato sotto sotto a causa di questa persona che stava rovinando i suoi piani. Ma più mi approssimavo e più il mio corpo si irrigidiva, riconoscendo la persona: possibile? Tanya! Quella brutta sgualdrina si era spalmata addosso al mio Emmett e avevo visto chiaramente che stava allungando la mano ad accarezzarlo languidamente, anche se lui gliel’aveva scostata in malo modo. Era proprio senza pudore! Non riusciva ad accettare un rifiuto, a costo anche di rendersi ridicola. Sorrisi soddisfatta per la reazione del mio uomo; ma quando mi ritrovai a pochissimi passi, sentii la vocina stridula di quella sguattera pronunciare parole che mi ferirono come una stilettata.
Cosa voleva insinuare?! Quale altro giorno?! E soprattutto… cosa significava che negli spogliatoi non gli era dispiaciuto?! Cosa diavolo era successo tra loro?! Raggelai.
Cercai di inspirare con calma e di ragionare senza farmi prendere dal panico e soprattutto senza farmi ferire inutilmente. Conoscendo il tipo, potevo benissimo immaginare la situazione a cui alludeva senza alcuno sforzo. Ma non potevo credere che un ragazzo così onesto e sincero come Emmett mi avesse mentito così spudoratamente, accettando la corte di Tanya e tradendomi! Mi rifiutavo di credere ad una menzogna del genere! Lui mi amava! Per Emmett il sesso era importante e fondamentale, ma non tanto da farsi attirare dalla prima gatta morta che ci provava! E poi… proprio Tanya che non aveva mai sopportato… no, non esisteva proprio!
No! Mi fidavo di lui, ciecamente! Per me era essenziale, in un rapporto, la fiducia e se non mi fossi fidata così tanto di lui non gli avrei nemmeno mai concesso di entrarmi così nel profondo.
Mi piantai davanti a loro e nonostante la poca luce, notai chiaramente la paura deformare il volto del mio ragazzo, mentre quell’impudente se la rideva, certa che avessi sentito le sue parole velenose. Anzi… ero sicura che l’avesse fatto apposta, dato che mi aveva visto arrivare. La conoscevo dai tempi dell’asilo e mi aveva sempre detestato profondamente. In particolar modo era sempre stata gelosa e invidiosa di me ed io, dal canto mio, avevo sempre cercato di lasciarla perdere e di non farmi attirare in inutili discussioni. Ma poi l’indifferenza e l’antipatia si erano trasformate in qualcosa di più profondo e radicato: odio allo stato puro, da quando, appena rientrata a scuola dopo la morte dei miei genitori, si era permessa di irridere della mia situazione, facendomi chiaramente capire che persona gretta, vuota e meschina fosse.
Poi, quando l’avevo umiliata nel parcheggio per via di Edward, davanti a mezza scuola, ero certa che avrebbe cercato un modo di vendicarsi in maniera subdola, degna di lei, e ora ne avevo avuto la conferma. Il suo obiettivo, ormai ero sicura al cento per cento, era quello di separare me ed Emmett. Mi sembrava strano infatti che avesse lasciato improvvisamente in pace Edward, lasciando campo libero alla sua degna compagna, Lauren.
Per fortuna, bastò una minaccia, nemmeno tanto velata, che quella strega si volatilizzò all’istante. Sapeva benissimo di cosa fossi capace, se provocata, quindi era meglio se mi stava a chilometri di distanza.
Appena se ne andò e mi risedetti, la rabbia sfumò all’istante, lasciando il posto alla delusione. Possibile che Emmett avesse ceduto al suo fascino? E se non lo aveva fatto perché non mi aveva detto niente? Sapeva quanto fossero importanti per me la sincerità e la fiducia. E tenere nascoste le cose, in una città piccola come la nostra, non avrebbe portato a nulla di buono. Ormai con l’esperienza delle altre coppie di casa, lo avrebbe dovuto capire chiaramente. Non potevo credere che mi avesse mentito. Ero amareggiata e ferita, ma volevo dargli la possibilità di giustificarsi. Lo guardai, non riuscendo comunque a nascondere i miei reali sentimenti, nonostante la voglia di essere rassicurata, e lo vidi veramente spaventato: ciò non mi tranquillizzava proprio per niente.
-Rose, non è come pensi! Mi ha visto da solo ed è venuta a…- ma non lo feci finire e lo interruppi immediatamente.
-Non mi interessa, Emmett! La conosco benissimo e so di cosa è capace! Non serve chissà quale spiegazione per sapere il perché aveva le sue luride zampacce addosso a te!- gli spiegai, con un tono di voce gelido. Mi sembrava quasi di avere fatto dei passi indietro nel tempo, a quando ero sempre fredda e scostante. Ma volevo che lui mi spiegasse… che avesse una giustificazione valida per quello che avevo sentito… volevo credere, con tutte le mie forze, che tra loro non fosse successo niente. Emmett fece per parlare di nuovo, ma con un gesto lo zittii.
-Quello che voglio sapere ora è a cosa si riferiva quella iena. E bada, Emmett! Dimmi tutta la verità perché sai quanto sia importante per me- lo avvertii. Lui sospirò forte e mi prese una mano nelle sue, che a confronto sparì.
-L’altro giorno, ero negli spogliatoi e avevo appena finito di fare la doccia. Ero rimasto solo perché mi ero attardato a parlare con il professor Clap che non perde mai occasione di cercare di convincermi a entrare nella squadra di football della scuola- iniziò a raccontare. Sgranai gli occhi. Sapevo quanto fosse importante per lui quello sport e mi meravigliavo che non mi avesse detto niente di questa storia. Quante cose mi aveva tenute nascoste?
-Comunque… finita la doccia, ho aperto il mio armadietto per cambiarmi e… bè, io… ho una tua foto appesa all’interno…- mi confidò. Dentro di me sorrisi, tentando di non far trapelare nulla all’esterno…
-Così… bè con te davanti agli occhi… i miei pensieri sono volati a quella stessa mattina e a come era iniziata… ricordi quando sei venuta a darmi quel buongiorno molto particolare?- mi chiese con mezzo sorriso d’intesa. Certo, avevo capito a quale mattina si riferisse. Annuii e il mio silenzio interessato lo spinse a continuare.
-Bè… nel ripensare alla modalità del tuo risveglio… ecco, io… mi sono eccitato e, proprio in quel momento, ho sentito la voce di Tanya dietro di me. Cercava di assumere un tono sensuale, diceva delle cose per… sì insomma… per cercare di farmi eccitare; e dato che io lo ero già per i fatti miei (e si vedeva chiaramente, visto che avevo indosso solo un asciugamano che mi fasciava i fianchi), non volevo voltarmi perché non pensasse che Emmy fosse così… per causa sua. Solo che poi… visto che non le prestavo attenzione e continuavo a dirle di andare via, si è avvicinata un po’ troppo e a quel punto mi sono dovuto voltare per forza, e lei ha visto chiaramente la… ehm… portata del mio amichetto...- mi rivelò, imbarazzato più che mai.
-E..?- domandai, ancora scostante; dal suo tono mi sembrava dovesse confessare ancora qualche dettaglio.
-E… niente. Per fortuna è arrivato Jasper per vedere che fine avessi fatto, e lei ha interrotto il suo tentativo, battendo in ritirata. Però, vedendo in che condizioni ero, da buona egocentrica, avrà pensato che mi fossi eccitato per merito suo…- finì. Il suo racconto filava liscio come l’olio, ma verso la fine avevo intuito una sorta di tentennamento… quasi come se avesse tagliato un pezzo della scena. Cercai di non pensarci; magari ero io paranoica e me lo ero immaginato per la mia enorme paura di perderlo…
Tra me e me mi concessi un sospiro di sollievo, ma volevo che lui capisse la gravità della situazione e quanto poteva ferirmi nascondendomi le cose. Ormai il film era iniziato ed io continuavo a guardare lo schermo senza dirgli nulla, anche se ciò che vedevo scorrere davanti ai miei occhi era una serie di immagini senza capo né coda, che non comprendevo assolutamente: ero troppo assorta nei miei pensieri.
Con la coda dell’occhio vedevo chiaramente che lui non aveva distolto il suo sguardo nervoso da me e continuava a fissarmi senza muovere un muscolo, in attesa di un mio cenno. La mia mano era sempre stretta tra le sue e dalla sua posa rigida potevo chiaramente immaginare quanto fosse agitato. Mi decisi a guardarlo e lui, inaspettatamente, mi abbracciò stretta, quasi togliendomi il respiro.
-Ti prego, Rose, devi credermi! Lo sai che ti amo! Non ho mai fatto niente con Tanya, non mi interessa, quella! E l’unico sentimento che può suscitarmi una come lei è il ribrezzo. Ti scongiuro, amore! Non volevo mentirti, ma ho pensato che non dicendoti niente, ti avrei risparmiato un’arrabbiatura inutile. L’ho fatto solo per te, giuro! Io non avevo niente da nascondere!- mi pregò accoratamente, parlando al mio orecchio, mentre la sua morsa diventava sempre più ferrea. Bastò però una piccola pressione delle mie mani sul suo petto per fargli allentare la presa, intuendo chiaramente che volevo staccarmi.
Lo guardai negli occhi e vidi paura, dolore, angoscia…
-Emmett… io ti credo, sia chiaro; ma non ti azzardare più a dirmi che se mi nascondi qualcosa lo fai solo per il mio bene, perché è un discorso che non ho mai sopportato! Non ricordi cosa è successo quella volta che tuo fratello ha voluto nascondere a Bella la verità sugli assalti di quelle galline per proteggerla? Un gran casino! Perché mentire non porta mai nulla di buono! E anche se spesso la verità fa più male di una bugia, se hai rispetto per la persona che ami e hai fiducia in lei, deve sempre trovare la forza di essere sincero. Anche se fa terribilmente male- cercai di fargli capire. Quello per me era un punto fondamentale e non avevo intenzioni di scendere a compromessi su quella cosa.
-Va bene, amore mio! Hai ragione, lo so che hai ragione. Non accadrà più, te lo giuro!- mi promise. Ma di nuovo il dubbio su quel lieve tentennamento si ripresentò con maggiore insistenza di prima.
-Sei sicuro che sia tutto? C’è altro che vuoi aggiungere al tuo racconto?- tentai ancora. Il suo volto si scurì per un attimo e poi abbassò il viso. Dio, lo sapevo! Mi irrigidii, aspettandomi il peggio…
-Non era… insomma, non era la prima volta che Tanya ci provava. Ogni volta che mi becca da solo da qualche parte, non perde l’occasione e tenta di provocarmi…- mi rivelò, di nuovo imbarazzato. Sospirai di sollievo perché ero certa che lui finalmente mi avesse confidato tutto. Per il resto… dannazione, non potevo crederci! Maledetta!
-Quella brutta puttana!- mi scappò. Emmett alzò il viso di scatto. Era raro che mi sentisse parlare in modo sboccato, ma quando ci voleva ci voleva!
-Ma io l’ho sempre allontanata!- affermò sicuro, e guardandomi negli occhi. Il suo sguardo era limpido, sincero e onesto e questo mi bastò. Non avevo bisogno di altre spiegazioni, giustificazioni o preghiere da parte sua. Mi buttai tra le sue braccia e lo strinsi forte, affondando il mio viso nel suo collo largo e forte, beandomi del suo profumo che aveva sempre il potere di calmarmi e infondermi calore. Mi strinse a sua volta, facendo attenzione a non forzare troppo la presa e lo sentii pian piano rilassarsi sempre di più. Poi mi scostò un po’ e mi diede un piccolo bacio delicato.
-Scusa… ho rovinato questa giornata con la mia stupidità e in più ti sto facendo perdere il film- si rammaricò. Gli sorrisi dolcemente, accarezzandogli il viso.
-Tutto serve per approfondire il nostro rapporto, anche superare queste difficoltà; e poi tu non hai rovinato proprio niente! E’ stata quella… quella… ohhh lasciamo perdere! Non voglio rovinare il resto della mia stupenda giornata nel tentativo di trovare degli epiteti abbastanza offensivi per quella! Tanto nemmeno l’insulto più infimo renderebbe l’idea di quello che è!- sbottai.
-Ben detto, amore!- sghignazzò.
-E per il film non fa niente. Verrò mercoledì con le ragazze e me lo gusterò senz’altro- lo rassicurai.
Mi sorrise e poi appoggiandosi bene allo schienale della poltrona, mi attirò a sé, facendomi accoccolare sul suo petto per guardare ciò che rimaneva del film. Mi sentivo di nuovo in pace e serena: solo Emmett aveva la capacità di farmi tornare il sorriso alla velocità della luce… ma avevo appena scoperto che aveva anche il potere di distruggere in un istante tutta la gioia che mi aveva donato…

Pov Bella

Eravamo ormai a casa già da un paio d’ore. Appena arrivati ci eravamo fatti una doccia veloce, e poi ci eravamo accoccolati sul divano del salone a guardare ‘Notting Hill’ un bellissimo film romantico, anche molto divertente. Di quelli solitamente con cui, quando la storia ti scorre davanti agli occhi, ti vengono gli occhi a cuoricino, come nei cartoni animati, e sospiri pensando a quanto è bella la vita in quelle finzioni cinematografiche. Ma, a differenza delle volte precedenti, io non avevo sospirato rimpiangendo ciò che non avevo, perché la mia favola la stavo vivendo in diretta!
Edward, a metà film, era crollato sulla mia spalla in un sonno ristoratore ed io mi ero incantata ad ammirare i suoi lineamenti perfetti così distesi e rilassati, accarezzandogli i morbidi capelli e sospirando ogni volta che notavo il tremolio delle sue lunghe ciglia bronzee. Sul suo viso, per fortuna, non era rimasta traccia del dolore che lo aveva trasfigurato durante il racconto del suo passato ed io ero felice di aver contribuito, anche solo un minimo, ad alleviare i suoi sensi di colpa con i miei gesti e le mie parole.
Quando terminò la pellicola, mi ritrovai con una sete pazzesca. Cercando di fare il più piano possibile per non svegliarlo, riuscii a scivolare via dalle sue braccia che mi avvolgevano confortanti, e mi recai in cucina a prendermi una coca. Nel momento in cui aprii il frigo, prima ancora di sbirciarvi dentro, una lampadina si accese nel mio cervello… e d’istinto lo richiusi immediatamente. Rimasi con la mano sulla maniglia del frigo, indecisa se scoprire finalmente ciò che per tutto il giorno mi aveva logorato dalla curiosità o se aspettare e godermi la sorpresa… in fondo mancava poco alla cena… potevo anche aspettare…
No! Non potevo assolutamente! Edward non avrebbe dovuto addormentarsi, sapendo quanto fosse insaziabile la mia maledetta curiosità… la colpa era sua che non mi stava controllando!
Sì, come no! Tu sbirci e hai pure il coraggio di dare la colpa a lui!, mi rimproverò la mia coscienza.
Ma ciò non diminuì la mia voglia di aprire quel dannato frigo! E poi, in fondo… Edward non sarebbe venuto a saperlo… dormiva ancora profondamente… giusto una piccola sbirciatina, per capire solo di cosa si trattasse… mica ammazzavo qualcuno!
Mi immobilizzai per un attimo, in ascolto di qualche movimento o rumore preveniente dal salone… niente, non si sentiva volare una mosca. Un sorriso compiaciuto mi comparve sul viso e la mia mano abbassò la maniglia, donandomi l’accesso alla mia sorpresa. Appena i miei occhi si posarono sui vari ripiani, rimasi fortemente delusa. Quel ragazzo era veramente furbo! Una scatola faceva bella mostra di sé, completamente fasciata con carta d’allumino, e con un biglietto appoggiato sopra. Riconobbi immediatamente la calligrafia elegante e ordinata di Edward.

Ciao micetta!

Se stai leggendo questo biglietto significa che sei riuscita a evitare i miei ferrei controlli. E già solo questo sarebbe un ottimo motivo per punirti…
Non ti azzardare a sbirciare dentro la scatola, perché l’ho fasciata in modo che sia inevitabile che la carta si strappi e quindi me ne accorgerei immediatamente. In quel caso la mia punizione sarebbe veramente esemplare!
Ti amo, Edward
P.S. CHIUDI SUBITO IL FRIGO, CURIOSONA!!!

All’ultima frase, sobbalzai, come se mi avesse urlato, e richiusi all’istante lo sportello, sbattendolo. Il cuore mi batteva forte come se mi avesse colta in flagrante. Merda! Possibile che mi conoscesse così bene?! E alla fine non avevo nemmeno preso la coca! Uffi!
-Beccata!- esclamò la sua voce ammiccante e una risata divertita risuonò nella cucina, facendo correre ancora di più il mio cuore per lo spavento. Cos’è?! Mi voleva fare venire un infarto?
No, sei tu che hai la coda di paglia!, mi sgridai da sola.
Mi voltai con un’espressione da cucciolo smarrito, sperando che bastasse a evitarmi una ramanzina coi fiocchi per non aver resistito. I suoi occhi si ridussero a due fessure, mentre si avvicinava con ammalianti movenze feline.
-Ora dimmi: cosa dovrei farti per esserti comportata da bambina disubbidiente? Dovrei sculacciarti severamente, monella…- mormorò, con un tono che mi fece partire un fremito che mi arrivò dritto dritto al bassoventre... Decisi di stare al gioco, così si sarebbe concentrato su altro che non fosse la mia trasgressione alla sua stupida regola… d’altronde avevo una ‘vaga’ idea delle mie possibilità seduttive…
-Mmm… dovrei forse abbassare le mutandine e porgerti il mio culetto?- sussurrai con tono malizioso, sbattendo le mie ciglia e portando l’indice tra le labbra.
-Oh, cazzo!- esclamò, con la voce strozzata e con gli occhi fuori dalle orbite; sghignazzai tra me: in fondo era semplice far capitolare i maschi!
-Cazzo! Bella! Mi vuoi far morire così giovane?! Cazzo!!- continuò, mentre i suoi occhi si erano incupiti dal forte desiderio ed una vena pulsava ritmicamente alla base del collo. In un attimo la distanza tra i nostri corpi fu annullata e mi ritrovai le sue labbra fameliche sulle mie, mentre la sua lingua entrava con irruenza nella mia bocca, prendendo subito a lambire ogni più piccolo angolino… le sue mani mi artigliarono i fianchi in maniera spasmodica e possessiva, poi scesero sulle natiche e le strinsero con veemenza. Un gemito di pura lussuria fuoriuscì dalla mia gola, soffocato dalla sua bocca.
Pian piano il bacio rallentò, fino a diventare dolce e sensuale. Ci staccammo ansanti e quei due fari verdi si piantarono nei miei, facendomi affogare in un mare di passione. Appoggiò la fronte alla mia e le sue mani calde avvolsero il mio viso, mentre il mio adorato sorriso sghembo nasceva sul suo volto meraviglioso.
-Sei tremenda, lo sai vero?- mi domandò; -Mi farai finire al manicomio… bè… ne varrà la pena…- affermò, scuotendo la testa. Sorrisi.
-Bè… allora siamo pari! Visto che è tutto il giorno che anche tu mi fai impazzire dalla curiosità- mi lamentai, mettendo su il broncio che lo faceva sempre sciogliere. Mi prese il mento con due dita e mi sorrise.
-Dai, che l’attesa è finita. Andiamo di sopra, gattina affamata!- scherzò, prendendomi per mano e avviandosi al piano superiore. Io, perplessa lo seguii.
-Ma, scusa… se è arrivata l’ora di cena, allora il frigo si trova proprio nella stanza in cui eravamo fino a qualche minuto fa. Dove stiamo andando?- gli chiesi, palesando la mia confusione. Non riuscivo proprio a capire.
-Ti devi preparare- mi rispose come se fosse ovvio.
-Preparare in che senso?! Vuoi che indossi qualcosa di carino?- domandai. In effetti avevo infilato un paio di jeans vecchi ma molto comodi e una maglietta larga e calda… non assomigliavo minimamente a Miss Eleganza e non ero lontanamente sexy! Ma non pensavo che Edward tenesse così tanto al mio abbigliamento casalingo. Anzi… pensavo mi preferisse senza nulla addosso!
-No! Veramente ti devi spogliare…- sghignazzò. Ecco, appunto! Come dicevo io.
-Scusa, ma continuo a non capire- sentenziai, piantandomi a metà scalinata. Non poteva farmi impazzire così! Va bene non sbirciare nel frigo, ma tenermi all’oscuro dei suoi piani…
-Non intendo più muovere un passo, finchè non mi avrai dato almeno un piccolo indizio- mi impuntai, incrociando le braccia al petto. Alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo.
-Ti rendi conto che sono il doppio di te e ti potrei caricare in spalla senza nemmeno darti il tempo di opporre la benché minima resistenza, vero?!- mi minacciò, con un ghigno divertito. Sbuffai sonoramente e lo seguii. Entrammo in camera nostra e mi precedette in bagno. Lo vidi aprire l’acqua della doccia e lo guardai interrogativa. L’avevamo appena fatta due ore prima!
-Ora ti spogli, ti fai una doccia ghiacciata, senza bagnarti i capelli, e poi ti infili questo accappatoio e mi raggiungi di sotto più velocemente possibile, in modo da non far riscaldare di nuovo il tuo corpo. Poi mi aspetterai in salone- mi spiegò come se niente  fosse.
-Ma tu sei matto! Io non mi faccio una doccia fredda! Non mi sembra proprio il periodo! E poi… perché dovrei?!- mi irritai. Non ci pensavo proprio a beccarmi una polmonite! Mi era bastata la tremenda laringite che avevo avuto. Se l’era dimenticata per caso?! Bè, io no!
-Primo… non devi restare sotto l’acqua fredda per molto, ma solo il tempo necessario per raffreddare il tuo corpo. Lo sai benissimo che non ti farei mai fare qualcosa che possa causare un danno alla tua salute!- affermò, guardandomi come fosse la cosa più ovvia di questo mondo e io una bambina capricciosa che non capiva che era ora di finirla di fare tante storie. Il che mi seccò ancora di più.
-Secondo… dovresti farlo perché te lo chiedo io, e poi perché non te ne pentirai, fidati…- mi stuzzicò, abbracciandomi e baciandomi languidamente il collo, risalendo piano verso l’orecchio e leccandomi quel punto tanto sensibile per me, ma che faceva impazzire anche lui… dio, che meraviglia!
-Ti prego… fallo per me, stellina…- soffiò roco al mio orecchio. Ok… mi ero già persa!
-D’accordo, mi hai convinta…- sospirai, arrendendomi alla sua strana ma pressante richiesta.
Un sorriso soddisfatto gli illuminò il volto e mi baciò la fronte.
-Ti aspetto giù, tesoro. Mi raccomando più fredda che puoi; ma non stare troppo sotto il getto, ok?- si raccomandò ancora. Annuii e iniziai a spogliarmi, mentre lui si dileguava di sotto… lasciandomi più perplessa che irritata. A cosa diavolo poteva servire tutto ciò?!


ANTEPRIMA CAPITOLO 100

-E quello?- domandai, riferendomi a ciò che aveva in mano.
-Serve per non farti sbirciare, gattina curiosa…- mi spiazzò, mentre si spostava dietro di me e mi legava quella benda sugli occhi. La mia eccitazione schizzò alle stelle… altro che calmarmi! Completamente nuda e in più bendata, ero in balia delle sue parole, del suo corpo e del suo volere! Oddio santo, ogni minuto la mia follia aumentava a dismisura!
Il calore della sua mano grande avvolse le mie dita e mi guidò fino al soffice tappeto; mi fece sdraiare di fronte al camino… potevo sentire il dolce tepore del fuoco che scoppiettando si irradiava tutto intorno a noi; il che mi permise di rilassarmi un pochino. Edward mi fece unire le gambe, sistemò le mie braccia lungo i fianchi, leggermente staccate dal busto e mi fece adagiare la testa su un morbido cuscino.
-Edward, ma…- provai ancora a chiedere, ma lui mi interruppe subito.
-Ssshh… torno subito…- bisbigliò al mio orecchio, prima di mordicchiarmi il lobo: brividi intensi provocati dal suono della sua voce roca e dai suoi tocchi sensuali attraversarono il mio corpo. Lo sentii allontanarsi. Più cercavo di comprendere cosa avesse in mente, più le mie idee si facevano confuse. Non riuscivo proprio a immaginare che intenzioni avesse; e la cosa era sempre più frustrante, ma allo stesso tempo terribilmente stuzzicante…




V
i ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni

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Wish upon a star di
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