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Autore: Shainareth    11/01/2012    2 recensioni
[Dragon Age: Origins] Brevi frammenti di vita del Custode Grigio Nimue Surana, antecedenti al suo incontro con Duncan e la partenza per Ostagar.
Attenzione: questa raccolta contiene anche alcune informazioni sui due romanzi di David Gaider, sceneggiatore del videogioco, e analizza determinati personaggi della cosiddetta Mage Origin.
Mi riservo di alzare il rating nel qual caso le prossime shot lo richiedessero.
01. Condivisione
02. Re
03. Proposta
04. Tormento
05. Forbici
06. Incontro
07. Incubi
08. Dicotomia
09. Fuoco
10. Separazione
11. Testamento
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Nimue Surana'
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TESTAMENTO




L’espressione seria che aveva inalberato divertì Jowan, che subito si allungò nella sua direzione per pungolarle la guancia con la punta di un dito. Nimue lo scacciò con la mano, sottraendosi a quel fastidioso contatto. «Che vuoi?»
   «Eri così assorta… A che stavi pensando?»
   L’elfo abbassò lo sguardo e passò un polpastrello sul titolo di uno dei volumi che avevano sparpagliato alla rinfusa su uno dei banchi della biblioteca per studiare. «A tutto e a niente», rispose dopo un attimo. Era entrata al Circolo quando aveva solo cinque anni e da allora erano cambiate così tante cose che spesso faticava a crederci. La sua cara amica Winifred era morta ormai da parecchi mesi, e a volte Nimue non poteva fare a meno di ripensare con una dolorosa stretta allo stomaco non soltanto alla nostalgia che provava nei confronti della ragazza, ma anche a quei poveri templari che erano stati costretti a ucciderla pur non volendo. Inoltre, altri loro compagni avevano finito i loro giorni nella sala del Tormento nello stesso modo, e altri ancora, ritenuti troppo deboli o pericolosi, erano stati privati di ogni emozione, diventando Adepti della Calma. Infine, Wynne era partita da poco per unirsi a Re Cailan, al suo esercito e ai Custodi Grigi per affrontare l’orda di Prole Oscura che si stava facendo largo a sud del regno; non c’era alcuna certezza che la sua maestra di sempre sarebbe tornata viva, e Nimue non era affatto sicura di riuscire a reggere la notizia della sua morte.
   Rimanevano lei e Jowan. Beh, non che fossero davvero soli, lì al Circolo, tuttavia succedeva spesso che la fanciulla avesse una sensazione del genere. Qualche tempo prima di andarsene, Wynne le aveva detto che presto sarebbe stata in grado di affrontare il Tormento; ma era sul serio così? Ogni qual volta ci pensava, Nimue avvertiva un fastidiosissimo spasmo allo stomaco.
   «Forse dovrei scrivere un testamento», stabilì di colpo, inducendo Jowan a fissarla come se avesse bestemmiato in una lingua sconosciuta. Faticava spesso, il giovane, a stare dietro al corso dei suoi pensieri, perché, una volta preso il via, essi viaggiavano verso lidi sconosciuti e irraggiungibili – oltre che incomprensibili. «Sai, nel qual caso morissi durante il Tormento», gli spiegò l’elfo, convinta. Avrebbe anche dovuto scrivere una lunga lettera a sua madre e a sua sorella, s’appuntò mentalmente la fanciulla, benché non avesse idea di come poter affrontare con loro un argomento delicato come quello. Non le vedeva da così tanti anni che Nimue temeva di aver dimenticato come fossero realmente i loro volti, per conservare delle due soltanto dei ritratti offuscati dal tempo e distorti dall’affetto e dall’immaginazione.
   Jowan si sforzò di rimanere serio e si passò una mano su una guancia, massaggiandosela e grattandosela al contempo, prima di nascondere la bocca dietro le dita. «Va bene», disse dopo qualche istante, decidendo di assecondarla. «Io cosa erediterei?»
   L’altra inarcò le sottili sopracciglia bionde con fare sorpreso: già, cos’avrebbe potuto lasciare al suo migliore amico? La cosa più sconvolgente, per lei, fu scoprire che, a ben guardare, non possedeva nulla di proprio; tutto ciò che aveva glielo aveva fornito il Circolo, a cominciare dagli indumenti che indossava per finire al materiale per lo studio. Non aveva neanche dei soldi propri, a parte un piccolo gruzzolo racimolato facendo dei lavoretti per la comunità presso cui viveva da tanti, troppi anni.
   «Non… Non lo so…» si vide costretta a rispondere in un balbettio, confusa e a disagio.
   Jowan si intenerì e si allungò di nuovo verso di lei per regalarle un affettuoso buffetto sul viso. «Dammi una ciocca dei tuoi capelli», le propose. Nimue alzò su di lui due occhi sospettosi che gli fecero scappare un risolino. «Stai imparando, vedo», constatò con una certa soddisfazione nel tono della voce. Dopotutto lui e Winifred avevano cercato a più riprese di renderla più smaliziata per affrontare meglio situazioni potenzialmente pericolose. «Giuro però che non c’era alcun secondo fine in questa richiesta», le garantì, visto che lo scambio di ciocche di capelli era per lo più usanza degli innamorati.
   Lei ci pensò un po’ su, prendendo a torturarsi con una mano il caschetto biondo che le scendeva attorno al capo. L’ultima volta che aveva avuto bisogno di tagliarsi la chioma l’aveva aiutata Winifred, e Nimue davvero non se la sentiva di farlo da sola. Per questa ragione stava molto attenta ad avvalersi di alcuni unguenti miracolosi per evitare le doppie punte e altri spiacevoli problemi del genere.
   «Un’unghia va bene comunque?»
   Vide il volto di Jowan contorcersi in una smorfia disgustata. «Creatore, preferirei di no», non si trattenne dal ribattere il mago, pur ridendo per quell’assurdità. «Se poi preferisci regalare i tuoi capelli a Cullen…» proseguì con fare vago, agitando una mano a mezz’aria.
   Nimue arrossì e borbottò con fare stizzito: «No, affatto. È solo che non voglio tagliarli.»
   «Allora non morire», la pregò Jowan, prendendole una mano fra le sue e tornando serio. «Non andartene anche tu come ha fatto Winifred.» La sua voce vacillò sul nome dell’amica defunta e lui tacque, senza però abbassare gli occhi lucidi.
   Davanti a quella richiesta, quelli dell’elfo si riempirono immediatamente di lacrime e lei, stringendo le dita del giovane fra le sue che lui si chinò a baciarle, si lasciò sfuggire un singhiozzo insonoro, presagio di un pianto che le avrebbe consentito di dare finalmente sfogo a quel dannato groviglio di negatività che le si era annodato alla bocca dello stomaco quando aveva compreso che di lì a poco avrebbe dovuto affrontare la tanto temuta prova finale del suo corso di studi.













Sono viva, cosa credevate? è_é; È solo che nell'ultimo periodo l'ispirazione per Dragon Age: Origins (il secondo dubito lo giocherò mai) era emigrata non so dove - insieme a quella per le fanfiction in genere. A parte ciò, però, mi piacerebbe davvero molto poterla ritrovare, di tanto in tanto, soprattutto perché per la long avevo tanti di quei progetti... Va beh, magari riuscirò a portarla avanti, seppur non con lo stesso ritmo di un capitolo a settimana con cui postavo un anno e mezzo fa. (Oh, Creatore! Come facevo a scrivere tanto?! O_O;;; Impressionante! XD *Si invidia da sola, ché mo s'è impigrita tantissimo*)
La presente shot è, chiaramente, un raccontino senza pretese, ma almeno sono riuscita nell'impresa di scrivere di nuovo sulla mia piccola (di statura) Nimue Surana. (*Prende pennarello e scrive sul suo faccino, venendo abbrustolita un secondo dopo*) A tratti mi manca, 'sta zitellona acida. Che poi zitellona non è, ma va beh, a volte sembra lo sia comunque. XD
Ringrazio di cuore Atlantislux e Ike_, che mi hanno aiutato con il betaggio~♥
A presto, voglio sperare!
Shainareth





  
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