Questa storia ha partecipato al contest "A ritmo di musica" indetto da AliH e LyndaWeasley classificandosi quarta.
Remus Lupin, una notte per ogni mese, diventa un lupo mannaro, ma cosa accade nella notte in cui del lupo non dovrebbe esserci traccia?

Pretendo di potermi ancora illudere, di poter sperare ancora di cambiare il mondo per poter un giorno tornare da lui. Ho bisogno di nutrire nel mio cuore la muta speranza di poter un giorno provare a me stessa che non è vero che il sogno è l'infinita ombra del vero, ma che di tanto in tanto i sogni si avverano.

“Sei adorabile quando ti arrabbi”
“Affascinante. Hai altri cliché da propormi?”
“Sempre al tuo servizio”
“Non direi, altrimenti saresti già sotto la Torre di Astronomia”

Remus Lupin sogna e ricorda, prima delle battaglia finale di Hogwarts. Pensa alla sua famiglia, Dora e Teddy, ad Albus e Aberforth Silente, e a un Ragazzo Nero che correva…

Non posso anticipare molto di questa fic, perché teoricamente si basa sull'effetto-sorpresa, però posso dire che credo sia una delle cose più cattive che abbia mai scritto. Post-matrimonio di Watson. Ah, ho coniugato il narratore-Watson in terza persona, tipico dei libri, ai personaggi del film, dato che sono più "sanguigni" ed emotivi...ad ogni buon conto, spero vi piaccia. =) i commenti, lo sanno tutti, sono gioia, tenerezza, amore. Anche quando sono negativi, purché costruttivi *annuisce* *rotola via*

Una piccola drabble (100 parole esatte)
Lily adora il Natale, Severus un po' meno. Ma c'è qualcosa nel Natale che unisce anche i più acerrimi nemici, Grifondoro e Serpeverde, per esempio...
«Io odio il Natale, Lily»
«Non puoi!» ribattè lei, scandalizzata «Nessuno odia il Natale!»

Per il compleanno del nostro
Professore, ovunque sia.
Severus Piton
non è mai stato una
persona vanitosa, non ha mai pensato alle piccole rughe che si sono
fatte largo
ad ogni compleanno, non ha mai dato peso ai compleanni che si limitava
ad
ignorare, fino ai fatidici –anta.
Perchè la crisi di mezza età può essere un duro colpo anche per Severus Piton.

Neville rimase su quella panchina per ore. Iniziò a cadere la neve, ma non si mosse nemmeno allora, rimase fermo anche quando un poliziotto si fermò a chiedergli se avesse bisogno di aiuto, né quando la neve si tramutò in bufera e anche le lacrime sul suo viso si congelarono.
Rimase lì a lungo perché ormai non sapeva più dove andare.