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Autore: giu840    13/05/2006    18 recensioni
"Comincio a sbattere i pugni sul cuscino e a piangere come una pazza: sembro una bambina che fa i capricci, è come se fossi tornata indietro nel tempo. Ma ora mi dispero per qualcosa di importante: da domani sarò tagliata fuori dal mio mondo, sarò a fianco di un pazzo che nemmeno conosco: perderò tutto, le mie amiche, la mia famiglia. E poi lui? Come farò a vivere senza averlo al mio fianco?"
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ricatti

 

 

 

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Lui è li, davanti ai miei occhi. È seduto su un muretto davanti a casa sua, lo sguardo attento verso la via, nell’attesa di veder comparire la persona che sta aspettando da qualche minuto. È lì ma non mi può vedere né sentire. Non si può rendere conto di quello che sta succedendo.

Sono seduta in una macchina che non conosco, con un uomo, un pazzo che gli sta puntando contro una pistola. Ho cercato di fermarlo, di farlo smettere ma non ha funzionato. Fa un caldo infernale ma io sto tremando, ho i brividi; non è freddo, è puro terrore. Mi volto verso di lui e ci riprovo.

“ Ti prego, lascialo stare. Te lo chiedo per favore, smettila con questa pazzia. “

“ Dolcezza, mi dispiace. C’è solo un motivo per cui io potrei mettere giù quest’arma e tu lo sai. Basta un tuo sì e tutto sarà terminato. “ La sua voce è gelida, sembra quasi un automa, non c’era calore né intonazione, solo cattiveria e determinazione.

“ No, mai! “

“ Benissimo, come vuoi tu. “

All’improvviso lo vedo scattare in avanti, prendere la mira e premere il grilletto. È un secondo.

“Oh Dio, no! Cos’hai fatto, come hai potuto?! “ Grido e piango, e per un attimo non vedo più niente. Poi apro gli occhi e lo vedo: la sua preda è ancora lì, sempre in attesa di qualcuno. Guardo l’uomo al mio fianco: è bellissimo, probabilmente non ho mai visto nessuno più bello di lui; peccato solo che sia un folle e che mi abbia rovinato la vita.

L’ho conosciuto un mese fa, per caso, di fronte alla mia scuola: stavo tornando verso casa e ci siamo scontrati. Gli ho chiesto scusa ma lui, gentilissimo, mi ha detto che non era attento e che era colpa sua. Per farsi perdonare mi ha invitato a prendere un caffè in un bar. Devo averlo colpito perché fin dall’inizio ha cominciato a farmi una corte spietata. Certo, dapprima mi ha fatto piacere, non capita tutti i giorni di incontrare una persona come lui. Solo che, anche dopo la mia spiegazione a proposito del fatto che sono già felicemente fidanzata, lui non ha mollato, anzi. Ho cominciato a trovarmelo dappertutto, all’uscita da scuola, davanti al locale dove vado abitualmente: ovunque andassi lo trovavo lì a spiarmi. E sì che impegni deve averne molti visto il lavoro che fa. Gli ho spiegato mille volte che non mi interessa, gli ho anche detto che cominciava a spaventarmi ma non si è dato per vinto.

Questa sera me lo sono trovato davanti a casa. Mi ha minacciato con la pistola e così ho dovuto seguirlo: mi ha spiegato per filo e per segno cosa vuole da me. Io gli ho praticamente riso in faccia perchè non ho la minima intenzione di cedere ai suoi capricci e perchè fino a pochi minuti fa pensavo che non avrebbe avuto il coraggio di attuare le sue minacce. Poi però, mi ha trascinato qui e ho capito che fa sul serio.

“ Allora signorina. Quello che hai visto era un avvertimento. Alla prossima ci sarà un vero proiettile nella canna di quest'arma. È  l’ultima volta che te lo chiedo, poi il destino avrà finalmente il suo corso: che cosa decidi? “

I miei occhi si riempiono di lacrime: non ho scelta se voglio che la persona che più amo al mondo resti in vita. L’uomo che ho a fianco è determinato e non si tirerà certamente indietro, lo ucciderà davvero.

“ Va bene hai vinto. Verrò via con te. “

“ Molto bene tesoro, hai fatto la scelta più saggia. “

Accende il motore e sorride soddisfatto. Guardo fuori dal finestrino e fisso intensamente il mio ragazzo: non voglio dimenticare nulla, nessun tratto del suo viso; voglio che resti per sempre impresso nella mia memoria perché, da domani, non lo vedrò più né potrò più parlargli. Vorrei solo gridare e spaccare tutto, ma sarebbe inutile. Vorrei aprire questo maledetto finestrino e urlargli quanto lo amo e quanto mi mancherà. Invece tutto quello che riesco a fare è coprirmi il viso con le mani e cominciare a singhiozzare.

 

Mi lascia davanti a casa mia.

“ Hai un’ora per preparare tutte le tue cose. Io ti aspetterò qui fuori. Vedi di non fare la furba perché se no il ragazzo muore. Hai capito? “

Sono apatica, non gli rispondo nemmeno. Faccio per aprire la portiera quando uno schiaffo mi colpisce in pieno viso.

“Allora tesoro, mi hai capito o no?! “

Muovo la testa come a dire sì: la guancia mi fa malissimo, brucia, e il suo urlo mi ha spaventato a morte.

“ Brava piccola. E ora vai, corri. “

Il suo tono è tornato normale, quasi dolce. Si avvicina e cerca di baciarmi sulle labbra ma io mi scosto. Aspetto un altro schiaffo per questa mia azione ma lui sta immobile. Apro la portiera e corro verso casa. Spero che mia madre non si accorga del rossore e del fatto che sto tremando come una foglia. Senza quasi rendermene conto sono nel salotto di casa mia; mi sporgo verso la cucina e saluto.

“ Mamma, ciao. Sono tornata. “

“ Ciao tesoro mio. Tutto bene? “

“ Sì mamma, sono solo stanca. Vado subito a dormire, non mi reggo più in piedi “

Mia madre sta lavando i piatti e per fortuna non mi può vedere: non credo che reggerei a questa farsa, mi verrebbe subito voglia di raccontarle tutto ma non devo.

“ Buonanotte tesoro. Ricordati che domani dobbiamo andare insieme a scegliere il vestito per il ballo. “

Già, domani. Chissà dove sarò domani? Sto per piangere ma mi trattengo.

“ Buonanotte mamma. Ti voglio bene. “

Corro a perdifiato verso la mia camera, non posso resistere un attimo di più. Mi chiudo a chiave e mi lancio sul letto. Comincio a sbattere i pugni sul cuscino e a piangere come una pazza: sembro una bambina che fa i capricci, è come se fossi tornata indietro nel tempo. Ma ora mi dispero per qualcosa di importante: da domani sarò tagliata fuori dal mio mondo, sarò a fianco di un pazzo che nemmeno conosco: perderò tutto, le mie amiche, la mia famiglia. E poi lui? Come farò a vivere senza averlo al mio fianco? Sento che mi manca l’aria, sento che se non mi decido potrei fare qualcosa di veramente folle.

In macchina verso casa ho pensato anche all’ipotesi di togliermi la vita, ma sono una codarda e non credo che ci riuscirei mai. E poi non sopporterei di arrecare tanto dolore. Ho imparato che devo combattere di fronte alle avversità e non scappare ed è quello che farò anche questa volta.

Prendo una valigia e comincio ad infilarci tutto quello che mi potrebbe servire, anche se non so nemmeno dove sono diretta. Mi sembra di essere un robot, mi muovo a scatti, come se fossi una macchina e non una ragazza. Mi avvicino alla finestra con la speranza che lui sia sparito, che si sia reso conto della pazzia che sta facendo: guardo fuori e il mio cuore si ferma. È ancora lì e mi fissa, poi mi fa segno che mancano dieci minuti. Raccolgo roba alla rinfusa e sto bene attenta a prendere degli oggetti che mi siano stati regalati dalle mie amiche e dal mio fidanzato: voglio che almeno qualcosa me li ricordi quando sarò lontana, quando non potrò più ridere con loro o lamentarmi della scuola o cercare conforto per qualche brutto voto. Socchiudo gli occhi e cerco di portare alla mente i loro visi gioiosi. Sto per mettermi di nuovo a piangere, lo so. Caccio indietro le lacrime e comincio ad armeggiare con il mio telefonino.

Poco fa ho sentito mia madre andare verso la sua stanza: ora posso scendere, sperando di riuscire a non fare rumore, sperando che lei non mi senta. Non posso rischiare di essere scoperta, la posta in gioco è troppo alta.

Non ho lasciato biglietti d’addio. Sinceramente non avrei potuto trovare una scusa per il mio improvviso allontanamento. Domani la mia dolce mamma troverà la stanza devastata dalla mia foga, il letto ancora fatto e gli armadi vuoti: non credo che esista una giustificazione per il dolore che proverà quando si renderà conto che io non tornerò.

Scendo le scale con passo felpato, sono talmente attenta che sembra che io cammini ad un metro da terra. Sono davanti alla porta. Abbasso la maniglia e sono fuori: è passata mezzanotte ma fa molto caldo e so che tra poco comincerò a sudare.

Mi giro verso la mia casa e un mare di ricordi mi assale: i giochi nel giardino quando ero solo una bimba, le liti furiose con mio fratello, i barbecue con tutti i miei parenti. Chissà se avrò la possibilità di rivedere questo luogo un giorno. Se potrò di nuovo sentirmi bene come fino a poco tempo fa.

Mi vengono in mente tutte le persone che ho conosciuto negli ultimi anni, quelle amiche e quelle no, cerco di rivivere in pochi secondi tutte le cose belle che mi sono accadute per poterle portare via con me. Poi mi volto e vado verso quel pazzo.

Appena metto piede in macchina me ne rendo conto: non ho avuto il coraggio di suicidarmi ma, in fondo, non ci sono molto lontana. Adesso che sto per partire, sento che sto morendo dentro.

Sono in ritardo di cinque minuti e lui se n’è accorto.

“Non è che per caso hai fatto la furba e hai chiamato qualcuno? “

“ No, non l’ho fatto. “.

Non posso dirgli che ho usato cinque minuti per mandare una messaggio al mio ragazzo e che mi ci è voluto così tanto perché non sapevo cosa scrivergli. Cosa dici all’amore della tua vita mentre un altro uomo ti sta portando via? Quando hai scelto di perdere tutto ciò che avevi solo per consentirgli di portare aventi la sua esistenza? Io ho trovato solo sei parole:

 

“Ti amerò per sempre Mamoru. Usagi. “

 

 

 

 

  
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