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Autore: IsaMarie    06/06/2011    10 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 101 EFP
Buongiorno e buona settimana!
La grande novità di oggi è il trailer di Breaking Dawn parte 1! FANTASTICOOOOOO!!!!
Dio santo! Rob è a dir poco favoloso con lo smoking al matrimonio, ma la scena che ci ha fatto più elettrizzare (manco a dirlo!) è stata quella di lui che distrugge la testiera del letto! Cioè ma l'avete vista alla rallenty e poi con il fermo immagine?! LA DISTRUGGE, LA SBRICIOLA!!!
Mamma mia ragazze! E chi ci resiste fino a novembre?! Noi no! Ci ricoverano prima per pazzia! La scena invece che più ci ha fatto gongolare è stato quando finalmente sbatte al muro il cane! EVVAI!!!
Ok, ritorniamo seri e a Frutto!
Innanzitutto ci scusiamo per la foto del capitolo scorso che è stata cancellata. Nel capitolo a rating rosso è rimasta, e pensiamo che dipenda dal fatto che nel rating arancione non si possano postare certe foto.
Comunque se avete curiosità di vederla, per chi non può accedere al rating rosso, basta che su Google si cerchi "immagini body sushi" e ve ne appariranno quante ne vorrete, così vi farete un'idea di ciò che ha combinato Edward.
Qualcuno ci ha chiesto se succederanno dei casini con le foto che ha scattato Edward. ASSOLUTAMENTE NO! E' vero che non è stata una genialata perchè il cellulare potrebbe andare perso, o potrebbero rubarglielo o quant'altro, però anche se le foto cadessero in mani sbagliate, alla fine del corpo di Bella non si vedrebbe un granchè, perchè le parti intime erano ricoperte di foglie e fiori. Si sarebbe senz'altro visto di più se fosse stata fotografata in bikini!
Detto questo vorremmo però fare una raccomandazione con il cuore alle ragazze più giovani che ci seguono.
ATTENZIONE: per favore non fatevi fotografare in atteggiamenti intimi con il cellulare dai vostri findanzati. Sappiamo benissimo che a quell'età si pensa di aver trovato l'amore della vita, ma purtroppo non sempre è così e quasi mai ci si lascia in amicizia. E le vendette sono all'ordine del giorno. Sappiamo che vi sembra vi possiate fidare ciecamente, ma non fatelo perchè a quell'età non si è maturi abbastanza (specialmente i ragazzi) per gestire situazioni così compromettenti! Per favore, usate sempre la testa!
Bene, dopo questa lunga e noiosa premessa vi lasciamo finalmente al chappy che non vedrà per protagonisti i nostri piccioncini preferiti, ma le altre due coppie! Bella ed Edward stanno ancora elaborando ciò che è successo durante questa famosa cena e quindi avevano bisogno di riposare un po'! Ahahah!
Grazie  a chi ci segue e a chi lascia sempre un commento!
BUONA LETTURA DA MANU E SARA!

CAPITOLO 101 rating rosso!


CAPITOLO 101

Progetti e… infuocati dispetti!



Pov Rosalie


Io ed Emmett eravamo seduti al tavolo dello splendido, piccolo e intimo ristorantino italiano in cui lui aveva prenotato la nostra cenetta dopo il film. Non riuscivo ancora a capire il perché quella mattina si fosse preoccupato così tanto del nostro appuntamento… Si era erroneamente convinto di essere stato meno fantasioso e romantico degli altri uomini di casa, ma non aveva messo in conto che ogni dettaglio da lui organizzato era esattamente ciò che piaceva a me.
Tutta la giornata era stata perfetta (a parte quel piccolo intermezzo irritante e spiacevole causato da quella lurida sgualdrina) ed Emm era riuscito in modo semplice e genuino (come tra l’altro adoravo io), a farmi stare bene. Nella mia vita non avevo mai avuto bisogno di chissà quali epici gesti o regali grandiosi, nemmeno quando ero una bambina. Quello che avevo sempre apprezzato di più erano i piccoli segni quotidiani e colmi di affetto, come una carezza di conforto, o un sorriso sincero per rincuorarmi, o un bacio delicato per sentirmi amata… ma purtroppo erano proprio quei piccoli grandi cenni che mi erano venuti a mancare quando erano scomparsi mamma e papà. Non che mi fossi mai trovata male con lo zio Charlie o che mi fosse mancato l’affetto in quella casa; ma anche loro tre soffrivano per la mancanza della zia Renèe e dei miei genitori…
Quindi avevo cercato sempre di recare meno problemi possibili allo zio, e avevo tentato di farmi vedere sempre più forte e sicura rispetto a ciò che ero veramente. Avevo insomma costruito una sorta di spessa corazza, un muro alto e compatto che solamente Emmett con la sua autenticità, schiettezza e naturalezza aveva distrutto in un attimo: unicamente lui era stato in grado di donarmi un amore immenso!
La semplice passeggiata che avevamo fatto nel pomeriggio mi aveva emozionato in modo incredibile e aveva reso il nostro primo appuntamento il più perfetto che potessi desiderare. Finora gli unici nostri momenti in solitudine erano stati quelli che riuscivamo a ritagliarci dalle incombenze quotidiane; ed essendo rari e preziosi, li avevamo sempre utilizzati per dar sfogo alla nostra passione, mettendo in secondo piano il dialogo. Non sapevo per quale motivo, ma il mio corpo, più veniva stimolato e soddisfatto, più pretendeva un appagamento sempre maggiore… la realtà era che avevo un immenso bisogno di sentirmi costantemente amata…
Ma finalmente in quella giornata ci stavamo aprendo e ci stavamo conoscendo più a fondo; e ciò che mi aveva riscaldato il cuore, meglio di una giornata assolata, erano state tutte le scoperte e le risate che avevamo fatto insieme. Emmett si era letteralmente sganasciato ai miei racconti degli episodi passati: ero anche riuscita a sorprenderlo per certi miei gusti particolari (la sfida culinaria con Embry l’aveva particolarmente sconvolto), e mi sentivo fiera di essere la sua donna.
Aveva poi anche scelto film e ristorante per farmi contenta, sapendo quanto adorassi il mitico Rob e la cucina italiana. Come poteva pensare di essere in qualche modo inferiore a suo fratello o a Jasper, quando invece ai miei occhi appariva il più perfetto dei ragazzi?! Speravo che finalmente riuscisse a comprendere quanto mi rendeva felice e quanto si meritasse tutto l’amore che riceveva, non solo da me ma anche da tutti gli altri…
La nostra cena stava volgendo al termine: ormai eravamo al dolce ed io mi sentivo letteralmente scoppiare. Altro che dieta mediterranea con delle pietanze del genere! Come diavolo facevano gli italiani a non diventare tutti degli ippopotami immensi per me rimaneva un mistero! Ogni estate, quando andavamo in Italia dagli zii, ingrassavo sempre di almeno due o tre chili in un mese: del resto era impossibile resistere a quella cucina sublime…
-Penso di non averti mai vista mangiare tanto- mi schernì il mio orso, sghignazzando divertito.
-E tu avresti anche il coraggio di parlare?! Dopo che ti sei scorfanato doppia porzione di tutto e tripla di dolce?!- mi meravigliai. Emmett si stiracchiò e si accarezzò il ventre che nonostante tutto ciò che aveva ingurgitato, continuava a rimanere perfettamente tonico e piatto… aveva degli addominali da urlo… dio, era veramente perfetto! Dove metteva tutto quello che mangiava? Mah!
-Bè, ma io sono un uomo dedito all’attività fisica! E poi se non mi fossi messo in forze come avrei fatto stasera a soddisfare la mia cucciolotta?- mi domandò, sornione.
-Allora pretendo una prestazione degna di nota!- lo provocai. Mi piaceva da morire il nostro modo così naturale di scherzare e stuzzicarci su certi argomenti piccanti. Fino a poco tempo prima, mi dava solo fastidio sentirne parlare… e ora tutto era cambiato! Io ero cambiata: ero una ragazza felice e spensierata insieme a lui!
-Se la mia signora ordina, il vostro umile valletto vi ubbidirà… e stasera vi farà urlare dal piacere, milady- mi rispose, facendomi scoppiare a ridere a causa del suo cipiglio piuttosto serio.
-Ci conto- continuai. Emmett si alzò dal suo divanetto e venne accanto a me, abbracciandomi.
-Ehi… lo sai che mi piace esagerare… ma ti amo da impazzire, Rose… sul serio- affermò, in tono dolce.
Ma non feci nemmeno in tempo a godermi quel piccolo momento romantico, che il mio orso, con la sua mano grande e calda, iniziò ad accarezzarmi la coscia, riuscendo a insinuarsi sotto la gonna e risalendo sempre più verso il mio inguine.
-Emm, ma sei fuori?! Vuoi che ci sbattano fuori dal locale?!- lo rimproverai, sobbalzando per la sorpresa.
-Non ti preoccupare, siamo riparati dalla colonna, non ci vede nessuno! E se dovesse ritornare la cameriera… bè, ti garantisco che il nostro sembrerebbe solo un casto abbraccio: la tovaglia ci copre completamente- mi rassicurò, mentre cercava di farmi allargare un po’ le gambe per accogliere meglio le sue dita esigenti.
Io di riflesso le serrai ancora di più perché non ci tenevo per niente a dare spettacolo; anche se, in tutta onestà, la situazione mi stava eccitando da morire… ma con Emm non lo avrei mai ammesso! Altrimenti, dato che lo conoscevo benino, non mi avrebbe più dato tregua in luoghi pubblici!
-Non opporre resistenza miciotta… guarda che riesco ad allargartele comunque!- mi avvertì, baciandomi il collo. Oddio santo! Se faceva così non avrei resistito a lungo…
Sentimmo qualcuno che si schiariva la voce non molto distante. Alzammo di colpo lo sguardo e vedemmo la cameriera che ci guardava sorridendo: per fortuna non sembrava in particolare imbarazzo…
Evidentemente Emm aveva ragione: non si era accorta di niente. Ma non era il caso di sfidare la sorte: il mio scimmione doveva raffreddare i bollenti spiriti, al più presto!
-Posso portare via, ragazzi? Gradite altro?- ci chiese, indicando i piattini vuoti dei nostri dolci.
-Sì, grazie. Ci può portare due caffè lisci?- ordinò Emmett, con un’aria disinvolta, mentre il suo indice da prestigiatore era riuscito a spostare l’elastico dei miei slip. Oh porca! Avrebbe dovuto finirla subito! O se ne sarebbero sicuramente accorti i pochi clienti presenti (per mia fortuna sparsi qua e là), a causa dei miei gemiti… infatti, nell’esatto istante in cui la cameriera ci diede le spalle, Emmett premette forte sul mio sul mio punto più sensibile, facendomi scappare un ansito, che fu però prontamente messo a tacere dalle sue infuocate labbra sulle mie. Dio che sensazione indescrivibile! Solo quel tocco era in grado di scatenare i miei istinti più selvaggi… avevo una voglia sconfinata di lui!
Ma cercai di riprendere il controllo di me stessa, mentre Emm imperterrito continuava a stuzzicarmi impudicamente. Quando lo sentii scendere sempre di più per approfondire maggiormente quel contatto, decisi che si stava oltrepassando il limite, anche perché sarebbe presto tornata la cameriera con le nostre ordinazioni.
Con la mia mano afferrai il suo polso cercando di fermare quella piacevole tortura, ma era un tentativo inutile: era inamovibile come una roccia! Se non avesse deciso lui di toglierla non sarei mai riuscita a smuoverlo. Occorrevano le maniere forti: le minacce di astinenza assoluta di solito funzionavano bene, Emmett ne era letteralmente terrorizzato, dopo che per quattro giorni le avevo messe in pratica veramente…
-O togli subito di tua iniziativa quella manina e fai il bravo ancora per un po’… oppure questa sarà la tua sola chance di divertirti davvero stasera. Cosa scegli?- gli spiegai, tranquilla. Il tempo di analizzare la situazione e quanto fossi seria, che la sua mano era tornata di nuovo in bella vista sopra il tavolo.
-Cazzo, Rose! Però così non vale! Ora Emmy è ancora più frustrato di prima!- si lamentò con un broncio degno di un bambino capriccioso. Sorrisi, accarezzandogli la guancia.
-Allora vuol dire che dopo avrà diritto ad un extra, ok?!- gli proposi. Un enorme sorriso luminoso gli illuminò il volto bellissimo e mi strinse forte a sé, mentre la cameriera si avvicinava con i nostri caffè.
Li posò ed Emmett le chiese di preparare il conto. Improvvisamente mi venne in mente che dovevo riferirgli un importante avvenimento: appena entrati nel ristorante, mentre mi stavo lavando le mani alla toilette, mi era arrivato un messaggio di Jake…
-Ah, dimenticavo! Giovedì sarò impegnata tutto il giorno a Seattle con Jake e lo zio Charlie. Mi hanno avvisata quando eravamo appena entrati- lo informai.
-E cosa vai a fare, scusa? Come mai io non ne sapevo niente?- domandò curioso, forse con una punta di gelosia. Sorrisi di questo suo lato insicuro. Non ne aveva proprio bisogno: io ero totalmente e incondizionatamente sua!
-Bè, era una cosa decisa già da prima che arrivaste voi Cullen. Solo che avevamo deciso di non parlarne… più che altro per scaramanzia, finchè non ne fossimo stati certi- gli spiegai. Notai il suo completo interessamento e mi compiacqui di ciò: il mio Emm era un uomo che sapeva ascoltare.
-Vedi… io, Leah, Jasper, Jake e Bella, la scorsa estate, siamo andati a visitare la Seattle University, anche se dovremo frequentarla solo io, Jazz e Leah. Quel giorno, Jake ha notato che proprio lì accanto c’era un’officina di riparazioni auto con il cartello “Cedesi attività”. Gli è balenata immediatamente l’idea di espandersi e di comprarla, in modo da potersi trasferire con noi in città. Eravamo tutti entusiasti all’idea e così lui è andato a parlare con Mr. Connelly, il proprietario, per informarsi sul prezzo. Purtroppo per lui però, chiedeva una cifra davvero notevole; il fatto si spiegava con l’imponente volume d’affari: immagina solo tutti gli studenti e i professori che si servono di quell’officina! E quindi anche la richiesta per cedere l’impresa era elevata. In quel momento di impasse mi si è accesa la classica lampadina: dopo aver consultato lo zio Charlie, mi sono proposta come socia di capitale! In più ho anche l’intenzione di dargli una mano, per non perdere il tocco e per imparare trucchi nuovi del mestiere. Insomma, era un’occasione d’oro! E poi sai quanto mi piace mettere le mani sui motori: non riesco a stare a lungo lontana da loro- finii di raccontare.
-Wow, tesoro! Incredibile! Allora tu e Jake aprirete un’officina vicino all’università! Fantastico!- si meravigliò Emmett. Annuii, felice. Ero contenta di aver preso quella decisione e ancora di più che l’idea piacesse anche a lui: era davvero entusiasta.
-Mercoledì andremo finalmente a firmare tutti i documenti dal notaio e ad agosto il passaggio nelle nostre mani sarà effettivo. In più abbiamo appuntamento con un’agenzia immobiliare che ci deve mostrare delle case: abbiamo deciso di prendere in affitto una villetta e vivere tutti assieme durante il college. Pensa che bello! Potremo avere la nostra camera! Niente più regole dello sceriffo!- lo informai. Il suo sorriso divenne immenso… e mi fece battere il cuore. Oddio, era stupendo! Me lo sarei mangiato di baci!
-Non ci posso pensare! Dio, non vedo l’ora! Un vero paradiso per tutti!- mormorò gongolando.
-Bè… non saremo proprio tutti… Bella ed Edward andranno ad Harvard- mi rattristai improvvisamente, all’idea che avrei dovuto dividermi dalla mia sorellina.
-Non preoccuparti, amore. Ci vedremo comunque spesso; e poi è giusto che quei due seguano i loro sogni- cercò di tranquillizzarmi, accarezzandomi i capelli, gesto che sapeva perfettamente che mi rilassava all’istante… aveva un tocco fatato!
-Hai ragione… ma io… ho già perso così tanto nella vita, Emmett! Non voglio assolutamente sembrarti un’egoista insensibile, perché so che ognuno di noi ha subito lo stesso tipo di perdita. Ma alla fine a voi è rimasto almeno un genitore… Al pensiero di rinunciare anche alla mia Bells mi piange il cuore. Tu non hai idea di quanto sia stata fondamentale per me la mia cuginetta... Jasper è sempre stato quello che mi capiva al volo; ma Bella, bè… lei era quella che mi faceva arrivare a fine giornata… io la adoro incondizionatamente e anche se magari non lo lascio trasparire, non posso nemmeno pensare di non vederla tutti i giorni… figurati per tutti quei mesi!- gli confidai, in completa sincerità. Mai con nessuno avevo ammesso quella mia debolezza, nemmeno con il mio confidente per eccellenza, Jasper. Ora invece, con Emmett, aprirmi totalmente era diventata una cosa del tutto naturale.
-E noi cercheremo di non farli passare questi mesi, ok? Vedrai che viaggeremo spesso tutti quanti e ci incontreremo il più possibile- mi rassicurò.
-Grazie, amore mio. Tu riesci sempre a far diradare le nuvole nel mio cielo plumbeo- lo ringraziai.
-Ora basta pensieri tristi! Ci occuperemo di questo problema quando sarà il momento, ok? Ora concentrati solo sul povero Emmy, che sta pulsando furiosamente nei miei pantaloni. A proposito di pantaloni… amore… tu sai cucire degli strappi?- mi domandò in tono serioso. Oddio, che domande!
-Bè… ecco… non sono una sarta… ma insomma… forse qualcosa… perché?- mi incuriosii.
-Sapessi!- sospirò; -Qui sotto la situazione è drammatica! Emmy… bè, potrebbe anche bucarli da un momento all’altro se non ci muoviamo a uscire di qui e non gli dedichi le giuste attenzioni, sai?- si lamentò.
Che matto! Scoppiai a ridere così tanto che avevo le lacrime agli occhi. Il mio Emmett era unico! Se qualcuno avesse seguito la conversazione, senza conoscerlo così profondamente come me, avrebbe potuto pensare che fosse solo uno stupido bambinone superficiale, in preda agli ormoni. Ma io sapevo che la verità era un’altra. Quello era semplicemente il suo modo per distogliere la mia attenzione da argomenti per me angoscianti e che mi affliggevano… Emmett non riusciva proprio a vedermi soffrire! Era che una cosa che faceva stare male anche lui!
In un attimo pagò il conto e mi ritrovai fuori dal locale, tra le sue amorevoli e grandi braccia che mi avvolgevano, trascinandomi alla nostra auto per proseguire la nostra serata speciale…

Pov Jasper

Stavamo rientrando nella nostra camera d’albergo nel cuore della notte ed Alice non riusciva più a smettere di ridere del sottoscritto. Come mai? Bè, ci eravamo goduti una serata veramente incantevole, trascorrendo il dopocena nell’osservatorio dello Space Needle, per saziarci ancora della visione di quello splendido panorama. In una zona del grattacielo c’era una sorta di “area svago”: vi erano vari tipi di computer con stampanti che, a pagamento, permettevano di distrarsi con molteplici passatempi.
Alcuni fornivano semplicemente informazioni sulla città di Seattle, le sue diverse attrattive e sulla storia dello Space Needle; altri, invece, erano dei semplici giochetti per passare il tempo. Noi, dopo averli provati un po’ tutti, felici come dei bambini, ci eravamo interessati in particolare a quelli che, dopo aver scattato una foto, permettevano di cambiare i connotati della persona con un software, per poi poter stampare i risultati. Così avevamo deciso di utilizzare due postazioni: dopo che ci eravamo fatti scattare la foto, avevamo scambiato i nostri posti per trasformarci a vicenda. Io, da impeccabile cavaliere, vista anche la serata romantica che stavamo vivendo, mi ero decisamente contenuto e avevo alterato solo alcuni tratti della mia Alice (già per me bellissima!), giusto per curiosità. Le avevo allungato i capelli, rendendoli di una strana tonalità rosso mogano, e gli occhi glieli avevo tramutati in un caldo colore dorato, come nel film dei vampiri che tanto adorava. Quella dispettosa e impertinente, invece, non si era risparmiata nemmeno un pochino: aveva creato una copia della mia persona veramente obbrobriosa!
Quando l’avevo vista, per poco non mi prese un colpo apoplettico: la spiritosona mi aveva creato decisamente più basso e tarchiato, quasi calvo, con una quarantina di chili in più e un lungo barbone incolto: ero praticamente un mostro irriconoscibile!
Avevo cercato di impormi per far cessare le sue risate, ma non c’era stato verso; e ogni volta che guardava quella foto si sganasciava completamente: il mio orgoglio di maschio ne stava risentendo parecchio… anche se, in tutta onestà, dovevo ammettere che era una gioia per miei occhi vederla così serena e felice.
Nell’ascensore dell’albergo aveva continuato imperterrita a schernirmi e l’avevo avvertita un paio di volte di finirla: quella gattina stava tirando troppo la corda… ma ormai aveva preso il via e non riusciva più a smettere. Ma avrebbe riso ancora per poco: avevo già meditato la mia vendetta! Appena messo piede in camera, la signorina Cullen si sarebbe concentrata su un altro tipo di divertimento!
Mi bloccai davanti alla porta e prima di inserire la carta, mi voltai a guardarla, cercando di restare serio, nonostante la sua ilarità mi stesse contagiando: continuava a tenere in mano la foto e a sghignazzare, scuotendo il capo.
-Ultima possibilità per darci un taglio… poi sarà peggio per te!- la minacciai con un ghigno. Le si bloccò di colpo, spalancando quella meraviglia blu dei suoi occhi, resi brillanti dalle risate… e cercò di trattenersi un attimo, dandosi un contegno; ma poi gettò di nuovo un occhio sulla foto e riprese impunemente, incapace di frenarsi.
-Ah, ah, ah! Mi sa che correrò il rischio… non riesco più a smettere…- dichiarò, tra un singulto e l’altro.
Aprii la porta, senza nemmeno accendere la luce (la stanza era già abbastanza illuminata dai bagliori provenienti dall’esterno), e mi spostai per farla passare. Appena entrò si bloccò a causa dell’improvviso buio ed io, chiudendo la porta con un scatto secco, le piombai addosso da dietro come un falco sulla preda. La afferrai per i fianchi e la attirai a me, facendola aderire al mio corpo.
-Ora cosa dovrei farti?! Dato che è da circa mezz’ora che continui a prendere in giro il tuo uomo?- le domandai, soffiandole nell’orecchio, gesto che la faceva impazzire. Infatti, la mia piccolina si abbandonò completamente contro il mio torace, facendo cadere a terra le foto e la borsetta.
-Secondo te, qual è la giusta punizione per una streghetta così impertinente e poco rispettosa del suo magnifico ragazzo, il quale tra l’altro le ha regalato una serata perfetta?- la provocai, iniziando a baciarle il collo e arrivando al lobo del suo orecchio per poi mordicchiarglielo. La sentii chiaramente fremere, e le gambe le tremarono, mentre JJ iniziava già a risvegliarsi e a premere sulle sue natiche.
-Troppo tardi se ti chiedo scusa ora?- domandò, mentre iniziava a strusciare il suo bacino sul mio. Il mio membro iniziò a pulsare furiosamente, mentre la mia voglia di lei cresceva in maniera esponenziale.
-Decisamente troppo tardi! Sei stata una bambina molto, molto cattiva… e ora ne pagherai le conseguenze…- mormorai, mentre le mie mani scesero a stringere con veemenza quel culetto favoloso: Alice gemette all’istante.
-Fai di me quello che vuoi, Jay- mi rispose, paralizzandomi di colpo. Oh porca! Se avesse continuato così, sarei andato letteralmente fuori di testa! Iniziai subito a farle scendere la cerniera del vestito lungo la schiena e poi le abbassai le spalline, facendolo scivolare a terra. Lei se ne liberò in un attimo.
Alla vista di ciò che indossava sotto, i miei battiti accelerarono: un completino intimo di delicato pizzo bianco la ricopriva appena… era praticamente inesistente! Il reggiseno a balconcino sollevava i suoi seni in un chiaro invito ad immergervi il viso… e lo slip consisteva in un micro tanga, che le lasciava il bel culetto completamente scoperto… cazzo, cazzo, cazzo!
-Oh Cristo, Ally! Sei una bomba sexy!- esclamai, incapace di scollare il mio sguardo da quel corpo mozzafiato. Dio, cosa le avrei fatto! Alice si voltò verso di me, e potei notare il sorrisino compiaciuto che aleggiava sul suo viso.
-Allora sono perdonata? E’ il regalo che ti aspettavi?- mi chiese con una certa dose di malizia.
-Oh, piccola! Il mio regalo più bello sei tu!- le risposi, fiondandomi con irruenza su quelle labbra succose. La mia lingua in un attimo venne accolta dalla sua, che prese immediatamente a giocare e ad infiammarmi ancora di più. Le afferrai la mano e la portai sul mio amichetto, per farle capire di cosa avevo bisogno. Se non avessi alleggerito almeno un po’ la tensione al mio inguine, sarei uscito di testa!
La mia bambolina iniziò subito ad accarezzarmi sopra i pantaloni, facendomi fremere di desiderio e dopo poco, con mio enorme sollievo, me li slacciò facendoli scendere insieme ai boxer. Io, intanto, avevo già spedito giacca e camicia a far compagnia al suo vestito. Ora ero completamente nudo e sempre più eccitato… il mio JJ pretendeva immediata e completa soddisfazione.
-Dio, Ally! Mi fai impazzire con questo completino… però sei ben lontana dall’essere perdonata… Dovrai impegnarti molto, ma molto di più!- mormorai con tono roco, mentre, con un piccolo movimento, facevo fuoriuscire le sue soffici colline dal reggiseno senza slacciarglielo. Mi ci avventai come un affamato. Gliene mordicchiai delicatamente uno, facendola gemere ancora. Adorava quando le davo dei morsetti e a me piaceva da morire farlo. Una mano andò ad occuparsi dell’altro mentre quegli splendidi bottoncini si allungavano e si indurivano sempre di più, provocandole dei gemiti di pura lussuria. Alice era abbandonata, completamente in balia di me… e sentivo già chiaramente l’aria impregnata del suo profumo di donna… il mio preferito, quello che incendiava tutti i miei sensi. Bastò solamente quell’odore per mandarmi letteralmente fuori di testa. Mi sembrava che JJ potesse scoppiarmi da un momento all’altro! Risalii lungo il suo collo, lasciando una scia umida e infinita di baci; e quando arrivai alle sue labbra, gliele catturai tra i miei denti, beandomi di quella morbidezza. La mano di Alice intanto era tornata a dare sollievo alla mia erezione, ma non mi bastava: volevo decisamente di più!
Le soffiai nell’orecchio, affannato e voglioso, ciò che più desideravo e la mia piccolina, senza farselo ripetere due volte esaudì la mia richiesta, facendomi reclinare il capo all’indietro per l’immenso piacere... Dio che sensazione meravigliosa! Ero in estasi! Ciò che avevo davanti ai miei occhi era un’immagine così erotica ed eccitante! Sentivo il piacere espandersi in ogni mia cellula e mi faceva impazzire… ero totalmente in preda a quelle sensazioni paradisiache. Nonostante il benessere che stavo provando, la voglia di fare l’amore con lei, di diventare un corpo unico e inscindibile divenne insostenibile, prioritaria e assoluta. Le mie mani la afferrarono con selvaggia irruenza… mi guardò un attimo confusa, non capiva quella frustrante ed improvvisa interruzione… ma dopo aver fissato i miei occhi infuocati le fu  immediatamente palese l’immenso desiderio che mi sconvolgeva. Mi sorrise maliziosa, mentre io la facevo indietreggiare fino al letto; e quando le sue gambe toccarono il morbido materasso, iniziai un lento gioco di seduzione. Continuavo a stuzzicarla in ogni modo senza mai darle la soddisfazione tanto agognata.
Non capivo più niente… volevo fare finalmente l’amore con lei e poter scaricare tutta quella tensione erotica, ma desideravo in egual misura eccitarla ed esasperarla all’inverosimile…
Non ci eravamo mai spinti a torturarci in quella maniera… e il tutto si stava anche ritorcendo contro il sottoscritto!  Non riuscivo più a resistere… Cristo, ero decisamente al limite!
Decisi che era venuto il momento di smettere di giocare e ci lasciammo entrambi andare ad una passione sfrenata, fino a quando i nostri sensi non ricevettero il giusto e tanto agognato appagamento!
Ero totalmente sconquassato… avevo appena avuto uno degli orgasmi più travolgenti della mia vita!
Crollammo esausti e spossati sul letto e ansante sulla sua schiena. Il tempo di riprendere fiato e con non poca fatica mi alzai e scostai le coperte… ancora un ultimo sforzo e saremmo stati a crogiolarci tra quelle calde coltri. Avvolsi Alice tra le mie braccia, mentre lei allacciava le sue intorno al mio collo, abbandonando la testa sulla mia spalla e la adagiai sul letto. Mi sdraiai accanto a lei, per poi ricoprire entrambi con il caldo piumone e la attirai di nuovo a me, abbracciandola stretta, come se potesse sfuggirmi.
-Ti adoro, bambolina, e ti amo da morire- le confessai.
-Ti amo tanto anch’io, Jay. Grazie per la bellissima serata e per la giornata favolosa che mi hai regalato- mormorò sulle mie labbra. Poi mi donò uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto sul suo viso e si accoccolò meglio sul mio petto. Restammo ancora un po’ ad accarezzarci e a sussurrarci frasi dolcissime e senza nemmeno accorgercene scivolammo nelle braccia di Morfeo che ci accolse come un vecchio e caro amico.




ANTEPRIMA CAPITOLO 102

Sapevo esattamente l’effetto che Edward aveva sul genere femminile e il fatto che lui avesse usato il suo fascino ammaliatore (anche se per una buona causa come quella) mi fece salire il sangue al cervello.
-Chissà perché ho l’impressione che se io avessi sollecitato qualche informazione, quella non sarebbe stata così gentile e desiderosa di soddisfare ogni mia richiesta. E sentiamo un po’… come l’hai convinta?- mi irritai. Edward sghignazzò, stringendomi ancora di più al suo petto.
-Gelosa, miciotta?- mi domandò, con una punta di compiaciuto divertimento. Gli piaceva, e pure molto, l’idea che anche io fosse in balia di quel sentimento come succedeva a lui. Effettivamente, quando non esagerava, una punta di gelosia piaceva anche a me… mi faceva sentire ancora più sua.
-Certo! Avevi qualche dubbio?- confermai, senza problemi. Il suo sorriso strafottente si allargò ancora di più sul suo viso.
-E togliti quel ghigno gongolante dalla faccia!- lo ammonii; -Come se non immaginassi la tipologia di pensieri che quella ragazza abbia osato fare sul tuo corpo da urlo, sperando magari di venire accontentata! Tu non sai quanto l’idea mi faccia impazzire di rabbia… e devo ammettere che mi secca veramente tanto il fatto che tu abbia usato le tue abili doti seduttive per ottenere ciò che anelavi, anche se per fare una sorpresa a me!- continuai, sempre più stizzita.

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