Anthony J. Crowley non ha mai pensato al futuro.
Si è perso così tanto in arte, musica e giardinaggio che non ha notato lo scorrere degli anni intorno a sé, abbandonato in un universo fatto di piaceri della carne, alcool, annebbiamento ed oblio dei sensi. Si è sempre annoiato terribilmente, al punto che si potrebbe quasi dire che soffra di noia, come fosse una malattia.
Lord Azriel Z. Fell, invece, è ancorato al passato.
Storia, filosofia, mitologia e letteratura sono tutte cose che lo avvolgono in un mondo fatto di carta rilegata e copertine rigide e antiche. Chiuso fra le pareti della sua tenuta, passa il suo tempo perso in un mondo che non esiste più, incapace di rapportarsi all'insostenibile essenza dell'oggi.
Dio, d'altro canto, si sa che non gioca a dadi con l'universo.
Quindi non è un caso se Crowley cerca lavoro.
E decisamente non è un caso se Lord Fell ne ha uno per lui.
Galeotto fu il giornale, la fortuna e quel pizzico di pessima figura che non guasta mai.
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[HUMAN!AU – !SLOW.BURN! – Aggiornamenti ogni lunedì e giovedì.]

Un racconto di sole e un racconto di pioggia.
Forse esitazione. Forse dolore. Sicuramente amore.

È un dilaniare feroce, che abusa carne e storia, afferra e strappa passato e futuro, e prova a rinnegare la realtà -col suo solito modo di fare- un'ultima volta, cercando di afferrare, trattenere, ciò che dopotutto è stato solo una lunga illusione - talvolta dolce ed irrinunciabile, ma pur sempre illusione- rivelatasi ora nella sua debolezza e per questo diventata ingiusta prepotenza.
(finale seconda stagione- POV Aziraphale)