I suoi occhi ardevano, ancora di un colore indefinito, mentre mi fissava con astio.[...] Il mio sguardo rimase intrappolato dal suo, mentre tentavo di identificarlo alla luce fioca della stradina male illuminata. Era giovane, poteva avere pochi anni più di me, ed era inspiegabilmente minaccioso[...]
“Adesso vai a casa. E corri, se non vuoi che qualche altro ubriacone ti violenti” allungò una mano, sfiorando con le dita una ciocca dei miei capelli e sistemandola dietro l'orecchio.[...]“Stavolta non vengo a salvarti, principessina” rise prendendo fra le mani i lembi del mio vestito di jeans per poi sollevarlo fino al ginocchio. Tremai a quel contatto, congelandomi. Sentivo le morse del panico attanagliarmi le viscere, e i muscoli diventare improvvisamente spugnosi. Poi le sue dita mi lasciarono e le sue labbra premettero sulla mia mascella. Le gambe risposero e allora mi voltai e corsi via, incespicando sulle pietre sconnesse della strada.
***
"Posso?" sussurrò ad un centimetro dalle mie labbra. [...]
"Harry..."cercai di richiamarlo. [...] Non volevo che mi baciasse, non ero pronta. Ma lui si avvicinava sempre più, chiudendo gli occhi...
"Ti prego" implorai.
NUOVO TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=0KJdI3SHd7o&feature=youtu.be

*dal capitolo quindici*
«Quanto ti ho vista per la prima volta in quel negozio, con quel delizioso abito bianco.. Eri così luminosa e bella, così perfetta.»
Sento un nodo alla gola. «Harry.»
«Avevi il sole alle spalle e ho pensato che non potessi essere reale perché gli angeli non vivono sulla Terra.»

Sophie era pazza, pazza come lui. E lui amava questo fatto, più di ogni altra sfumatura marina negli occhi della ragazza, più di ogni copertura di tristezza e malinconia, più di ogni goccia di sangue che riusciva a piangere, di ogni dolore fisico, di ogni sofferenza, di ogni dipinto, della sensazione di libertà che gli dava dipingere, amava il fatto che lei fosse pazza, pazza come lui. Due energie differenti creano una scintilla, ma due energie dello stesso tipo creano un’esplosione. E lui era profondamente convinto che loro avrebbero potuto esplodere e far finire il mondo nell’istante in cui le loro scintille di pazzia si sarebbero incontrate.
***
La pelle era più chiara del solito, le labbra viola scure, i capelli spenti e bagnati che aderivano alla sua pelle, se non fosse stato per il tremolio che la scuoteva, June-Sophie sarebbe stata certa di stare guardando il suo cadavere. E quell’immagine le piaceva, trovava che il velo della morte le donasse. Aprì la bocca e lasciò uscire il respiro in sbuffi di vapore. Stava gelando. E voleva continuare a gelare.
***
(INCOMPLETA, manca l'epilogo)

Questa FF è la Traduzione in italiano della storia originale in inglese
Dal Primo Capitolo:
Le mie mani la afferrarono con forza, sbattendola contro il muro, schiacciando il mio corpo contro il suo. Lei trasalì quando la testa venne in contatto le piastrelle fredde, ma non interruppe il bacio. Lo spazio tra noi svanì come schiacciai il suo corpo contro il mio, le sue mani aggrovigliate nei miei capelli. La strinsi ancora di più a me quando scavò piccole mezzelune con le unghie sulla mia testa. Senza fiato, si staccò, sussurrando il mio nome ripetutamente dalle sue labbra socchiuse. Il fuoco scorreva dentro di me. Era così fragile e morbida, ogni volta che mi muovevo avevo paura di rompere la sua piccola figura tremante. Si muoveva in modo così naturale contro il mio corpo, i nostri corpi nudi si incastravano perfettamente in ogni curva, era la mia metà perfetta. "Dillo...." lei rimase a bocca aperta, gettando indietro la testa, prendendo il mio viso tra le mani in modo che fui costretto a incontrare il suo sguardo. "Tu sei mio." sostenne il mio sguardo per un secondo di più, prima di premere le sue labbra contro le mie, le braccia avvolte strette

«Tu la ami?» gli chiese in tono innocente.
Vidi il ragazzo leccarsi le labbra e passarsi una mano tra i capelli, ma quando capì che non avrebbe potuto continuare a non rispondere, chiuse semplicemente gli occhi come se tutto ciò che aveva in testa lo stesse ferendo fin troppo. Li riaprì solo dopo diversi secondi per guardare nuovamente la bambina, ma questa volta la calma, arrendevolezza, sincerità e tristezza mischiate in quelle iridi verdi mi bloccarono il respiro.
«Si, la amo.» confessò infine, rivolgendole un piccolo sorriso che raggiunse gli occhi, illuminandoli e facendoli quasi brillare nella fioca luce del tardo pomeriggio.
«Così? - chiese ancora Anaya, distanziando le piccole manine di appena pochi centimetri - O così?»
Questa volta le distanziò il più possibile, allargando al massimo le braccia; Harry rise, in modo così sincero che il cuore sembrò scoppiarmi, poi rimosse la mano dalla schiena della bambina per allargare entrambe le lunghe braccia quanto più potesse.
«Così. - confermò, ed un brivido non tardò ad attraversarmi la schiena a quella dichiarazione indiretta - E anche di più.»
«E' tanto.» mormorò lei contro il suo petto.
Harry le sorrise ancora «Non può essere misurato.»

"Mi stringe a sé, e tra quelle braccia che mi hanno fatto del male mi sento così a mio agio. Al mio posto."
ATTENZIONE:
Rating rosso, horror.
Questa storia tratta di sesso, tematiche delicate, come abuso (NON DI MINORI).
Se non gradite, vi prego di non entrare.

“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto. Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
Fanculo."
[III capitolo, Scarlett.]
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La storia, di come il destino possa sorprenderci ogni volta. Di come spesso le persone non ne prendono atto, perdendo così "la retta via".
Perdiamo noi stessi, ritrovandoci a vicenda.
Un gico di intrecci di diversi destini, ed è proprio di questo che voglio parlarvi, mie lettrici.
La vità di ognuno non è che un gomitolo. Esso si intreccia ad altri, si divide, si spezza.
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"Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.
E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati!"
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Se vi ho incuriosita, passate. Aspetto un vostro commento :)
A presto!

"Non mi conosci così bene, Styles." adoravo quando mi chiamava per cognome.
"Ah si? Quindi dietro a quel viso da angelo si nasconde una cattiva ragazza?" dissi.
"Lo scoprirai." sussurrò sulle mie labbra.
-
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo.
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

Le case scorrevano lente fuori dal finestrino. Un altro giorno per la registrazione del video. Con l'uscita del nuovo singolo dei One Direction gli impegni si erano triplicati, per non parlare dell'annuncio del nuovo Tour. Sospirai appoggiando la testa al finstrino, stanco di tutti questi impegni e col singolo desiderio di poter tornare a casa a riposare.
E poi la vidi...
Era li, appoggiata al ponte che attraversava il Tamigi, rivolta verso la sponda che guardava il London Eye.
“Come tante altre”. Pensai.
Non le diedi peso.
Dovevamo registrare il video attraversando il fiume in battello, giando per la città.
La prima strofa spettava a Liam la seconda a Louis e poi partivo io con il ritornello. Tutto filò liscio e quando le camere mi ripresero, feci come mi era stato detto e cantando guardai in alto, verso il ponte.
Eccola di nuovo.
Era li, in piedi mentre guardava il fiume.
Ma qualcosa non andava, il suo viso... era una maschera di dolore.

Molly Jones ha diciassette anni quando a sua madre è diagnosticato un cancro.
Nessuno può/vuole aiutarla.
Da quel momento il tumore della madre era il suo tumore.
Non avendo il denaro necessario per le cure, decide di vendere il suo corpo.
Prostituzione.
Ecco perchè si ritrova un Harry Styles a letto, tenebroso e arrogante.
Il classico bullo della classe, il prepotente della scuola.
Ma Styles è più interessante di quanto sembra.
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E' già successo e non vorrei si ripetesse: non plagiare. -©
Wattpad: http://www.wattpad.com/52726480-over-again

"Non lascerò che tu lo sappia, Marianne. Non lascerò che lui ti prenda. Ti tengo io, sorellina."
Harry è riuscito a mantenere la sua promessa?
E' riuscito a proteggere Marianne dal casino che lui stesso ha creato?
E quei soldi?
Marianne gli ha detto 'ti amo' e lui? Era solo una scommessa o cosa?
Continuo della OS "Scommettiamo?"

[INCOMPLETA]
 
Non potevo più aspettare.
Avevo bisogno delle sue labbra sulle mie, del suo corpo caldo contro il mio, delle sue mani nelle mie.
Avevo bisogno di lui con tutta me stessa.
Non avevo mai avuto così tanto bisogno di una persona nella mia vita.
Non avevo mai avuto bisogno di nessuno.
Ero sempre stata me stessa e io.
Da sola contro l'Universo.
Ora, invece, sentivo che mancava un pezzo del mio cuore.
E quel pezzo apparteneva ad Harry.
Era impossibile, letteralmente assurdo che due persone così diverse potessero innamorarsi.
Ma l'amore è pieno di sorprese.
Entrambi non eravamo tipi da relazione, eppure l'amore arriva così all'improvviso e ti travolge.
Ti lascia senza fiato e ti fa impazzire.
E più neghi i tuoi sentimenti, più questi crescono fino a scoppiarti dentro al petto.
E il mio cuore stava letteralmente esplodendo.

La sua vita era così: fatta di birra, venerdì sera in discoteca con i soliti idioti e tante ma tante sigarette. Niente di allucinante insomma, la solita vita da diciannovenne standard; c'era una cosa però, che quasi ogni notte gli si insinuava nel cervello e non gli permetteva di dormire benissimo.
«Ma porca troia, ti vuoi rendere conto che l'ho sognata di nuovo?» il riccio si lasciò cadere sul divano, distrutto e stanchissimo.
~
E se il sogno diventasse realtà?

Idgie è una ragazza introversa, educata e gentile. Dentro di lei, però, si nasconde Scar, quell'anima ribelle di cui Idgie non sa assolutamente niente. O che, piuttosto, non può ricordare.
Dal prologo:
"Sentii la voce che ben conoscevo provenire dalla mia destra. Mi girai di scatto e la vidi.
Seduta sopra uno dei piccoli scogli sparpagliati qua e là, se ne stava con le gambe incrociate a rollare una sigaretta. O, più probabilmente, una canna.
Alzò gli occhi dal suo lavoro giusto il tempo di sorridermi e alzarmi il dito medio. A quella provocazione, le corsi incontro e la abbracciai. Sciolsi l’abbraccio e feci un paio di passi indietro. Lei mi lanciò un paio di sigarette e io la ringraziai mentalmente. Ne avevo bisogno."
Dal capitolo tre:
"Sapevo una cosa sola: la casa dove avevo vissuto i primi sedici anni della mia vita era saltata in aria e con lei i miei genitori. Non sapevo dove fosse, chi fossero loro, come fosse il nostro rapporto. Nulla. La verità è che se non me l’avessero sbattuta davanti al mio risveglio, Phoebe per me sarebbe stata una perfetta sconosciuta."

VOGLIO INIZIARE CON LO SPECIFICARE CHE LA STORIA CHE PUBBLICHERO' NON E' MIA, MA LA RAGAZZA CHE LA SCRIVE SU WATTPAD MI HA DATO GENTILMENTE IL PERMESSO DI PUBBLICARLA A PATTO CHE IO NON MI APPROPRIASSI DEL MERITO ED E' PROPRIO CIO' CHE STO FACENDO VI AUGURO BUONA LETTURA E SPERO SINCERAMENTE CHE PIACCIA A TUTTE COLORO CHE LA LEGGERANNO :)