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Autore: MedusaNoir    17/06/2011    4 recensioni
Esistono gli amori platonici, quelli immortali, perfino quelli che durano solo qualche giorno; e poi ci sono loro, gli amore preconfezionati. Si tratta di "amori in scatola" costruiti su misura per unire i rampolli di due facoltose famiglie.
Ed è proprio questo che accade a Draco Malfoy e Asteria Greengrass: si ritrovano fidanzati fin da bambini. Inutile dire che questo a Pansy Parkinson, che è sempre stata accanto al ragazzo cercando di conquistare il suo cuore, proprio non va giù...
Tra una Daphne pasticciona innamorata del sarcastico migliore amico Blaise, una Millicent intelligente che non riesce a trovare un fidanzato, un Gregory ancora depresso per la morte di Vincent e un Theodore esperto nel risolvere le situazioni, Pansy e Asteria si daranno battaglia, senza che l'opinione del codardo Draco venga mai presa in considerazione.
[ATTENZIONE: il capitolo III (escluso il prologo) è stato aggiornato quasi un anno fa; a partire dal capitolo IV si sta tornando ad aggiornare ogni settimana]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Millicent Bullstrode | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo I

Giugno 1998

 

- DRAAAACUUUUUCCIOOOO!

Groan.

Draco sospirò, voltandosi verso la figura che gli stava correndo incontro.

- Pansy, - esordì, – ti ho detto mille volte di non chiamarmi così.

La ragazza lo raggiunse sfoggiando un sorriso raggiante e si aggrappò al suo braccio. – Scusa, ma sono così emozionata: è un sacco di tempo che non ci vediamo!

- Un mese, - precisò Draco, alzando gli occhi al cielo. Lanciò uno sguardo alle finestre di Villa Malfoy, sperando ardentemente che nessuno li vedesse.

- E ti sembra poco? Ora che la scuola è finita, non avremmo più tante occasioni per stare insieme -. Pansy mise su un finto broncio, triste.

- Mi sembra di ricordare che mi stavi appiccicata anche durante le vacanze, quindi non credo sia un problema per…

La ragazza non lo lasciò finire: aveva appena avvistato Narcissa e si stava incamminando verso di lei, procedendo elegantemente lungo il giardino della villa. Teneva molto alla considerazione che la madre del “suo” Draco aveva di lei e non le andava di fare una pessima figura mostrandosi totalmente dipendente dal figlio.

- Buonasera, signora Malfoy, - la salutò con un leggero inchino.

- Ciao, Pansy, - rispose Narcissa con un sorriso: la ragazza era praticamente cresciuta lì, a Villa Malfoy, e ormai la considerava come una figlia.

- Che vestito incantevole! Suo marito?

- Oh, è nello studio. Sta parlando con… Beh, con Potter.

Pansy strabuzzò gli occhi, confusa. – Potter?

- E’ una questione delicata, - mormorò Narcissa, cercando di sviare il discorso. - Mentre aspetto che finisca vuoi entrare a bere un tè?

- Volentieri!

Draco guardò Pansy saltellare allegramente al fianco di sua madre e le sue labbra si incrinarono leggermente verso l’altro.

Quella ragazza non cambierà mai.

 

Ricordava Pansy a otto anni darsi arie chiedendo a Dobby di eseguire gli ordini più strani: sedersi a terra con lei e Draco, fingendo di essere l’invitata di cui i due bambini sparlavano; pettinarle i capelli senza dimenticare di ripetere, ogni tanto, che un giorno sarebbe sicuramente diventata la signora Malfoy; fare da ancella devota quando la bambina impersonava un’eroina tragica che si toglieva la vita per amore. Quest’ultimo gioco aveva sempre spaventato Dobby, dal momento che – come Pansy amava ripetere quando lui si mostrava reticente ad accontentare le sue richieste – l’ancella doveva seguire la padrona nella tomba o strapparle via il pugnale per uccidere se stessa prima di vedere l’orrenda fine dell’altra. Dobby in quelle occasioni indietreggiava, spaventato, e Draco si divertiva un mondo a lanciargli occhiate che significavano: “Fallo o dovrai vedertela con mio padre”; tuttavia era stata sempre Narcissa a salvare il povero elfo, scherzando sul fatto che, se Dobby avesse eseguito alla lettera gli ordini della bambina, i Malfoy avrebbero dovuto sostituirlo con l’elfo di Pansy.

- Maki non si tocca! - urlava allora Pansy, ergendosi in tutto il suo metro e venti di altezza e gonfiando il petto, imperiosa. – Nessuno fa il cavallo meglio di lei!

 

La ricordava a undici anni, quando l’aveva stritolato non appena il Cappello Parlante l’aveva smistata a Serpeverde insieme al suo amato.

- Oh, Draco! Questo è destino, staremo insieme per sempre!

Draco a quelle parole aveva tremato dalla paura, ma non glielo disse mai.

Non glielo disse perché avrebbe dovuto ammettere di avere avvertito anche un sentimento di sicurezza mai provato prima: Pansy, la sua migliore amica, gli sarebbe stata accanto per altri sette anni. Certo, era ovvio che sarebbero finiti entrambi a Serpeverde, ma ora Draco aveva la certezza di poterla avere accanto.

 

Due anni dopo Asteria Greengrass aveva fatto il suo ingresso ad Hogwarts; fu smistata a Serpeverde e Draco aveva pensato che sarebbe stato l’inizio della rivalità tra le due ragazze, però non fu così: Asteria non diede mai segno di averlo riconosciuto o di ricordare le parole che gli aveva rivolto quando era solo una bambina.

Quell’anno, quando fu ricoverato in infermeria per la ferita di Fierobecco, Pansy aveva passato una settimana intera a piangere sul suo cuscino come se Draco stesse patendo le pene dell’Inferno; cercava di fare pensare a tutti proprio questo, era vero, ma lei lo sapeva e la sua reazione era quantomeno esagerata.

Nemmeno in quell’occasione Asteria si era fatta viva: aveva solo firmato un biglietto di buona guarigione insieme alla sorella, che ormai era diventata una grande amica di Pansy.

 

Draco si era aspettato che, almeno per richiedere un cavaliere per il Ballo del Ceppo, la più giovane delle Greengrass si facesse avanti, ma lei era rimasta un’altra volta nell’ombra, a vederlo danzare con una raggiante Pansy.

La sua migliore amica era salita al settimo cielo quando lui l’aveva invitata al Ballo. Draco non capiva cosa ci fosse di tanto sorprendente: era scontato che la scegliesse, era una brava ballerina e, inoltre, lui non avrebbe dovuto preoccuparsi di come portare a termine la serata con altre ragazze. Pansy non avrebbe preteso altro, le sarebbe bastato volteggiare tra le sue braccia.

Durante una delle ultime canzoni Draco si era guardato attorno, quasi per caso, e aveva incontrato gli occhi di Asteria: era stata invitata da un ragazzo del quinto anno e stava ballando con lui, però non distoglieva lo sguardo dall’erede dei Malfoy.

In quell’istante Draco si era sentito gelare il sangue: avrebbe preferito una guerra aperta tra le due ragazze, piuttosto che sapersi tallonato in silenzio.

 

A sedici anni era crollato, ma certo non a causa di Asteria: suo padre aveva fallito l’incarico che il Signore Oscuro gli aveva affidato e lui stava tentando di vendicarsi togliendogli il figlio. Inizialmente Draco aveva ripudiato quest’idea, convinto invece che il suo Signore volesse fare di lui un fedele Mangiamorte affidandogli un compito tanto importante, ma ben presto aveva dovuto ricredersi.

Non aveva rivelato niente a Pansy per non farla stare in ansia, ma sentiva che i bei giorni ad Hogwarts stavano finendo. Lei si accorse di come stava deperendo e cominciò a chiedergli la ragione, senza ottenere mai una risposta sincera. Draco sapeva che quell’incarico avrebbe potuto strapparlo dalla ragazza; tuttavia non osava toglierle la felicità prima del tempo.

 

Poi, al settimo anno, i fatti erano diventati noti a tutti e Draco non aveva più potuto negare a Pansy la verità.

Quando l’aveva cercata per chiederle scusa, per dirle che non avrebbe voluto mentirle, si era aspettato di trovarla con le braccia strette al petto, offesa e infuriata; invece l’aveva scoperta in lacrime e aveva dovuto abbracciarla per farla smettere di singhiozzare.

- Perché… perché non ne hai parlato con me?

- Non volevo farti soffrire, credevo di potercela fare da solo…

- Ma tu non sei mai stato solo, Draco. Ci… ci sono io, ci sarò sempre.

Draco aveva sorriso e in quel momento la ragazza aveva alzato lo sguardo, piena di determinazione.

- Voglio seguirti, - aveva annunciato, – anche in capo al mondo, se dovessi andarci. Prega il Signore Oscuro perché mi prenda con sé.

Il ragazzo aveva sussultato a quelle parole. – Non dirlo neanche per scherzo.

- No, Draco! Io voglio… -

- Tu non sei una Mangiamorte! – aveva strillato Draco. – Tu non hai un’anima così e io lo so bene! Se vuoi fare davvero qualcosa per me, allora… stammi accanto come adesso. Completa gli studi. Comportati come hai sempre fatto e mi vedrai sorridere. Non tutti i Serpeverde diventano necessariamente dei Mangiamorte -.  E a quel punto l’aveva stretta più forte, cercando di ricacciare indietro le lacrime.

 

- Ciao.

Draco aprì gli occhi: per quanto tempo era rimasto lì a ricordare? Pansy e sua madre dovevano essere entrate in casa, ora nel giardino non c’era più nessuno; nessuno, a parte Harry Potter.

- Ciao, - rispose cercando di mostrarsi educato: se era vero ciò che i suoi genitori gli avevano detto, che per quell’attimo di generosità di Narcissa che aveva portato alla sconfitta del Signore Oscuro Potter era disposto a scendere a patti con loro, allora doveva cercare di fare “il bravo bambino”. Sapeva che provocarlo non avrebbe cambiato la situazione, qualunque fosse l’accordo che era stato preso, ma preferì comunque evitare di insultarlo.

- Bella casa, - affermò Harry, guardando di traverso Villa Malfoy.

Draco sbuffò. – Sì, proprio una casa meravigliosa: contando che questo era il quartier generale del Signore Oscuro e che non abbiamo più un elfo, direi che può andare.

Harry lasciò che le sue labbra si incurvassero in una smorfia. – Ho parlato con tuo padre, - dichiarò senza giri di parole.

- E allora? -. Draco finse di apparire disinteressato, ma sentiva il cuore battere nel petto.

- Non andrà ad Azkaban, garantisco io per lui.

Si guardarono un’ultima volta. Draco stava trattenendo un “grazie” ed Harry un “prego”: sapevano entrambi che volevano dirlo, ma che nessuno dei due l’avrebbe fatto. Draco annuì, poi Harry si smaterializzò.

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Note Med:

Ciao a tutti! Beh, sono ottimista a dico "a tutti" invece di "a quei due che mi stanno leggendo", però vabbè, mi concedo un saluto più allargato!

Ringrazio chi ha messo la storia nelle seguite, mi ha fatto tanto piacere perché tengo molto a questa long ^^ E anche chi ha commentato, ovviamente!

Volevo fare due precisazioni riguardo la trama:

- Asteria si chiama così, e non Astoria, perché Asteria è il nome originale riportato sul sito della Rowling

- L'accordo tra Harry e i Malfoy è reale, ne ha parlato la Rowling in un'intervista

Vi saluto, grazie "a tutti"! ^^
   
 
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