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Autore: IsaMarie    11/07/2011    18 recensioni
Bella e Jasper sono i gemelli Swan che vivono con il padre Charlie e la cugina Rosalie a Forks. Le loro vite si intrecceranno con i ragazzi Cullen: Edward, Alice e Emmett.
(Scritta con sara_cullen)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward, Emmett/Rosalie, Jacob/Leah
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Cap. 107
Buongiorno dolci fanciulle!
Allora vi siamo mancate? Voi tantissimo!
Eccoci qui a postare il capitolo in cui potrete sapere cosa pensa Rosalie della situazione che si è creata con Tanya e vedrete se deciderà di ascoltare Emmett e soprattutto di perdonarlo.
Scusate se abbiamo risposto alle vostre recensioni solo un paio di giorni fa, ma Sara, come sapete già, è stata in viaggio ed io ho di nuovo problemi di salute che purtroppo si stanno aggravando un po' e quindi stare seduta al pc è diventato un problema.
Vi ringraziamo comunque di seguirci sempre così numerose.
Vi adoriamo!

ATTENZIONE: il prossimo capitolo lo posteremo giovedì, ma dalla prossima settimana per il resto di luglio e per tutto agosto riusciremo a postare solo una volta alla settimana e abbiamo deciso per il giovedì. Spero ci scuserete ma non riusciamo a fare di più. Ne approfitteremo però per portarci avanti con i capitoli, sperando addirittura di arrivare alla fine della storia, così da  settembre torneremo alla solita routine delle due volte a settimana senza più fare cambiamenti!

Un bacione a tutte quante e BUONA LETTURA DA MANU E SARA!

CAPITOLO 107 


Crisi


Pov Bella

Rosalie era di fronte a noi, con un’espressione furibonda sul viso, e stava letteralmente fulminando il povero Emm. Ero seriamente preoccupata per come si sarebbero potute evolvere le cose tra loro se lei avesse deciso di non credere alla sua spiegazione; ma una piccola parte di me era allo stesso tempo sollevata nel vedere la mia cuginetta esprimere in modo chiaro il suo sentimento al momento.
A scuola e, subito dopo, nel parcheggio, ero rimasta raggelata dalla sua freddezza e la sua compostezza in un istante del genere mi aveva paralizzato. Avrebbe dovuto piangere, urlare, infuriarsi, chiedere immediatamente spiegazioni… invece mi era sembrato che non stesse provando nemmeno il minimo sentimento… come se fosse stata un guscio ormai vuoto. La conoscevo troppo bene e sapevo che era il suo modo per difendersi dal dolore, proprio come quando erano mancati gli zii. Ma chiudendosi in questo modo non permetteva a nessuno di avvicinarsi al suo cuore… e ciò significava che non avrebbe accettato di ascoltare eventuali giustificazioni…
-Cosa diavolo vuoi ancora?! Non hai già fatto abbastanza?!- sibilò furiosa, fissando Emmett con astio e rancore trattenuto. Lui sgranò gli occhi per un attimo e poi un’espressione contrita e addolorata sostituì la rabbia che fino a poco prima gli stava facendo quasi buttare giù la porta della camera di Rose.
-Vorrei spiegarti come sono andate veramente le cose tra me e quella maledetta schifosa. Non è mai successo niente! Tu mi conosci, Rose! Pensi davvero che potrei mai tradirti?! E con quella poi?!- la supplicò, con voce leale e decisa. Nel suo tono non c’era un minimo accenno di insicurezza e senz’altro mia cugina si sarebbe accorta della sincerità di cui erano intrise le sue parole.
Io, in realtà, mi sentivo di troppo… e a giudicare dagli sguardi imbarazzati degli altri, i loro pensieri dovevano essere identici ai miei. Feci per andarmene… però poi mi venne in mente un particolare: durante la tremenda discussione che avevo avuto con Edward a causa di quella odiosa foto mandatami da quella gallina di Lauren sul mio cellulare, la presenza degli altri ci aveva aiutato parecchio come coppia. In quel frangente, se non fosse stata per la loro giudiziosa presenza, non mi sarei nemmeno presa la briga di ascoltare le spiegazioni di Edward.
-Ti prego, Rose… fallo parlare… stallo a sentire…- intervenni di slancio, certa di avere un qualche ascendente su di lei. Infatti quando i suoi freddi zaffiri incrociarono i miei occhi, il suo sguardo si addolcì immediatamente, per poi diventare di nuovo di ghiaccio, quando tornarono a posarsi sul suo ragazzo.
-Prima che tu possa credere di trovare anche solo la minima giustificazione a quel che è successo, vuoi sapere cosa penso io, Emmett?- gli chiese con tono deciso, che non dava certo modo di replicare. Lui annuì.
-Bene… io credo che sabato pomeriggio, al cinema, tu non mi abbia raccontato tutta la verità sul tuo incontro negli spogliatoi con quella stronza- asserì sicura.
-Rose, ti giuro che non è…- ribatté prontamente Emmett, ma con un gesto della mano lei lo interruppe.
-Ormai non mi interessa più sapere cosa è successo nel dettaglio. L’unico fatto veramente importante (e che mi ha ferita più di ogni altro) è stato che tu, guardandomi negli occhi, mi abbia mentito- lo accusò. Evidentemente Rosalie sapeva che Tanya l’aveva seguito negli spogliatoi, ma lui non le aveva raccontato tutti i particolari. Ma insomma, che diavolo avevano questi Cullen? Ero certa che Emmett si fosse comportato in quel modo per lo stesso identico motivo per cui anche Edward mi aveva mentito la settimana che ero stata costretta a casa dalla laringite: per proteggerla. Ma i maschi pensavano veramente che fossimo così fragili da avere bisogno di continue menzogne per non affrontare la realtà? Avevamo vissuto benissimo prima che arrivassero loro; e anche se ne avevamo passate parecchie, niente e nessuno ci aveva mai spezzate! Avevamo sempre tenuto a bada sgualdrine come Lauren e Tanya; e Rosalie ancora meglio di me! Possibile che l’errore di Edward non fosse servito di lezione anche a Emmett?
-Avevo avuto subito il dubbio che mancasse ancora un pezzo al tuo racconto, ma poi mi avevi rassicurata con così tanta convinzione, che avevo pensato che la tua titubanza fosse solo frutto della mia immaginazione o della mia stupida gelosia. Te l’ho chiesto per ben due volte, Emmett! E io mi sono fidata ciecamente di te! Ciecamente!- urlò, con un dolore che difficilmente le avevo sentito esprimere così apertamente; -Ho continuato a ripetermi che tu mi ami più di ogni altra cosa e che, sapendo quanto fossero importanti per me l’onestà e la fiducia, non mi avresti mai più mentito… e invece, l’hai fatto… e non hai avuto un attimo di tentennamento nel farlo…- mormorò con amarezza, sconfortata.
Emmett, alle sue parole, aveva abbassato la testa, consapevole dell’enorme errore compiuto. Purtroppo le cose per lui non si stavano evolvendo al meglio ed ero sempre più propensa a pensare che non si sarebbero risolte in modo rapido. Se Emmett aveva veramente intaccato in profondità la fiducia di Rose, conoscendola, difficilmente lo avrebbe perdonato. Non per ora, almeno…
-Sarò anche gelosa marcia, ma non mi sono mai reputata una stupida. Penso di aver chiaramente compreso, senza bisogno di spiegazioni, come Tanya sia venuta a scoprire un particolare così intimo di te. Me la figuro benissimo, cafona e sfrontata com’è, mentre ti strappa via l’asciugamano senza nemmeno darti il tempo di capire cosa stesse facendo. La conosco molto bene e so fin dove può spingersi per ottenere i suoi subdoli scopi. Ma se me lo avessi raccontato, io avrei potuto ribattere a tono a quella schifosa… e invece mi ha spiazzato! Solo ragionandoci dopo sono arrivata a capire cosa probabilmente era successo. Tu non hai idea del dolore che ho sentito nel momento in cui mi ha sputato addosso quelle bassezze… qualcosa si è spezzato qui dentro…- e si indicò il cuore, mentre una lacrima le scivolava veloce sul viso. Non potevo vederla in quelle condizioni, faceva troppo male! E inoltre conoscevo benissimo il dolore che la stava dilaniando, l’avevo già provato anch’io.
-Rose… lo so ho sbagliato, sono stato un coglione! Domani a mensa prenderò quella lurida puttana e la sbugiarderò davanti all’intera scuola! Vedrai… mi ascolteranno tutti e così ognuna di quelle oche saprà che non ti ho mai tradita! Lei non potrà negare, perché c’era anche Jasper che ha assistito a tutta la scena! Lui sa come è andata veramente!- gridò con disperazione Emmett, indicando Jazz che annuì in direzione di Rose. Mi faceva una tenerezza infinita: Emm sembrava un cucciolo sperduto e abbandonato.
-Oh, per favore, Emmett! Non fare il bambino!- esclamò, ancora più arrabbiata; -Non mi è mai importato nulla di quello che pensavano gli altri e non incomincerò di certo adesso! Non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno. Non è questo il punto! Non l’hai ancora capito?!- continuò.
-Rose… io… io capisco solo che ti amo più della mia vita! Non posso stare senza di te! Ti prego, perdonami! Non te l’ho nascosto per cattiveria…- la implorò Emmett.
Ti prego, ti prego, ti prego!, pensavo nella mia mente. Ti prego, Rose, perdonalo!
-E allora spiegamelo, Emm… perché io proprio non lo capisco… pensavo ci fosse un rapporto speciale tra di noi… credevo che ci unisse un legame straordinario…- mormorò con la voce spezzata. Mi si formò un groppo in gola e una lacrima scivolò anche sul mio viso, ma l’asciugai rapidamente, tentando di non farmi scorgere. Non potevo ascoltare quei toni di tristezza e quel dolore nella sua voce… le volevo troppo bene ed ora che finalmente aveva trovato la sua felicità, non poteva succedere tutto quel casino! Non se lo meritava! Aveva già sofferto così tanto…
-Non lo so nemmeno io perché… non ne ho avuto il coraggio… Ho avuto paura di rovinare quella bellissima giornata… sembravi così arrabbiata a causa di Tanya e poi… poi non mi sembrava vero che fossi stata così comprensiva… Temevo che se ti avessi rivelato fin dove si era spinta quella maledetta, magari avresti pensato che ci fosse stato qualcosa in più tra me e quella… non lo so… non lo so! So solo che sono stato un coglione codardo…- si agitò Emmett. Non sapeva nemmeno più lui che spiegazione dare: era teso, aveva paura di perdere la persona amata e potevo comprendere il perché le sue parole uscissero in maniera sconclusionata, senza un filo logico. Noi eravamo tutti in un religioso silenzio, sperando con tutto il cuore che Rose considerasse le sue motivazioni e gli desse un’altra possibilità.
Sentii la mano grande, calda e confortante di Edward avvolgere la mia e stringerla un po’. Era in palese tensione per suo fratello ed ero certa che si stesse trattenendo dal pregare Rosalie di perdonarlo. Soffriva anche lui a vedere Emmett in quelle condizioni. Intrecciai le mie dita con le sue e gliele strinsi con energia. I nostri occhi si incrociarono per un istante e potei chiaramente leggervi l’ansia e l’angoscia nei suoi.
-Che tristezza, Emm… paura, timore… è questo il rapporto che c’è tra noi? Ti incuto talmente tanto terrore da non spingerti a instaurare un legame basato sulla sincerità e sulla fiducia? Bè… allora ho sbagliato tutto con te… pensavo di essere sempre stata comprensiva nei momenti importanti… di essere per te una compagna giusta… che ci completassimo a vicenda… e invece… evidentemente non è così, perché il proprio compagno dovrebbe essere un sostegno, un supporto… e non portare l’altro a non confidarsi per paura- mormorò sempre più addolorata, e stavolta le lacrime iniziarono a scenderle copiose. Emmett si avvicinò subito per abbracciarla e confortarla, ma lei si scostò bruscamente e sospirando a fondo si asciugò velocemente quelle gocce salate che raramente si concedeva di fronte agli altri.
-Rose, sono io che ho sbagliato, tu sei perfetta! Perfetta per me! La colpa è solo mia e del mio stupido carattere di merda!- cercò di alleviare il suo dolore; -Ti prego perdonami… perdonami, Rose… ti supplico…- la implorò ancora, con la voce densa di sofferenza. Con il fiato sospeso, purtroppo la vedemmo scuotere lentamente la testa.
-Mi dispiace Emm… non ce la faccio… non adesso… forse abbiamo corso troppo e sarà meglio prenderci un po’ di pausa…- sussurrò, con voce quasi assente. Emmett e tutti noi sgranammo gli occhi… oh no!
-No, no, no, no… Rose, ti prego… non dire così! Noi due… insieme ce la possiamo fare…- la pregò Emmett, con una voce irriconoscibile. Ma lei scosse ancora la testa, mentre le lacrime avevano ripreso il loro corso.
-Non ce la faccio… non riesco più a fidarmi di te… mi hai mentito deliberatamente… con una facilità pazzesca… qualcosa si è spezzato…- bisbigliò quasi fosse rimasta senza energie.
Poi, con estrema lentezza, richiuse la porta della sua camera. Emmett crollò in ginocchio, con entrambe le mani strette a pugno appoggiate per terra: stava singhiozzando come un bambino, perso nel suo dolore straziante. Jasper e Edward lo aiutarono a rialzarsi, mentre Alice era ormai in lacrime ed io cercavo di farmi forza e non lasciarmi andare: ora dovevo consolare mia cugina, aveva bisogno di me.
-Bella, lo portiamo un po’ in camera mia. Vi dispiace lasciarci un po’ soli?- mi chiese Edward, chiuso in una maschera di tristezza.
-No, non preoccuparti, intanto io volevo andare da Rose- gli risposi. Mi diede un fugace bacio a fior di labbra e poi raggiunse Jazz ed Emm, che erano già entrati in camera sua. Mi voltai verso Alice.
-Ora vai a sciacquarti un po’ il viso e poi andiamo da Rose. Bada bene, Alice… andiamo da lei per consolarla e non per accusarla, ok?! Quindi se non sei in grado di entrare qui dentro ed evitare di perorare a spada tratta la causa di tuo fratello, puoi fare a meno di venire- la ammonii, sapendo quanto potesse essere insistente e fastidiosa. Ma con Rose serviva tutta la cautela possibile e non delle assurde crociate che sarebbero servite solo a farla convincere ancora di più della sua decisione. Alice annuì e si infilò velocemente in bagno per poi uscire cinque minuti dopo.
Dopo un profondo respiro bussai e senza attendere risposta provai a entrare: sapevo che se la porta fosse stata chiusa a chiave significava che Rose voleva restare sola… ma per fortuna era aperta. Entrammo e la trovammo singhiozzante sul letto. Ero sconvolta, non avevo mai visto Rose in quelle condizioni e d’istinto mi buttai sul letto accanto a lei e le accarezzai i lunghi e morbidi capelli, aspettando che si acquietasse. Finalmente, dopo un lungo pianto, riuscì a calmarsi e si sollevò a sedere.
-Gr-grazie, rag-gazze…- mormorò con la voce ancora spezzata dagli strascichi dei singhiozzi.
-E di che, Rose? Lo sai che ti vogliamo bene!- la rassicurò il folletto, sorridendole. Rose puntò i suoi occhioni lucidi in quelli di Alice.
-Non… non mi odi… Alice?- le domandò con una tristezza immensa.
-Perché dovrei odiarti? Senti… Emmett ha sbagliato, anche se non l’ha fatto con cattive intenzioni… ed è giusto che tu faccia quello che ti senti; e se in questo momento preferisci restare sola è giusto così! Io sono l’ultima persona che ti può giudicare… con tutti i casini che abbiamo combinato io e Jazz prima di metterci insieme!- le spiegò, cercando di essere più comprensiva possibile. Le sorrisi mimandole un grazie con le labbra: il suo atteggiamento e le sue parole erano perfette per Rose.
-Come sta… lui?- ci chiese preoccupata con un filo di voce. Le accarezzai la guancia dolcemente.
-I ragazzi l’hanno trascinato in camera di Edward… è inutile che ti racconti cazzate… è disperato, stava male, stava piangendo anche lui. Ti ama Rose e sono convinta che risolverete tutto… piano piano… magari non subito… ma ce la farete! Vi amate da morire entrambi e sono convinta che Emmett non si arrenderà, come non si è arreso con Edward- cercai di tranquillizzarla.
-Mi dispiace… non voglio che stia male a causa mia… lo amo troppo, ma per ora… io… non riesco più a fidarmi… sto male al pensiero che mi abbia mentito guardandomi negli occhi. Continuo a rivedere il suo viso che mi rassicura che non è successo nient’altro, mentre quella maledetta schifosa… Dio, Bella! Non sai l’istinto omicida che ho in questo momento!- si arrabbiò di nuovo. Già… lo stesso istinto che avevo io!
-Rose, non è successo niente tra loro, questo lo sai anche tu ora! Jazz poi ha visto tutto! E’ stata Tanya che gli ha strappato l’asciugamano mentre lui cercava di riprenderselo, ma allo stesso tempo non voleva avvicinarsi troppo a lei perché era nudo. Poi è intervenuto Jazz e lei se n’è andata, ma intanto… ehm… ha guardato con attenzione Emmett- le spiegai, sperando che servisse a qualcosa. Ma sapevo che non era quello il motivo per cui mia cugina stava male.
-Lo so Bella… negli spogliatoi oggi… solo per un attimo ho creduto a Tanya… e il mondo mi è crollato addosso… ma poi non riuscivo a credere che Emmett mi avesse tradita; e così ho iniziato a ragionarci su, intuendo ciò che poteva essere successo…- ci raccontò.
-Allora, vedi che ti fidi ancora di lui… altrimenti avresti creduto ciecamente alle parole di Tanya… o almeno ti sarebbe rimasto il dubbio!- le fece notare Alice.
-In parte sì… nel senso che sono certa che non mi mancherebbe mai di rispetto, tradendomi in quel modo squallido… ma allo stesso tempo, pian piano, mi sono resa sempre più conto che lui era stato in grado di mentirmi guardandomi negli occhi! E perché poi? Solo perché aveva paura che mi arrabbiassi? Pur sapendo di non aver colpa di nulla?! Come posso essere certa che in futuro non lo farà di nuovo e magari per cose più gravi? Non ce la faccio ragazze, non adesso… e poi che rapporto sarebbe il nostro se lui ha paura delle mie reazioni, tanto da arrivare a non essere sincero fino in fondo?!- ci domandò scuotendo la testa, mentre lacrime di disperazione rigavano di nuovo il suo volto.
-Ehi, ehi! Calmati, Rose! Il vostro è un rapporto bellissimo e molto profondo… Emmett è un ragazzo come tutti gli altri… non è perfetto e anche lui può sbagliare… nessuno ti può assicurare che se lo perdoni non commetta più altri errori, ma se vi amate veramente… bè, ce la farete…- la consolai.
-Forse… ma ho comunque bisogno di un po’ di tempo, per adesso…- si giustificò.
-E allora prenditi tutto il tempo che vuoi! Nessuno ti starà con il fucile puntato e sono certa che mio fratello non ti farà nessun tipo di pressione… ti lascerà tutto lo spazio di cui hai bisogno… però ti prego… non escluderlo dalla tua vita completamente come avevo fatto io con Jazz. Io mi sono pentita amaramente dell’indifferenza che gli ho dimostrato, perchè lui stava malissimo. E nonostante in quel periodo fossi convinta che Jazz non mi amasse, io non potevo comunque cancellare il sentimento che provavo e quindi mi facevo del male inconsapevolmente da sola a trattarlo in modo così ingiusto- le spiegò saggiamente Alice. Era vero! Me lo ricordavo anch’io; e dato che Rose non aveva mica smesso di amare Emmett, sarebbe stata male anche lei a vederlo soffrire.
-Ti ricordi quello ci diceva sempre tua mamma?- le chiesi improvvisamente. I suoi occhi azzurri si piantarono nei miei e la curiosità si manifestò nel suo sguardo. Scosse leggermente la testa.
-Quando eravamo piccoline, ogni volta che vedevamo gli adulti litigare, magari i miei genitori o anche i tuoi, e ci rattristavamo, lei ci rassicurava sempre spiegandoci che quando due persone si amano veramente possono passare anche attraverso tante tempeste, ma poi tornerà sempre il sereno perché i problemi si affrontano insieme e insieme si cresce, ci si conosce e ci si confronta… che i litigi e i problemi non sempre allontanano le persone, ma che spesso servono proprio per avvicinarle, anche se subito non ci sembra possibile- le ricordai. Lei mi sorrise, mentre una nuova lacrima le scivolava sul volto pallido.
-E’ vero… non me lo ricordavo…- sussurrò, con lo sguardo perso probabilmente in qualche lontano ricordo. Restammo un attimo in silenzio, poi sentimmo dei rumori provenire dal piano inferiore. Alice guardò l’ora.
-La mamma è rientrata… io scendo giù, così magari non viene a vedere che fine abbiamo fatto tutti quanti- affermò Alice, alzandosi. Guardai per un attimo Rose e capii che in quel momento aveva bisogno di rimanere un po’ sola con i suoi pensieri. Mi alzai anch’io.
-Scendo con lei… magari Esme ha bisogno di una mano per la cena… ti vengo a chiamare quando è pronto, ok? E scenderai, vero?!- la ammonii, quasi certa che a cena non si sarebbe fatta vedere.
-Non lo so… tu prova a chiamarmi…- mi rispose. Le baciammo una guancia e scendemmo in cucina, da dove il rumore di pentole ci annunciava che Esme si stava già prodigando per la cena.

Pov Edward

Emmett se ne era appena tornato in camera sua: voleva rimanere un po’ da solo. Io e Jazz, invece scendemmo e trovammo le ragazze e la mamma in cucina, indaffarate per la cena. Appena ci videro, Bella ed Alice volarono nelle nostre braccia, facendosi stringere forte. Quel contatto quietò un po’ il mio animo turbato. Non potevo vedere mio fratello in quelle condizioni. Mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo… raramente Emmett si lasciava andare così, di solito era un lottatore, non si arrendeva facilmente; ma ora era diverso… si era convinto di aver perso Rosalie per sempre. Era convinto che niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea. Jasper gli aveva promesso che avrebbe cercato di parlarle, di farle capire che poteva ancora fidarsi di lui; ma lui non riusciva a darsi pace.
-Edward, come sta il mio orsacchiotto?- mi chiese la mamma, preoccupata.
-Non bene, purtroppo… quello che mi preoccupa di più è che si è arreso. Pensa che ormai non ci sia più niente da fare e che Rosalie non lo perdonerà mai- le spiegai. Sorrise, scuotendo la testa.
-Ed io che pensavo che il melodrammatico in famiglia fossi tu!- scherzò, cercando di alleggerire l’atmosfera. Le sue parole ci fecero sorridere, ma era dura…
-Faranno pace, ragazzi! Non vi preoccupate… quei due, come d’altronde tutti voi, sono due calamite. Non possono restare lontani nemmeno volendo. Li stavo aspettando al varco da un po’!- continuò, mentre tutti la guardammo confusi.
-In che senso, mamma?- le domandò Alice.
-Bè, con il caratterino pepato che si ritrovano, sinceramente mi aspettavo che litigassero già molto prima. Io e Charlie temevamo in continuazione di sentirli urlare dalla mattina alla sera! E invece ci hanno veramente sorpreso. Alla fin fine, avete combinato più casini voi due…- indicò mia sorella e Jazz; -…che loro due. Meno male che non abbiamo scommesso anche stavolta, perché altrimenti avrei perso alla grande!- sghignazzò sollevata, facendoci sorridere ancora. Che matti quei due! E meno male che erano loro gli adulti!
-Ragazzi, vi vedo angosciati… ma dovete restare tranquilli. Purtroppo nella quotidianità le divergenze sono all’ordine del giorno, specialmente quando si vive insieme. Ci sono più possibilità che nascano incomprensioni, perché il rapporto è all’inizio, e quindi deve ancora maturare; dovete ancora conoscere bene i pregi, ma soprattutto i difetti dell’altro, quelli contro cui vi scontrerete. E anche se a voi può sembrare di rimanere senz’aria quando non vi vedete, credetemi invece che vivere in case separate aiuta molto il rapporto quando è ancora acerbo come il vostro, perché permette a ognuno di avere il proprio spazio. Per voi è diverso… è stato tutto molto più intenso e veloce… forse un po’ troppo veloce…- ci rivelò, facendo una pausa e dandoci la possibilità di riflettere su ciò che aveva appena affermato. Alla vista dei nostri visi concentrati, la mamma sorrise comprensiva. Bè… però io ero contento di vivere con Bella, così non me ne dovevo separare a fine giornata! Che agonia, altrimenti!
-Non fraintendetemi, ragazzi… con questo non voglio dire che rispetto ai normali rapporti voi dovrete per forza affrontare maggiori difficoltà; ma purtroppo vivere insieme ventiquattro ore su ventiquattro non vi permetterà di compiere i passi uno alla volta. Tutto sarà più intenso, energico, profondo… sia con le emozioni o le situazioni positive ma anche e soprattutto quelle negative! Prima o poi si trova sempre una frase, un comportamento in grado di scatenare una discussione più accesa o “violenta” di altre. Bisogna solo imparare a confrontarsi… ma logicamente imparare richiede tempo… e solo quando il rapporto si fa più solido, quando ci si conosce meglio, si impara a parlare e soprattutto ad ascoltare veramente i bisogni o le paure dell’altro- cercò di farci capire. Noi annuimmo in silenzio. Ripensai a tutte le varie discussioni che avevamo avuto io e Bella e mi resi conto di quanto avesse ragione mia madre.
-Il punto è che da ragazzi si tende ad immaginare che la persona che si ama abbia delle reazioni, degli atteggiamenti o dei pensieri simili ai nostri… ma non c’è nulla di più sbagliato, ricordatevelo! Amare significa comprendere e rispettare l’altro nella sua unicità e cercare con lui una connessione profonda, irripetibile, preziosa… e creare un legame capace di completarci a vicenda…- si raccomandò.
-Dai, vedrete che anche loro ce la faranno, come ce l’avete fatta voi. Però non limitatevi a guardarli con un occhio esterno… cercate di trarne un insegnamento utile anche voi per le vostre liti future. Ricordatevi, ragazzi miei, che alla base di un buon rapporto c’è sempre il dialogo. Non date mai per scontato niente e siate sempre più chiari ed espliciti possibile tra voi! Se non avrete nessuna remora a confessarvi anche le più piccole banalità… i particolari che vi infastidiscono, quelli che invece adorate, quelli che vi irritano a morte, gli atteggiamenti che vi feriscono e tante altre sfaccettature dei vostri caratteri, allora i vostri rapporti dureranno nel tempo… riuscirete ad affrontare anche le tempeste più violente! Perché credetemi… a volte l’amore non basta… specialmente alla vostra età, quando ogni cosa viene percepita in modo decisamente più amplificato di quel che poi effettivamente è- finì, per lasciarci tutti a bocca aperta.
Guardai Bella, ancora tra le mie braccia e la strinsi a me.
-Grazie, Esme… sei fantastica…- mormorò Jazz, leggermente in imbarazzo. La mamma si avvicinò e gli baciò la fronte.
-Forza, qui finisco io! Ora andate un po’ a distrarvi di là, ne avete bisogno!- esclamò, spingendoci via dalla cucina. Seguimmo il suo consiglio e ci buttammo tutti e quattro sul divano.
-Come stava Rose?- chiese Jazz a sua sorella.
-Secondo te? L’unica nota positiva che ho notato è che si preoccupava per Emmett. Non voleva che soffrisse a causa sua, ma allo stesso tempo non riesce a perdonarlo per ora…- ci spiegò, con un musetto talmente triste che mi addolorò. Incapace di resistere, mi avventai su quelle labbra morbide.
Avevo bisogno di emozioni positive e baciare la mia ragazza era la medicina migliore del mondo. Bella schiuse subito la bocca e le nostre lingue si intrecciarono, impazienti e felici di essersi ritrovate. All’istante, avvolto dalla sua morbidezza, dal suo profumo di fragola e dal suo benefico calore, esclusi dalla mia mente ogni cosa che ci circondava; le mie mani iniziarono ad accarezzarle la schiena da sotto la maglia, facendola ricoprire di brividi, mentre le nostre bocche continuavano fameliche a cercarsi, stuzzicarsi, attrarsi. Le mani di Bella mi stringevano il collo, si intrecciavano ai miei capelli, e la mia voglia di lei esplose in meno di un secondo, facendomi eccitare da morire… dio, era meraviglioso baciarla in quel modo! Lei era così invitante, così eccitante, così desiderabile e bella… così mia!
Il suono di un cellulare interruppe quel magico momento, riportandoci alla realtà: era quello di Bella. Lo estrasse dalla tasca dei jeans: era Leah. Mentre lei rispondeva all’amica, mi voltai e vidi mia sorella e Jasper intenti nella nostra stessa attività di poco prima… ma non si erano interrotti, visto che il cellulare non era il loro! Uffi, che palle! E che ingiustizia! Bè, mica dovevamo patire solo noi! In fondo Leah telefonava per sapere cos’era successo e quindi la questione interessava anche loro. Tirai una gomitata a Jasper, seduto accanto a me… e a causa del contraccolpo, sbatté i denti sulle labbra di mia sorella, che gemette per il dolore. Ghignai malefico.
-Scusa, amore! Non è stata colpa mia! E’ quel demente di tuo fratello che mi ha tirato una gomitata sulle costole!- si difese immediatamente dall’occhiata fulminante di Alice. Lei cambiò subito direzione al suo sguardo inceneritore, mentre si teneva il labbro con la mano.
-Io, fossi in te, mi toglierei quel ghigno dalla faccia, perché tanto questa me la paghi e pure con gli interessi!- mi minacciò seria. Sbiancai improvvisamente, mentre sentii Bella chiedere a Leah di rimanere un attimo in linea. Mi guardò con sguardo di rimprovero e poi scosse la testa.
-Certo che te le cerchi proprio col lanternino tu, vero? Non potevi lasciarli in pace?- mi sgridò. Sbuffai sonoramente. Che palle! Quante storie per un innocuo scherzetto!
Bella riprese la telefonata e dopo aver spiegato a Leah cosa fosse successo, si salutarono. Decidemmo poi di chiamare anche Angela e Ben, che senz’altro erano in pensiero e aspettavano notizie. Finalmente liberi dai doveri potemmo riprendere la piacevole attività di poco prima…


ANTEPRIMA CAPITOLO 108

Il peggio però stava arrivando! Avevamo appena fatto il nostro ingresso nel parcheggio del liceo e avevamo subito notato, ai piedi della scalinata, quella gallina di Tanya in compagnia di altre oche. Ci avrei scommesso l’osso del collo che senz’altro stava attendendo il nostro arrivo per controllare di persona quanti danni era riuscita a procurare con la sua perfidia! Maledetta! Io ed Alice ci eravamo scambiate un rapido sguardo nervoso: entrambe eravamo preoccupate… come avrebbe reagito Rose?
Parcheggiammo e accanto a noi si sistemò Edward. Già solo il fatto che le coppie si fossero suddivise in due auto diverse era un evento raro… e anche a quella distanza notai alla perfezione il sorriso strafottente e compiaciuto di quella stronza! Dio, che rabbia! Le avrei volentieri cancellato quell’insolente sorrisetto dalla faccia! Rose, prima di scendere, accortasi di lei e del suo ghigno sfrontato, sbiancò improvvisamente.


Vi ricordiamo l'altra nostra fiction Segreti e Inganni


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Alcune fiction ancora in corso che meritano di essere seguite!

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