M’ama, non m’ama
Era buio.
C’erano piccoli schizzi di colori. Ma non si poteva davvero chiamarli colori. Erano luci troppo deboli per essere brillanti, ma troppo potenti per essere inesistenti. Si muovevano liberamente in modelli distinguibili; diagonale,orizzontale, verticale, per poi allontanarsi in movimenti così estranei da non poterli descrivere. Di tanto in tanto c’era un punto bianco di passaggio, simile a quelli di un sole splendente. Quei momenti in cui l'unica cosa che le portava speranza era la possibilità di vita. Ma quando scomparvero, tornarono la paura e il terrore, avvolgendola e trascinandola in profondità. Dopo un po’, accolse la morte, pregò per essa. Ma non avrebbe cercato di raggiungerla. Ogni volta che la sentiva avvicinarsi, veniva portata via da qualcos’altro. Qualche forza invisibile e senza emozioni la stava allontanando. In questo stato d'animo, si sentiva solo intorpidita, così arrabbiata che la procrastinazione della morte fosse assente. E vagamente si chiedeva se fosse già morta. Ma cosa si provava morendo? E se non era morta, dove era?
Non sapeva da quanto tempo si trovava in quello stato. Un'ora? Un giorno?Una settimana? Un mese? Il tempo sembrava passare senza incidenti. Sapeva che l'orologio continuava a muoversi, ma non sapeva quanto velocemente o con quanta lentezza. Per quel che ne sapeva, poteva essersi trasformata in un vegetale e avrebbe trascorso il resto della vita in quel modo. Questa era la sua punizione per essere stata debole. Aveva fallito ciò per cui era stata assegnata e invece aveva vissuto l'emozione più pericolosa. Si era innamorata. Non importava più il fatto che era stata utilizzata, tradita e sfruttata. Il fatto era che prima di cadere nelle tenebre, aveva espresso di essersi, in realtà, innamorata di Harry. Finché lui l’avesse saputo, lei sarebbe stata a suo agio. Ma allora perché si sentiva così vuota, così fredda? L'amore consisteva nel far sapere all’altra persona di provare gli stessi sentimenti che anche lei provava, e poi era finita. Giusto? Nessun rimpianto, nessun vuoto. Forse lei era diversa. Forse era destinata a non essere mai innamorata e quando c’era finalmente riuscita, era stato così orribile che aveva sofferto, invece di sentirsi completa, come avrebbe dovuto.
Hermione Granger. Chi pensava che Hermione Granger si sarebbe innamorata? Non lei, non il Signore Oscuro, nessuno. Aveva sempre seguito i comandi, mai una volta era andata contro le autorità. Ma poi aveva incontrato Harry e aveva rovinato tutto in poche settimane! L’aveva sempre odiato, per ragioni assolutamente sbagliate, che adesso conosceva, ma l’aveva comunque odiato. Sembrava che adesso, le persone che amava (in teoria) le odiava, e la gente che odiava, adesso amava. Si era incasinata completamente. Almeno, prima di morire, sarebbe morta sapendo che Harry l’amava.
Oh, Harry.
Poteva essere morto in quel momento. Lo aveva lasciato mentre la sua testa gli ciondolava in grembo, e lo aveva sentito piangere. Avrebbe voluto scusarsi. Ma no, la cosa più importante era avergli detto che lo amava. Non importava se alla fine lo aveva condotto alla morte. Lei lo amava. Sì, così andava bene. Perché morire per mano del tuo acerrimo nemico quando eri amata? Che bel quadretto. Molto probabilmente era già morto, e lei invece si trovava a sguazzare in un limbo di autocommiserazione. Almeno, pensava che fosse un limbo. Non poteva piangere, riusciva a malapena a pensare, ma allora perché era lì? Se era morta, avrebbe almeno potuto essere infelice. Ma non sentiva altro che il buio da cui era circondata. Era completamente sola. Oppure, era solo un ricordo.
Sentiva rumori ovattati provenienti da tutte le parti. Voleva muoversi, così da poter capire da dove provenissero, ma non riusciva a muovere un muscolo. In un primo momento, aveva pensato che fosse solo uno scherzo della sua mente, ma i suoni si erano fatti più forti ed era inutile negare che non ci fossero. Forse erano lì per portarla via, per aiutarla a scappare da quel posto. Ma quando si fecero più forti e lei si preparò per accoglierli, non successe nulla. Non erano lì per aiutarla. Erano lì, e basta. Le muffole divennero lentamente più nitide e definite. Parole? Sì, dovevano essere parole. Non c'era altro modo per descriverle. Ben presto divennero più chiare e poté distinguerne piccole parti.
"... è stata fortuna che ti ho trovato ..."
"
Lo so e ... stupido ... incidente ..."
Le voci
non erano dirette a lei. Erano solo voci che conversavano tra di loro come se ...
Non era
morta!
Cercò disperatamente di raggiungere e ascoltare le voci. Divenivano più nitide ogni volta che lei tentava di ascoltarle, così impegnò tutta la forza che aveva. Voleva sapere chi c'era lì e dove si trovava. Non era un limbo o la morte, cosa che le innescò il sollievo. Sembrava stesse ripiombando nuovamente nella realtà. Non conosceva ciò che si trovava davanti a lei, ma era ansiosa di scoprirlo.
"Allora perché la ragazza era con te?"
"
E’ voluta venire con me."
"E tu
glielo hai permesso?"
Ci fu una pausa
. "Beh, sì. Non volevo lasciarla sola."
Un'altra pausa
. "La ami, non è vero?"
"Credevo di sì ... ma ..."
Ora che era fuori dal limbo, le
emozioni divennero parte del suo essere. Scelsero proprio quel momento
per incontrarla e lei sentì il loro
peso sbatterla in avanti. Il buio abisso in cui era stata
imprigionata se ne andò via in un bagno di luce. Invece di non sentire nulla, riacquisì la consapevolezza del suo corpo. La sensazione familiare fu un sollievo quando mosse le dita per controllare che tutto
fosse vero. Lo era.
"
Hermione!"
La voce era quella di un angelo. Sentì una pressione sulla mano che aveva appena mosso e un brivido di fuoco si spostò dalla punta delle dita a una spalla. Era Harry. Provò ad aprire gli occhi, ma sembravano essere chiusi con la cucitrice. Però doveva aver visto
quell'immagine da sveglia, perché la pressione aumentò quando lo
sentì parlare
di nuovo.
"
Hermione? Hermione! Puoi sentirmi?"
Sì!
Avrebbe voluto dire, Sì che ti sento e voglio dirti mi dispiace!
Le sue labbra non si mossero, così lui lo prese per un "No". La pressione svanì, voleva raggiungerlo e toccarlo. Aveva mosso le dita, ma perché non riusciva a tirare sul braccio? Ci provò ma non riuscì a spostarlo nemmeno di un centimetro, su qualunque superficie si trovasse. Sentì del morbido, così concluse che non si trovava più nella foresta. Dovevano averla spostata quando si trovava nel limbo. Beh, quel che credeva fosse un limbo. Oh cazzo, era un limbo!
La
sua rabbia cominciò a crescere mentre continuava a cercare di muovere il
braccio. Perché il suo corpo aveva scelto di congelare? Mentre premeva ancora una
volta contro il peso invisibile, sentì un impeto di adrenalina, e tentò di
raggiungerli il braccio. Entrò in contatto con esso e non appena lo toccò,
sentì che lui sospirava grandemente. Nel momento in cui sentì
la sua camicia sporca sotto la punta delle dita, aprì gli occhi di colpo, come se
qualcosa l’avesse appena fulminata.
"Hermione?" chiese lui, incerto.
I suoi occhi si concentrarono rapidamente
sulla luce brillante mentre li
alzava verso
Harry, i cui smeraldi brillavano per la preoccupazione. Fece del suo meglio per sorridere, parlando con voce roca. “Harry, sei vivo."
Le sorrise
in
risposta, annuendo. Si spostò un po’, così
da poter appoggiare la schiena contro il letto su cui era sdraiata. La sua vista cominciò a confondersi nuovamente e così tornò a
distendersi.
"
Wow vacci piano!" Disse mentre l’aiutava di
nuovo ad appoggiarsi alla testata. Dopo essersi assicurato che sarebbe stata bene, le tolse rapidamente le mani di dosso e distolse lo sguardo.
Hermione
colse l'occasione per osservare ciò che la circondava. Muri di mattoni, lettini multipli e un lieve profumo di pozione di pepe, tutte
cose che la portarono a credere di trovarsi in infermeria. Come era finita lì? Diede una buona occhiata ad Harry e vide quanto fosse mal ridotto; tutta la pelle visibile era coperta di polvere, gli occhi iniettati di sangue, e i suoi capelli erano ancora più disordinati del solito, e non nel senso buono. Non sembrava poter dire due frasi e allo stesso tempo portarla in infermeria o anche solo levitarla. Sentì la forza della parola farsi strada fino alla gola e disse la prima cosa che le venne in mente.
"Mi dispiace
."
Harry si voltò bruscamente e lei si ritrasse quando vide lo sguardo sul suo volto. La sua mascella era serrata e gli occhi socchiusi. Tutto suggeriva che stava per urlarle contro, così si preparò, spostandosi un po' di più sul suo posto. Il colpo non arrivò. Lentamente tornò a guardare Harry il quale stava, a sua volta, guardando il materasso. "Sì ... anche a me."
"Per-per che cosa?" chiese, tastando il terreno.
Lui le
diede un sguardo gelido che le fece venire i brividi lungo la schiena. "Per essermi fidato di te."
Lei
si ritrasse. Questa faceva male. "Beh, credo di meritarmelo."
"
Tu meriti molto più di questo. Dovresti essere morta proprio ora, forse ad Azkaban."
"Harry
, ascolta, so
che ora posso sembrare la persona peggiore della
terra e-"
"Se
hai intenzione di tentare di spiegare, puoi anche
risparmiartela." S’interruppe. "Non voglio sentire le tue scuse meschine. Né ora, né mai."
"Ma se solo-
"
"No
, Hermione." Disse severamente. "Ne ho abbastanza delle tue bugie."
Hermione
abbassò la testa. "Hai ragione".
La sua testa scattò, ma lei non se ne accorse. Era troppo impegnata a studiare i fogli che erano posati sul suo grembo. La sua visione cominciò a sfumare, ancora una volta, ma non venne accompagnata dalle vertigini che avrebbero potuta farla crollare. Questa volta, la nebbia era causata da un pozzo di lacrime. Ma, anche se sapeva di meritare quelle sue dure parole, faceva comunque male. Era stato così tenero con lei, fino a quando lei non aveva rovinato tutto nella foresta. Anche allora, l'aveva cullata tra le braccia e le aveva pregato di tornare da lui. Ma doveva aver cambiato idea quando lei si trovava nel limbo. Era proprio quello che si meritava. Aveva l'amore e ora l'aveva perso.
Asciugandosi le lacrime versate dai suoi occhi, tornò a guardarlo per scoprire che lui era ancora intento a fissarla. La guardava cercando
di provocarle una reazione, per metterla alla
prova. Beh, non avrebbe fallito quella prova. "Allora, che è successo, dopo che io ... ehm ..." Non sapeva esattamente come descrivere quel che era accaduto.
"
Sei morta?" l’aiutò.
"Giusto,
certo."
"Beh, quando Voldemort ti stava ... torturando, non aveva intenzione di fermarsi. Ma Lunastorta è saltato fuori dai cespugli ed è piombato su di lui. Tutti sono scappati via e il buon vecchio Tom ha giurato che sarebbe tornato per me. Ma questo lo sai anche tu, naturalmente."
L'
ultimo commento la riportò in vita. "Scusami?"
"Beh, tu
sei una Mangiamorte, giusto? Il tuo contorto tatuaggio non dovrebbe farti
male, ora?"
"Il mio
contorto
tatuaggio?" Chiese pericolosamente.
"Sì
, sai quella cosa sul tuo avambraccio che ti avvisa quando ti vuole il tuo padrone."
"So
che cosa volevi dire, io non ce l’ho."
"Non puoi ingannarmi
." Le disse scherzosamente,"Tutti quelli come te ne
hanno uno."
"Tutti
tranne me. Non pensi che l’avresti notato in passato? Specialmente
dopo ieri notte?" Lui deglutì e il viso sbiancò di una tonalità di rosa.
"La scorsa notte
è stato uno ..."
"Sbaglio
?" Lui annuì e il suo stomaco si rivoltò. "E che dire di questa mattina?"
"
È stato uno
sbaglio anche questo."
"
E per quanto
riguarda la
parte in cui hai detto che mi amavi?"
"E' stato
un-" si fermò e si voltò a guardarla. "Un errore inammissibile da parte mia."
"
Giusto." Sussurrò. Era incredibile quanto le cose potessero
cambiare. Prima l'amava, e adesso non più.
Quel momento imbarazzante tra loro venne interrotto da il cigolio della porta dell’infermeria. Harry e Hermione si voltarono a guardare l'uomo che entrava nella stanza. Indossava un vestito logoro a prima vista, e sembrava diviso da un espressione stanca e malata. Mentre si avvicinava, riuscì a vedergli i capelli, un po’ grigi, un po’ castano chiaro e un po' di barba sul mento. Aveva in mano due calici, che emettevano vapore. L'uomo sorrise mentre si fermava vicino ad Harry per poi dedicarle una fugace occhiata.
Harry voltò il collo e disse con voce
solenne, "Ciao Lunastorta."
"Harry." Si voltò verso Hermione e lei gli
rispose con un piccolo sorriso, nonostante il suo stato d'animo. "Non vuoi
presentarmi correttamente alla tua amica?"
"Fallo da solo." Disse acidamente, alzandosi dalla sedia dov’era seduto e passando oltre all'uomo sorpreso. Le porte si chiusero dietro di lui e fecero eco nella stanza silenziosa.
L'uomo respirò profondamente, sedendosi sulla sedia, ora vacante, con cautela. Stava ancora tenendo in mano le due tazze e bevve un sorso da una. Lentamente, tornò a guardare Hermione, porgendole l’altra tazza. Lei lo prese, stando bene attenta, tenendola con mani tremolanti, e non sapendo cosa fare in proposito del bel gesto.
"Guarda che non l’ho avvelenata." Disse scherzando. Hermione lo guardò incuriosita e sorrise, facendo cenno alla coppa fumante. "Era per Harry, ma visto che al momento è indisposto, penso che tu ne trarrai maggiori benefici."
Prendendo quella scusa come un motivo sufficiente per berla, accettò. Lo studiò per un po', guardandolo da sopra la tazza. Doveva essere l'altro uomo di cui Harry stava parlando. Harry lo aveva chiamato Lunastorta – non poteva crederci! "Sei Remus Lupin."
"L'unico
e solo. Immagino che tu abbia sentito parlare della mia…ehm dovrei chiamarla disabilità?"
"Sì
... sei un lupo mannaro."
"Non
ti
fa sentire a disagio?"
"No! No, per niente." Disse in fretta. "Ti ammiro, in realtà. Fin da quando ho sentito parlare di te. Vai avanti con la tua vita come se non avessi niente di sbagliato e quando la gente ti insulta per questo, lasci solo che accada. Nessuna violenza o altro. E' un bel sollievo, sai? Di solito quando le persone vengono discriminate, ricorrono a metodi come la ribellione e la violenza. Ma tu vai in giro, come un membro di una normale società magica, dimostrando che fai parte di essa."
Lui
sembrò sorpreso per un attimo, "Non mi aspettavo che tu fossi così
..."
"Comprensiva?" Remus annuì. "Suppongo che
Harry ti abbia detto che sono un Mangiamorte, allora?"
"Potrebbe averlo detto."
Lei annuì, tesa. "Beh sarai felice di sapere che lui
è seriamente male informato."
"È così?"
"Sì." Lei lo
guardò e sorrise tristemente. "Ma probabilmente non vuoi sapere la mia
versione della storia.”
"Al contrario ..."
"Hermione."
"Hermione." Le
diede un caldo sorriso. "Al contrario, sono molto interessato a conoscere
la tua versione della storia."
"Davvero?" Chiese lentamente.
"Davvero."
"Beh, in realtà, io non sono una Mangiamorte. Immagino che tu possa chiamarmi una Mangiamorte in preparazione. Dovevo fare amicizia con Harry così che il Signore Oscuro avrebbe potuto arrivare a lui più facilmente. Ma io ..."
"Ti sei innamorata
di lui, invece?" Hermione lo
guardò, stupefatta, e lui sorrise. "Non lo nascondi così
bene come pensi."
Arrossì. "Beh, la missione non è andata come previsto. Ma se fosse – andata come avevo programmato - io sarei stata il suo secondo, in comando. Questo è ciò che mi ha portato a credere, comunque. Ma ora non credo che mi avrebbe permesso di avere alcuna voce sul mio futuro. Ho scoperto che mi stava solo usando per i suoi benefici. Non che m’importasse molto. Gli avevo già voltato le spalle da un bel po’ dopo il... cambiamento del mio cuore."
Ci fu un lungo silenzio che la indusse
a pensare che stava per alzarsi e andarsene, proprio come Harry. Prendendo un altro sorso della bevanda (che aveva
identificato come tè caldo al limone), aspettò che lui si arrabbiasse. Era
inevitabile, davvero. Chi avrebbe potuto simpatizzare per un Mangiamorte?
"Harry non ha
ascoltato la tua versione della storia, vero?"
Lei scosse la testa: "Si è precipitato fuori prima
che potessi spiegare."
"Basta dargli il tempo di rinfrescarsi. So che ti ama, Hermione. Sta solo passando un momento difficile. Non riesco a immaginare come il fatto che la sua ragazza sia una Mangiamorte possa far del bene al suo stato d'animo."
"Oh, io non sono la
sua ragazza." Lo corresse leggermente. Le diede uno sguardo
d'intesa e si morse il labbro. Lo era? Prese un
altro sorso di tè e notò qualcosa.
"Perché non sei ancora scappato
dalla porta?"
Ridacchiò, "Mia cara, non ho
motivo di giudicarti perché non sei ciò che la
società definisce come 'normale'. Dopo aver ascoltato quello che hai da dire, so che hai veramente un cuore d'oro e anche se Harry non può ancora vederlo, sei qui a causa dei tuoi
sacrifici."
"Che
vuoi
dire?"
Egli si avvicinò a lei, "Conosci il modo in cui Harry è sopravvissuto la prima volta cheVoldemort ha tentato di ucciderlo?" Lei annuì. "Beh, a causa del suo amore per te e il tuoamore per lui, è sopravvissuto. Quando ho levitato te ed Harry fino al castello, eravate morti. Ma quando Harry si è svegliato e ti ha visto, ha deciso il tuo destino. L'amore di Harry è un dono che non viene dato spesso, ma quando lo ricevi, è la fonte più grande di protezione. Ai tempi in cui Sirius era vivo, abbiamo discusso di quale possibilità ci sarebbe potuta essere se, a causa del sacrificio di Lily, Harry avesse avuto dentro di sé un amore così potente cheavrebbe potuto portare indietro i morti. Era più una teoria che altro, ma ho scoperto che il mio vecchio amico aveva ragione."
"P-perché mi stai raccontando
tutto questo?" Gli chiese, tremante.
Sorrise
e lei riuscì a malapena a vedere
l'ombra della sua bellezza in gioventù. "Perché
tu meriti di sapere."
"
Io non merito nulla."
"Solo perché
hai fatto qualche errore non significa che devi essere punita per il
resto della tua vita. Harry
tornerà, so che lo farà. Ma fino ad allora devi rimanere forte."
Lei annuì
, tirando su col naso. "Non dovresti essere così carino come."
"Come
ho detto prima, io non posso giudicare." Guardò il suo calice
e si accigliò. "Scusami un momento,
Hermione, sembra che abbia finito il tè. Vuoi che te ne prenda ancora un po’, mentre vado
lì?"
"
No, grazie Signor Lupin."
"Per favore
, chiamami Remus."
"Va bene
. No, grazie, Remus." Disse
con un piccolo sorriso.
Lui sorrise e uscì dalla stanza, lasciandola sola. Non era mai stata in questa parte del castello prima. Era strano essere sola in una così grande stanza. Nessuna degli altri letti erano occupati, una cosa un po’ scioccante. Di solito l’ospedale aveva più di un occupante alla volta. Era un po’ inquietante. Gli unici suoni erano quelli del forte vento contro le finestre. Quando si mise a guardare a quella più vicina, vide che pioveva. Che ironia.
Uno scricchiolio improvviso
fece saltare Hermione sul posto, facendola voltare verso la porta.
Pensò fosse solo Remus che tornava con il loro tè, ma fu sorpresa di vedere una testa dai capelli
platino che la guardava con apprensione, quasi studiandola,
come se non credesse fosse reale.
"
Mia?"
Lei
gli sorrise, "Ciao
Draco."
Corse verso di lei e l’avvolse in un abbraccio. Lei lo strinse
più forte e lo sentì
tirarsi via. I loro nasi si sfioravano e lei vide
delle lacrime sui suoi occhi. Li asciugò mentre lui si tiravaindietro e si sedeva vicino
a lei sul lettino. Tirò su col
naso e la guardò negli occhi:
"P-pensavo che tu fossi-"
"Lo ero
. Ma sono tornato ora."
"
Mia, non so cosa dire. Voglio dire, sapevo che sarebbero
stati lì quando Potter era ...
lo sai. Ma non avevo idea che lui ti avrebbe
uccisa."
"
Nemmeno io, ma credo che
quando ho cambiato strada, è rimasto un
po’ deluso."
"Tu
... hai
cambiato strada?" Le chiese.
Lei annuì
. "Mi stava usando, Draco. Mi ha mentito sui miei genitori. Non so
nemmeno se il mio nome è in
realtà Hermione. Stavo
combattendo per tutte le ragioni sbagliate."
Lui la guardò
con tristezza:
"Wow. Mia m-mi dispiace."
"
Va tutto bene". Disse
dolcemente.
"No, non è vero." Lei lo
guardò curiosamente, "Ascolta,
siamo insieme da quando portavamo
i pannolini e non
posso stare a guardare mentre ti fanno del male. Ti amo. Sei la mia migliore amica."
"Draco
, tu non puoi semplicemente
lasciare stare! Tuo padre potrebbe fare una guarnizione."
Lui annuì,
"Ma
tu ne vali la pena."
Lei sorrise e lo vide appoggiarsi. Ma prima che potesse fermarlo, le loro labbras’incontrarono. Fu un bacio dolce, ma riuscì ancora a sentire l'emozione che lui le stava trasmettendo. Quando aveva detto "ti amo", non lo intendeva platonicamente. Stava perspingerlo via per spiegargli i suoi sentimenti per lui e, soprattutto, nei confronti di Harry, quando una voce alta e arrabbiata echeggiò nella stanza.
"TOGLI QUELLE TUE VISCIDE ZAMPE DA LEI, FURETTO!"
Si separarono ed Hermione vide Harry con uno sguardo da omicida. I suoi occhi tornarono a Draco e lo vide ghignare. Questa non era una bella cosa.
Draco si alzò e si avvicinò ad Harry, lentamente, "Ahh Potter, è un piacere che
tu ti unisca a noi."
"Cosa
ci fai qui, Malfoy?" disse Harry a denti stretti.
Draco
alzò le braccia
innocentemente, "Stavo solo recuperando il tempo con Mia."
"
Mia?"
Harry sputò disgustosamente.
"Che razza di orrendo soprannome
è questo?"
"Il tipo di
soprannome che mostra la nostra storia."
"Quale storia
, esattamente?"
Draco
fece un sorrisetto,
"La storia delle s-"
"SMETTETELA!"
urlò Hermione. Entrambi si
voltarono a guardarla, senza smettere di fissarsi. "Smettetela
di litigare! Non vi porterà da nessuna parte."
"
Mia Io-"
"Zitto."
Lo mise in guardia.
Si rivolse a Harry: "Harry, che cosa ci fai qui?"
"
Non ho il permesso di entrare in infermeria?"
"
Non quando io sono l'unica qui dentro e tu ti sei precipitato fuori senza una
ragione apparente."
"Nessun
ragione appar-, tu sei una Mangiamorte
del cazzo e non me l’hai mai detto!Scusami se ci metto
un po’ per farmi passare il fatto che tu stavi tramando di uccidermi quando pensavo che
tu fossi mia amica."
Lei rise
, "Non hai nemmeno avuto il tempo di sentire la mia versione della storia."
"Perché
dovrei?"
"
Perché ti amo!" Gridò.
Lui sembrò sorpreso e lei prese il suo
silenzio come un vantaggio. "Il
fatto che le mie ultime parole prima
di morire siano state 'Ti
amo non hanno alcun effetto su di te?"
Ci fu un silenzio duraturo tra i tre. Hermione aveva le lacrime agli occhi, Harry si mordeva il labbro, e Draco sembrava stesse per vomitare. Vennero tutti salvati dal dover rompere il ghiaccio dalle porte che si aprirono di botto e un Remus senza fiato che si precipitava nella stanza. Tutti gli occhi erano su di lui, mentre ansimava una sola frase che fece agghiacciare il sangue di tutti e tre.
"Voldemort
... è ... qui ... ora!"
Lasciarono perdere tutto quanto.
Rieccomi!!! E' da un bel po' che non recensisco e rispondo ai vostri commenti e come sempre mi avete commosso con le vostre belle parole e le vostre aspettative. L'estate è arrivata (da un bel pezzo ormai xD) e io ho più tempo ora :) Finalmente Hermione ha confessato quel che prova ma cosa succederà in futuro? La minaccia di Voldemort? I sentimenti di Harry? E Draco? Vorrei sentire cosa vi aspettate :) Cercherò di rispondere a tutti voi, ora! :) grazie mille gattapelosapelata, che mi ha davvero sorpresa col suo commento. Come vedi Hermione non è morta, o lo era, ma adesso è viva! Spero che la storia riesca ancora ad entusiasmarti! E un'ultima cosa: la scrittrice non sono io, io sono la traduttrice :) Vale Lovegood, grazie per i tuoi complimenti! Sì, anch'io mi trastullavo con le fanfic invece di studiare, quindi ti capisco benissimo XD La fanfic originale ha 24 capitoli :) Hey Melanie_Malfoy, sisisisisi è viva!!! Aahahaha spero che questo possa renderti felice ;) il nome della professoressa è McGranitt :) Ringrazio ancora marco e tutti coloro che hanno commentato questi ultimi capitoli. Stiamo giungendo alla fine e spero che la storia vi lasci ancora con il fiato sospeso. :) Stay tuned, Alla prossima :) Enjoy!