Videogiochi > Silent Hill
Segui la storia  |       
Autore: Horrorealumna    30/11/2011    3 recensioni
C’è un posto abbandonato e dimenticato nel profondo del cuore di ogni essere umano, dove la realtà e la finzione sono un’unica cosa, dove la verità e la bugia non hanno alcun valore e la paura del silenzio non esiste, così come quella della morte.
E io ne ero completamente a conoscenza.
Il resto del mio cuore era accanto ad una bambina sui sette anni, dai capelli corti e neri, in una città lontana, chiamata Silent Hill.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Mason
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fear of ...'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un Dolce Risveglio
 
- Contenta piccola? Tra un po’ tornerai a scuola; il secondo anno è ancora più impegnativo del primo, tesoro. E sono sicuro che sarai la prima del …
- Papà … io ho solo sette anni: ci sarà nell’istituto qualcuno più intelligente di me. E poi io odio la scuola.
Eravamo seduti vicini, la colazione appena finita. Cheryl mentre osservava la finestra con aria impaziente, sospirò e sussurrò:
- Però quest’anno niente vacanze …
Era vero: non avevo accumulato molto in quei mesi. E’ uno degli svantaggi nell’essere uno scrittore freelance; non sempre arrivano i soldi. Avrei tanto voluto portare Cheryl in qualche parco divertimenti o in qualche bella città, magari anche all’estero ma … lei mi capiva. Per me era ancora un periodaccio.
- Sai Cheryl, se i soldi crescessero sugli alberi ti avrei portata dappertutto – le dissi.
Poi si alzò e corse verso la finestra, come se avesse visto o sentito qualcosa. Le chiesi che c’era.
- Un gattino forse … era nel nostro giardino.
Poi piovve un silenzio davvero lungo e imbarazzante. Odio quando non si ha niente da dire, è più forte di me. Mi alzai e la raggiunsi. Com’era dolce, la mia piccina: aveva lo sguardo perso nel vuoto come se si fosse incantata e osservava il via vai delle automobili, un po’ sognante.
Le accarezzai i morbidi capelli neri ma lei era stranamente assente.
- Posso andare a dare l’acqua ai fiorellini, papà? – mi chiese.
Cheryl adorava il verde, la natura e soprattutto le farfalle. Adorava seguirle per ammirarne i bellissimi colori. Ah,Cheryl collezionava anche insetti . . . però solo quelli più belli. Ne aveva un bel po’ chiusi in una teca vicino al suo lettino.
Ricordo che Jodie odiava gli insetti; chissà cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che Cheryl portava degli scarafaggi nella sua stanzetta . . .
Ma più di ogni altra cosa Cheryl adorava, anzi amava disegnare. Per il suo quinto compleanno le avevo regalato un album da disegni che stava ancora ultimando; però la “streghetta” non voleva che li guardassi, diceva che era una sorpresa ed io avevo rispettato questa sua scelta. Cosa mi potrebbe nascondere una bambina di sette anni appena compiuti?!
- Certo che puoi andare in giardino, Cheryl ma copriti bene.
Era autosufficiente al massimo in fatto di vestiti, sarà un quinto senso prettamente femminile?
Scappò via con un sorriso sulle labbra.
Mi sedetti sul divano e accesi la TV mentre sentivo la porta principale chiudersi.
- E NON ATTRAVERSARE LA STRADA! – le gridai. Chissà se mi aveva sentito …
 

 
Come sono belli questi fiorellini. Quanto vorrei poterne sentire la delicatezza al tatto. Peccato che non posso.
 Sono circondata dal verde delle foglie. A casa mia non ci sono così tanti colori. Mammina non l’avrebbe mai accettato. Bhè posso godermi questi colori un altro po’. Guardo il cancello ora: quante auto! Davanti a casa mia non ne passavano così tante: questo sembra un fiume! Sfrecciano in continuazione e non si fermano più; quanta fretta! Non sono mai salita su un’ automobile, chissà com’è dall’interno …
Arriva una folata di vento abbastanza forte, l’autunno è quasi arrivato ma il sole è ancora forte e splendente.
Mi siedo per terra, immersa nei colori vivaci dei fiori. Si sta davvero bene.
Davanti al cancello passano due ragazzine vestite con pantaloni e camicetta davvero … scollata?! Se mi fossi vestita così nella mia città o, peggio, davanti a mia madre mi avrebbero fatto rinchiudere in qualche manicomio. Incrociammo i nostri sguardi, il mio timido e riservato e il loro alto e un po’ disprezzante. In quei pochi secondi mi squadrarono e ridacchiarono sotto i baffi, divertite forse per via del mio vestito un po’ consumato. So che è quasi una vita che lo indosso ma ha un significato particolare per me.
Bene, se ne sono andate, scomparse dietro una siepe. Non mi piace quando la gente mi fissa.
Mi alzo e mi stiracchio; mi avvicino al cancello e affaccio leggermente la testa fuori dal giardino quando …
WOOOUULFFF
- AAAAAaaaaaaahhhhh! – grido e mi ritrovo a terra.
Un muso lungo e nero, il muso di un cane! Mi era piombato davanti alla faccia e mi aveva parecchio spaventato: io ODIO i cani, è più forte di me.
Continua ad abbaiare, ma basta ora! Fermati! Il padrone lo prende, mi chiede scusa e porta via l’animale. I cani mi fanno paura e per di più non riesco nemmeno ad alzarmi per quanto sono scioccata. Ho questa fobia da un bel po’ di anni, lo ricordo ancora purtroppo. Dovevo avere sei anni e stavo tornando a casa dopo la scuola; una mia compagna di classe aveva legato al cancello il suo cane, un doberman nero e per niente amichevole. Mentre iniziai ad incamminarmi, lei aizzò il cane verso di me e slacciò il guinzaglio: il cane corse verso di me, ringhiando e abbaiando come un matto.; iniziai anche io la mia pazza corsa mentre le mie compagne di classe ridevano a crepapelle. Alla fine, stremata, mi arrampicai su un albero e il doberman dopo un po’ mi lasciò perdere. Bella classe, vero?!  Per fortuna che quei tempi sono finiti.
Mi rialzo e tolgo del terreno dal mio vestito. Guardo la finestra. Dov’è?
- Ehi ciao amichetta mia!- eccola dolce più che mai: Cheryl. La guardo: com’è … mi ricorda me stessa …
- Ciao Cheryl, ti aspettavo io …
- Ti piace il nostro giardino? Io e papà lo abbiamo curato insieme tutto l’anno. Tu hai un giardino in quella città, com’è che si chiama? Vabbè, hai capito!
- Come sei chiacchierona. Comunque no. Casa mia non ha un giardino bello come il tuo.
- Oh. Vuoi vedere i miei nuovi disegni?
- Va bene.
Non andavo spesso a farle visita. Solo pochissime volte l’anno altrimenti sarebbero stati guai.
Mi mostra il suo album: disegna davvero bene. Appena finito ci sediamo sul ciglio della strada. Cheryl è così intelligente, possibile che non abbia mai notato le tante cose che abbiamo in comune.
 
Ma il tempo era giunto. Dovevo farlo. Dovevo chiederglielo ancora o per me sarebbe stata la fine.
- Cheryl. Vengo sempre io a farti visita. Casa tua è davvero bella. Ma sai … a me farebbe davvero piacere se un giorno venissi tu a casa mia. Vieni a farmi visita, ti prego. A casa mia sarai come … come una … una regina!
I suoi occhi brillarono felici. Avevo sicuramente catturato la sua attenzione. Però un secondo dopo i suoi occhietti si chiusero e la sua bocca si aprì in un grande sbadiglio.
- Scusa – disse – stanotte ho avuto un incubo e poi non mi sono più addormentata.
Mi sorrise.
-Devo solo convincere papà. Però amichetta mia, non capisco: perché ogni volta che ci vediamo me lo ripeti. Sei così impaziente di mostrarmi casa tua? E se papà dice di no?!
- Tranquilla Cheryl. Cambierà idea questa volta. Lo sento.
Spalancò gli occhi:
- Anche tu qualche volta senti i sentimenti di qualcun altro, allora! Forse tu senti quelli di papà. Io invece credo di sentire un … dolore. Una paura. Un vuoto enorme. Mi succede qualche volta, soprattutto quando sono confusa o sono in silenzio. Sento sensazioni ed emozioni che non sono mie. E’ normale?
Era spaventata. Il tempo stava per scadere.
- Se vieni da me, troverai le tue risposte. Ora vai a casa, Cheryl. Ci rivedremo presto ma ora devo andare.
Bene. Tutto è pronto. Ora corre verso casa.
Io resto sul ciglio della strada ancora per un po’.
Dopo qualche minuto vedo un bambino venirmi incontro. Ha i capelli corti e biondi. Deve avere circa sette anni. Mi parla:
- Salve signorina. Ti ho visto prima mentre parlavi a Cheryl. Se la rivedi le puoi dire che io, Andy, voglio diventare suo amico o fidanzatino. Può decidere lei! Ma ti prego diglielo. Sono troppo timido per dirglielo di persona.
E questo chi è? Un suo spasimante!? Precoce il piccoletto! Tanto vale scoraggiarlo:
- Scusa Andy. Ma non parlerò più con Cheryl. Lasciala perdere, piccolo: tra qualche giorno andrà via e non farà mai più ritorno.
L’ho spaventato? Andy scoppia a piangere e corre via.
Perché piange?! Non l’ho mica offeso: tra un po’ Cheryl mi farà visita e …
- Amichetta!!
E’ lei, Cheryl! Perché è tornata indietro? Cosa vuole ora?
- Come si chiama la città in cui vivi?? Non mi ricordo il nome!
Le sorrido. Dovrebbe sapere bene dove abito. Cammino verso di lei:  è affacciata all’uscio della porta di casa. Appoggio le mie labbra sul suo orecchio e sussurro dolcemente:
- Silent Hill. 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Silent Hill / Vai alla pagina dell'autore: Horrorealumna