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Autore: lisa76    24/09/2011    14 recensioni
La guerra è finita, Hermione torna dopo un anno di assenza, ma è cambiata e non è la sola. Un segreto sta per essere svelato ... tanti ricordi e tante mezze verità verranno alla luce.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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<< Perché sei scappata così? >> chiese Draco guardandola mentre si infilava dei vestiti puliti, recuperati da una sacca gettata accanto alla porta.

<< Dovevo farlo. >> fu la risposta secca della ragazza mentre finiva di allacciarsi la camicetta.

<< No dannazione no, non dovevi farlo. Dovevi lasciarmi il tempo di sistemare le cose. >> disse lui stringendo i pugni.

<< Di sistemare le cose? Draco hai avuto quasi un anno per sistemare le cose. Tutti quei mesi, mentre noi cercavamo gli Horcrux, ma non lo hai fatto. Non hai fatto nulla. Cosa dovevo aspettare ancora? Che tu la sposassi? >> disse lei arrabbiata a sua volta.

I ricordi di quella notte gli piombarono addosso.


Harry aveva appena ucciso Voldemort, Bellatrix giaceva a terra vittima dell'ira e della disperazione di Molly Weasley e lei aveva solo una cosa in testa. Trovare Draco. Cominciò a correre verso i sotterranei sperando di vederlo. Era da quando Tiger era morto nella stanza delle necessità che non lo vedeva. Sperava solo che fosse vivo, incolume, nascosto da qualche parte. Prima di imboccare il corridoio che l'avrebbe portata ai sotterranei lo vide correrle incontro. Era vivo, sembrava in buone condizioni e correva verso di lei. Quando furono abbastanza vicini gli si lanciò tra le braccia. Lui vacillò appena afferrandola e stringendosela al petto. << Sei viva, grazie a Salazar sei viva. >> disse prima di baciarla con passione sollevandola tra le braccia. Hermione ricordava le lacrime e la gioia che scorrevano insieme. Erano insieme, vivi e insieme. Non capì nemmeno come si trovarono in quel aula, come finirono stesi per terra a fare l'amore. Tutte le sue sensazioni erano amplificate. Sentiva solo Draco. Il suo amore per lui. La consapevolezza che tutto era finito, che quello era il loro nuovo inizio. Quando finalmente ritrovò la voce fu per dirgli che lo amava. Draco aveva sorriso e aveva ripreso a baciarla. Poi avevano cominciato a raccontarsi quei mesi lontani, fino a che lei non gli aveva chiesto di Astoria. Il silenzio di lui era valso più di mille risposte. Aveva ricominciato a piangere e velocemente si era vestita e se ne era andata. Tutto era finito prima ancora di cominciare.


Le mani fredde di lui le strinsero le spalle, cercando di girarla nella sua direzione ma lei oppose una strenua resistenza certa che in quel momento tutto il suo dolore era stampato a chiare lettere sul suo viso.

<< Non potevo. Allora non potevo rompere il fidanzamento con Astoria. Lo sai tu come lo so io. Era troppo pericoloso per me in quel momento. >> le disse quando finalmente riuscì a riportarla di fronte a lui. La ragazza però voltò il capo, cercando di evitare nuovamente quel contatto.

<< Tu hai baciato Weasley, se proprio vogliamo dirla tutta. Poco prima di correre da me o sbaglio? Quella notte, vi ho visti! >> le disse irritato. Quel bacio lo aveva ferito. Tanto, sicuramente più di quanto amasse ammettere. Lei lo aveva avvertito l'estate prima. Si sarebbe rifatta una vita visto che lui era fidanzato con un altra. Però quando l'aveva vista tra le braccia del rosso il suo cuore aveva gridato di dolore. L'amava tanto, non aveva mai smesso di amarla. Quello che era cominciato come un gioco, in un aula come tante, una sera come tante era diventato l'amore della sua vita. La mente si perse nel ricordo di quella prima notte insieme.


Da quando il Signore Oscuro gli aveva affidato il compito di uccidere Albus Silente, la vita di Draco era diventata una lunga notte senza luna. Il peso del compito lo schiacciava, la consapevolezza di non poter sbagliare pena la morte sua e del amata madre gli rendeva impossibile dormire. Le asfissianti attenzioni di Piton lo irritavano a morte. Così aveva preso l'abitudine di vagare fino a notte fonda per i silenziosi corridoi di Hogwarts, senza meta, nel silenzio cercando di tacitare la propria ansia. Quella sera non era stata diversa dalle altre. Grifondoro aveva vinto l'ennesima partita di Quidditch, ma per lui quelle erano solo cose effimere, da ragazzini. Da una porta semi aperta aveva visto una ragazza piangere, le braccia avvolgevano le sottili gambe e le spalle erano scosse dai singhiozzi. La massa di riccioli indomabili l'aveva presto qualificata come la “ So tutto io” Granger. Divertito dall'idea di svagarsi insultandola l'aveva raggiunta. Poi tra un insulto e l'altro avevano cominciato a parlare veramente, per la prima volta in sei anni. Lui non le aveva mai chiesto perché piangesse e lei non aveva chiesto a lui perché era in giro a quell'ora. Senza che realmente se ne rendesse conto si era avvicinato a lei e l'aveva baciata, preso da quell'istinto che lo aveva condotto a lei tante volte dopo quella notte. Lei lo aveva guardato sconvolta per un momento. Poi avvicinandosi a sua volta gli aveva sussurrato “ Fammi dimenticare di tutto, Draco” e così era stato.


<< Pretendevi ti aspettassi tutta la vita? >> chiese lei piccata, alzando il mento, sfidandolo come sempre aveva fatto.

<< Salazar, non mi hai mai dato modo di spiegarti. Né quella notte, né quel pomeriggio d'estate. Tu avevi già tratto le tue conclusioni. Eppure dopo la battaglia sei venuta da me, perché? Per lasciarmi subito dopo? Per sparire nel nulla per un anno intero? >> le disse esasperato.

<< Sapevi … >> la voce le tremò per un momento, ma strinse i denti. << Sapevi come la pensavo. Te l'ho detto chiaramente quel pomeriggio. O io o lei. Non sono nata per fare l'amante >> disse allacciando le braccia al petto e scostandosi da lui.

<< Non ti ho mai chiesto di esserlo. >> disse lui irritato.

<< Mi ci hai costretto >> gli rispose guardandolo male, mentre lui stringeva i denti e soffiava aria dal naso. Sempre la solita storia.

<< Non ho mai e ripeto mai amato Astoria. Il nostro era un fidanzamento deciso a tavolino dalle nostre famiglie. Dovevo starle vicino, fare la parte del fidanzato premuroso. Mio padre e il Signore Oscuro volevano questo da me. >> ripeté ancora una volta quella litania che tante volte le aveva propinato. Astoria era per lui come il marchio nero, qualcosa a cui il padre teneva, qualcosa che lui faceva per rispetto del padre.

<< Se mi amavi dovevi lasciarla >> disse lei puntando i piedi come una bambina. Per un attimo gli scappò un sorriso, cercò di nasconderlo in ogni modo ben sapendo che la ragazza non avrebbe gradito. Hermione era così: un cipiglio da guerriera e degli atteggiamenti da bambina, quanto gli era mancata. Quanto l’amava.

<< Io ti amo e ho lasciato Astoria. >> disse alla fine tentando di avvicinarla.

A quelle parole la ragazza alzò gli occhi inchiodandolo con uno sguardo indagatore. Una tempesta infuriava dentro di lei. Felicità, amore, consapevolezza. Tutto in un vortice che la lasciava stordita.

<< Quando? >> chiese infine, una curiosità stupida, ma non seppe trattenerla.

<< Qualche settimana dopo quella notte. La morte di Vince e la malattia di mia madre sono stati i primi pensieri nei giorni successivi alla battaglia. Tu eri avvolta dalla fama dei giusti. Ho provato ad avvicinarti, ma mi è stato impedito. Quando finalmente sono riuscito a sapere dov'eri ho raggiunto la Tana, ma te ne eri andata. >> disse guardandola seriamente.

Hermione si mosse a disagio ricordava poco di quei giorni. Le interviste, la gente che gli si accalcava attorno, il Ministro che mostrava tutti loro come trofei. I salvatori del mondo magico li chiamavano, ma lei si sentiva solo una ragazza distrutta. Aveva perso il suo grande amore e stava capendo che per quanto si impegnasse non avrebbe mai amato Ron. Non come lui voleva e meritava.

Poi era arrivata quella notizia, quella consapevolezza che solo una donna ha. Per quanto avesse tentato di negare i segni erano evidenti ed alla fine ne era arrivata la conferma.

Distratta da quei pensieri non si accorse di Draco che ormai le era ad un passo, si riscosse solo quando le braccia di lui la avvolsero e fu come sentirsi veramente a casa. Draco era la sua casa anche se ormai non era il solo.

Sospirando si lasciò andare a quel abbraccio.

<< Dovevo andarmene >> mormorò flebile, più a se stessa che a lui.

<< No dovevi restare, dovevi mandare a quel paese il rosso e darci un opportunità, un opportunità per essere ciò che abbiamo sempre sognato. Noi, insieme, davanti al mondo intero >> le mormorò lui all'orecchio e lei si lasciò cullare da quel sussurro.

Tenerla stretta era tutto ciò che aveva sognato in quel lungo anno. Tutte le volte che si era svegliato con la consapevolezza che era stato solo un sogno aveva pianto. Lui la amava. Salazar! Quanto la amava. Come mai aveva creduto possibile, come mai aveva nemmeno lontanamente immaginato fosse possibile. Ed ora era lì tra le sue braccia. Dov'era il suo posto.

<< Devo andare >> disse lei riscuotendolo. Si era già fatto tardi per la ragazza che aveva capito che quel giorno non sarebbe riuscita a dire altro a Draco.

<< NO … cosa … no. >> disse lui sconvolto. Non di nuovo, non poteva farlo ancora! La strinse forte.

<< No Hermione stavolta non vai da nessuna parte, non senza di me. >> disse accorato.

Lei lo guardò un attimo. Era tornata per quello. Era tornata per lui. Non era ancora il momento giusto però, aveva bisogno di tempo, di metabolizzare e poi l’aspettavano.

<< Io devo andare adesso >> disse scostandosi. << Ma tornerò, devo … andare … davvero. Tornerò Draco lo giuro. >> gli occhi di lui erano spaventati ed il suo cuore tremò.

<< No. Non vuoi restare in questa casa, bene, andremo dove vuoi. Ma io non ti lascio. Non più, non ora che sei tornata. Non posso Hermione, non posso. Quest'anno lontani, anzi questi due anni lontani sono stati una tortura. Peggiore di quelle di Voldemort, credimi. Io non posso perderti, non di nuovo. >> disse con gli occhi lucidi.

Perché doveva fare sempre così? Perché arrivava come un uragano nella sua vita e poi scompariva in un soffio. Era sempre stata così tra loro, ma ora le cose erano cambiate. Lui era cambiato. Lui la voleva al fianco sempre, di fronte a chiunque. Aveva perso tutto in quell'anno. Il suo migliore amico, sua madre, la sua casa. Suo padre era rinchiuso ad Azkaban per chissà quanti anni.

Hermione era tutto ciò che aveva ormai, tutto ciò che voleva.

<< Draco no. Non ora almeno. Devo sistemare … delle cose. Ti dirò tutto, capirai, ma ora ti devi fidare di me. >> disse lei guardandolo seria.

Doveva uscire da lì. Doveva correre, aveva perso fin troppo tempo e non poteva approfittare così del buon cuore di Andromeda. Sapeva che lei non l'avrebbe tradita. Che l'avrebbe aiutata, ma da quando erano morti i suoi genitori lei aveva una nuova consapevolezza di se. Era lei che doveva provvedere a tutto e l'avrebbe fatto.

<< Hermione ti prego >> le disse Draco con voce rotta.

<< No Draco, sono io che ti prego. Abbi fiducia in me. >> disse staccandosi da lui che rimase immobile. Combattuto tra crederle, lasciandola andare e stringerla forte a sè impedendole di allontanarsi ancora una volta. Non voleva lasciarla andare. Non così, non dopo che avevano parlato così poco.

Velocemente la ragazza raccolse la sacca e guadagnò l'uscita.

<< Hermione >> la richiamò lui ma era già sparita oltre la porta.

Come un fulmine la ragazza scese la scala, gettando uno sguardo distratto al salotto vide i suoi amici riuniti. Immobili e persi nei loro pensieri.

<< Tornerò >> urlò mentre già si chiudeva alle spalle e si smaterializzava.

Draco che le era corso dietro con qualche secondo di ritardo, dovuto allo stupore, vide solo i suoi capelli vorticare mentre la porta si chiudeva.

<< Cosa ha detto? >> chiese Ginny raggiungendolo.

<< Che tornerà >> rispose lui fissando ancora la porta chiusa.


POSTO PICCOLO:

Che dire se non GRAZIE! 

Grazie a tutti quelli che hanno commentato e che hanno letto. 

Al prossimo fine settimana!

Un bacione Lisa 

PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ:
TWILIGTH:
L'Antidoto     'Rincontrarsi' Incredibilmente Noi

HARRY POTTER:
OLTRE LE APPARENZE

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K.Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.


   
 
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