La storia di Miloslav, un giovane ragazzo russo coinvolto nella mafia del commercio di ragazzi per guadagnare qualche soldo per la madre.
Scritta con un linguaggio semplice e talvolta ripetitivo, come parlerebbe un ragazzo distrutto dal desiderio di libertà.
Miloslav racconterà di come si sia fatto vendere ad un "padrone" di druzhok per i suoi soli desideri erotici.
Tutto ciò si svolgerà in un ufficio di polizia a Mosca, in un inverno che raggela i polmoni.
Un'altra domanda perseguiterà il nostro protagonista: cos'è il sesso? É il rapporto carnale con il suo padrone, o quello provato con Dasia, il suo primo vero amore?

Dal capitolo quattro:
"Solleva il viso e lo appoggia sul palmo della mano, quasi speculare alla posizione di Rodja.
Questi si sporge. Ha un’espressione concentrata, un qualcosa che gli anima lo sguardo, e che Sasha di primo acchito definirebbe banale sensualità, invece è patriottismo. «Aleksandr, io amo la Russia, è per questo che vorrei che fosse il primo Paese comunista del mondo.»
Sasha aggrotta la fronte. No, non capisce e non può capire. Il governo di sperpero dell’ultimo decennio non è quanto di meglio si potrebbe offrire all’Impero, ma nel comunismo non trova logica: gli uomini non hanno tutti lo stesso valore e lo stesso merito.
Squadra il Comandante con un’espressione così genuinamente perplessa che comprende di tradirsi del tutto.
Rodja, sorprendendolo, accenna una risata. «Lo so che per te non ha senso. Non condividi quello che credo. Ma non sei come quelli che difendi.»"

Siamo in un freddo autunno dell'anno 1916, in una Russia devastata dalla guerra. I Romanov sono ancora gli zar e, le luci del teatro Mariinskij splendono sui più famosi ballerini del mondo intero. Uno tra essi è un giovane cigno su cui si ripongono molte speranze, e che attira l'attenzioni di molte persone grazie alla sua bellezza e bravura.
Ancora studente della scuola di danza imperiale, Ilija Sergeevic si troverà a essere introdotto nei ricchi salotti della Pietrogrado zarista, dove incontrerà la più raffinata aristocrazia intenta a complottare intrighi, parlare di politica e di religione. Tante saranno i suoi incontri, persino quello con le dame della zarina e il santone Rasputin...

“Maška – Sangue di Miele e Belladonna”
Russia tra il regno dell’ ultimo Czar' e la Rivoluzione.
Maška, un nome da bambina cucito addosso ad un bambino. Un bambino nato in uno specchio, l'uogo d'esilio dello spirito, dove si è innamorato. Così pensa la madre che lo chiama Maška, “mare di sofferenza”.
Il padre lo chiama Maška, “figlia desiderata”, perché è un figlio col viso della donna che ama.
Lo zio lo chiama Maška, “ribelle”, come colei che lo ha dato al mondo.
La storia di una famiglia, di sangue che si intreccia in trame sordide, di una madre ed un figlio che non hanno mai saputo come amarsi.
“…E’ questo che ti spaventa di lui. Ti guarderà sempre senza quella stima di figlio, con lui non potrai fingerti la bianca fata che illudi gli altri di essere. Avrà sempre la cognizione di quanto profondamente degenere e crudele sai essere, ti carpirà ogni cosa ogni volta che l’umore darà una forma al tuo viso, ai tuoi sguardi alle tue parole…spiata, mai più libera, senza nemmeno più la grazia della condiscendenza alle menzogne. E lui prenderà il tuo posto…”>