Questo è il seguito de "La tigre dagli occhi di giada".
[...]Un colpo di pistola riecheggiò nel magazzino, un suono attutito, quasi soffocato, ma sufficientemente violento da risuonare nel silenzio. Michael teneva la pistola puntata e Cao era caduto per terra, imprecava tenendosi un piede.
«La prossima volta che fai un'altra battuta sul mio culo, ti sparo nelle palle.» [...]

Per tutti coloro che hanno apprezzato "Maledetto Americano", ecco qui l'atteso (?) ritorno di Whyte e Doria! Ancora non ho ben deciso quale sarà il suo futuro, per ora sarà una collezione di one-shots sui cari, vecchi personaggi su vari temi e in tempi alternanti!
Non è strettamente necessario aver letto la storia principale, ma aiuta molto!
Enjoy!

Londra,2015.
Sono passati quattro anni da quando Sebastian si è trasferito a Bristol, e Ciel è ormai un giovane uomo con in mano un diploma prestigioso.
A questo punto è pronto a prendere in mano le redini del casato Phantomhive; dovrà dimostrarsi all’altezza del compito e, quindi, in grado di portare avanti il nome della sua rinomata famiglia.
Il cuore del ragazzo però non si sente ancora pronto, dovrà scegliere fra due cose molto importanti: l’amore e l’onore.
Sarà una dura crescita emotiva per Ciel, che si troverà di fronte all’impresa più ardua della sua intera vita.
Torna, con grande richiesta, la saga di Kurosensei, al solito condita con i vecchi personaggi, ne saranno aggiunti un paio di nuovi, che spero possa farvi apprezzare!
Prego con tutto il cuore di non deludervi con questo sequel che porterà alla conclusione della saga.
Buona lettura!

"Mela." Sasuke alzò il frutto in aria, mentre l'indigeno biondo continuava ad osservare ogni suo gesto con sguardo ingenuo.
"Me-la." ripetè. L'Uchiha passò ad un'altra parola.
"Mano." disse, mostrandogli il palmo bianco, ancora segnato da qualche graffio. Naruto aggrottò la fronte, senza capire. "Ma-no." ripetè allora il moro, spazientito. Quel selvaggio era più stupido di quel che sembrava. Anzi, forse il suo aspetto era perfettamente proporzionale al suo cervello. "Andiamo, dobe. Ma-no. Ma-no." Naruto si concentrò, alzando la sua, di mano, e sovrapponendola d'istinto a quella di Sasuke. Combaciavano quasi perfettamente.
"Mano." esclamò quindi, felice di aver capito a cosa si stesse riferendo. L'Uchiha ritrasse subito la sua, portandola dietro la schiena ed arrossendo di colpo, per poi maledirsi mentalmente a causa dell'espressione dispiaciuta che aveva assunto il demone-volpe. Era incredibile che quel tipo fosse il terrore degli abitanti del suo Paese, così civilizzato e perfetto. Eppure lui stesso aveva visto quella mano strappare il cuore ad uno degli altri partecipanti alla spedizione di conquista del Paese del Fuoco. Era stata quella mano ad averlo salvato dalla furia di quei selvaggi. Perché?
"Sì, bravo. Finalmente stai iniziando ad imparare."

Carlo sente il rumore del citofono per tutte e cinque le volte che quello suona, ma soltanto quando il suo disturbo è tale da impedirgli di continuare il gioco che stava facendo, nella rara solitudine e libertà della casa vuota, si decide ad alzarsi dalla sedia della propria scrivania, uscire dalla propria stanza e fare quei quindici scalini che lo separano dal portone di ingresso. Farebbe anche una faccia un po' meno sorpresa se ad attenderlo non ci fossero tre ragazzi, tutti più alti di lui di almeno due spanne, tutti con l'espressione di chi è esasperato e vuole uccidere subito.
-Stiamo cercando Gloria Orsi.
Neanche un ciao, neppure un buongiorno o un saluto qualsiasi. Oltre che indisponenti pure maleducati. Gli pare giusto ricambiare con lo stesso tipo di trattamento.
-Mia sorella non è in casa.

Yoel, giovane ragazzo ebreo, coltiva in segreto la passione per la fotografia erotica, immortalando corpi avvinghiati nell'amore consumato per strada, in bagni pubblici o nell'intimità delle vetture.
In una calda sera di giugno si imbatte in Igor, rampollo di una famiglia nazista che disprezza e proprietario di un famoso Casinò.
L'attrazione fra di loro è immediata ma ben presto si scopre correre su binari paralleli: Yoel non desidera altro che scattare foto al corpo sensuale di Igor, mentre il tedesco è già perdutamente innamorato dell'artista.
Potranno infine comprendersi ed amarsi, superando ogni barriera che il drammatico capitolo dell'Olocausto ha eretto nella storia?
Yoel si dirigeva con sguardo fisso verso l'attico di Igor, brandendo la propria macchina fotografica come un'icona sacra, strumento di Dio nelle mani del suo più fedele servitore. Non che Yoel si sentisse tale: era solo eccitato e su di giri, invaso da un formicolio che gli invadeva il corpo come un nugolo di cavallette a saltare e sbattere ali sotto alla pelle mentre giunto alla sua porta si ritrovava di fronte a lui, oggetto del suo pellegrinaggio.