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Autore: neniva    02/03/2012    0 recensioni
Hanna, una semplice ragazzina di quattordici anni si trova catapultata in un mondo magico dove scopre un suo strano potere: il Talento. "- tu hai il Talento - Ancora una parola senza significato per lei.
Comprendendo il suo sconcerto Armeus si spiegò: - il Talento è un potere che solo uno di noi ha posseduto. Il suo nome era Filmuser. Anche lui era un Domatore, ma era votato al male. I consiglieri di quel tempo non riuscivano a spiegarsi perché una forza così grande fosse stata creata per distruggere. Divenne il sovrano di Megicre un’isola poco lontana da Atlònas, quella su cui ti trovi. Il nostro mondo era un unico blocco pochi decenni fa, ma i consiglieri di Durite, un regno, quando nacque Filmuser ebbero paura e staccarono le terre per allontanarlo da loro. Non servì a molto.". Che peripezie porteranno Hanna a scoprire la sua origine e il suo destino?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, io mi chiamo Irene ed è la prima volta che posto una storia, l'ho scritta diversi anni fa e adesso l'ho ripresa in mano e ho deciso di vedere quanto successo avrebbe avuto! :) Spero proprio che vi piaccia e accetto qualsiasi tipo di critica! Spero anche che possiate perdonare l'inizio un po' lento e noioso, ma se avete pazienza si fa un po' più interessante..............Buona lettura...


Il primo sogno

 
Stranamente era tutto tranquillo. La sera era appena calata e l’aria era debolmente ventilata da un dolce venticello fresco, il quale si accoglie volentieri in estate. Hanna era una ragazzina di quattordici anni sveglia e perspicace, ma un po’ timida. Aveva capelli castani e abbastanza buffi: la chioma le ricadeva lucente sulle spalle, morbida come fosse seta arrivandole fino ai fianchi dove le punte cambiavano colore prendendo una sfumatura violacea, e c’era quel ciuffo riccioluto che, come un boccolo, le ricadeva sul viso e per questo portava spesso una spilla per tenerlo a bada. I suoi occhi erano di un nero profondo, come carbone, ma essi veloci e fugaci sbirciavano ovunque senza essere notati, invadendo ed esplorando nelle persone.Nonna Jolina telefonò quella sera:
- Pronto? Ciao nonna, come stai?
- Bene grazie! Quand’è il grande evento?
- Fra quattro giorni! Tu vieni, vero? Disse con voce speranzosa.
- Non mancherei mai…
- Menomale…
- e poi devo darti una cosa speciale: ma non posso anticiparti niente. Ciao tesoro ora vado a preparare la cena.
In quel momento William irruppe nella camera della sorella.
William era il gemello di Hanna. Aveva i capelli biondi che portava a caschetto corti corti. Lui aveva la carnagione abbronzata i suoi occhi verdi avevano uno sguardo furbetto, era magrolino e indossava sempre per comodità tute da ginnastica.
- Mancano quattro giorni al nostro compleanno! Iniziamo la lista?
Hanna farfugliò alla veloce un “Ciao” (se così si può dire) alla nonna e mise giù la cornetta.
- Sai che non voglio che entri così nella mia camera!
Disse con aria molto irritata e il ciuffo le ricadde sul viso.
- Uff! Come sei noiosa !
- Scusa, ma questa è la mia camera!
Lo trascinò fuori e chiuse la porta.
Quella notte Hanna sognò il gemello insieme a lei in una foresta:
“ per mano in quel bosco scuro e pieno di alberi che si aggrovigliavano fino a formare un tunnel in mezzo alla natura camminavano per mano. C’era un odore acre e di chiuso e i tronchi freddi sembravano di pietra. Hanna guardò il fratello e quasi non lo riconobbe: il suo viso da bambino era quello di un uomo e il suo sguardo maturo. Improvvisamente la nebbiolina che li aveva circondati fin dall’inizio si dissipò e un filo di luce…
“Driiiiiin”
- Oh no!!!
La mamma urlò dalla cucina:”Sveglia!!!”.
Per colazione venne dato a i due gemelli il  proprio toast, poi, il sacchetto con il pranzo.
- Chi porta fuori Pipite?
- Lo porta fuori Hanna, mamma!
- E va beh, Pipite! Qua cucciolo! Pipite!
Il cuccioletto arrivò di gran fretta scivolando a causa del parquet con la cera.
Il piccolo di Labrador nero scese goffamente le scale della villa avviandosi vicino a un albero per fare i suoi bisogni, poi Hanna lo rincorse su e giù per il prato per rimetterlo in casa.
La villa dei signori Desanes era circondata da un decoroso giardino colmo di fiori e piante. La scalinata che permetteva di arrivare alla porta era di marmo bianco con la ringhiera di ferro che si aggrovigliava intorno a un bastone. L’interno della villa era ampio con nove stanze e tre camere.
 
Quella mattina il preside della scuola arrivò in ritardo e Hanna e la sua amica Giulia ebbero il tempo di parlare prima che cominciasse la lezione. Giulia era la migliore amica di Hanna: aveva i capelli rossi, ricci e occhi così chiari che a volte sembravano quasi bianchi. Portava spesso orecchini vistosi come fosse un indovina e le piaceva indossare gonna e t-shirt.
- Ciao! Allora che mi racconti? 
- Ciao, non ho novità.
- Ancora tre giorni al mio compleanno!
- È vero!
- Ho saputo da due pettegole che ti piace William! È vero? Verità o penitenza?
Giulia arrossì fino alla punta delle orecchie.
- Verità…è vero.
- Ma…come mai non me l’hai detto?
-Pensavo che avresti riso di me… - Disse con sguardo pentito.
- Ma perché? Non avrei riso! Te lo giuro!
- Lo dici adesso! Sai benissimo che lo avresti fatto!
- Pensa quello che vuoi.
Assunsero due espressioni, anzi smorfie, arrabbiate e sbuffarono. Poi, dopo essersi data un’occhiata a vicenda, risero.
- Passi da me stasera? Ti va di mangiare da me?
-Volentieri, grazie dell’invito!
- Non c’è di che!
- Oh, cosa desideri per il tuo compleanno?
- Vorrei, vorrei… vorrei un paio di orecchini come i tuoi!
- Aggiudicato!
Suonò la campanella e Giulia e Hanna dovettero rientrare in classe.
-Ragazzi, oggi parleremo del segmento circolare, del settore circolare e della corona circolare…
 
Al cambio dell’ora Mary si aggiunse a loro. Mary era alta e mora, occhi marroni e di un carattere irritabile, ma era simpatica e chiacchierona.
- Ciao! Come va?
- Bene grazie.
- Tutte da me stasera?
- Si! - risposero in coro Hanna e Mary
- Okay.
- E dite “Okay” anche alla pizza?
- Si!
 
Quella sera Hanna e le sue amiche mangiarono un sacco di pizza e si raccontarono tanti di quei segreti che facevano fatica a ricordarseli tutti.
- Sapete una cosa?
- Cosa?
-Ho fatto uno strano sogno ieri notte! C’eravamo io e William che camminavamo in un bosco!
-Strano! Ma tu che vai pensando di notte!
Quando si addormentò il sogno continuò all’istante… “e un filo di luce illuminò i visi di due ragazze sedute al bordo del “tunnel”. Erano Giulia e Mary. Si alzarono in piedi e li seguirono. Hanna si accorse solo ora che in quel sogno poteva utilizzare tutti i cinque sensi tranne uno: l’udito. Non udiva nulla, ma gli odori, gli oggetti che toccava, ciò che vedeva… sembravano davvero reali. Lo notò perché tutto a un tratto una folata di vento la raggiunse muovendole i capelli. Camminando, arrivarono in una grotta dove all’interno si trovavano…”
 
- Hanna! Hanna sveglia! Dobbiamo andare a scuola!
Era Giulia che la chiamava, e quel giorno lei era così euforica poiché avrebbero avuto arte: la sua materia preferita.
-Si, si, ancora cinque minuti…
- Okay, ma sbrigati perché non possiamo fare tardi: il pullman oggi passa in anticipo!
Hanna saltò subito in piedi.
- Quanto in anticipo?
- Un quarto d’ora, perché?
-Devo fare un salto a casa a prendere i libri!
Giulia uscì dalla camera per lavarsi i denti.
- Se vuoi ti posso prestare il mio cellulare!- disse Mary - potresti chiedere a William di portarti a scuola i libri!
- No, non lo farebbe mai!
- Se vuoi glielo chiedo io – irruppe nella stanza Giulia esultante- saprò essere convincente!
- Se lo dici tu! 
Mary diede il suo cellulare a Giulia che digitò il numero a memoria: - Pronto? Ciao William! Non è che potresti portare a scuola i libri anche per Hanna? Ti prego, ti prego, ti pregoooo! Grazie! Ciao
Hanna, per prendere un po’ in giro Giulia, disse: - Certo che sei proprio convincente!
- Certo! Credo proprio che piaccia anche a lui- disse Mary tenendosi la pancia dal ridere - la coppia perfetta!
- Piantatela!- disse ridacchiando Giulia - ora vi prendo a cuscinate, vediamo se avete ancora voglia di scherzare!!!
- Che paura – dissero in coro Hanna e Mary.
 
Era una splendida giornata e Hanna era di ottimo umore. Si fermarono in un bar a fare colazione e lì le raggiunse William. Dopo aver finito di mangiare si avviarono verso la scuola:
- Ora raggiungo i miei amici, a più tardi ragazze!
- Ciao!
 




Ed Eccoci alla fine del primo capitolo... Mi dispice se lo abbiate trovato noioso e pesante ma andando avanti la storia diventerà più interessante (la rima è venuta per caso xD) o almeno spero che la troviate così! :) 
  
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