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Autore: Haruakira    30/01/2012    3 recensioni
Il titolo è chiaro, Burial, da intendersi come funerale. Drabble o al massimo flashfic.
Capitolo 1: Il suo dolore, che non parla. (Dino e Hibari)
Capitolo 2: Il suo dolore, lo seguirà (Xanxus e Squalo)
Capitolo 3: Quando il sole si spegne (sorpresa)
Capitolo 4: Colpa (Yamamoto e Gokudera)
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The shine for me 8059
Colpa.


Uno che aveva a che fare con il mondo della mafia un giorno sì e l' altro pure poteva morire in tanti modi e in effetti le occasioni non gli erano mancate, nè con i Varia, nè contro Mukuro, tanto meno nel futuro. 
Ma così forse era anche peggio e anche più assurdo.
Chè se Yamamoto Takeshi fosse morto -ancora non riusciva a dirlo- contro qualche bastardo, allora Gokudera avrebbe potuto buttare fuori la rabbia e il dolore procurando un' altra morte in una sorta di vendetta e di ripicca personale. Forse avrebbe agito secondo l' antico e mai abbastanza dimenticato occhio per occhio.
Ma tutto ciò non gli era possibile perchè Yamamoto Takeshi se ne era andato in un certo senso da eroe.
Lambo era sempre stato un bambino vivace -troppo vivace-, e Yamamoto quello che i piccoli della famiglia se li caricava sulle spalle con un sorriso, il primo che li prendeva tra le braccia di fronte al pericolo.
 Il semaforo non era ancora rosso, la strada come sempre piena di macchine. Fu un attimo. In questo genere di cose è sempre un attimo.
Gokudera, una mano a scompigliarsi i capelli, gli occhi prima puntati distrattamente su un cartellone pubblicitario, aveva buttato un' occhiata giù in basso sulla sagoma pezzata che si agitava intorno alle sue gambe, una risata alla sua sinistra gli ronzava fastidiosa nelle orecchie. Non c' erano novità, come sempre, in quella routine snervante che erano le uscite -forzate- con la stupida mucca e l' diota del baseball.
Proprio un attimo -il tempo di guardare il piccoletto e di imprecare contro Takeshi di smetterla- perchè Lambo avvistasse un venditore ambulante dall' altro lato della strada e quel meccanismo strano, fatale, si mettesse in moto.
Gokudera allungò il braccio in un gesto immediato:-Ma n-
Ma non ti hanno insegnato ad attraversare la strada?
Si era limitato a pensarlo.
Il clacson che suona, lo stridere dei freni, il puzzo di bruciato e le tracce sull' asfalto, il suo corpo contro il vetro sbalzato lontano, il dannato rosso che scatta.
-YAMAMOTO!
Un brusio concitato di voci, un andirivieni di gente curiosa o agitata, tre ambulanze chiamate contemporaneamente sul posto.
Gokudera si era piegato sul corpo di Takeshi, le braccia si allargavano senza vita in quella macchia enorme di sangue lasciando intravedere il corpo di un bambino spaventato.
Colpevole.
Si vive per una vita intera e a volte basta un attimo per andar via.
E si perdono così tante occasioni, così tante...
 Tipo quella per dichiararsi,
... pensando che tanto c' è tempo.
o per essere felici.
... e all' improvviso tempo non ne hai più e ti rimane solo un amaro rimpianto.


Sulla lapide riposano mille varietà di fiori di ogni colore, forse non avrebbe voluto quei musi lunghi al suo funerale, forse avrebbe voluto che loro sorridessero.
Gokudera di fronte alla sua lapide allungò le labbra in una smorfia che doveva essere una specie di sorriso tirato.
Non ci riusciva.
Mi dispiace.
Non se non lo avrebbe rivisto mai più, un tempo piuttosto lungo a dire il vero.
Non lo avrebbe più visto nè sentito, non ci avrebbe più parlato, nè avrebbe più inveito contro di lui.
Questo pensiero fisso era sempre un pugno nello stomaco.
Un fuoco che gli bruciava viva la carne.
Un pugno tirato contro il cuore con forza.
Un coltello che taglia, si infila, gratta e ancora taglia, attorciglia, dissangua tutto quello che può riempiendo il tuo corpo di sangue sia dentro che fuori.
 Di angoscia.
 Di disperazione.
Gokudera si girò dando le spalle alla lapide grigia -ma colorata-, guardò prima Tsuna e poi il bambino nascosto dietro alle sue gambe, gli occhi apparentemente vuoti -ma pieni- e le mani tese dentro le tasche dell' impermeabile nero.
-E' colpa tua lo sai questo, vero?

...



silenzio.





Un pianto -disperato- di bambino.


E poi ci sono cose che ti segnano davvero la vita, altre che se ne vanno e contemporaneamente a queste altre ancora che si rompono senza speranza di poterle riparare.
Interi equilibri che persino sotto il più splendente dei cieli vengono meno, fratelli che non sono più tali.
Tempeste senza più pioggia che diventano solo venti che urlano.









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ANGOLO AUTRICE:
Partiamo dal presupposto che non ho nulla contro Lambo, anzi mi piace un sacco, però se una deve scrivere un angst tanto vale farlo bene, no? Detto questo, vi avviso che questa è l' ultima perchè non ne posso più. Mi sto deprimendo, non ce la faccio proprio. Quindi stop, fine, basta ho già fatto una strage e mi sento anche in colpa o.O
Nell' ultima parte oltre che del rapporto tra Lambo e Gokudera e quello tra Yame e Gokudera, parlo anche di equilibri visto che credo che tra i guardiani -mettendo in mezzo anche Tsuna- si è creato un equilibrio, togli uno di loro e cadono tutti insieme.
Ringrazio chi ha avuto la bontà/la pietà di commentare questa breve raccolta, chi l' ha messa in preferite/ricordate/seguite.
Grazie.

Dimenticavo...
DISCLAIMER: Tutta questa raccolta, dal primo all' ultimo capitolo, non è scritta a fine di lucro e KHR e nessuno dei suoi personaggi citati -sempre dal primo all' ultimo capitolo- mi appartengono ma sono degli aventi diritto.
   
 
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