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Autore: aaarg    11/08/2011    6 recensioni
una piccola storia, potrebbe rimanere una one shot, ma mi piacerebbe continuarla: fatemi sapere che ne pensate!
La trama è semplice: e se Oscar avesse sognato tutto?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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sei
 
 
Il giorno dopo si presentò in caserma di buon’ora. La truppa avrebbe dovuto sfilare per rendere omaggio al nuovo capitano ma nessuno si presentò. Salvo André. Lui c’era e la guardava con tristezza. Disse a lei e al Colonnello D’Agout che le truppe non volevano essere comandate da una donna e non si sarebbero schierate. Lo mandarono in camerata. Lo sguardo che le lanciò prima di andar via fu penetrante. Le diceva “sono con te, sii forte!”. E lei fu forte, si presentò nelle camerate e sfidò i suoi uomini a duello. Inutile dire che vinse. L’uomo che l’affrontò era troppo rozzo, troppo pesante per avere la meglio sulla sua abilità e agilità. Gli uomini sfilarono, ma non erano ancora domi. Lo leggeva nei loro occhi, in quello di tutti tranne che di uno. Negli occhi di André leggeva solo amore. E lei doveva mostrarsi indifferente per non farsi scoprire, ma avrebbe voluto saltargli al collo e continuare il “discorso” del giorno prima.
 
Finita la rivista, fece chiamare André con una scusa. Accostò le tende della finestra che dava sulla piazza d’armi e lo aspettò appoggiata al muro sul lato destro della porta. Lui aprì e non la vide, ma lei subito lo prese per mano e lo trascinò a sé. Si appoggiò al suo petto e lui la abbracciò. Aveva capito che Oscar aveva bisogno di conforto, di essere rassicurata che tutto andava bene, che tutto sarebbe andato bene. Lei sprofondava in quel petto, aspirava il suo odore, se ne inebriava e dimenticava tutto, tutte le preoccupazioni e le ansie della giornata. Erano solo loro due, nessun altro contava. E ad un certo punto sue labbra iniziarono a baciare il suo André senza che lei nemmeno se ne rendesse conto. André non si fece pregare e ricambiò con entusiasmo quella passione, baciandola a sua volta con dolcezza e trasporto. Le loro bocche erano un tutt’uno, non avevano intenzione alcuna di staccarsi se non per il tempo necessario per mordicchiarsi un labbro e aumentare il desiderio dell’altro a dismisura. Le mani trovavano gli ostacoli delle divise ed entrambi sapevano di doversi limitare ad esplorare il corpo dell’altro senza poter approfondire il discorso. Ma già così, con le mani che avevano sbottonato i primi alamari per avere un migliore accesso al collo, che poi subito erano corse frenetiche sulla schiena, le sensazioni che entrambi si donavano erano da brividi. E i baci sul collo, oh Dio, i baci sul collo! Brividi si spandevano nel corpo di Oscar e si domandava perché avesse perso tanto tempo prima di accettare la sua natura femminile! E il fuoco che le bruciava dentro le faceva cedere le gambe. Avrebbe voluto stendersi, ma non era nemmeno da pensare una cosa del genere in quella stanza, in quella caserma.
Ma non era quello il posto adatto per proseguire quella danza. Solo la sua lunga esperienza le consentì di mantenere un minimo di razionalità in quel turbine di sensazioni per lei completamente nuove. Ed alla fine si staccò, arrossata e stravolta, con gli occhi accesi dal desiderio. E guardando Andrè rivide lo stesso desiderio, quello stesso desiderio che il fisico di lui non riusciva a mascherare e che lei  sentiva aderire al suo basso ventre. Un po’ questa eccitazione la imbarazzava, ma sentiva un tale desiderio erompere dalle sue viscere che non vedeva l’ora di poter sentirsi riempita dalla sua mascolinità e finalmente completarsi in un atto d’amore assoluto e infinito.
 
Dobbiamo parlare” disse Oscar.
Perché?” domandò André.
Perché devo spiegarti
Non devi spiegare nulla. Ci siamo mal compresi. Tu credevi che io avessi un’altra, io credevo che amassi Fersen. Ora però ci siamo trovati. Non mi interessa sapere altro.” E ricominciò a baciarla e a toccarla dappertutto sul collo. E Oscar buttò la testa indietro. E tutto fu di nuovo fuoco. Le mani di Andrè si fecero più ardite e arrivarono là dove non vi era dubbio della femminilità di Oscar. Lei sobbalzò, spalancando gli occhi per la sorpresa ed il piacere.
Ma “NO!” disse “no Andrè fermati, non possiamo andare oltre. Non ora, non qui…
A malincuore lui si fermò. Aveva ragione: era un rischio troppo grosso. I suoi commilitoni sarebbero stati capaci di linciarli sul posto se li avessero trovati in tali effusioni.
Non ti preoccupare André, troverò il modo. In fondo sono il Comandante!
Adoro quando sei così combattiva!” disse lui guardandola con amore e un pizzico di ironia.
Oohh, smettila! Ed ora va’ dai tuoi commilitoni a riferire i turni di guardia. Ti sei attardato anche troppo!” disse lei con un tono che voleva essere il suo solito tono risoluto ed invece era intriso di una dolcezza che lui mai nella sua vita le aveva sentito.
 
*****
Ma purtroppo per molti giorni l’occasione non si presentò. André era soldato da troppo poco tempo per poter usufruire di licenze, e nelle serate libere di lui, lei era subissata dagli impegni che suo padre e il Generale Bouillé le imponevano. E Oscar non poteva rifiutarsi: era stata nominata da troppo poco tempo per poter dire di no. Così passò un mese e salvo gli incontri fugaci nell’ufficio di lei non c’era stato molto altro.
Un giorno avevano rischiato seriamente di essere scoperti. Erano in armeria per fare l’inventario delle armi quando, piegatisi contemporaneamente per raccogliere un sacchetto di polvere da sparo che era caduta da una mensola, le loro mani si sfiorarono. Una scossa li pervase, gli occhi si annebbiarono e senza nemmeno accorgersene si ritrovarono avvinghiati le mani nelle mani, le braccia di lei piegate indietro, prigioniere di un abbraccio forte che non ammetteva repliche. Lei si ritrovò spalle al muro, premuta dal corpo di lui che nel frattempo aveva lasciato la presa delle mani per passare alle natiche, sollevandola e facendo passare le gambe di lei intorno ai suoi fianchi. Oscar intanto aveva cinto il suo collo con le braccia e si teneva stretta a lui, mentre passava una mano fra i suoi capelli bruni. La passione li aveva presi e li aveva fatti già volare in alto…. Fu un rumore a salvarli. Un barattolo caduto, o forse un fucile, chissà,  li avvisò che stava arrivando qualcuno. E quando Alain si presentò sulla porta, trovò Andrè accosciato davanti all’armadio delle munizioni che dettava il numero delle palle di fucile e di pistola presenti nell’armadio ad un’Oscar intenta a trascrivere i numeri su un foglio poggiato ad un tavolino lì vicino. Entrambi gli davano le spalle e non sembravano aver fatto altro che l’inventario delle armi fino a quel momento.
Ma Alain non era andato lì per passatempo. Era arrabbiato, quell’omone alto che aveva preso André sotto la sua ala protettrice. Senza convenevoli disse “Comandante, hanno portato via Gérard Lassalle. Lo hanno portato al tribunale militare e lo processeranno perché ha venduto il suo fucile. Perché Lei lo ha denunciato.
Oscar si girò stupefatta, e così anche André. “Cosa vorresti dire Alain? Io non ho denunciato nessuno
 
Lui la prese e la trascinò di peso fuori, nella piazza d’armi e la sfidò a duello. Alain non era come l’altro soldato, riflettè Oscar, era molto più abile….
 
 
 
Ebbene, per ora finisce qui. In realtà non so se continuare. Non mi pare che questa FF abbia riscosso grande successo ma non me ne cruccio. È nata come un esperimento, lo sfogo di un momento ed è bene lasciare spazio a chi è più dotato ed ispirato di me. Grazie a chi mi ha seguito.
  
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