Dedicata a Jeremy.
Perché ritengo che su di lui non ci si soffermi mai
abbastanza.
(Attenzione: Spoiler episodio 2x22)
Lift
the weight of the world
(from my shoulders).
Keep a light on those you
love
They will be there when you die
Baby there's no need to fear
Baby there's no need to cry
Every little piece in your
life
Will add up to one.
The weight of the world. Editors
“Jeremy.”
Il suo nome risuona più
volte, da qualche parte, ma lui è incapace di formulare una risposta.
“Jeremy”
Qualcosa si intrufola nel suo sguardo divorando in un istante le luci
e le ombre . L’oscurità aggredisce il terrore inciso sul viso dello sceriffo
Forbes e Jeremy non vede più.
Non sente più.
C’è solo silenzio; e il
sangue che continua a rifluire dal piccolo foro sul suo petto.
La linfa vitale si
affanna a sfuggirgli, libera dalla prigionia delle sue vene.
La sua stessa vita lo
sta tradendo, ma Jeremy non ha paura: non più.
E se dapprima il suo
cuore batte forte in preda allo sgomento, si accorge perfettamente del momento
in cui cessa di lottare, rallentando il ritmo dei suoi battiti.
In silenzio ascolta la
resa del suo corpo avvertendo la stanchezza arrampicarsi su di lui. Il torpore
che lo avvolge, tuttavia, è inspiegabilmente piacevole. Il genere di sensazione
che si prova dopo una lunga corsa o una risata particolarmente accentuata.
È come scivolare nel
vuoto confidando che arriverà qualcuno ad attutire la caduta.
Come addormentarsi la
sera dopo aver trascorso una giornata interminabile.
Un pomeriggio particolarmente
intenso.
La spossatezza, il
dolore. La paura. Tutto scivola via.
Jeremy intanto ascolta.
Da qualche parte il suo
nome continua a echeggiare, dando origine a una sorta di preghiera.
Si sforza di rispondere
a quei richiami, ma è troppo complicato anche solo socchiudere le labbra. Ha
bisogno di ribattere a quei richiami con il nome della sorella.
Vorrebbe ricordare a
chiunque sia disposto ad ascoltarlo, che Elena deve vivere. Che si è stancato
di rimanere al sicuro in angolo - perché troppo giovane, troppo fragile -
proteggendo la sua vita e mutilando quella delle persone che gli stanno
attorno.
Jeremy ha bisogno di
gridare al mondo quanto sia furioso, per non aver mai
auto la possibilità di dire addio.
Vorrebbe far presente
allo sceriffo Forbes, che non è solo colpa dei vampiri, se Mystic Falls è
minacciata dalle ombre. Che i veri mostri non sono Damon e Stefan, ma quelli
come lei. Persone che si ostinano a sporcarsi le mani di sangue. Persone
guidate da un rancore irrazionale verso qualcosa che in realtà nemmeno
conoscono. Che finiscono per voltare le spalle alla propria famiglia - a una
figlia, a un fratello - accecati dalle proprie convinzioni.
Persone che feriscono degli
innocenti pur di annientare il male: il proiettile incastonato nel petto ormai
quasi immobile del ragazzo ne è la conferma.
È crudele che per far
assorbire quel concetto allo sceriffo sia necessaria la sua morte.
Ha solo sedici anni,
Jeremy.
Eppure aveva capito già
da tempo ciò che solo ora risulta visibile agli occhi
sgranati di Liz Forbes: la paura crea più danni di un
paio di denti affilati.
Intanto il silenzio
torna a distendersi lentamente su di lui. Jeremy si accorge che alcune voci in
lontananza continuano a ripetere il suo nome con insistenza.
È il richiamo di chi
non vuole arrendersi.
A stento, gli pare di
riconoscere il timbro familiare di Alaric. Se solo potesse muoversi un ultima
volta, si sfilerebbe l’anello e lo consegnerebbe a lui.
Gli sarebbe di conforto
credere di poter proteggere qualcuno.
Lui che non ne ha mai avuto la possibilità.
Infine anche le parole
di Rick scompaiono. Inghiottite dalla voragine di nulla che sta guadagnando
vita, mentre lui la perde.
Tutto è attutito e
irreale. Solo il sussurro imperterrito di Bonnie è ancora percepibile,
intervallato da singhiozzi.
In qualche modo si
convince di intravedere le sue lacrime attraverso le palpebre serrate: palpebre che non si riapriranno mai più.
Solo in quel momento
Jeremy si rende conto che da qualche parte, in fondo al cuore, c’è ancora un
flebile movimento.
In quel frangente,
capisce che non avrebbe dovuto arrendersi, ma insistere e lottare. Ribellarsi
al dolore sordo e al torpore grave che gli hanno
intrappolato il corpo.
E gli dispiace.
Gli dispiace di dover
morire a sedici anni.
Gli dispiace di non
aver avuto la possibilità di crescere e diventare un uomo.
Gli dispiace di non
essere stato in grado di colmare quel vuoto che troppe perdite hanno scavato
dentro di lui.
Gli dispiace.
Ma anche il rimpianto viene spazzato via in fretta assieme alle ultime gocce di
vita intrappolate dentro le sue vene.
Un’ ultima immagine – i volti sereni di Grayson e
Miranda Gilbert - fa capolino sfuocata fra i suoi pensieri e poi tutto si
spegne.
Jeremy non c’è più.
Si è addormentato.
Ed è tutto così
leggero, così delicato, che il ragazzo si domanda se non stia semplicemente
sognando, dopo tutto.
Ma c’è qualcosa di particolarmente insolito in quel
torpore. Un silenzio che profuma di pace,di conforto.
È la quiete.
è il peso del
mondo che scivola via dalle sue spalle.
“
Senti, so che pensi di averlo cancellato, ma è ancora lì. Anche se non riesco a
ricordare perché, sento ancora un vuoto dentro. Mi sento solo. E cancellarmi i
ricordi non farà sparire questa sensazione. Non sistemerà quello che c'è
davvero di sbagliato.”
1x22. Founder’s day
Nota dell’autrice.
Innanzitutto mi scuso
per il ritardo. u_ù
In secondo luogo, mi
scuso poiché rammento di aver promesso che in questo capitolo avrei cercato di trattare
un personaggio nuovo alla raccolta e come avete potuto notare
non è andata così (tanto per cambiare).
Infine, mi scuso per il
palese no-sense di questa storia. In teoria, non era
nata per essere pubblicata. La scrissi semplicemente, perché dopo l’ultima
puntata della stagione ho avvertito il bisogno di dedicarmi un po’ a Jeremy: il
mio personaggio preferito. Perché mi era mancato in un certo senso. Di rado mi
capita di amare alla stessa maniera un personaggio a distanza di molti episodi.
Ma Jeremy è uno dei pochi che ha catturato la mia attenzione sin dal pilot e che ho continuato a
considerare “il mio preferito” fino alla fine.
Dopo aver rimuginato un
po’, anche se con un po’ di imbarazzo, ho deciso di
pubblicare questo frammento qui, perché un po’ glielo dovevo, ecco. Il punto di
vista di Jeremy non è molto analizzato nel fandom e più storie ci sono su di
lui, meglio è. Spero vivamente che con gli nuovi
sviluppi che abbiamo potuto notare nell’episodio finale, ci sia un po’ più di
spazio anche per lui nella terza stagione.
Detto questo, vi ringrazio come al solito per gli splendidi commenti e le parole tanto carine che mi serbate. Se dopo la mazzata di questo capitolo avete voglia di dare un’occhiata a un Jeremy un po’ meno angstoso, fate un salto dalla one-shot che ho scritto per il TVG!Fest su Baby Jeremy e baby Caroline. S’intitola “Bonded
”.